Recensioni per
Pur
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 869 recensioni.
Positive : 865
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Junior
14/10/23, ore 20:55

Cara Capo Rouge non so che dire se non che la nostra rosa, metaforicamente parlando, è presa tra due aculei anche se in realtà ciò che la trafigge è più affilato di una spina.  Penso che sia, lei,  padrona assoluta della situazione, altrimenti non sarebbe Oscar. Non è in balia degli eventi ma forse li asseconda per volere suo.
Fersen e Girodel devono stare attenti, da militari e sull’attenti, la donna da ammirare è forse solo da ammirare!l! Amare è altro 
Grazie e spero che aggiornerai presto. Ti seguo sempre 
Claudia   

Recensore Master
12/10/23, ore 23:15

Victor vorrebbe approfittare dell'assenza di André, ma deve rendersi conto che ciò è impossibile, soprattutto ora che André ha sconvolto profondamente la vita di Oscar col suo sentimento.

Recensore Junior
20/09/23, ore 20:39

Cambia ancora una volta la scena, siamo dinnanzi ad un’altra svolta, da dietro le quinte entrano altri personaggi, vittime e carnefici, ma l’indiscusso primo attore resta lui, André, protagonista nel ruolo che gli riesce meglio, un ruolo che non deve inventare o fingere e cioè essere soltanto André.
È destinato ad essere splendidamente se stesso e anche, a seconda della prospettiva di coloro che lo guardano, ad essere condannato a rimanere tale, esaltante altalena che espone agli sguardi gli alti e i bassi, il chiaro e lo scuro dell’impegno di un amore costante e irrevocabile, che illumina ma che fa soffrire, un amore che vive anche nelle sue conseguenze.
Nonostante le ‘travi’ non siano più quelle levigate del palcoscenico della terra natia, nobile, regale e reale ma le ruvide e tarlate della terra di conquista, bruciata dal sole e piegata allo sfruttamento, e nonostante il lavoro divenga duro, entrare nei propri panni come ogni giorno, quelli dell’uomo André, è atto disinvolto e allo stesso tempo sofferto di una ‘interpretazione’ convincente quanto è vera. 
Brava e grazie.
Clotilde De A. 

Recensore Junior
07/09/23, ore 21:34

Carissima Capo Rouge, con colpevole ritardo ho letto il capitolo, agosto ci rende indulgenti con noi stessi e cambia i ritmi delle giornate. 
La resilienza e la fermezza di carattere sono le due qualità che spiccano del personaggio di André, qui come nell’originale, e hanno portato André a non vacillare nella sua decisione così ogni passo che ha intrapreso, non ultimo addossarsi colpe non sue, è stato volto ad un solo scopo: non retrocedere dalla sua decisione, una decisione che ritiene giusta.
Non è più un servo, non può più esserlo, in ogni forma si voglia declinare la parola servo, non perché essere “servo” sia un disonore o qualcosa di umiliante ai suoi occhi, ma perché solo da uomo libero e uguale sarebbe possibile amare Oscar alla luce del sole. L’ha amata di nascosto per anni e non potrebbe farlo adesso che è ricambiato.
Appunto perché André è un uomo i cui valori abbiamo imparato a conoscere molto bene, sono contenta che le mie elucubrazioni mentali su un possibile appoggio, appiglio, o qualsivoglia forma di possibile via d’uscita, non sia arrivato, oltretutto sarebbe stato troppo scontato.
Lungi da me la voglia di vedere Oscar e André separati, al contrario, ma un uomo come André difficilmente avrebbe accettato di fare marcia indietro proprio per quell’amore che da sempre regge la sua esistenza. Un amore che per l’ennesima volta, anche in questo capitolo, lo tiene in vita, un amore che si fa persona in Oscar e in quella descrizione di lei che per me è meravigliosa, Oscar è pura luce che illumina il cammino di chi la incontra e anche a distanza lo illumina.
André “morto” é tornato alla vita per Oscar, André “vivo” sono sicura che riuscirà a trovare la strada per tornare da lei, qualsiasi essa sia, anche la più impervia e sconosciuta... l'amore procede per vie misteriose.
Grazie,un saluto e a presto
Lena

