Recensioni per
Pur
di Capo Rouge
È troppo, per Oscar: prima scoprire la certezza della morte di André e che le lettere arrivavano quando lui era già morto, poi lo scoprire di essere stata in qualche modo la causa di una sorta di agguato ai danni di André. Troppo, decisamente troppo per Oscar! |
Mia carissima Capo Rouge, |
Carissima Capo Rouge, stavolta arrivo in ritardo sul tuo “anticipo”anche perché prima di scrivere questa mia recensione ho voluto (nonostante il tempo mi scivoli via dalle mani manco fossero un colabrodo!) ripercorre, andando a ritroso, un paio di capitoli alla ricerca di un’espressione che avevo pensato fosse non un errore ma una svista, un semplice refuso. Alla lettura di questo capitolo mi era capitato di ritrovarmela sotto il naso e così sono voluta andare a cercare conferme a quello che, a questo punto, non poteva essere più una coincidenza ma che doveva essere invece una scelta. Il sopra tutto di questa frase in questo capitolo, richiama e replica quello di un punto del capitolo precedente. |
Il titolo del capitolo che “mima” la vecchia e sempre verde canzone del principe di Minneapolis ammanta il capitolo del mesto colore liturgico riservato anche (non solo) alla commemorazione dei defunti. |
E dunque, Fersen non si perdona di avere, benché indirettamente, causato la morte di André: però non ha assistito all'esplosione fatale |
Ciao Capo Rouge, grazie per questo aggiornamento tanto ravvicinato, quanto apprezzato per la ricchezza dei confronti tra i protagonisti, tra i quali credo meriti di essere ormai inserito anche questo falco che dall'alto segue Oscar. In realtà, rileggendo la fine del capitolo “Rondini", che finora non avevo ben capito, mi è venuta l'idea che sarebbe forse più corretto riferirsi a questo animale come ad una “lei" che sin da “piccola" è stata salvata e allevata da Qualcuno che, certo, non ne può aver soppresso l'indole e l’istinto, ma deve essere riuscito ad addomesticarla, creando con lei un legame speciale di fiducia. Legame simile a quello che questo Qualcuno in passato forse aveva creato con una biondina un po' pestifera, ma coraggiosa, leale, giusta, le cui scelte era riuscito a plasmare (per assurdo!) facendosi suo servo! |
Allora, che colore ha il dubbio, il dolore, l’incredulità, la colpa? |
Ho temuto che la ferita di Oscar le avrebbe impedito di conoscere la verità sulla sorte di André, se la febbre fosse salita ancora sarebbe stata fuori gioco per giorni. |
Ciao Capo Rouge, |
Cara Capo Rouge, |
Bellissimo capitolo ,non riesco a capire perché tu la definisci storiella è un romanzo bellissimo, pieno di pathos di colpi di scena ,fossi in te lo pubblicherei, grazie per aver aggiornato così presto vorrei che anche altri capitoli facessero lo stesso corso ,che belle le scene di paesaggi americani chissà perché non hanno attaccato Oscar ,chi comandaIndiani e poi se non c’è un corpo non si può piangere ,ripeto se non si vede il corpo Andre per noi non è morto ,grazie grazie ancora per averci aggiornate con questo magnifico capitolo |
Buonasera Capo Rouge, non posso che esordire con i mei complimenti per questa tua Pur che dimostra di essere, di riga in riga e pagina dopo pagina, storia avvincente e veramente ben scritta. |
Tutti… |
Cara Capo Rouge, dopo la ferale notizia appresa da Oscar, in questo tuo nuovo passaggio abbiamo avuto la possibilità di avvertire le varie tappe del dolore di Oscar, la quale non riesce a concepire che possa essere accaduto davvero, non dopo averlo tanto cercato, fuori e dentro di sé. Non riesce a razionalizzare, perché non può rassegnarsi a quella verità che è deflagrata dentro di lei come una bomba. Anche se la febbre l’ha resa più debole nel corpo, la sua caparbia volontà di sapere si sta ribellando ad ogni logica. Lei deve sapere, vuole sapere, ne ha bisogno. E non sente alcun richiamo alla logica, né da parte di Madame Roma, che la sta assistendo e cerca, con fare materno, di farla ragionare, né da parte di Fersen, con il quale ingaggia un colloquio forte, che ha il sapore di un fuoco di fila di domande che premono sulle labbra per uscire e che hanno la necessità di trovare una risposta. Ma nonostante le parole contrite di Fersen, che si accusa in prima persona di aver mandato André, con il carico di polvere da sparo, in una zona di guerra, Oscar non sente ragione alcuna. Continua come una nenia a chiedere la data precisa di quando sia accaduta la scomparsa di André, anche perché la sua mente sta facendo calcoli in base alle lettere che sono arrivate, apparentemente, dopo la morte. Nulla può fermarla e impedirle di sincerarsi di persona vedendo la tomba dell’amico disperso. E così, incurante di tutto e di tutti, degli ordini militari che imporrebbero diverso comportamento, con un piccolo drappello di soldati, al quale si aggiunge anche Fersen, che non può lasciarla andare da sola con le altre due donne, si accinge a ripercorrere il medesimo percorso fatto a suo tempo da lui. In questa occasione la accompagneranno anche i soldati incontrati al forte e che già aveva visto a Brest. Anche per gli stessi soldati Oscar riveste un enigma: il damerino biondo, come lo avevano classificato, quello che aveva accompagnato l’ultima notte francese di André, è lì di fronte a loro ed è una donna, una bellissima donna, che sta scavando per cercare qualcuno di molto importante per lei. Interessante il confronto con Alain, il quale sempre all’erta, ancora non vede perfettamente chiaro in tutta quella situazione, ma è quanto mai deciso ad andare in fondo alla questione. Ritornano nelle menti di un po’ tutti gli eventi di Brest e quel bacio che naviga a vista nei ricordi. Tutti lo hanno visto, ma André ne ha serbato il ricordo come fosse una reliquia, qualcosa di prezioso e unico da tenere nel segreto del proprio cuore e non condividere con nessuno. Neppure quando era stato picchiato quasi a morte si era lasciato scappare qualcosa se non il nome, che è riecheggiato nei momenti di ottundimento, ma niente altro è trapelato da lui. |
Cara Capo Rouge, |