Recensioni per
Pur
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 869 recensioni.
Positive : 865
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Master
07/01/24, ore 14:12

Non sempre amarsi è sufficiente a cambiare la propria vita.
Non sempre l'amore e la libertà camminano insieme.
La vita con tutte le sue regole, le imposizioni, gli obblighi, aspetta Oscar Francois de Jarjayes fuori da quella piccola stanza di Parigi.
La vita che diventa una gabbia dorata entro la quale la libertà di Oscar non esiste più.
Quasi paradossalmente, è la sua stessa nascita ad aver privato Oscar Francois de Jarjayes della libertà.
Quella libertà che una donna del popolo come Rosalie Chatelet ha e che ad una donna nobile non è concessa.
Ora che sa di amare, Oscar comprende che amare potrebbe non essere abbastanza.
Le barriere imposte dalla società sono tutte davanti a lei, insormontabili con il loro carico di responsabilità.

È sospesa tra due mondi, Oscar, tra quella Parigi povera e disperata dove può essere libera e sentirsi viva, e Versailles ricca e ipocrita dove è ciò che altri vogliono che sia.
Non si è piegata alle regole di quel mondo chiuso dove regna il pregiudizio, Oscar François de Jarjayes, vede le persone e non il loro titolo o la loro ricchezza.
È consapevole, Oscar François de Jarjayes, che tutto ciò che erano stati, tutto ciò che sono, lei e André Grandier li rende diversi, quasi incompatibili. Tutto sembra contro di loro lontano da Parigi, vivere il momento è l’unica certezza per Oscar e Andrè, diversi eppure uguali nell’amore che li unisce.
Magnifico il duello di parole tra due uomini così profondamente diversi che nulla accomuna.
È padre, André Grandier, perché ha scelto di esserlo, è padre perché ama.
È padre, il Tenente Victor Clément de Girodel, non prova nulla, non ama, non sa essere padre, non vuole essere padre.
È una donna libera, Oscar, agli occhi di André, solo una donna che vuole essere libera, che vuole vivere la sua vita.
È una immagine irraggiungibile, intoccabile, che nulla e nessuno deve toccare o infangare, Oscar François de Jarjayes, per il Tenente Victor Clément de Girodel. Una creatura quasi irreale che aspiri ad essere libera, che continui a vivere rinchiusa in una gabbia dorata, ad osservare la vita senza viverla.
Ribelle domata, lì tra le mura di Versailles.
È amata per ciò che è Oscar François de Jarjayes, senza nessuna maschera o catena, come è sempre stata agli occhi di André Grandier.
È amata per ciò che rappresenta e possiede Oscar François de Jarjayes, chiusa dietro cancelli dorati, come è sempre stata agli occhi del Tenente Victor Clément de Girodel.
Chi è davvero Oscar François de Jarjayes crede di saperlo il Tenente Victor Clément de Girodel, deciso a tenerla lì, chiusa in un mondo dorato e artefatto, affinché sia sempre pura e immortale.
Egoismo contro semplice amore, il duello di parole è tra due modi assolutamente differenti di amare.
Chi è davvero Oscar François de Jarjayes, chi vuole essere Oscar può deciderlo solo Oscar, ed è un bellissimo cammino da fare accanto a lei.
In questa Parigi in fermento, il Re è nudo e con lui tutta la Corte, illuminata dai bagliori dei diamanti che getteranno nel fango lo scettro e la corona.
Anna