Recensore Master
05/09/23, ore 12:18

Carissima,
sempre nuove e sempre forti sono le emozioni che ci regali con questa tua storia; eppure, una costante c'è, o meglio, la ritrovo io: scandita dalla considerazione per cui "amare non significa sacrificarsi; amare significa imporre un sacrificio all'altro", ecco la nuova vita, se così si può definire, di André. Il quale ha voluto fuggire, in modo drastico, duro, imponendosi un taglio netto, quella difficile, dolorosa condizione interstiziale in cui ha vissuto per tutta la sua esistenza, ed ecco che, nel bagno penale, si ritrova ancora in una condizione simile, propiziata dal suo saper leggere e scrivere, dalla sua educazione non comune per un forzato, che lo rende una risorsa preziosa per il duro e cinico Monsieur Bonnard. Ci sono delle costanti, nella sorte di André, delle situazioni che si ripetono, mutatis mutandis: la valanga da cui salva Oscar, e che è l'inizio del suo paradiso, e della sua dannazione, è qui riproposta, credo, dalla frana dalla quale André si salva, e, tentando di salvare i suoi sfortunati compagni, si mette in luce agli occhi del crudele Bonnard; e in luogo della madre della piccola Victoire (a proposito: ricomparirà nella vicenda, credo, spero, no?), ecco Odile, un'altra creatura reietta, miseranda, quale la storia ha tanto spesso plasmato nei suoi disgraziati corsi e ricorsi; una creatura nei confronti della quale André si sente investito da un compito, se non protettivo, quanto meno teso a rendere la sua esistenza meno miseranda: una delle tante, dei milioni di bambine e donne, giovani e meno giovani, mercificate, usate, abusate, sfruttate e reificate, di cui la Storia a stento ha conservato i nomi, ma che hanno intriso del loro sangue e delle loro lacrime la storia dell'umanità.
Beffarda davvero la sorte di André, intrisa di quell'ironia crudele fatta di paradossi e crudeli simmetrie, come ben gli fai riflettere:
Doveva la sua vita al fatto d’essere stato servo d’una famiglia nobile, rispettata, tenuta in grande considerazione da Re Luigi XVI.
Dunque doveva la sua vita a tutto ciò che aveva tentato di ripudiare da quando aveva deciso di lasciare la Francia.

Che destino beffardo...

Essere salvo per via di ciò che non avrebbe mai più voluto essere, ed essere colpevole per ciò che aveva desiderato con tutto se stesso, ma che non era mai stato".
Ma in questo paradosso crudele e beffardo, c'è sempre una via d'uscita, una via mediana lasciata alla libertà e al libero arbitrio di chi, pur conculcato, come André, pur se in modo paradossale, grida la sua libertà.
E chi sa se davvero il probo, onesto, virtuoso, religioso Luigi XVI ignorava del tutto che il sistema per rendere coltivabili le terre della Cayenna non era solo il colonato, ma anche la sferza..
Quanto al prosieguo del tuo racconto, a dispetto dei fatti e della situazione disperata e disperante di André, io spero e nutro anzi fiducia che all'orizzonte del nostro si ripalesi un angelo biondo, senza ali, ma che profuma di fragole... (che immagine strepitosa!).
Un saluto caro, ringraziandoti per questa tua storia che mi trasporta lontano,
d

Recensore Veterano
04/09/23, ore 21:33

D’altra parte la morte, in quanto può rivelarmisi, non è solo l'annullamento sempre possibile dei miei possibili – annullamento al di fuori delle mie possibilità – non è solo il progetto che distrugge tutti i progetti e che si distrugge da sola, l'impossibile distruzione delle mie attese: è il trionfo del punto di vista d'altri sul punto di vista che io sono su me-stesso. 
~ L’essere e il nulla ~ 
 Jean-Paul Sartre

