Recensioni per
Pur
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 869 recensioni.
Positive : 865
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Junior
09/11/23, ore 16:41

Carissima Capo Rouge, e da dove dovrei iniziare?😱
Forse proprio da dove avevo finito la mia recensione al capitolo precedente: Oscar! Chi se non lei? 😻
Da sempre sappiamo di come sappia essere di poche parole, di quanto, oltre che riservata, possa essere fantasticamente “dispotica”, insomma, come si dice, buona e cara ma attenzione a non oltrepassare il segno! Da oggi posso dire che il mito di Oscar, per me, si arricchisce di quel fantasmagorico “vattene!”😅 diciamo che quella parolina/imperativo, l’ho accompagnata e spinta con tanto amore dal profondo del mio cuore💓 brava Oscar 👏🏻!! A volte le parole te le tirano fuori dalla bocca!
Mi dispiace per Girodelle (mia delizia, ma soprattutto croce!) ma noto quanto il troppo storpi e sempre secondo me il nostro  Conte aveva tirato troppo la corda. Ho capito male o si è anche permesso di “infamare” André con Re Luigi XVI? 
L’unica buona azione è aver ritrovato la bambina, che volente o nolente, potrebbe essere sua figlia. 
E che dire del meraviglioso Luigi, uomo e Re, di questo fantastico capitolo? E André? Non vorrei sciuparlo con parole non all’altezza, André ha parlato e il resto è silenzio, il sipario può calare in segno di rispetto assoluto! È una bellezza vederlo ed ascoltarlo così! Grazie! grazie! Grazie! 
Gattinapelosa sempre più innamorata di questa storia 😻 

Recensore Veterano
06/11/23, ore 14:44

Allora, Lei, una sola parola ché l’altro non era Lui
Ché l’altro non era Amore.
Ché nascondersi, perdersi, era possibile. Impossibile perdersi.
Lui, libero. Completamente libero.
Lacrime di pioggia ad accogliere la libertà.
La tempesta furiosa eco dei suoi pensieri.
Ché Amore può sopportare la scelta, l’assenza, il rifiuto.
Ché Amore può sopportare l’orgoglio ferito. Tutto.
Ché Amore accetta tutte le sfide. E vince.
Lui, colpire, offendere, Amore avrebbe perso.
Inutile guerra, ché Amore non può perdersi.
Lui, nel cuore ancora Lei. Ancora e sempre.
Lui, che Lei nel cuore odio a uccidere Amore. Dolorosa speranza.
Lei, che era lieve, testarda, orgogliosa, amata.
Lei, era… ancora.
Lui, Amore rifiutato, ché la distanza come veleno ad uccidere Amore.
Disperata speranza.
Rivedere Lei.
Le labbra rubate, talismano nel cuore.
Era iniziata così la Loro storia, un bacio e nulla sarebbe più stato come prima.
Non era finita la Loro storia, ché Lei era ancora e sempre.
Indietro nel Tempo, che era scorso ed era altro Tempo.
Il Tempo immutato e mutato, ché la Loro storia era ancora.
Lei, che era ovunque e in nessun luogo.
Lui, la scelta imposta.
Lei, racchiusa in quella scelta.
Rivedere Lei…
Lui, lo sguardo a cercare Lei, il cuore a cercare Lei.
Lui, la scelta imposta. Nel cuore insensata speranza.
La pioggia, croscio violento, eco a coprire il battito del cuore.
Il Tempo sospeso, lo sguardo dentro Lei.
Un istante immobile.
Nessun addio, nessuna distanza. L’assenza colmata da un istante.
Un battito del cuore.
Lei, a dettare la distanza.
Lui, che in un Tempo non vi era distanza.
Lui, ancora e sempre…

Recensore Veterano
06/11/23, ore 12:52

È bello che André si prenda cura di questi poveri bambini amandoli come suoi, sono convinta che la piccola sia figlia di fersen, spero che il falco torni, magari è andato da Oscar, chissà. Spero che oscar apra gli occhi e torni da André, e che lui accetti che anche lei lo ama

