Recensioni per
Pur
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 869 recensioni.
Positive : 865
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Master
06/07/22, ore 21:17
Cap. 28:

È troppo, per Oscar: prima scoprire la certezza della morte di André e che le lettere arrivavano quando lui era già morto, poi lo scoprire di essere stata in qualche modo la causa di una sorta di agguato ai danni di André. Troppo, decisamente troppo per Oscar!

Recensore Junior
29/06/22, ore 20:04
Cap. 27:

Mia carissima Capo Rouge,
grazie per questo splendido e inatteso regalo di inizio estate che con mia grande sorpresa e piacere ho trovato qui inaspettato, e, mamma mia, che capitolo! 😻Ne sforni uno più bello dell’altro, ormai non li conto più, sono solamente “persa” in questo mare di bellezza.
Però scusa non ce la faccio proprio a tenere chiusa la boccaccia.
Solo due paroline e giuro che non ricomincio col tormentone Girodelle, mia croce e delizia,  ma che se fossi il mago Silvan gli darei un bin sala bin, un Salve Regina e pure un Eterno Riposo!  
Come è possibile che è stato bello, zitto e buono solo per un capitolo? Come si dice: del diavolo spuntano sempre le corna! Io ero già qua, zitta zitta e buona buona, che lo immaginavo di già nel secolo successivo più a sud a traghettare Tom Sawyer e Huckleberry Finn sul Delta del Mississippi!!! Ed invece no😨, santo cielo,  me lo ritrovo ancora tra le pagine di questo capitolo a richiamare  Oscar alla “missione” al di qua dell’Hudson.
Io vorrei invece che “quel diavolo del Grandier” tornasse in tutto il suo splendore! Cavolo se manca!!!t
Comunque, cambiando argomento…
Anche se il capitolo non è dei più allegri e le temperature calde di questo giugno suggeriscono tutt’altra cosa, un brivido, anzi più di uno, mi ha scosso durante tutta la lettura, perché Oscar è talmente fantastica da lasciare inebetiti.
È così bella e forte da anticipare anche i miei pensieri, esprimendo proprio quello che io, nel cuore, aspirerei che lei dicesse. Si può dire che questa  Oscar mi dà soddisfazione? È soprattutto è una Oscar che fa immedesimare! Ti pare poco? Grazie, grazie, grazie!
È stata anche implacabile nei suoi ‘interrogatori’, sotto torchio Fersen e Alain non hanno avuto scampo.
Il momento della verità per lei sembra proprio arrivato ma io fatico ancora, esattamente come Oscar, ad accettare ciò che è successo ad André, mi riesce difficile pensare che davvero lui sia morto, anche se il racconto di Fersen non lascia che uno strettissimo corridoio ad altre possibilità.
Ho avuto le stesse sensazioni di Oscar, gli stessi dubbi, mi riferisco al comportamento di Fersen, che si scusa un po’ troppo, ma è solo una labile sensazione, direi speranza o, a questo punto una fede o una pazzia, che tale comportamento celi altro.
Mi piace tantissimo Alain, non cede di un millimetro sulla sua opinione su André e ora sta formulando una opinione anche su Oscar e la mia sensazione è che saprà ben formulare. Che Dio ci aiuti! Ripongo sempre molta fede nel personaggio di Alain e so che neanche questa volta tradirà.
Volevo anche dire, prima di concludere, che la nuova consapevolezza di Oscar è bellissima, ora sa che non l’educazione imposta dal padre, il suo ruolo militare, la divisa stessa hanno fatto di lei ciò che è, è stato anche André a renderla la persona che le ha fatto comprendere se stessa, che può essere tutto così come è diventata “tutto”. La  donna, unica, e pure bella di questo capitolo.
André non le aveva mai imposto nulla, era stato una presenza silenziosa, eppure era stato l’unico che davvero sapeva chi era la vera Oscar. Peccato non ci sia più.
Un’ultima cosa e poi ti lascio, le considerazioni di Marcel sulla sua Parigi (pardonnez- moi: Paris, perché dal tuo mitico racconto ormai Parigi per me può essere solo Paris) e su una patria diversa, la sua nostalgia,  e sul futuro incerto sono bellissime e tremende allo stesso tempo, struggenti da far venire il classico nodo in gola.
Brava! Bravissima! Continua così.
Grazie e a presto 
Gattinapelosa 😻