La morte allora si scopre scarnita e in ritardo, non onnipresente ma solo e in compagnia di ogni istante preciso, in un luogo solo, di un uomo di cui non è fine.
Si scopre piccola in quella pausa infinitesimale della voce che s’incrina in questo essere umano uscito dall’ombra sovrumana e perfetta, forse è solo un gemito ma arriva sacro, colto fulgido nella scia continua delle perseidi a fuoco, è un attimo che illumina il giorno d’un pazzo che pare abbia rinunciato a tutto, o quasi.
Respira e inala aria per un attimo al di fuori di sé, ancora pazzo e bellissimo bronzo sommerso, rampicante che ora si scorge sul quel muro di ideale e di sogno lucido di dolore e che adesso adorna il balcone del cielo, sbrecciato si scopre carne di vita nel limbo di istinto e volontà, in quella trappola d’acciaio accarezzata di magnolia dove risiede salvezza.
Un’unica cornice, a chi lo guarda, lo stringe e stacca, libero, in due quadri, è il Parsifal in mezzo ai fiori e al contempo il dannato del morso sul collo perché non c’è nulla di più animale della coscienza pulita sul terzo pianeta del Sole. 
E arriva vorace a mordere col morso di vita che ferisce la morte, quella di questo uomo solo umano che diventa teatro di sé che, raccolto seppur in tutto il suo dolore, diventa “spettacolo” grandioso. 
Grazie come sempre di tutto e anche della generosità.
A presto
Sabrina

Recensore Junior
04/09/23, ore 12:07

André Grandier, solo André Grandier, ancora al di sopra di tutti non per i gesti forti ma per i moti dell’anima e la forza della mente. La responsabilità della scelta, assolutamente libera, di dare libertà in dono alla persona amata da un amore che avrebbe potuto  “costringerla” non è il gioco di parole difficile e che può essere frainteso ma pesa, come un fardello, anche su colui che quella scelta ha compiuto. La libertà arriva carica di responsabilità per entrambi e il dolore, allo stesso modo, arriva per tutti e due.
Amarsi in un mondo ovattato, isolato nel candore della neve non poteva bastare perché semplicemente non può a colui che quell’amore ha nel cuore e rispetta. Troppo poco e svilente per l’amore stesso accontentarsi di vivere con il semplice stare assieme, vivere e portarsi dietro e dentro questo amore è cosa più grande, è valore aggiunto alla loro storia.
Grazie 
GdM
(Recensione modificata il 04/09/2023 - 12:09 pm)