Recensore Junior
05/11/23, ore 21:47

Cambi di scena si verificano ad ogni aggiornamento e sono sorprendenti perché aprono la porta a voci nuove, profumi, luoghi ed incontri, a dimensioni diverse e mirabili come quella di una bambina e di un ragazzo, dei loro rinnovati timori e dei vecchi sogni.
Sogni però che realizzati, quando si avverano, hanno un sapore diverso da quando erano desideri lontani, specialmente quando il sacrificio imposto è insopportabile e ugualmente si decide di pagarne il prezzo.
Potrebbe essere così anche per questi personaggi, sia vecchi che nuovi, per i loro sogni e i loro desideri, per tutte le cose che avrebbero voluto e adesso sono diverse dalla realtà immaginata, che il risveglio sia lontano o vicino per tutti.
Grazie
Clotide De A

Recensore Master
05/11/23, ore 18:57

Carissima Caporouge,
giungo in ritardo, in ritardissimo, ma appena ho potuto ho divorato questo capitolo e ora non posso che scrivertene.
Bello, bellissimo, davvero, il dialogo fra André e Re Luigi XVI: a volte anche io ho pensato che cosa mai avrebbero potuto dirsi, se si fossero non semplicemente sfiorati transitando per gli stessi corridoi della Reggia. Sarebbe stato un assai interessante dialogo, e chissà..
Ma non posso non dirti quanto per la mia sensibilità il cuore del capitolo stia tutto nella prima parte, nella caratterizzazione di Victoire, nella quale ritrovo molto della bambina che mi, che ci ha fatto tutti piangere e commuovere nelle nostre letture adolescenziali e giovanili, ovvero la Cosette di Hugo, ridotta a far da schiava dei Thenardier; anche qui, il primo incontro con questo straniero, bello ed elegante, questa volta, come solo Victor de Girodelle sa essere, è all'insegna dello stupore, e anche qui troviamo una bambola, non portata in dono e comprata alla fiera, ma che svolge il ruolo di oggetto di riconoscimento, la bambola di Madame Royale,. tutta rovinata e fradicia. Amo questa tua caratterizzazione di Victoire, l'attenzione che riservi ai bambini, un tempo nelle nostre campagne e città sfruttati, e che continuano ancora a essere sfruttati e privati della loro infanzia in tanti luoghi del mondo. Ho amato queste tue righe, che mi permetto di riportare: "
Victorie si sollevò in piedi, un respiro fondo, da quando era giunta nel collegio di Soisson non aveva fatto altro che sbrigare faccende ogni santo giorno, il corpo si era allungato, seppur era rimasto smunto come la canna scorticata di un giunco straziato dalla tempesta.
I capelli raccolti in una cuffietta erano ormai lunghi e folti, leggermente scuriti dal tempo, le mille pagliuzze dorate dello sguardo vibravano di rabbia, immaginando il vuoto che giorno dopo giorno il passato scavava dentro di lei". Questa Victoire cresciuta senza riferimenti, senza affetti, per quanto non bistrattata al livello di Cosette, ma in fondo indomita nel suo voler sopravvivere e lottare, mi ha ricordato l'infanzia del disgraziato (ma terribile) Jean-Baptiste Grenouille, che Suskind paragona a un certo punto a una zecca che va in letargo (ma biologicamente sarà corretto?); ma questa Victoire sembra avere dalla sua la fortuna.
Ci chiedevamo, nel precedente capitolo, se l'amore sia stupido o intelligente: certo, cambia la prospettiva con cui si guardano le cose, ti scava dentro; e anche Victor, per quanto non abbia mai amato Lua, è stato cambiato dall'amore e dal sentimento bruciante della ragazza. Se amare ci cambia, anche essere amati ci modifica, anzi, forse, inspiegabilmente, ci cambia ancora di più che amare.
E quanto al fatto che André sarebbe stato un padre meraviglioso, oblativo, accudente, attento, tenero, sollecito: beh, sfondi una porta aperta. Credo che con il tempo non sia soltanto il modello di ragazzo e di uomo che tutte abbiamo sognato almeno una volta accanto a noi, ma anche il modello di padre che ci sarebbe piaciuto avere...
Un saluto caro, e ancora complimenti
per la tua inventiva,
per le tue parole,
per la tua inventio
per la tua dispositio,
per la tua elocutio,
per la tua sensibilità e creatività-
Leggerti è una esperienza che impegna la testa e il cuore,
e io ne esco sempre diversa da come ho iniziato il capitolo-.
Ciao, e a presto, spero,
d