Recensore Junior
06/01/24, ore 16:12

Cara Capo Rouge, mamma che botta quel finale!! Avevo sperato che avrebbero avuto ancora tempo per ritrovarsi e soprattutto amarsi da vicino ma adesso una nuova “distanza” li separa. La retata non ci voleva davvero anche perché Girodelle è già una prigione per l’amore di Oscar e André e anzi si sta trasformando metaforicamente nel carceriere di Oscar. 
Capisco la volontà di lei di proteggere ad ogni costo André ma a questo punto (visto che conosciamo quanto sia testarda Oscar quando si mette in testa una cosa!) confido in Girodelle. Non dico assurdità ma mi chiedo solamente quale uomo con un minimo di dignità si accontenterebbe di avere una donna che non solo non lo ama e amerà mai ma che gli si è avvicinata perché costretta da un bene più grande, il sommo bene verso un’altro uomo. Ho la  piccolissima speranza che anche lui prima o poi dirà basta a questo ruolo che si è scelto, che si arrenderà davanti a quello (o quella) che  non può ottenere ma, confesso, che non ho ben capito cosa voglia veramente e avrei, mamma mia, una voglia matta di chiederglielo!!
Madame Roma mi sembra, a sua volta, il carceriere del carceriere 😼, sono certa e contenta che anche lui venga messo sull'attenti ogni tanto, che non sia troppo al sicuro in questa storia, che “chi la fa” se la “debba aspettare” e così una botta in testa a Girodelle non gliela negherà nessuno!
Intanto però Oscar avrà da lavorare duro e ai fianchi (non so di chi! Del sistema e delle gerarchie di potere forse 🤔) per tirare André fuori dai guai e sinceramente non so come farà perché di sicuro le verranno messi i classici bastoni tra le ruote. Avrà bisogno di rinforzi e credo che solo Alain potrebbe darle una mano. Inutile però speculare oltre, attendo i prossimi capitoli e confido in Capo Rouge.
Grazie per questa storia che mi tiene sempre sulla corda, incerta sul futuro dei nostri eroi.
Grazie 
Gattinapelosa 😻
 

Recensore Junior
06/01/24, ore 13:38

Carissima Capo Rouge, prima di tutto ti faccio i complimenti per il disegno molto realistico e pertinente e poi ammetto che sto terminando gli aggettivi per definire Oscar. Superlativa è quello più  ricorrente per descriverla, be’ ma non rende veramente l’idea di quella meravigliosa di questo capitolo 😍 lei è semplicemente di più!!!
Una Oscar che in realtà, specialmente nella parte iniziale del capitolo, quella pre rincontro con André, mi aveva anche fatto tenerezza per come (e come darle torto?!?) non riuscisse a stare lontana da quella stanza e da quella finestra, una ladra di ciò che voleva per sé.
E sono finita anch’io là, in quella stanzetta al buio, dietro a lei, a “rubare” con lei e, mentre avrei voluto spronarla a mostrarsi, quello che mi ha sorpresa e colta in flagrante è stato invece proprio André! Magnifico anche lui a non indugiare neanche un secondo sul da farsi e a ritrovarsi con passo felpato e un'abile mossa su quella porta e in quella stanza.
Spiegazioni e futuro contano poco o per fortuna è così per la durata di questa bellissima notte, anche il resto del capitolo e della storia possono fermarsi un istante ad ammirare quanto sono belli insieme. 
Adesso però corro a leggere quel che mi attende sperando di trovarli ancora là nella stanza e sempre assieme.
A presto
Gattinapelosa 😻