Recensore Veterano
28/08/23, ore 22:11

Allora, ovunque.. sempre..
Lui, l’assenza a colmare il tempo.
Ancestrale Amore.
Lui, il Tempo cupo e lento a imprigionare sogni smarriti, mai vissuti.
Lui, l’assenza a colmare il tempo.
Ancestrale colpa.
Lui, colpevole di Amare. Di Amare Lei.
Ovunque… sempre.
Lui, solo un uomo che ama.
Lui, solo un uomo, che è solo questo… un uomo.
Che ama totalmente Lei, sempre, e non può amarla mai.
Ché Lei era Amore infinito e totale.
Ovunque… sempre.
Lui, nell’assenza la condanna.
Nell’assenza la consapevolezza di essere Amato.
Lui, Amore era diventato Tutto, aspettare, ascoltare il silenzio, Tutto era Lui.
Tutto era Lei.
Amore è Tutto, ché Lei è Vita oltre l’assenza sempre.
Che Amore non impone, liberamente diventa Vita.
Ché Lei Ama.
Lui, ancestrale condanna racchiusa nel Tempo.
Ché Lui non può uccidere Amore, ché Amore profondo e intenso non può morire.
Nonostante Lui.
Ancestrale Amore.
Lui, ancestrale visione a dettare la Vita, Lei che è Vita.
Lei, magnolia e acciaio.
Vivere.
Lei, cielo e mare.
Vivere.
Nonostante tutto.
Il Tempo buio e violento, lento e uguale, il Tempo salvezza e condanna.
Eco lontana di perdute risate, intrappolate in un Tempo ormai scorso.
La pelle incisa da oscura violenza.
Il cuore inciso da labbra offerte, da mani strette ad accogliere l’altro.
Ancestrale desiderio.
Il Tempo attraversato per tornare da Lei, ché Lei è Vivere.
Attraversare il Tempo, ogni assurda e ignota comprensione, ogni insensato orgoglio.
Amore a sferzare ogni intento. Ché Amore è Lei.
Struggente Amore racchiuso nel Tempo.
Sfuggente e intenso è stato ilTempo.
Infinito e esiguo è il Tempo.
Mai troppo, mai abbastanza.
Ricordi ad incidere il cuore, gesti a restare nella mente.
L’assenza atroce condanna.
Lui, che Lei è luce abbagliante e pura, rosa bianca e fragola rossa.
Lui, Tempo infinito a riempire l’assenza.
Un’altra Luna a dettare lo scorrere del Tempo.
Lei, Amore, se è Amore…
Ovunque… sempre.

Recensore Junior
26/08/23, ore 22:22

Ciao Capo Rouge,
i piccoli tasselli questa volta sono i frammenti della vita che ora attende André.
André non è più un attendente, non è più un soldato, non è più nemmeno un uomo libero, André ora è un deportato, un uomo che deve sottostare agli ordini e ai capricci di un carceriere che è ben lontano da essere magnanimo o, anche solo, giusto.
André non è un pazzo, inizio a comprendere il senso della sua decisione che avrà certamente dei risvolti che sono difficili da immaginare.
I sensi di colpa per aver abbandonato la nonna senza nemmeno un addio, senza la consolazione di un ultimo abbraccio, con la consapevolezza che potrebbe non esserci un altro incontro, la sofferenza per aver lasciato Oscar, tutto questo potrebbe annientare la volontà di ogni uomo, ma non quella di André.
Bonnard Orly è il peggior sorvegliante che potesse capitare, forse sono tutti così gli uomini a cui viene dato il potere di decidere su altri uomini, esaltati da quel potere che piega ai loro desideri ogni prigioniero.
André non è uno sprovveduto, aveva ragione Fersen, sa capire il suo avversario e ha trovato il modo per rifiutare il dono di Bonnard Orly e tenere al sicuro, spero per tanto tempo, Odile.
Offrire in dono una ragazza la dice lunga su chi sia davvero il sorvegliante, di sicuro non è un campione di onestà visto che si arricchisce sfruttando ciò che dovrebbe appartenere alla corona francese.
Odile, nella sua sfortunata vita, ora ha l’opportunità di conoscere qualcuno che non le impone solo brutalità e violenza.
L’amore di André per Oscar non può certo morire, sono molto curiosa di sapere cosa accade in Francia.
Grazie per un capitolo che emoziona e induce alla riflessione.
Ipazia