Recensore Master
04/11/23, ore 22:26

Era figlia della disperazione e della miseria, Victoire Jenevieux, quella disperazione e quella miseria che avevano portato sua madre in fondo alla Senna.
Quella miseria disperata che aveva portato Amalie Jenevieux a vivere nel buio incontri senza volto, senza domani, senza speranza.
A quel destino di miseria disperata aveva cercato di portare sollievo André Grandier.
A quel destino di miseria disperata aveva cercato di offrire un’altra opportunità Oscar François de Jarjayes.
Era sopravvissuta al gesto disperato di sua madre Victoire Jenevieux, destinata ad una vita di duro lavoro, senza possibilità di scegliere.

Era solo un ragazzino chiuso in un collegio, per amici i libri e una ragazzina, una bambina cresciuta troppo in fretta. Era solo un ragazzino, Louis Antoine de Saint-Just, eppure già sentiva che se una bambina lavorava duramente per un po’ di cibo e un tetto sulla testa, poteva farlo anche chi pagava per essere servito.
Già comprendeva il senso dell’uguaglianza, Louis Antoine de Saint-Just, comprendeva che un titolo nobiliare non rendeva migliori né speciali, comprendeva che un titolo nobiliare non serviva per essere accettato da un’amica, che gli uomini erano uguali davanti alle leggi e davanti al proprio simile.

Era stato un bambino solo, poco amato, Victor Clement de Girodel, era diventato un uomo che cercava di annullare il vuoto che lo circondava in incontri al buio, senza volto, senza domani, senza responsabilità.
Era stata una giovane ragazza indiana, Lua Pietra Incandescente a mettere Victor Clement de Girodel davanti ad uno specchio, a mostrargli il suo vero volto, a mostrargli i suoi veri desideri.
Ciò che aveva visto di sé non era piaciuto a Victor Clement de Girodel, davanti ad un volto di bambina, davanti ad una semplice parola ‘Vattene’, la sua glaciale determinazione iniziava a sciogliersi. Iniziava a cambiare Victor Clement de Girodel, nonostante se stesso.
Avrebbe avuto pazienza Victor Clement de Girodel, perché voleva essere amato da Oscar François de Jarjayes.