Recensore Master
04/01/24, ore 21:22

La libertà è l’unico ancestrale mezzo che permette all’uomo di realizzare i suoi sogni, di poter esprimere se stesso e ciò che vuole per sé dalla vita.
La vera libertà permette all’uomo di poter vivere seguendo le proprie inclinazioni naturali.
La libertà è un privilegio di cui Oscar François de Jarjayes ha sempre goduto, una libertà che ha precisi confini.
È libera di andare dove vuole, quando vuole, Oscar François de Jarjayes, ma è una libertà concessa da altri, ‘amministrata’ da altri.
La decisione presa anni prima dal generale Jarjayes ha ‘plasmato’ la libertà di Oscar François de Jarjayes, ne ha modellato la figura secondo ciò che era il suo desiderio.
Si muove e vive entro quei confini ben definiti Oscar François de Jarjayes, nessun corsetto, nessun abito di seta, vezzose conversazioni o futili passatempi hanno ‘plasmato’ la sua vita.
Un corsetto, seta blu marino, hanno mostrato, in un mondo lontano, una bellezza ‘abbellita’ secondo i canoni della società, ma non hanno mostrato la vera natura di Oscar.
Una uniforme, una spada al fianco, mostrano ogni giorno, in un un mondo dorato ed artefatto, una bellezza nascosta che intriga e allontana, ma non hanno mostrato la vera natura di Oscar François de Jarjayes.
La vera natura, che si ribella all’ubbidienza, che vuole muoversi nella libertà fatta di scelte, di saldezza e di cadute, che non desidera essere ‘plasmata’ ‘ammaestrata’ dalla volontà dell’uomo, la scoperta di questa vera natura, della sua vera natura, è il vero viaggio che sta compiendo Oscar François de Jarjayes.
E basta una piccola stanza, spoglia, povera e buia, per mostrare la vera libertà, che sceglie, perché Oscar François de Jarjayes si prende quella libertà, non concessa da nessuno, la sua libertà e la vive in solitudine.
Le ha imposto una scelta André Grandier, le ha mostrato il suo amore, che antepone il bene dell’altra anche all’amore stesso. Un amore puro che sacrifica se stesso e si immola sull’altare del rifiuto.
Ha compreso la scelta di André, Oscar François de Jarjayes, ma rifiuta quella scelta Oscar.
Si trasforma in un rifugio fatto di libertà e solitudine una piccola stanza in una anonima via di Parigi.
Sono coraggiosi Oscar e André, eppure ha una grande paura André Grandier.
Vede la disuguaglianza André Grandier, una disuguaglianza che porterebbe Oscar François de Jarjayes nel fango.
Sa che amare Oscar François de Jarjayes distruggerebbe la sua vita perché André Grandier non può offrire quell’onore, quel privilegio che ha sempre circondato Il colonnello Oscar François de Jarjayes.
Sa, André Grandier, che il suo amore cambierebbe la vita di Oscar François de Jarjayes, e il suo amore è diventato una rinuncia.
É diventato un amore puro, che non può vivere libero, che resta racchiuso nel buio di una vita.
Non vede disuguaglianze Oscar François de Jarjayes, vede ciò che ha sempre visto, vede André, Oscar.
Vuole solo la verità Oscar, anche se può portare dolore ed essere scomoda.
Ha il sapore del rimorso la verità che non accarezza chi la racconta né chi la ascolta, che racconta ciò che ha provato André per Amalie, ciò che ha donato ad Amalie.
Non avrebbe mai potuto voltare le spalle ad Amalie, André, come avevano fatto tutti, incuranti di ciò che davvero provava una qualunque disperata di Parigi.
Affetto disinteressato, attenzioni e piccole premure, avevano portato anche il dolore che, inevitabile, accompagna l’affetto che non può donare tutto se stesso.
Il dolore di un affetto genera speranza, induce a desiderare a tutti i costi quel sentimento che conforta e ferisce.
Induce a credere di poter essere posseduto, diventa illusione che riempie le mancanze di una vita, l’affetto di André ha donato ad Amalie qualcosa di inestimabile e di incredibilmente doloroso.
Lo ha provato quel dolore, Oscar, in un tempo in cui ha creduto di non poter più viverlo quell’affetto, in un tempo in cui ha creduto di aver perso tutto ciò che quell’affetto portava con sé.
In cui ha pensato di aver perso un amico, un fratello. Un amore che ancora non sapeva che fosse amore.
Sono state rivelate le verità, Oscar vuole vivere, non essere una donna da mettere su un piedistallo, intoccabile, da proteggere e amare da lontano.
Dovranno superare le barriere, i pregiudizi, gli ostacoli, capire esattamente cosa vogliono Oscar e André. Per ora il mondo è tutto in una piccola stanza, la realtà è chiusa fuori.
Vuole conoscere, vuole sapere ciò che accade tra le mura dì Versailles il popolo di Parigi.
É stanco di subire in silenzio, ascoltare e conoscere è il primo passo verso la consapevolezza di non essere solo un burattino tra le mani di pochi eletti, il popolo di un intero regno sta prendendo coscienza di sé.
Il silenzio lo sta spezzando André Grandier, la libertà é anche scegliere chi voler essere.
La Storia cammina lentamente con la loro storia, non la invade ma la arricchisce come sai fare tu.
Anna

Recensore Master
02/01/24, ore 19:38

Oscar e André stanno vivendo un amore intenso, ma condannato e colpevole, necessariamente nascosto, ma che li fa sentire vivi. Girodel in questa storia è davvero deplorevole, grandioso il suo confronto con André!

