Recensioni per
Pur
di Capo Rouge
Cara Capo Rouge non so che dire se non che la nostra rosa, metaforicamente parlando, è presa tra due aculei anche se in realtà ciò che la trafigge è più affilato di una spina. Penso che sia, lei, padrona assoluta della situazione, altrimenti non sarebbe Oscar. Non è in balia degli eventi ma forse li asseconda per volere suo. |
Victor vorrebbe approfittare dell'assenza di André, ma deve rendersi conto che ciò è impossibile, soprattutto ora che André ha sconvolto profondamente la vita di Oscar col suo sentimento. |
Cambia ancora una volta la scena, siamo dinnanzi ad un’altra svolta, da dietro le quinte entrano altri personaggi, vittime e carnefici, ma l’indiscusso primo attore resta lui, André, protagonista nel ruolo che gli riesce meglio, un ruolo che non deve inventare o fingere e cioè essere soltanto André. |
Carissima Capo Rouge, con colpevole ritardo ho letto il capitolo, agosto ci rende indulgenti con noi stessi e cambia i ritmi delle giornate. |
Carissima, |
D’altra parte la morte, in quanto può rivelarmisi, non è solo l'annullamento sempre possibile dei miei possibili – annullamento al di fuori delle mie possibilità – non è solo il progetto che distrugge tutti i progetti e che si distrugge da sola, l'impossibile distruzione delle mie attese: è il trionfo del punto di vista d'altri sul punto di vista che io sono su me-stesso. |
André Grandier, solo André Grandier, ancora al di sopra di tutti non per i gesti forti ma per i moti dell’anima e la forza della mente. La responsabilità della scelta, assolutamente libera, di dare libertà in dono alla persona amata da un amore che avrebbe potuto “costringerla” non è il gioco di parole difficile e che può essere frainteso ma pesa, come un fardello, anche su colui che quella scelta ha compiuto. La libertà arriva carica di responsabilità per entrambi e il dolore, allo stesso modo, arriva per tutti e due. |
Allora, ovunque.. sempre.. |
Ciao Capo Rouge, |
Carissima Capo Rouge, ringraziarti è ripetitivo ma lo faccio lo stesso. Grazie per questo capitolo tanto meraviglioso quanto questo tuo André. |
Non eroe, come ti ho scritto un’altra volta, ma uomo che sbaglia, che cade, che soffre, che viene ferito e ferisce, André. |
Ciao Capo Rouge, con questo capitolo anche noi lettori ci siamo immersi nel castigo che André ha deciso di subire per non danneggiare la sua Oscar, prendendosi colpe che non aveva pur di mantenere intonsa e pura la figura di lei. Anche questa volta è fuggito, decidendo anche per lei, frapponendo non solo nuovamente un oceano ma altresì un periodo lunghissimo, dieci anni che saranno una tortura per entrambi, poiché lui ora sa che anche lei lo ama, quindi anche lei soffrirà la sua stessa solitudine seppur in maniera differente. Dopo un viaggio durato alcuni mesi è approdato in una delle colonie francesi: un bagno penale con un governatore che esercita il suo potere su chiunque a suo piacimento. Bonnard, questo il nome del governatore, ha osservato subito i nuovi arrivati, soffermando il suo sguardo su André, che non ha abbassato il suo, subendo di conseguenza un castigo. André ha compreso in poco tempo di quale pasta sia fatto il governatore, che incute terrore e che pare essere addirittura più delinquente di coloro che sono stati mandati in quel luogo infame per scontare la loro pena e, magari, per essere rieducati. Le difficoltà di quella vita si prospettano sin dall’inizio ma André si aggrappa alla volontà di cercare in tutti i modi di sopravvivere per rivedere Oscar, anche se da lei si è volontariamente allontanato. Bonnard però sospetta che quel giovane, a cui è stata risparmiata la vita, deve essere stato importante per qualcuno e magari avere qualcosa di molto particolare, ed è ben deciso a scoprire cosa sia. Ma André mantiene la guardia alta e non abdica a nessuno dei principi che lo fanno essere l’uomo che ben conosciamo. La dimostrazione plastica, che nonostante navighi in acque molto perigliose e il suo futuro sia sempre attaccato al proverbiale filo, ce la mostra, non dimenticandosi chi è e non scordando quale sia la sua vera natura di uomo giusto e leale, nei confronti della giovane Odile, ragazzina che Bonnard gli ha offerto come regalo, che lui non può accettare ma neanche rifiutare perché entrambi ne andrebbero di mezzo e non si sa con quali malaugurate conseguenze. André sfrutta pertanto l’occasione e si propone come aiuto a Bonnard, il quale ha scoperto che il prigioniero sappia leggere e scrivere e far di conto, per migliorare ed accrescere i suoi interessi all’interno del mondo in cui si muove. Il tratto distintivo di Bonnard è l’avidità e, puntando su questo aspetto, spera anche di poter ottenere condizioni migliori per tutti gli altri prigionieri: annota con precisione maniacale tutta una serie di numeri e informazioni su un taccuino ufficiale e riporta le medesime informazioni su uno, diciamo, ufficioso, che magari un domani potrà essere di aiuto. La sua mente e il suo cuore sono sempre concentrati sul medesimo pensiero di sempre e ora la domanda che continua a farsi è se riuscirà a sopravvivere a una esperienza così devastante e se Oscar lo amerà ancora. Certo è che ora lo ami, anche per quell’ultimo bacio dato prima che partisse e che, questa volta, non è stato rubato ma bensì dato con cognizione di causa. Nei suoi pensieri peregrini c’è anche un pensiero volto alla piccola Victoire, chiedendosi se fosse ancora viva e se per caso Girodelle fosse stato in grado di ritrovarla. |
E quindi è successo! André è stato deportato e così il conto alla rovescia sui dieci anni è già iniziato, alla fine qualche mese e qualche giorno sono già passati e gli anni da scontare non sono più in doppia cifra tonda. |
Che Andre’ fosse un disertore era un dato di fatto. Che abbia chiesto lui di eliminare Tiberius Mallerbé e Guglielmo Pointers se Oscar fosse stata in pericolo di vita, non mi meraviglia minimamente; l’avrebbe fatto con le sue stesse mani se fosse stato necessario. Che sia stato anche un ladro, su richiesta di chi, per rango e posizione, avesse potuto in qualche modo nuocere a lei per punirlo di un bacio sacrilego, ancora non mi stupisce. |
La Guyana di sicuro non è un villaggio turistico e André sta vivendo sulla sua pelle la durezza della vita di un deportato. |