È tornato in Francia, André Grandier, é tornato in Francia da uomo innocente, come era sempre stato.
Reo confesso e innocente, condannato e innocente, André Grandier. Aveva scelto di essere ancora una volta libero di scegliere, e aveva scelto la condanna come unica strada da percorrere senza Oscar François de Jarjayes.
Condannato e innocente, André aveva continuato ad amare Oscar, lasciandole la scelta di dimenticare ciò che erano stati in luogo lontano tra i ghiacci di un mondo che non era il loro.
È tornato in Francia, Monsieur André Grandier, innocente e libero di scegliere una nuova vita, perché in quella vita che aveva lasciato sei anni prima, non c’era più posto per André Grandier.
Tutto era rimasto uguale, fermo in un mondo che non era mutato.
Tutto era rimasto uguale, tutto era mutato, Versailles era sempre la stessa, splendida cornice di un vuoto splendore, Versailles era diventata lo specchio di una vita ormai lontana, in cui André Grandier viveva mezzo passo indietro ad Oscar François de Jarjayes.
Era mutata Versailles, accoglieva Monsieur André Grandier come semplice visitatore, il suo posto non era più lì.
Era innocente André Grandier, non condannato graziato, ma uomo innocente davanti al Re.
Nessuno aveva dato il bentornato ad André Grandier, come se non fosse mai esistito nella vita di quel mondo dorato che aveva lasciato dopo aver scelto.
Nessuno, tranne la persona più improbabile, il Re.
Erano l’uno davanti all’altro, Monsieur André Grandier e Sua Maestà Luigi XVI.
Avevano vissuto quasi delle vite parallele in quella grande Reggia, il loro cammino, come le loro vite, non si era mai davvero incrociate, ma solo sfiorate.
Il senso di giustizia di un Re, aveva riportato indietro André Grandier.
Erano l’uno di fronte all’altro, un uomo giusto con il potere di vita e di morte su ogni suo suddito, e un uomo innocente che aveva scelto la più dura e infamante condanna per salvare da se stesso la donna che amava.
L’uno di fronte all’altro, il Re e il suddito.
Re e suddito, due uomini, null’altro che uomini. Questo erano il Re e il suddito, questo erano André Grandier, Monsieur André Grandier, e Sua Maestà Luigi XVi.
Un uomo che aveva accettato il destino che lo aveva messo sul trono, un uomo che credeva che per lui, per la sua vita fosse impossibile scegliere.
Scegliere é la più grande libertà di un uomo, non una concessione offerta da un altro uomo. Scegliere è libero arbitrio.
Non aveva mai scelto per la sua vita Sua Maestà Luigi XVI, le sue scelte erano sempre state volte a decidere per la vita di altri uomini, dei suoi sudditi.
Credeva che fosse stata una scelta Divina a decidere per la sua vita, Sua Maestà Luigi XVI, un Re non poteva scegliere perché elevato al di sopra degli altri uomini.
Uomo senza possibilità di scelta o di libero arbitrio il Re.
Credeva che ogni uomo potesse scegliere del suo destino, André Grandier, credeva che anche un Re fosse un uomo che poteva scegliere.
Aveva visto orrori, ingiustizie, soprusi, perpetuati in nome di un Re, André Grandier, non in nome di un uomo buono, onesto e giusto, ma in nome di un Re.
Credeva nell’uomo André Grandier, credeva nella possibilità di scegliere di ogni uomo.
Credeva in Luigi, André Grandier, non in Sua Maestà Luigi XVI. Credeva nella vita in cui ogni uomo sceglieva liberamente chi essere, dove andare, chi amare.
Credeva nella vita che è libero arbitrio, credeva in un mondo fatto di scelte e di vita.
Erano un suddito e un Re, Monsieur André Grandier e Sua Maestà Luigi XVI, erano due uomini che parlavano con sincerità.
La vita sarà molto diversa per André, in questa nuova vita ci sono due bambini a cui pensare, a cui insegnare che essere liberi vuol dire scegliere. In questa nuova vita c’è sempre Oscar nel cuore di André.
Non posso, ancora una volta, che plaudire alla Storia che entra nella storia, alla tua capacità di aver scorto dietro al timido sorriso di un ragazzino goffo terrorizzato all’idea di essere Re, lo smarrimento di un uomo davanti alla Storia.
Scorgere dentro il Re l’uomo e nell’uomo il Re non è impresa facile. Impresa che a te è perfettamente riuscita.
Anna