Recensore Junior
28/06/22, ore 12:59
Cap. 27:

Carissima Capo Rouge, stavolta arrivo in ritardo sul tuo “anticipo”anche perché prima di scrivere questa mia recensione ho voluto (nonostante il tempo mi scivoli via dalle mani manco fossero un colabrodo!) ripercorre, andando a ritroso, un paio di capitoli alla ricerca di un’espressione che avevo pensato fosse non un errore ma una svista, un semplice refuso. Alla lettura di questo capitolo mi era capitato di ritrovarmela sotto il naso e così sono voluta andare a cercare conferme a quello che, a questo punto, non poteva essere più una coincidenza ma che doveva essere invece una scelta. Il sopra tutto di questa frase in questo capitolo, richiama e replica quello di un punto del capitolo precedente.

“Posso andare sola…” – tagliò corto l’altra, feroce e perduta, che Fersen si ritrovò ricacciato indietro, i pugni stretti, la fissò che l’aveva ritrovata dopo tre anni di lontananza ma lei era sempre la stessa, insolente e testarda.

Ma sopra tutto…

Il bacio a Brest galleggiava nella mente…
Lui non aveva avuto lo stesso coraggio, l’altro sì, come se avesse sempre saputo che quello sarebbe stato il primo e l’ultimo contatto con le labbra di lei. 
Qualsiasi fosse stata la ragione o senza ragione alcuna.

Lui l’aveva baciata.
E l’audacia era stata punita, la morte aveva emesso la sua sentenza e ottenuto la sua rivincita. 

La Morte…”

Che fa appunto il paio con il “sopra tutto” del capitolo precedente:
“E sopra tutto…

Oscar François de Jarjayes aveva imparato a riconoscere lo stridio che l’accompagnava. 
Così che di tanto in tanto lo sguardo lasciava la misera strada polverosa per alzarsi su, attirato dal volo netto e severo, una sorta di silenziosa compagnia dalla vista acuta, capace di vedere lontano, comunicando via via col verde delle alture, il deserto di radure spoglie e bruciacchiate, la solitudine di spazi immensi.

La bestiola pareva all’apparenza la stessa, quella udita la prima volta sul guado dell’Hudson, seppur era sorprendente che davvero l’animale li stesse seguendo, come fossero prede da attaccare e finire nell’istante di sfinimento estremo oppure semplici compagni di viaggio.”

Di conseguenza mi chiedo cosa ci sia in quel “sopra tutto”, cosa letteralmente aleggi sopra le teste dei personaggi e proprio nella  storia stessa perché sono capitoli che questa storia ci racconta di non credere alle coincidenze tanto che, nel frattempo, me ne sono convinta anche io.

Intanto però Oscar tra fede e pazzia pone (molto credibilmente perché noi capiamo cosa diavolo le passa nella testa) incredibili “condizioni” a questo suo “ultimo” viaggio alla ricerca della verità e di André ma non della morte anche se, comprensibilmente, per lei tutto il mondo adesso è crollato e finito. Ha appreso e compreso, tutto d’un tratto e dalle labbra di un soldato semplice esperto delle cose pratiche della vita, di essere stata “tutto” e di aver perso il suo “tutto” e anche noi con lei non possiamo che sentirci perduti.
Non vedo l’ora di leggere il seguito, bravissima come sempre, a presto
Lena.

Recensore Junior
23/06/22, ore 12:46
Cap. 27:

Il titolo del capitolo che “mima” la vecchia e sempre verde canzone del principe di Minneapolis ammanta il capitolo del mesto colore liturgico riservato anche (non solo) alla commemorazione dei defunti.
Mi ha riportato però anche a due altri brani di Prince: Kiss e Sign of the times, ma mentre per il primo la spiegazione, il ragionamento e il collegamento sono spudoratamente scontati (visto il bacio di Brest di cui tutti i personaggi sono stati testimoni e che nessuno si leva dalla testa e dalle braghe) il secondo brano mi ha fatto riflettere sul problema di identità che affligge l’uomo e non di meno l’uomo del nostro tempo.
È un segno infatti del nostri giorni ritrovare la nostra eroina a osservarci dai muri, dalle vetrine e dai treni delle città, posta lì a immagine di un movimento (che non discuto né disapprovo) che fa di questo dilemma il suo centro.
Scelta che però non condivido e che trovo per lo meno discutibile perché secondo me Oscar non ha mai avuto problemi con i “pronomi” e il con  “genere”.
Ho voluto scriverlo qui perché l’Oscar di questa storia è quella che riconosco come la più vera che, nonostante tutte le domande a cui la partenza di André ha dato il via, sa benissimo chi è e che adesso ha appreso anche di essere “unica” e probabilmente, almeno per una persona, “tutto”.
Mi aspettavo che il rapace avrebbe volato in lungo e in largo anche in questo capitolo e questa volta mi ha fatto rimettere su il vecchio vinile degli A-Ha, con Oscar che non si arrende a parole che non hanno senso e sembra veramente “Hunting high and Low” alla ricerca del suo André mentre degli occhi di falco hanno già trovato lei. Il seguente stralcio di testo a riguardo è molto eloquente: “Il sangue incendiato, tra le infinite tinte di rosso, una gradazione su tutte, capace di colpire al di sopra di tutte…
Vermiglio…