Recensore Junior
29/12/23, ore 20:07

Il mio istinto aveva solo sbagliato indirizzo. È vero, quindi, che quando Maometto non va alla montagna è quella che alla fine si muove.
E dunque a questa "porta del cielo" si racconta anche di come la libertà abbia anche il sapore e la consistenza di un rimpianto scampato, la libertà di essere ciò che facciamo e non quello che non abbiamo mai fatto o, se preferiamo, di essere liberi e non soltanto di immaginarsi liberi.
Tanti auguri di buone feste trascorse e a venire. 
Buon anno nuovo
GdM 

Recensore Junior
29/12/23, ore 12:45

Mia carissima Capo Rouge buon Natale, buon anno e più in generale buone feste! Grazie per questo bel regalo, per questo capitolo a due voci che è pura poesia e dove André e Oscar sembrano gareggiare nel diventare sempre più “grandi”.
Non mi ero sbagliata nel giudicare il retaggio e l’aura di André, perché, nonostante la confessione spiazzante del precedente capitolo, solo un personaggio come lui avrebbe potuto volgere ogni azione, anche la più discutibile, al bene. A tempo debito scopriremo dove e cosa porta questo bene, se lo porta affatto, se importa o se è bene scordarselo oppure se è bene tenerlo a mente.
Di sicuro non avevo neanche preso una cantonata nell’immaginare Oscar ‘libera e selvaggia’, nessuno avrebbe mai potuto “addomesticare” il suo animo, nemmeno André.
Così in quella piccola stanza, al buio, Oscar è finalmente se stessa, a me è sembrato che sapesse davvero cosa volesse, anche se è ancora tutto in bilico tra il dovere e le scelte che nessuno le ha chiesto di fare.
Oscar che in questo capitolo ci dà anche la gioia e la soddisfazione di confermarci che allora, negli anni, non è stata poi così cieca o stupida da non contemplare, almeno segretamente nell’animo, la possibilità di camminare e vivere accanto ad André. Tutto sommato non era poi così cieca da non aver mai “visto” André. 
Alé! Avanti tutta e auguri.
Lena  

Recensore Veterano
28/12/23, ore 20:21

Sulle dispense stava scritto un dettaglio che alla prima lettura mi era sfuggito, e cioè che il così tenero e delicato zinco, così arrendevole davanti agli acidi, che se ne fanno un solo boccone, si comporta invece in modo assai diverso quando è molto puro: allora resiste ostinatamente all’attacco. Se ne potevano trarre due conseguenze filosofiche tra loro contrastanti: l’elogio della purezza, che, protegge dal male come un usbergo; l’elogio dell’impurezza, che dà adito ai mutamenti, cioè alla vita. Scartai la prima, disgustosamente moralistica, e mi attardai a considerare la seconda, che mi era più congeniale. Perché la ruota giri, perché la vita viva, ci vogliono le impurezze, e le impurezze delle impurezze: anche nel terreno, come è noto, se ha da essere fertile. Ci vuole il dissenso, il diverso, il grano di sale e di senape: Ma neppure la virtù immacolata esiste, o se esiste è detestabile. Prendi dunque la soluzione di solfato di rame che è nel reagentario, aggiungine una goccia al tuo acido solforico, e vedi che la reazione si avvia: lo zinco si risveglia, si ricopre di una bianca pelliccia di bollicine d’idrogeno, ci siamo, l’incantesimo è avvenuto, lo puoi abbandonare al suo destino e fare quattro passi per il laboratorio a vedere che c’è di nuovo e cosa fanno gli altri.

~ Primo Levi ~

Per entrambi gli amanti…

È una richiesta lucida e reciproca quella che richiama a sé la vertigine profonda di un notturno su un piano di grondaie, una melodia lineare sui tetti innervati d’amore. Forte trattiene, al volo, la biscroma sfuggita al calcolo della melodia sulle persiane e la getta giù dal precipizio dell’armonia attesa, in ginocchio, alla porta del cielo.
È solo una piccola frazione d’angoscia e speranza imprigionata nel muto dissenso e nel mutuo sentimento mentre la parola s’é già fatta polvere per non raccontare alla calma la voce della tempesta, al brivido bianco del sangue fatto cera.
È una confessione nera e senza segreti quella degli amanti, cola fuori dai margini di pagine a colori in un libro d’acquerelli sciolti e ad un tratto è come se la neve non fosse mai caduta candida prima che arrivasse mentre adesso i fiocchi insistono a cadere.  