Recensore Veterano
04/11/23, ore 21:46

Ma il senso ormai sta colando s’accumula
in pozzanghere nuove
altri sogni lo espugnano tra vetri
primaverili sotto
tacchi che passano in profumi forse
più costruttivi di un caffè nel solco
che risale memoria e previsione
sui primi tavolini che fioriscono
all’aperto
rivisto al cannocchiale
o al microscopio l’arco del possibile
mostra friabilissimi tegumi
ed acumina acuti desideri
di artigliare alla gola l’universo
ha l’aria fragile un po’ concitata
un elastico teso
da troppo tempo

sembra quasi un viaggio
il tempo che non si ferma a guardarti

~ Abiti insolubili ~  Dario Villa 

Si scorge accennata nell’ellittica riservatezza, l’indiscrezione spudorata a non essere solo nodo di cenere, la paternità sbieca a soffiare via effimeri e polvere, il desiderio di non essere puro avvenimento nella vita di molti e di nessuno, di uno solo, e pure quello di essere sacro e possibile nella nudità di essere soltanto, eppure no.
Accade così che la bambola di una bambina, logora rivesta l’essenza nuda, non più solo pura, rattoppata chissà da quali indimenticabili lettere in una storia raccontata con la levità dei versi ma vergata a mano fino a mozzare le dita. Eppure ha la grafia pulita, corre incline al passo avanti a cancellare i confini all’orizzonte, a divorare il tratto transitorio e di contemporaneità, con il poeta che ha già sovrastato un’epoca con la sua che avrebbe contribuito a cambiare nelle piccole fiamme d’inferno tra i papaveri di luglio, nella maestà spogliata d’oro ma dal valore aggiunto di suo, in un futuro così poco remoto per non fare del presente Storia.
Ti abbraccio
Minaoscarandre 

Recensore Master
04/11/23, ore 17:23

André sta iniziando una nuova vita, bizzarra come la sua nuova famiglia improvvisata; riuscirà a staccarsi da Oscar?

Recensore Junior
30/10/23, ore 12:55

È libero Andre’. Ma lo è sempre stato. Perché la sete di libertà e giustizia non alberga in un trattato, in una legge o nella grazia di un re, ma nel cuore e nella coscienza dell’uomo. E se questa coscienza non è stata instupidita o annientata da istituzioni, educazione e regole sociali, urlerà le sue ragioni in qualunque contesto si trovi: che sia in una chiesa di campagna con un prete stanco di uomini che mettono in mezzo Dio per poter mantenere un’ordine precostituito che genera disuguaglianza e soprusi; oppure su un suolo straniero con nativi che avrebbero voluto solo continuare a vivere liberi e uguali e a cui è stato sottratto tutto, persino la dignità; o ancora nella reggia di Versailles di fronte ad un re buono e giusto che si ritrova ad indossare una corona non voluta ma ritenuta inevitabile.
Se poi quell’uomo oltre che libero è anche giusto, succede che non odia e che sa scindere il rango dalla persona e prova lo stesso rispetto per una povera schiava lasciata in Cayenna che per un re.
È libero Andre’, libero e giusto, ma la libertà e il senso di giustizia non rendono più facile la vita di un uomo. Sicuramente degna, onorevole, ma non più facile. E non proteggono dal dolore e dagli sbagli. Piuttosto impongono sacrifici.
E in un ritorno non voluto, con l’animo scavato dal sacrificio di un distacco che ha generato lacerazioni profonde e illusioni contraddittorie, Andre’ si ritrova padre. Senza scelta, si ritrova ad essere responsabile di due giovani vite che in passato aveva deciso di accudire pur non appartenendogli.
Gli sbagli, il dolore, le contraddizioni, le scelte fatte non spariranno, ma a prescindere dalla scelta libera di Oscar, sicuramente ora avranno tutte un altro valore.