Recensore Junior
23/08/23, ore 18:23

Carissima Capo Rouge, ringraziarti è ripetitivo ma lo faccio lo stesso. Grazie per questo capitolo tanto meraviglioso quanto questo tuo André.
Stavolta però non ho molta voglia di scherzare, non davanti ad una sofferenza così.
Quanto può essere grande un amore tale è quasi difficile da comprendere ma la sofferenza che deriva dalla situazione in cui André si è messo è palese e da luogo anche ad una  specie di rabbia nei confronti  di quella che io percepisco soprattutto come un’ingiustizia. André si è addossato molte colpe, ma per me è veramente colpevole solo di non essere tornato al suo reggimento, colpevole perché soldato e nulla più. Si è autoaccusato a fin di bene, ha creduto e crede tutt’ora di fare il bene di Oscar anche se il prezzo da pagare è altissimo.
Non si prospettano anni facili per lui anche se sta già provando con intelligenza a smarcarsi da situazioni poco gradevoli e che stanno provando ad imporgli. Non si smentisce mai e sopratutto non tradisce il suo “credo” fatto di valori imprenscindibili, non c’è Bonnard o bullo della situazione che tenga. In questo André è fortissimo ma è anche uomo umile, privo di quell’arroganza che contraddistingue chi vuole prevaricare il prossimo e senza il supporto di una qualsiasi ragione che non sia che il proprio volere e piacimento.
Spesso André ripete di essere un disertore, un ladro, un assassino e di amare le donne, ma l’unica vera colpa che lo tormenta è quella di aver amato Oscar e di amarla ancora. 
André ama Oscar e ora che è certo di essere amato da lei, è consapevole che Oscar soffre e soffrirà per lui, e questo rende André ai miei occhi, ancora più meraviglioso. 
Sarà dura per André e sarà dura per Oscar, uniti come sempre anche in questo, nella distanza e nella sofferenza, nel desiderare quello che credono sia bene per l’altro.
Mille grazie ancora per questa storia.
Gattinapelosa 😻