Grazie di tutto,
Sabrina 

Recensore Junior
28/12/23, ore 13:57

Ciao Capo Rouge,
il senso della confessione di André è tutto in ciò che è lui stesso, nonostante tutto ciò che accade ed è accaduto, André non viene mai meno al suo senso di giustizia.
André è a Parigi e usa sia le piccole foglie d’oro che il suo lavoro, per cercare di combattere una disuguaglianza sociale che sta diventando sempre più preoccupante, credo che la sua vita a contatto con gli indiani d’America lo abbiano reso ancora più consapevole di quanto la società possa essere iniqua.
Oscar ha percorso molte volte la strada che le ha mostrato Alain, mi è sembrata molto determinata, soprattutto nell’avere le risposte che erano rimaste in sospeso con André.
Quella strada per me rappresenta la vera libertà di Oscar, per ora mi accontento, si fa per dire, di aver potuto rivederli insieme, Oscar e André.
La spada di Damocle sembra essere lo scenario prospettato da Nanny, Victor è sempre una incognita difficile da collocare nel mio mosaico.
Mi è piaciuta tantissimo Rosalie, coraggiosa nel suo timore, ha fatto in modo che la presenza di Oscar fosse completamente rivelata.
Grazie per questo bellissimo capitolo e per il disegno.
Buone feste e a presto con Pur
Ipazia

Recensore Veterano
24/12/23, ore 18:13

Allora, Amore muore se non è più sognato, desiderato, se lo si cerca in terra.
Amore muore se diventa materia, se si smette di credere nel sogno.
Per qualche tempo… era vissuto Amore.
Per sempre… viveva Amore.
Resta… ché lui l’amava.
Dietro il vetro Amore guardava Amore.
Dietro il vetro Amore sentiva Amore.
Era scorso lieve il Tempo, imbrigliando una esistenza soffocata dall’assenza.
Dietro il vetro, Lei diventava ladra.
Ladra di gesti, di immagini, di parole senza voce.
Lei, ladra di Amore perso in un Tempo ormai lontano.
Per sempre… esisteva nascosto nel buio.
Dietro il vetro, Luce guardava Ombra.
Dietro il vetro, Ombra sentiva Luce.
Lei, in un Tempo brevissimo che Amore era già, silente e solo.
Che Lei era Amore, nel silenzio, nella solitudine.
Dietro il vetro, Lei amava, nel silenzio, nella solitudine.
Dietro il vetro, luce abbagliante immersa nell’oscurità.
Lui, il cuore sulla soglia della porta del cielo, ché Luce era Oscurità.
Che Amore guardava Amore.
Che Amore sperava Amore.
Dietro il vetro, un nome che era Amore.
L’oscurità custode di immagini, ricordi.
Lei, ladra ché il Tempo non poteva cancellare l’incedere del cuore.
Loro, a respirare la stessa Oscurità, lo stesso desiderio racchiuso tra luce e ombra.
Loro, ch’era stata una fuga inutile, insensata. Che Assenza, Tempo, Orgoglio, nulla poteva spezzare Loro.
Lui, che scegliere per Lei era stata rovina. Che Lui era Oscurità in cui perdersi.
Lei, che Oscurità era scelta e libertà.
Lei, bruciava la rabbia, sferzava l’orgoglio.
Erano ancora lì, Loro, nonostante Lui. Nonostante Lei.
Non potevano nulla l’orgoglio, l’assenza, le scelte imposte.
Non potevano nulla le fughe, la mancanza, il silenzio.
Le labbra a cercare le labbra.
Il cuore ad accogliere le labbra, che il Tempo svaniva.
Le mani strette a trattenere l’istante.
Lui, voleva le labbra… i sussurri… la carne…
Lui, voleva Lei… vivere, ché Lei era Vita.
Lei, voleva Lui… vivere, ché Lui era Vita.
Spariva la Paura, spariva l’Orgoglio, spariva il Tempo.
Lei, che Lui era stato Amore. Sempre. Che Lui sarebbe stato Amore. Sempre.
Moriva Lei mentre la Vita era Lui.
Moriva Lui mentre la vita era Lei.
Resta… ché lei lo amava.

Recensore Junior
23/12/23, ore 21:43

Le mille foglie d’orate raccolte dal fango hanno portato dolci frutti a chi ne avesse avuto bisogno per mano di un cavaliere nero anti litteram. Il racconto, nonché che il gesto, stupefacente quanto bello, riappacifica col mondo altrimenti abbandonato alla tristezza degli stenti. Mentre è sempre Natale per coloro che sulla loro strada incontrano André Grandier è Natale anche per lui in questa notte di rinascita. Finalmente.
Tanti a auguri a tutti e a questa storia. 
Clotilde De A.