Recensore Junior
28/10/23, ore 21:33

Ciao Capo Rouge,
Victor è sempre stato un personaggio molto complesso, dalle mille sfaccettature, nei capitoli precedenti erano stati svelati altri lati del suo carattere.
Ora tutti i tasselli sono al loro posto e si delinea un altro modo di vedere Victor.
Il passato ha avuto e ha un peso sulla vita e nella vita di Victor, che ha rispettato davvero la richiesta di André.
Victoire potrebbe essere figlia di Victor, potrebbe, per ora tutto resta in sospeso e per Victor è molto più semplice se la bambina ha un padre che non sia lui.
Quella parte del puzzle resta ancora incompleto, avrò tempo per godermi il rompicapo.
Fersen si è rivelato per una volta un buon alleato per André, o, forse, il merito non è suo.
La testardaggine di André non ha prevalso, per fortuna, è di nuovo in Francia, anche se la sua vita sarà molto diversa.
La povera Odile resterà in Guyana alla mercé di Bonnard, spero che il suo destino possa migliorare se Luigi sostituirà Bonnard.
André non tornerà ad essere ciò che era stato, sembra che Victor abbia deciso tutto per lui.
André avrà una nuova casa a Parigi, si prenderà cura di Victoire e Argo, come solo un padre può fare, tutto sarà diverso per la sua improbabile famiglia.
Oscar è stata solo una fugace apparizione, anche se è profondamente presente.
André ha potuto spiegare al re Luigi la realtà che ha visto in America, in un dialogo che mi è piaciuto molto.
Il quadernetto nero è servito per fortuna, ora Luigi conosce la verità su quanto succede in Guyana e come in nome di un re si commettano soprusi e violenze.
Ci hai donato un altro capitale bellissimo, carico di emozioni e riflessioni, aspetto di sapere cosa riserva il futuro per Oscar e André e per questa bellissima improbabile famiglia.
Ipazia