Recensore Master
21/08/23, ore 22:27

Non eroe, come ti ho scritto un’altra volta, ma uomo che sbaglia, che cade, che soffre, che viene ferito e ferisce, André.
Un uomo che si arrende, il cui pensiero vacilla pronto a cedere tutto per un po’ di sollievo, non dalle frustrate, ma da un amore che sa di condanna.
Impone a se stesso la condanna di un amore impossibile, ridotto a vivere solo nei ricordi dolci e amari. Impone a se stesso l’assenza.
Non un eroe ma un uomo, André che quasi cede al pensiero della morte come unica via d’uscita.
Uomo che sa anche emergere da quel baratro in cui sarebbe così facile scivolare, André sa amare nel solo modo in cui si ama veramente, non come un eroe ma come un uomo.
Sa affrontare il rimpianto, il suo lato oscuro, André Grandier ed è questo che lo rende ancora una volta un uomo che non ha bisogno di essere infallibile e senza macchie o paura per poter amare.
L’amore non è riservato solo agli eroi, ma agli uomini che sanno amare, e André sa amare.
Aveva rifiutato molte cose André Grandier, l’ultimo consolante e amorevole abbraccio di una nonna, il perdono del Re, aveva rifiutato di correre il rischio di essere ‘salvato’ dalla sua condanna, tutto pur di non imporre una scelta ad Oscar François de Jarjayes.
Perché la sua vera condanna è amare, ma l’amore chiede di essere vissuto in libertà, chiede che chi ama ed è riamato sia uguale e non inferiore all’altro. L’amore è la più alta forma di uguaglianza.
Ha perso l’unica libertà che aveva André Grandier, la libertà che detta le piccole e grandi decisioni, quella libertà che lo aveva portato a scegliere di andarsene.
Ora Grandier non è più libero, condannato a sottostare alla volontà altrui, alla volontà che è dettata dal capriccio di chi comanda.
Ora André non è più libero, la mente sprofondata nella vera condanna, una condanna che è semplice amore.
Un singolo uomo non può decidere della vita e della morte di un uomo solo perché ha il potere di farlo.
Il potere che deriva dall’autorità imposta, non dettata dal rispetto di un individuo, è puro sopruso, è la negazione stessa dell’essere umano.
Un uomo che deve sempre qualcosa a qualcuno, che esiste perché qualcuno decide per lui, sceglie per lui, questo è stato André Grandier. Questo non è più possibile essere per André Grandier.
Il potere assoluto non può e non deve essere quello di vita o di morte su un essere umano.
La violenza che detta sottomissione, che trasforma gli uomini in esseri ubbidienti, sottomessi ad una ancestrale paura, questo è il potere assoluto per Monsieur Bonnard Orly.
Piegare la volontà di ribellarsi, annullare ogni dignità, ogni anelito di libertà, annullare l’uomo stesso attraverso la paura di fare un semplice gesto che non sia dettato dal volere di un altro uomo, questo è il potere assoluto di Monsieur Bonnard Orly.
Potere di vita e di morte si trova ad affrontare la caparbia volontà di vivere, di non cedere, di sopravvivere anche senza Oscar, Monsieur Bonnard Orly.
Perché nonostante tutto, André Grandier vuole vivere, vuole vivere, è Oscar la sola che può salvare la sua vita donandogli la forza di andare avanti e superare ogni prova.
Dunque la caparbietà di Grandier diventa sfida per Monsieur Bonnard Orly, il suo potere assoluto di vita e di morte sfidato da un prigioniero come tanti, diverso da tutti gli altri, che non si piega neanche di fronte alla più cupa disperazione.
Sfida tra il potere assoluto generato dalla violenza e dalla paura e l’intelligenza di chi conosce il bene e il male, di chi conosce la libertà, non generata dalla volontà di un altro uomo, ma nata dal proprio pensiero e volontà.
Semplice merce Odile per Monsieur Bonnard Orly, non essere umano che vive, pensa, sceglie, libero nella mente e nel pensiero. Merce che si può donare o gettare via, la giovane Odile.
Creatura plasmata nella paura, Odile è prova vivente di quel potere assoluto che annienta l’essere umano che si ritrova a vivere solo in funzione della volontà altrui. Non conosce altro modo di vivere Odile, se non quello della cieca obbedienza, non conosce nulla al di là della paura e della sottomissione totale.
La vita della giovane Odile chiesta in pegno, Grandier al servizio del potere assoluto, André Grandier che crede nella speranza di uomini come lui, prigionieri senza più volontà.
Non è un uomo senza macchie e senza paura, André, insegnerà ad Odile a piangere, a lottare, a ribellarsi nella mente prima che nel corpo, a sentire con la mente e con il cuore ogni più piccolo pensiero, ogni emozione.
La libertà è essere una creatura pensante con desideri, sogni, sentimenti e volontà propria, André Grandier insegnerà la libertà alla giovane Odile.
La speranza è la prima alleata della libertà.
La vera condanna di André è il tempo in cui ha imprigionato se stesso, Oscar resta, in quel tempo, unica luce ad illuminare la sua vita.
A volte basta un piccolo dettaglio che possa accendere i riflettori sulla Storia, con poche parole hai colto l’essenza di un Re, che non avrebbe mai potuto negare ciò che era, nonostante le sue idee, le sue intenzioni, i suoi propositi, nonostante il mutamento, Egli non avrebbe mai potuto cambiare se stesso. Era e sarebbe sempre rimasto un Re, Luigi XVI.
Hai colto l’essenza di un Re non sempre compreso, farlo non è compito facile.
Anna