Recensore Junior
23/12/23, ore 21:39

Il rinnovato battibecco tra il Conte Girodel e Madame Roma  rivela la notevole abilità della donna di capire più di quello che gli viene rivelato.
Certamente un’abilità che protegge, che le evita le classiche brutte sorprese così da sembrare sempre in vantaggio su tutto e con una certa brama di controllo a svettare in alto in ogni situazione dialettica con l’interlocutore, sia esso la vecchia fiamma che le ha bruciato il cuore, sia il nobiluomo di turno a cui è disinteressata, sia la donna che vorrebbe sfruttare come mezzo di rivalsa e vendetta. 
André al cospetto appare disinteressato, letteralmente meno preso da se stesso, quindi, assolutamente generoso, riluce anche muovendosi in un ambito non proprio cristallino, così come farebbero “le mille foglie dorate” del salice cadute a terra nel fango.
Ha capito che si può amare semplicemente senza aspettarsi il lieto fine tanto agognato, amare letteralmente da morire, pegno d’amore incondizionato fino ad annullarsi e, probabilmente, non essere più. Prospettiva scura e filtrata dalla notte ma che si ferma sul vetro di una finestra per fortuna trasparente. 
Clotilde De A.

Recensore Junior
23/12/23, ore 15:30

È davvero strana la libertà. Tutti sono certi di vederla nell’esistenza di una donna a cui è permesso di poter girare da sola, assolvere ai propri impegni e doveri senza nessun avallo se non la propria coscienza e invece si nasconde in una stanzetta buia al terzo piano di un ostello, nella fragilità di una lacrima libera di scorrere.
La goccia ha proseguito il suo viaggio, ha minato dall’interno la corazza di orgoglio, ha incrinato il muro forgiato dalla volontà e da quei pertugi, alla tremula luce di una candela, è filtrata la vita.
Perché si può capire la ragione di un abbandono, si può persino provare ad accettarla, andare avanti ed accogliere il rispetto e la devozione di chi è rimasto pazientemente vicino. Si può rifiutare una grazia e scegliere l’esilio in un campo di lavori forzati.
Si può sopravvivere.
Ma vivere…..
La vita è un istinto insopprimibile e devastante che non ha nulla a che fare con rispetto e raziocinio. È una fame che alimenta speranze flebili come la luce di una candela che incredibilmente si accende seguendo i ritmi della vita di corte. È una forza che tiene incollati a 15 passi di distanza due anime che nonostante la propria caparbia volontà non si sono mai perse.
Perché le coscienze possono essere governate dalla ragione ma le anime no. Le anime sono libere. Libere di scegliere la vita sgretolando corazze di orgoglio e rispetto. Libere di annullare quei quindici passi. Libere di essere dannatamente vive.

Amore è sopravvissuto nonostante tutto. Nonostante loro.
La porta del cielo è stata spalancata ma siamo a Parigi e la vita fuori incombe. Non ho idea di come possa rimanere aperta ma sono certa che se si sceglie con coraggio la vita, questa prima o poi trova vie semplici ed incredibili per farsi strada. Perché spesso si immagina che per tenere insieme due vite servano mille cose ed invece basta essere vicini. A volte mezzo passo avanti, a volte mezzo passo indietro, a volte affiancati. Semplicemente abbandonati all’oscurità.

Cara Capo Rouge colgo l’occasione per farti i miei più sinceri auguri di un sereno Natale e di un felicissimo anno nuovo.

Antirise

Nuovo recensore
23/12/23, ore 12:30

Ciao Capo Rouge, grazie per gli ultimi aggiornamenti... sempre sorprendenti!
Ti auguro un sereno Natale e un 2024 che porti poche magagne e molte soddisfazioni... Ciao