Il volto, il corpo sinuoso e asciutto…
Tutto scorse piombando addosso…

Perché?
Perché laggiù c’era lei, nata per essere così, follemente silenziosa, sprezzante, viva, libera, pura…”

Tutto estremamente bello e convincente oltre che avvincente.
GdM

Recensore Master
22/06/22, ore 22:31
Cap. 27:

E dunque, Fersen non si perdona di avere, benché indirettamente, causato la morte di André: però non ha assistito all'esplosione fatale
E ciò ci lascia con un minimo di speranza, almeno un pochettino.
Quel falco, poi, così stranamente "umanino", come avrebbe detto la mia
prozia, che volteggia sopra il cammino di chi lascia l'accampamento?
Mi piace tanto questa Oscar in cerca ostinata delle ultime vestigia di André... benché, naturalmente, io voglia credere che non siano davvero le ultime.
Un saluto carissimo, ringraziandoti per questo aggiornamento arrivato
così a sorpresa e così gradito,
D

Nuovo recensore
22/06/22, ore 21:40
Cap. 27:

Ciao Capo Rouge, grazie per questo aggiornamento tanto ravvicinato, quanto apprezzato per la ricchezza dei confronti tra i protagonisti, tra i quali credo meriti di essere ormai inserito anche questo falco che dall'alto segue Oscar. In realtà, rileggendo la fine del capitolo “Rondini", che finora non avevo ben capito, mi è venuta l'idea che sarebbe forse più corretto riferirsi a questo animale come ad una “lei" che sin da “piccola" è stata salvata e allevata da Qualcuno che, certo, non ne può aver soppresso l'indole e l’istinto, ma deve essere riuscito ad addomesticarla, creando con lei un legame speciale di fiducia. Legame simile a quello che questo Qualcuno in passato forse aveva creato con una biondina un po' pestifera, ma coraggiosa, leale, giusta, le cui scelte era riuscito a plasmare (per assurdo!) facendosi suo servo!
E, d'altra parte, è proprio la fiducia (la fede) in André che spinge Oscar ad intraprendere questa nuova tappa del suo viaggio, fiducia che le viene dalla Storia che ha vissuto con lui e che la porta a credere, nonostante tutto, nella sua integrità e nella sua sopravvivenza, al punto da riconoscerlo nel falco che lui ha salvato!
Questa Storia è sempre più bella!!
Complimenti, anche perché riesci ad approcciare temi dolorosi come la guerra, con rispetto e tatto.
Ciao

Recensore Veterano
22/06/22, ore 21:19
Cap. 27:

Allora, che colore ha il dubbio, il dolore, l’incredulità, la colpa?
Impaziente l’attesa. Premono le parole sulle labbra. Parole che chiedono, che dubitano, che pretendono.
Nella voce dell’altro una verità che strazia, che non convince, che semina altri dubbi.
Il tempo si era fermato, cristallizzato in un nome che era solo parole su carta.
Lei si era fermata, imprigionata nell’assenza che era diventata mancanza.
Negli occhi dell’altro la ricerca di un’ultima fuggevole immagine di lui. Come a riportare indietro istanti di vita vissuta, ma non condivisa.
Un’ultima immagine di lui, illusione dell’anima.
Che colore ha la consapevolezza, il vuoto, il silenzio?
Lui che non era stato solo un nome piantato nella mente, che era stato un corpo addormentato in una notte lontana accanto a sé.
Si ribella la ragione, pretendono le parole. Incalza la volontà, ritrovare quel tempo in cui lui era vivo.
Ricalcare i passi di lui, i gesti, gli sguardi, come se fossero stati insieme, come era sempre stato.
Anche se era troppo tardi. Anche se era inutile, ormai.
Che profumo ha la notte?
A cercare nel buio un profumo, un suono, un gesto, un silenzio. E la sua presenza solo mezzo passo dietro a lei… assenza che fa vacillare la mente, che non permette di arrendersi…
Chi era stata lei per lui?
Tutto…
L’unica…
Lui che aveva difeso il suo nome, nel silenzio. Lui che l’aveva protetta da tutti, anche se lei non lo avrebbe mai saputo.
Lui, un bacio, uno solo, l’unico. Lei… l’unica.
Che sapore ha un bacio?
Uno stridere lontano, un volo libero e selvaggio che sembra guidare i suoi passi.
Che colore ha la morte? Vermiglio…
Lacrime di pioggia a bagnare la terra bruciata dalla morte, terra brulla macchiata di sangue.
Prima che il buio scenda sulla speranza, lo sguardo ad accompagnare un frullo d’ali, un volo ignoto.
Lui che era stato essenza, voce, gesti, un mezzo passo dietro a lei.
Era ormai tutto inutile…

Recensore Junior
22/06/22, ore 10:33
Cap. 27:

Ho temuto che la ferita di Oscar le avrebbe impedito di conoscere la verità sulla sorte di André, se la febbre fosse salita ancora sarebbe stata fuori gioco per giorni.
Per fortuna Oscar ha potuto fare molte domande al conte di Fersen, è stato un racconto straziante, anche se senza molti particolari.
C’è solo la conferma che André è morto in una missione che doveva essere relativamente semplice, anche se mi è sembrato che Fersen abbia organizzato la missione con scarsa prudenza.
Da ciò che ha raccontato qualche errore lo ha commesso, ha tenuto in scarsa considerazione i pericoli a cui i suoi soldati potevano andare incontro.
In ogni caso la missione è costata la vita a dieci soldati, è bellissimo il modo in cui Oscar pretende di vedere il luogo esatto in cui tutto è successo, nonostante la ferita il suo animo è indomabile perché deve sapere tutto ciò che è successo.
Nemmeno le parole di Fersen riescono a acquietare completamente i suoi dubbi, perché le lettere di André non hanno smesso di arrivare quando avrebbero dovuto.
I dubbi restano e sono tanti, la smania di Oscar è quella che avrei anch’io.
Oscar riuscirà a guadagnare il rispetto dei quattro soldati che sono stati al fianco di André, uno è stato conquistato da lei anche quando era considerato un damerino.
Alain è colui che le fa vedere una parte di André che Oscar non aveva capito, la parte che André le ha sempre tenuta nascosta perché era quella che poteva allontanarli per sempre.
La storia è bellissima, ad ogni capitolo si resta senza fiato in attesa del prossimo, con il fiato sospeso ad aspettare di conoscere la verità completa sulla sorte di André.
Ortensia 🌸

Recensore Junior
21/06/22, ore 21:27
Cap. 27:

Ciao Capo Rouge,
è superfluo dire che è una graditissima sorpresa trovare un nuovo capitolo in un così breve lasso di tempo.
Madame Roma ha potuto aggiungere un piccolo tassello al complicato puzzle che Oscar rappresenta per lei, non aveva molti tasselli in mano per cercare di comprendere cosa avesse realmente spinto Oscar ad intraprendere un viaggio così pericoloso in un luogo tanto lontano dalla Reggia di Versailles.
Il conte di Fersen le rivela una piccola parte di quelle che potrebbero essere state le motivazioni di Oscar, e non dubito che, da donna molto intelligente e perspicace qual è, Madame Roma trarrà le giuste conclusioni, sicuramente ora indagherà con più attenzione ogni espressione di Oscar.
Fersen mi ha sorpresa accollandosi la responsabilità di quanto è successo ad André, è difficile per ora capire se è solo la presenza di Oscar a ‘costringerlo’ ad una tale ammissione.
Durante la lettura mi sono trovata davanti a due sensi di colpa e di responsabilità molto diversi tra loro, Fersen dice di sentirsi responsabile per la morte di André perché la missione a cui ha partecipato era stata da lui concepita in quanto comandante del forte.
Mostra anche un senso di colpa per la perdita di André, ma è un senso di colpa mostrato più nei confronti di Oscar che verso la sorte toccata ad André.
È ancora poco chiaro se questo pentimento sia tutto a favore di Oscar, o sia sincero, perché quel bacio tra Oscar e André a cui ha assistito a Brest ha lasciato un vivido ricordo in Fersen e sembra che tale ricordo bruci ancora
Se per Fersen André rappresentava un rivale, ora non deve semplicemente più pensarci.
Molto diverso ciò che Oscar prova, un senso di colpa che fa male e che lascia poco spazio per altro, il sentirsi responsabile perché, nonostante gli anni trascorsi insieme, André è rimasto un mistero per lei.
Ci vuole Alain per farle capire un paio di verità che non aveva compreso, secondo Alain, André era ben lontano da essere un uomo che frequentava molte donne, come tutto aveva indotto Oscar a simile conclusione.
Oscar ora deve riuscire a mettere insieme tutti i tasselli per comprendere meglio André e anche se stessa, non ha trovato tracce della avvenuta e certa morte di André, è passato un anno e ciò che è accaduto al drappello di soldati difficilmente poteva lasciare tracce di un corpo che lei cerca per chiudere definitivamente il viaggio.
Nelle meravigliose immagini di questi splendidi paesaggi, quel falco mi fa ancora sperare.
Grazie
Ipazia

Recensore Junior
21/06/22, ore 21:17
Cap. 27:

Cara Capo Rouge,
il momento della storia è tinto di forti e cupe tonalità di “realismo”. Sulle tristi note permeate di crudele attualità, momenti storici diversi confermano l’insensatezza atroce degli errori e degli orrori di cui l’umanità si macchia saecula saeculorum, senza soluzione né assoluzione, che essa stessa mette al bando, di cui fa ammenda, ripudia, ma che spesso rivendica e difende. La Storia che purtroppo insegna ma che non impara, colta da sempre in una specie di “loop” ripetitivo e vizioso.
È un momento di storia che, nella ricerca dell’uomo nell’uomo, di chi siamo veramente e diversamente da come siamo percepiti, trova anche qualcos’altro di importante attraverso il volo e la prospettiva di una creatura alata, nell’accenno e all’albore di una narrazione che ha forse virato verso il noir e la favola nera: la capacità di sperare ancora nell’inimmaginabile, il non impossibile sogno che André sia vivo, che nella vita e nella storia possiamo darci opportunità nuove, diverse e un giorno,  possibilmente, migliori.
Eccelsa la storia, eccelsa è l’autrice.
Cari saluti
Clotilde_Dea

Nuovo recensore
21/06/22, ore 11:28
Cap. 27:

Bellissimo capitolo ,non riesco a capire perché tu la definisci storiella è un romanzo bellissimo, pieno di pathos di colpi di scena ,fossi in te lo pubblicherei, grazie per aver aggiornato così presto vorrei che anche altri capitoli facessero lo stesso corso ,che belle le scene di paesaggi americani chissà perché non hanno attaccato Oscar ,chi comandaIndiani e poi se non c’è un corpo non si può piangere ,ripeto se non si vede il corpo Andre per noi non è morto ,grazie grazie ancora per averci aggiornate con questo magnifico capitolo
(Recensione modificata il 22/06/2022 - 06:57 pm)

Recensore Junior
20/06/22, ore 19:31
Cap. 26:

Buonasera Capo Rouge, non posso che esordire con i mei complimenti per questa tua Pur che dimostra di essere, di riga in riga e pagina dopo pagina, storia avvincente e veramente ben scritta.
Mi riconcilia con le “parole” e l’arte di saperle mettere in fila, l’una dopo l’altra ma con la perizia, in questo caso (nel tuo caso) di chi è nato per fare proprio questo, come se quelle stesse parole, per prendere forma e significato, aspettassero da sempre la splendida penna di questa maestosa autrice e così cominciare ad animarsi e vivere nella mente di chi si trovasse a passare e leggere.
Parole messe una dopo l’altra dicevo, senza sforzo all’apparenza, che scorrono cristalline, fluide, lente e “sgocciolanti” come nel calmo guado dell’Hudson ma che si infiltrano in meandri bui e nascosti, “impetuose” e costanti come fertili rigagnoli, e lì attecchiscono forti e rigogliose per rimanevi invischiate.
Un narrato dell’altro mondo che afferra e tutto riconcilia, che tutto aggiusta e che tutto scombussola, e che soprattutto rimane incollato alla coscienza del lettore. L’interscambio tra racconto e chi sta dall’altra parte, o meglio il flusso di coscienza, è infatti continuo perché le certezze, i dubbi, le domande, i pensieri, i sensi di colpa, il senso di rabbia, le debolezze e la forza di questi splendidi protagonisti e comprimari sono quelle di tutti noi essendo il “sentimento” della storia un variegato di umanità.
Questa tua Oscar è impossibile non sentirla un po' anche nostra, una piccola parte nascosta di noi stessi e del nostro io.
Complimenti ancora e un caro saluto 
Clotilde_Dea
(Recensione modificata il 20/06/2022 - 07:33 pm)