Recensore Master
21/08/23, ore 17:23

Ciao Capo Rouge, con questo capitolo anche noi lettori ci siamo immersi nel castigo che André ha deciso di subire per non danneggiare la sua Oscar, prendendosi colpe che non aveva pur di mantenere intonsa e pura la figura di lei. Anche questa volta è fuggito, decidendo anche per lei, frapponendo non solo nuovamente un oceano ma altresì un periodo lunghissimo, dieci anni che saranno una tortura per entrambi, poiché lui ora sa che anche lei lo ama, quindi anche lei soffrirà la sua stessa solitudine seppur in maniera differente. Dopo un viaggio durato alcuni mesi è approdato in una delle colonie francesi: un bagno penale con un governatore che esercita il suo potere su chiunque a suo piacimento. Bonnard, questo il nome del governatore, ha osservato subito i nuovi arrivati, soffermando il suo sguardo su André, che non ha abbassato il suo, subendo di conseguenza un castigo. André ha compreso in poco tempo di quale pasta sia fatto il governatore, che incute terrore e che pare essere addirittura più delinquente di coloro che sono stati mandati in quel luogo infame per scontare la loro pena e, magari, per essere rieducati. Le difficoltà di quella vita si prospettano sin dall’inizio ma André si aggrappa alla volontà di cercare in tutti i modi di sopravvivere per rivedere Oscar, anche se da lei si è volontariamente allontanato. Bonnard però sospetta che quel giovane, a cui è stata risparmiata la vita, deve essere stato importante per qualcuno e magari avere qualcosa di molto particolare, ed è ben deciso a scoprire cosa sia. Ma André mantiene la guardia alta e non abdica a nessuno dei principi che lo fanno essere l’uomo che ben conosciamo. La dimostrazione plastica, che nonostante navighi in acque molto perigliose e il suo futuro sia sempre attaccato al proverbiale filo, ce la mostra, non dimenticandosi chi è e non scordando quale sia la sua vera natura di uomo giusto e leale, nei confronti della giovane Odile, ragazzina che Bonnard gli ha offerto come regalo, che lui non può accettare ma neanche rifiutare perché entrambi ne andrebbero di mezzo e non si sa con quali malaugurate conseguenze. André sfrutta pertanto l’occasione e si propone come aiuto a Bonnard, il quale ha scoperto che il prigioniero sappia leggere e scrivere e far di conto, per migliorare ed accrescere i suoi interessi all’interno del mondo in cui si muove. Il tratto distintivo di Bonnard è l’avidità e, puntando su questo aspetto, spera anche di poter ottenere condizioni migliori per tutti gli altri prigionieri: annota con precisione maniacale tutta una serie di numeri e informazioni su un taccuino ufficiale e riporta le medesime informazioni su uno, diciamo, ufficioso, che magari un domani potrà essere di aiuto. La sua mente e il suo cuore sono sempre concentrati sul medesimo pensiero di sempre e ora la domanda che continua a farsi è se riuscirà a sopravvivere a una esperienza così devastante e se Oscar lo amerà ancora. Certo è che ora lo ami, anche per quell’ultimo bacio dato prima che partisse e che, questa volta, non è stato rubato ma bensì dato con cognizione di causa. Nei suoi pensieri peregrini c’è anche un pensiero volto alla piccola Victoire, chiedendosi se fosse ancora viva e se per caso Girodelle fosse stato in grado di ritrovarla.
Con le tue parole ci hai offerto uno spaccato della vita che un prigioniero, a questo punto, non importa neanche di quale colpa si fosse macchiato, è costretto a vivere e subire ma, nel caso specifico di André, se non fosse ben conscio di ciò che sta facendo, non rassegnandosi al suo destino, che peraltro ha inseguito, potrebbe cadere nel baratro della follia.
Complimenti come sempre per la tua empatica narrazione e un caro saluto.

Recensore Junior
16/08/23, ore 18:25

E quindi è successo! André è stato deportato e così il conto alla rovescia sui dieci anni è già iniziato, alla fine qualche mese e qualche giorno sono già passati e gli anni da scontare non sono più in doppia cifra tonda.
Non so cosa lo aspetterà alla fine, cosa troverà e cosa invece avrà perduto, di una cosa ho però certezza assoluta: André non avrà perduto se stesso, ce l’ha ancora, è tutto ciò che è stato, tutto ciò che ci è sempre piaciuto e che anche tra i calci e pugni non è morto, anche nella scelta più dura è rimasto lui, l’uomo e il personaggio meraviglioso che da sempre incanta.
Tanto è anche già successo nei giorni di questa prigionia e tanto ancora sarà inevitabile che succeda nei prossimi anni e nelle pagine di questa storia ma sono sicura che troverò sempre il mio André.
Grazie
Claudia