Recensore Master
28/10/23, ore 15:46

Ciao Capo Rouge,
posso davvero dire che attendevo, con un misto di ansia e curiosità, questo nuovo capitolo per via della possibilità, ventilata dal conte di Fersen nello scorso passaggio, relativa alla liberazione di André dal bagno penale della Cayenna dove, anche secondo lui e soprattutto per le scoperte fatte, stava subendo una carcerazione ingiusta.
Intanto, mentre tutto sta predisponendosi affinché André possa rientrare in patria, veniamo a conoscenza di che fine abbia fatto la piccola Victoire Jenevieux, la quale è stata ritrovata sul greto del fiume dove, invece, sua madre Amalie ha trovato per mano sua la morte. E’ stata salvata e non lasciata per strada ma, comunque, ha avuto una vita non facile, finendo dapprima in un orfanotrofio dove è cresciuta, e poi mandata a lavorare presso un collegio. Qui si sono dirette le ricerche dell’uomo di fiducia di Girodelle, il quale ha mantenuto la parola data ad André, quando ancora erano in America, di porsi alla ricerca della piccola che ora è diventata una ragazza, che lavora duramente per ripagarsi il fatto di avere un tetto sulla testa, è sola e con nessun amico al di fuori di un giovane che in quel collegio studia. Tra i due non c’è un vero e proprio rapporto di amicizia, ma qualcosa comunque si è instaurato. Infatti, quando Girodelle si presenta per condurla a Parigi, dove a detta sua, finalmente incontrerà suo padre, il giovane, che scopriamo essere Saint Just, si dispiace e si preoccupa del fatto che Victoire venga allontanata e non potranno più avere quella specie di rapporto che si era creato fra di loro. Qui è un Sain Just premuroso e molto diverso da colui che ci farà conoscere la Storia, sanguinario e dalle idee estreme. Penso che lo incontreremo più avanti, magari proprio per incrociare nuovamente la strada di Victoire.
Victorie che è diventata un tarlo per Girodelle: si è spinto a domandarsi se quella ragazza potesse essere persino sua figlia, visto che, tanto tempo prima, quando voleva smorzare e appagare i suoi bisogni, si era intrattenuto con la madre della ragazza più di una volta, al buio delle stanze, nella locanda ’A samedi prochaine’ in rue Vivienne 23. Ora l’avrebbe condotta da colui che, comunque, sarebbe stato considerato suo padre, l’unico che si fosse preso cura di sua madre e di lei in un tempo lontano, poiché nel frattempo sono trascorsi ben sei anni, praticamente una vita. In questo frangente Victor si trova a pensare alla solitudine della sua vita, che aveva sempre tentato di ricacciare altrove, ma che si era fatta sempre più presente da quando Lua, la donna indiana innamorata di lui, era morta e sembrava gli avesse lanciato una maledizione per la quale non sarebbe mai più riuscito a farsi amare, e mai come ora sente il bisogno di sentirsi amato e anche di mettersi alla prova per comprendere se sarebbe mai stato in grado lui stesso di amare.
Ma ecco che André è, finalmente, giunto al porto di Brest, il porto dove il bacio ancora brucia sulla pelle come allora, poiché nessun gesto è stato dimenticato, quel porto dove la sua vita era mutata senza che ancora lui ne avesse piena contezza. André aveva lasciato la Cayenna, tra l’altro molto doloroso il momento del distacco dalla giovane Odile che, ovviamente, non lo avrebbe potuto seguire in Francia, con il grande rimorso da parte sua di non averla potuta condurre con sé, in maniera da potersi ancora prendere cura di lei come aveva tentato di fare in quel lungo anno trascorso in prigionia. Ma tutto, appena giunto a Brest, è stato predisposto con scrupolo e precisione da Girodelle e a breve avrebbe incontrato sua nonna, e i due bambini: Victoire ritrovata e il giovane indiano Argo, il quale, saputo che sarebbe tornato, aveva chiesto se fosse stato possibile rimanere con lui. Ma la parte importante è l’incontro con Sua Maestà Luigi XVI e il colloquio che i due hanno in privato. Qui André emerge in tutta la sua umanità, integrità e purezza di intenti: non si nasconde dietro le parole e parla schiettamente di fronte al Re, il suo Re, rendendolo edotto di cosa in suo nome venga fatto nei territori conquistati, e soprattutto, per averne avuto diretta esperienza, nelle colonie penali, nelle quali amministratori senza scrupoli si arricchiscono alle spalle della Corona. Ecco che, nel corso del confronto, André tira fuori quel suo libricino nero sul quale aveva annotato, con precisione scrupolosa, dati che potranno essere utili al re affinché possa prendere provvedimenti tali in modo che certi personaggi non rechino disonore alla Corona per atti inconsulti da essi compiuti. Il re, che è anche un uomo, giusto e buono, nella sua magnanimità ha conferito una sorta di risarcimento ad André, che avrebbe voluto rifiutare, ma che, invece, accetta per via dei due bambini di cui adesso vuole, volontariamente, farsi carico prendendosene cura.
La sua speranza, nel tornare in quei luoghi del passato, era di poter rivedere la sua Oscar, per comprendere come e se avesse continuato la sua vita, proprio come lui le aveva chiesto di fare, non per gli altri quanto per se stessa. E infatti la vede in lontananza: nessuna parola fra loro, solo uno sguardo fugace, e poi Oscar scompare alla sua vista, portandosi dietro il profumo dei ricordi di attimi condivisi, ma anche il sentore della rabbia che pare scavare un solco incolmabile fra di loro, come se tutto quanto lui le aveva chiesto di porre in atto fosse divenuto realtà.
Grazie per l’intenso capitolo e aspettando il seguito ti auguro un sereno fine settimana.

Recensore Junior
28/10/23, ore 10:44

Buongiorno Capo Rouge, affari di famiglia improbabile a parte questo capitolo è “storico”. Do il mio ben venuto a Saint Just, specialmente a questo qua, giovane, bello e non ancora sanguinario, ma mi godo anche un André da applausi, lui se avesse potuto avrebbe cambiato veramente la Storia. Un bravo anche a Re Luigi XVI che gli sa tenere testa, un bel personaggio che riesci a ben definire. Aspetto il seguito e ti auguro un buon fine settimana, grazie e a presto
Claudia