Recensore Junior
20/06/22, ore 15:53
Cap. 27:

Tutti…
Tutti hanno sempre detto di sapere chi sono…
Tutti a dirmi che mi conoscono…

Tu…
Chi sei?

Forse solo André sapeva davvero chi ero.
Forse solo lui avrebbe potuto dirti chi pensi di essere…
Chi mai potrà confortarti adesso?

Carissima Capo Rouge,
di certo io non sono in grado di rispondere ai quesiti così importanti ed “esistenziali” di Oscar, di carpire cosa giaccia veramente tra quella “unica” e quel “tutto”.
Posso però affermare con assoluta certezza che tu sei la sola ed unica che riesce sempre ed ogni volta ad affermare le sfumature, le congiunzioni e i troncamenti, che uniscono e separano, che fanno di Oscar Oscar. Non solo un nome ma l’essenza dell’individuo, della persona che è lei al di là di quello che gli altri, noi stessi inclusi, afferiamo e di lei tratteniamo.
Questo capitolo lo dimostra ancora una volta!!!
Magnifica lei e questa storia.
Grazie per aver pubblicato a così breve distanza dal precedente aggiornamento.
Ciao
Claudia

Recensore Master
20/06/22, ore 10:39
Cap. 27:

Cara Capo Rouge, dopo la ferale notizia appresa da Oscar, in questo tuo nuovo passaggio abbiamo avuto la possibilità di avvertire le varie tappe del dolore di Oscar, la quale non riesce a concepire che possa essere accaduto davvero, non dopo averlo tanto cercato, fuori e dentro di sé. Non riesce a razionalizzare, perché non può rassegnarsi a quella verità che è deflagrata dentro di lei come una bomba. Anche se la febbre l’ha resa più debole nel corpo, la sua caparbia volontà di sapere si sta ribellando ad ogni logica. Lei deve sapere, vuole sapere, ne ha bisogno. E non sente alcun richiamo alla logica, né da parte di Madame Roma, che la sta assistendo e cerca, con fare materno, di farla ragionare, né da parte di Fersen, con il quale ingaggia un colloquio forte, che ha il sapore di un fuoco di fila di domande che premono sulle labbra per uscire e che hanno la necessità di trovare una risposta. Ma nonostante le parole contrite di Fersen, che si accusa in prima persona di aver mandato André, con il carico di polvere da sparo, in una zona di guerra, Oscar non sente ragione alcuna. Continua come una nenia a chiedere la data precisa di quando sia accaduta la scomparsa di André, anche perché la sua mente sta facendo calcoli in base alle lettere che sono arrivate, apparentemente, dopo la morte. Nulla può fermarla e impedirle di sincerarsi di persona vedendo la tomba dell’amico disperso. E così, incurante di tutto e di tutti, degli ordini militari che imporrebbero diverso comportamento, con un piccolo drappello di soldati, al quale si aggiunge anche Fersen, che non può lasciarla andare da sola con le altre due donne, si accinge a ripercorrere il medesimo percorso fatto a suo tempo da lui. In questa occasione la accompagneranno anche i soldati incontrati al forte e che già aveva visto a Brest. Anche per gli stessi soldati Oscar riveste un enigma: il damerino biondo, come lo avevano classificato, quello che aveva accompagnato l’ultima notte francese di André, è lì di fronte a loro ed è una donna, una bellissima donna, che sta scavando per cercare qualcuno di molto importante per lei. Interessante il confronto con Alain, il quale sempre all’erta, ancora non vede perfettamente chiaro in tutta quella situazione, ma è quanto mai deciso ad andare in fondo alla questione. Ritornano nelle menti di un po’ tutti gli eventi di Brest e quel bacio che naviga a vista nei ricordi. Tutti lo hanno visto, ma André ne ha serbato il ricordo come fosse una reliquia, qualcosa di prezioso e unico da tenere nel segreto del proprio cuore e non condividere con nessuno. Neppure quando era stato picchiato quasi a morte si era lasciato scappare qualcosa se non il nome, che è riecheggiato nei momenti di ottundimento, ma niente altro è trapelato da lui.