Recensore Master
22/12/23, ore 18:20

Cara Capo Rouge, arrivo con discreto ritardo, ma volevo riservarmi del tempo per poter leggere questo nuovo e coinvolgente capitolo che, come un bel regalo deve essere scartato lentamente per godere poi in pienezza della sorpresa ivi racchiusa. E, infatti, in questo aggiornamento, abbiamo avuto la sorpresa dell’agognato riavvicinamento tra Oscar e André, non prima di aver assistito a tutto il dolore che la lontananza fra di loro ha provocato, incidendo oltre che il tempo trascorso, anche la mente e il cuore.
Oscar per la prima volta, da quando André è tornato, si è sentita libera come solo con lui era stata: chiusa nel buio di quella stanzetta poteva osservare non vista la vita, quella vera, che lei ancora non poteva assaporare; come una ladra rubava gli istanti vissuti da André insieme ai suoi figli ma, nel mentre, si lasciava scivolare addosso la rabbia, il rancore, il disprezzo e, soprattutto, quella folle decisione di lui di allontanarla da se stesso per il suo bene. Intuisce che il suo bene è e può, o potrebbe essere, solo accanto ad André. Ogni sera il rito si ripete, perché per lei è divenuto boccata d’ossigeno che la riporta a momenti intensi passati altrove, sembra in un altro tempo e sembra trascorsa un’eternità. Ma lui ora è lì, potrebbe quasi aprire la finestra e toccarlo, e il suo desiderio, che si ripercuote in ogni fibra del suo essere, sarebbe sfiorarlo per amarlo e per sentirsi amata, poiché solo lui era riuscito a farla sentire veramente amata.
André continua la sua vita, prendendosi cura dei bambini e, con quell’oro, cerca anche di fare del bene a chi è più disagiato che mai. Ha trovato un lavoro in un giornale, che lo porta a diretto contatto con gli sprechi di Versailles e della nobiltà in generale, mentre la popolazione vive di stenti e muore, il più delle volte muore per le privazioni, tanto da formulare il pensiero che, se le cose non dovessero prendere una piega diversa, il popolo potrebbe sollevarsi contro il potere costituito e reclamare i propri diritti.
André, con i sensi sempre tesi a percepire la presenza di Oscar, ha la netta sensazione che nel caseggiato di fronte, in un’angusta stanzetta al terzo piano, qualcuno osservi lui e la sua famiglia. Ricorre persino alla piccola Rosalie per sapere chi sia il misterioso affittuario. E qui, finalmente, il senso pratico di Madame Faber fa la differenza: manda Rosalie a riferire ad André il nome di colui che da circa un mese occupa la stanza.
Ed ecco che André non perde tempo, si precipita nell’hotel e si introduce silenziosamente nella stanzetta dove Oscar pare quasi lo stia aspettando: ha tanto da chiedere, ha bisogno di risposte alle sue tante domande, ha necessità che capisca quanto anche lei abbia bisogno di lui. Loro sono uguali e diversi allo stesso tempo, e per loro due non possono esistere barriere che li dividano veramente, nonostante tutto e nonostante ciò che hanno passato. André, dopo una lunga astinenza, ha accanto a sé l’oggetto del desiderio, ed è disposto a darle tutte le risposte che le servono, anche se potrebbero cagionare altro dolore.
Ma lì in quella stanza al buio sembra compiersi un miracolo, perché entrambi, in fondo, vogliono solo vivere, vivere essendo se stessi e null’altro se non poter essere liberi da qualsivoglia catena. E finalmente la magia si compie per loro in quel bozzolo buio che li sta accogliendo, dopo le parole ora è il corpo a reclamare la sua parte.
Interessante anche la figura che ci proponi di Alain, il quale pare aver compreso molto del rapporto intercorrente fra il suo amico André e Oscar. E’ stato lui a rivelare ad Oscar dove abitava con la sua nuova famiglia quando aveva riportato il falchetto. Ed ora è sempre lui a chiedere ad André se sia stato lui a mettere una buona parola affinché potesse arruolarsi, insieme agli altri compagni dell’avventura americana, fra i soldati della guardia.
Pare che ben più di qualche nodo sia andato sciogliendosi, riportando nel cuore dei nostri due innamorati un po’ della quiete del cuore a cui avrebbero diritto, indipendentemente dalla società e dalle persone che ora compongono e segnano la vita di entrambi: André con i suoi due bambini, avendo rivelato parziali verità su Amalie ed Oscar con Girodelle con il quale ha intessuto un rapporto di rispetto che, secondo Victor, potrebbe portare a ben altro nelle sue speranze.
Grazie per questo regalo natalizio e, visto che siamo in tema, auguro a te e ai lettori tutti Buone Feste!