Recensore Junior
16/08/23, ore 16:36

Che Andre’ fosse un disertore era un dato di fatto. Che abbia chiesto lui di eliminare Tiberius Mallerbé e Guglielmo Pointers se Oscar fosse stata in pericolo di vita, non mi meraviglia minimamente; l’avrebbe fatto con le sue stesse mani se fosse stato necessario. Che sia stato anche un ladro, su richiesta di chi, per rango e posizione, avesse potuto in qualche modo nuocere a lei per punirlo di un bacio sacrilego, ancora non mi stupisce.
Disertori, assassini, ladri: il mondo ne è pieno. Gli uomini solitamente disertano per codardia, uccidono per vendetta e rubano per tornaconto personale.
Non Andre’.
Le sue colpe sono frutto di sentimenti e valori che non possono venire meno neanche di fronte alle leggi degli uomini, alla volontà di un re.
Ah dimenticavo. Andre’ è anche un donnaiolo. Infatti considera tutte le donne creature degne di rispetto e meritevoli di amore e protezione.

Quindi, seppur addomesticato dalle torture, Andre’ è ancora Andre’.

Tanto vero quanto dolorosamente falso.

Perché ora, dopo un nuovo bacio ricevuto a Brest, di cui nulla sappiamo se non che, a differenza del primo è stato dato liberamente, l’amore di Oscar è certezza granitica. Profondo, immenso, insensato e ostinato tanto quanto il suo. E allora anche il dolore che lui prova è lo stesso che prova lei. Con l’aggravante che glielo ha inferto lui stesso. E tutte le sue brave convinzioni che renderla alla sua precedente vita le avrebbe dato la possibilità di essere felice, vacillano miseramente.

Non gli è stata inferta la morte per riguardo a lei e al suo passato di servo fedele. Ha ottenuto i lavori forzati in Cayenna per un periodo di dieci anni, proprio per aver rifiutato di tornare servo fedele.
Quindi una vera schiavitú è più dignitosa di una falsa libertà? Un esilio umiliante e infinito infligge a lei meno dolore della morte?

Vacilla la coscienza eppure inspiegabilmente sorge prepotente la voglia di vivere. Vacilla la coscienza eppure si interroga se Victoire sia viva, se Oscar lo amerà ancora.

Ha senso? Non più del suo folle amore.

Recensore Junior
13/08/23, ore 20:05

La Guyana di sicuro non è un villaggio turistico e André sta vivendo sulla sua pelle la durezza della vita di un deportato.
Bonnard è di sicuro un uomo che pensa a trarre il maggior profitto possibile dal suo ruolo di governatore e carceriere dell’isola, ha in sé quella crudeltà che trasforma gli uomini in suo potere in semplici oggetti da sfruttare.
André sta dimostrando ancora una volta di che stoffa è fatto, non ha intenzione di arrendersi e di piegarsi ad una situazione che si prospetta davvero dura.
André con intelligenza ha capito di che pasta è fatto Bonnard, ha saputo sfruttare il punto debole dell’uomo, l’avidità, per ottenere una certa sicurezza per Odile.
Sarebbe stato facile per André arrendersi e farsi ammazzare, tutto sarebbe finito, ma non sarebbe stato più il vero André che ora vuole vivere proprio per Oscar.
André é un uomo con degli ideali, dei principi ben saldi, non può sopportare le ingiustizie e lo dimostra qui in Guyana come lo ha dimostrato in America.
Quel suo spirito, quei suoi principi, non possono essere di certo cancellati dalla vita dura del deportato o dalla brutalità di Bonnard.
Le idee che André propone a Bonnard sono volte a migliorare la vita di ogni prigioniero sull’isola, mi sono chiesta se quel registrare tutto ciò che riguarda i traffici di Bonnard non possano servire un giorno per ottenere giustizia.
Oscar è sempre nel cuore e nei pensieri di André e non potrebbe essere altrimenti perché nonostante tutto, il suo amore per Oscar non può certo finire.
Ogni capitolo è più bello del precedente e mi lascia sempre in attesa per ciò che potrà accadere.
Grazie e buon ferragosto.
Ortensia 🌸