Ora sono diretti verso quelle stesse zone di guerra, dove la distruzione è ancora così tangibile, sembra addirittura di sentire ancora l’odore della terra bruciata e della polvere da sparo, nonché l’odore del sangue sparso dalle vittime del conflitto. Immagini e descrizioni molto di impatto, che nonostante il tempo passi sono sempre sconcertanti e talmente attuali, poiché morire per una guerra è sempre pura follia.
Intanto giunge anche una lettera da Victor, il quale vuole ricongiungersi con lei lasciando New York, poiché le sorti della guerra sono mutate e lui preferisce essere presente e vicino a lei. La giovane Lua, comprendendo che si tratti di uno scritto dell’uomo che ama, vorrebbe saperne di più, ma Oscar non le dà soddisfazione, seccata che siano sempre gli altri a decidere per lei, quasi fosse una barca che ondeggia fra i marosi degli eventi che, però, non può controllare. Emblematico e altrettanto misterioso il comportamento che tiene verso un falco che sta sorvolando la zona dove si trovano loro. Ritorna alla mente il discorso intavolato, precedentemente, proprio con Alain circa un falchetto che si aggirava sul forte e che sembrava essere tornato dai luoghi dove era perito André. Chissà cosa sta passando nella testa frastornata di Oscar, che agli altri componenti della squadra pare poco lucida, mentre osserva un brandello di stoffa rimasto impigliato in un rovo e il falco si fa presso, quasi che quell’animale libero avesse imprigionato lo spirito di André, tanto da non voler a nessun costo che venga abbattuto. Ora più che mai si sente sola e vuota, domandandosi chi sia lei veramente, e l’unico che, probabilmente, avrebbe potuto darle una risposta ora non può più neanche confortarla.
Come sempre mi sono lasciata condurre dalla tua narrazione che si infiltra, a piccoli ma decisi passi, sotto pelle, avvertendo le emozioni che hanno attraversato tutti i personaggi, smarrendomi anche un pochino di fronte allo scenario di guerra che ci hai fatto scorgere, con immagini quanto mai vivide, quasi tattili.
Non resta che attenderti al prossimo aggiornamento augurandoti un buon inizio di settimana.

Recensore Veterano
20/06/22, ore 10:17
Cap. 27:

Cara Capo Rouge,
Oscar ha avuto l'ulteriore conferma, da Fersen e dagli altri commilitoni, della morte di Andre', ma il suo 'viaggio' non è ancora finito: per concludere lei deve anche recarsi nel luogo in cui è avvenuta l'esplosione e la conseguente morte dell'amico (anche se per lei è molto di più: è tutto).
E, come nell'anime con la presa della Bastiglia, la sua è quasi una missione suicida, con i sacchi di polvere da sparo esposti per attirare quasi un attacco, per rivivere quello che sono stati gli ultimi attimi di Andre'.
E hai ragione: la guerra provoca delle morti terribili e apparentemente senza senso; così è sempre stato.
Fersen si assume la colpa della missione fallita e si chiede, osservando il dolore e lo stato di prostrazione di Oscar, se una piccola e nascosta parte di lui non avesse voluto davvero quella fine nefasta, invidiosa di quel bacio e di quel legame esposti alla luce del sole.
Alain, colui che aveva intuito più di tutti fin dal principio, conferma ad Oscar che lei è stata l'unica, facendo crollare il castello di donne che lei si era costruita nella sua lunga ricerca.
La nuova spedizione è stata sorvegliata dagli indiani, comandati da chissà chi, che scorgendo la figura di Oscar han deciso di non attaccare: e questo dà parecchio da pensare (insieme a quel falchetto sempre mandato in avanscoperta).
Come sempre, complimentissimi per questa tua bellissima storia (perché sminuirla a 'storiella'?) e grazie di tutto. Spero a presto! Un caloroso saluto,
G.
(Recensione modificata il 20/06/2022 - 10:22 am)