Recensore Junior
27/10/23, ore 13:22

Mia carissima Capo Rouge, resto a bocca spalancata per questo André. È semplicemente meraviglioso! Mai, ripeto mai, ne avevo letto di uno così, nemmeno quelli di Paris e If (senza voler togliere loro niente, né gloria né attributi!) raggiungono la magnificenza di questo che ho appena letto.
Si può discutere di una storia, di un personaggio, di tutti, perché tutto è opinabile a questo mondo, ma non si può discutere di questo tuo André perché semplicemente “è”.
Complimenti anche per i tuoi Luigi XVI e Saint-Just, leggere del secondo è stata una sorpresa assoluta ma sono state tante le sorprese che l’avvento di questo repentino aggiornamento ci ha portato, novità che non mi aspettavo, tenendo in considerazione i fatti dello scorso capitolo così come io me li ero letti e raccontati. Quindi le rivelazioni di Fersen alla fine sono state utili, hanno sortito il loro effetto cambiando ancora una volta il percorso della vita di André è chissà forse della sua storia.
Brava, ad oggi credo che questo sia il capitolo più bello.
Grazie infinite
Lena 

Recensore Junior
27/10/23, ore 11:15

Mia carissima Capo Rouge, spesso si dice che chi beve solo acqua ha segreti da nascondere, invece in questo Sauvignon blanc la trasparenza delle anime dei personaggi si mischia al sapore del vino, si nota soprattutto per quanto concerne Oscar e Girodel, mentre per Fersen un poco meno. I due sono impegnati ad andare avanti nelle loro vite rispettive che, se prima erano scorse vicine ma parallele, ora, subita la sterzata, potrebbero avvicinarsi di più, per non dire convergere. Nonostante i due siano feriti dalla mancanza della persona amata e dalla morte, si nota quanto prevalga in loro la voglia di vivere e non ha importanza che la vita a cui si aggrappano fa male da morire, vanno avanti senza arrendersi. Questo gli fa onore, sembrano infatti due combattenti che però, non ancora reduci da ferite e dolori, soffrono ancora. 
Nel frattempo sono anche emersi dettagli su quello che era successo ad André, i particolari che lo scagionano dall’accusa di furto, ma dubito che a questo punto le rivelazioni di Fersen riusciranno ad aiutarlo, non credo che André tornerà in dietro mettendo a rischio la “sua dannata storia” con un desiderio che “l’annienterebbe”. Sta ad Oscar allora decidere cosa fare.
Grazie e a presto con la prossima recensione.
Lena

Recensore Junior
27/10/23, ore 10:02

Girodel ha mantenuto la promessa e ha ritrovato Victoire, che, per fortuna, aveva avuto un briciolo di fortuna perché il suo destino avrebbe potuto essere peggiore.
Victoire ora avrà una vita migliore, un padre come André è quanto di meglio si possa desiderare, anche se non è chiaro ancora chi sia il suo vero padre.
Girodel mostra un lato meno cinico, la sua vita è stata decisamente fortunata, ha avuto tutto ciò che il denaro può comprare, resta però un uomo solo, che vuole essere amato.
Lua ha aperto una crepa profonda nella corazza di Girodel, che per la prima volta si è sentito amato da una donna indipendentemente da ciò che lui è.
Girodel non si aspetta altro che amare ed essere amato, da Oscar, e per questo è disposto ad aspettare tutto il tempo necessario.
La determinazione di Girodel mi preoccupa, ha organizzato con molta cura il rientro di André, con fin troppa cura mi verrebbe da dire.
André è di nuovo in Francia, ci speravo, ora la sua vita sarà molto diversa, con ben due figli da crescere, ero sicura che Argo avrebbe scelto di seguire André perché ha davvero un legame speciale con lui. Il loro abbraccio è stato davvero commovente, Victoire capirà ben presto che André ha una voce che non può fare paura. Mi chiedo che fine farà Pur, non credo che potrà vivere con André.
Victoire non dovrà più avere paura delle frustrate, o del suo passato che non ricorda quasi più.
Oscar non ha incontrato André, mi sembra comprensibile la sua decisione.
Come sempre mi affido alla tua penna e a questa storia meravigliosa in attesa di leggere altri bellissimi capitoli.
Ortensia 🌸