Recensioni per
Pur
di Capo Rouge
Ciao Capo Rouge, è proprio così: nessuno di noi conosce il proprio destino, né tanto meno di quello di coloro che amiamo. Ci sono macigni che improvvisamente cadono addosso e che non si possono scansare purtroppo. E allora tutto quello che ci si può augurare è di non essere soli in quei momenti; tutto quello che si può fare per chi amiamo è esserci, tenere una mano e chiedere a Dio di tenerci in braccio mentre attraversiamo la tempesta. |
Complimenti veramente per questo bel capitolo ,finalmente siamo riusciti a capire quello che ha passato Andre perlomeno in minima parte, il suo inferno il dolore che ha provato e l’orrore che ha visto, nonostante ciò continua a proteggerla ,chiunque avrebbe rivelato il vero volto diFersen ma lui no preferisce tenerla nel suo mondo invece che catapultarla all’inferno ,complimenti veramente per il capitolo |
Bentrovata, mio comandante, |
Ciao Capo Rouge, |
Un capitolo all’insegna del dinamismo descrittivo e narrativo. |
“Da qualche parte, lontano, ci sarà pioggia e una nuova stagione. Torneranno i monsoni, verrà il tempo di ascoltare le storie dei marinai e dei pellegrini. E di ammirare ancora il volo dei falchi sugli altipiani” |
Ciao carissima capo rouge🙂, recensisco solo adesso, l'aggiornamento prenatalizio, ma sappi che seguo questa tua storia fantastica fin dall'inizio..forse ho anche recensito qualcuno dei primi capitoli, non ricordo bene... purtroppo negli ultimi mesi ho avuto cose brutte e tristi a cui pensare, mio marito è finito in una brutta truffa di trading on line a giugno, e da allora più che vivere si sopravvive..ma leggere ogni volta un nuovo capitolo di "Pur", non lo dico per piaggeria, mi fa star bene e mi allontana dai guai quotidiani... già le altre tue storie mi avevano appassionato, ma questa è un qualcosa di diverso, di mai visto..quest'ultimo capitolo è un po' di "transizione", diciamo, e forse me lo aspettavo un po' diverso, pensavo anzi di leggere qualcosa più che di Oscar e André, di Fersen, di Girodel e di madame Roma, che dovrebbero essere alla ricerca di Oscar..ma ci sta bene, a pensarci, un capitolo così, perché oscar e André hanno bisogno di ritrovarsi, di "annusarsi" di ricominciare a leggersi dentro..e questo essere fuori dal mondo è il momento opportuno..spero sempre che per loro le difficoltà vengano meno quanto prima, ma ovviamente immagino che la storia è ancora lunga e quindi di intoppi e di disavventure ce ne saranno ancora tante ...mi auguro che il povero André si riprenda dalla terribile esperienza che ha dovuto subire, e soprattutto che ciò che è successo non lo faccia sentire non degno di oscar, e del suo amore..se così fosse, farebbe il gioco di Fersen e di Girodel.. lui, André, è comunque "pur" , puro, di animo e di cuore..e la sua purezza d'animo gli è servita sempre a salvaguardare Oscar..❤️ |
Mi giunge ogni volta estremamente lieta la notizia della pubblicazione di un nuovo capitolo. Cosa posso dire? Solo: complimenti! Bazzico da queste parti da pochi mesi, ma ho regalato (più che volentieri) ben più d'un paio di notti in bianco alle tue storie, per quanto mi ha irretita la loro lettura. Mi piace molto il tuo stile di scrittura e la tua capacità di congegnare trame in cui tutto si tiene a meraviglia. |
André ha vissuto un' esperienza atroce, è naturale che sia cambiato e anche Oscar lo veda. Ma lei sta iniziando ad innamorarsene, anche senza ammetterlo.. |
Anche se in ritardo, ti voglio lasciare il mio commento. Finalmente ci hai regalato il tanto sospirato incontro. Era nell’aria…Un André molto freddo, più freddo del manto di neve che ricopre una splendida natura incontaminata. Chi è diventato, ora, André? E chi è stato in passato? Troppi dubbi per Oscar. Purtroppo non credo avrà le sue risposte. André ha qualche segreto che non sembra disposto a rivelare. Sappiamo che il suo amore per Oscar è rimasto intatto. Lei la conosciamo, ci tocca attendere che il suo cervello faccia pace col suo cuore. In poche parole, dobbiamo sperare in un miracolo. Finalmente assistiamo ad una bella litigata, non sopportavo più il falso senso di colpa e i salamelecchi di Fersen, la falsa accondiscendenza di Girodelle, le adulazioni di Madame Roma. Ipocriti! Trattano Oscar come una stupida bamboletta di pezza, senza volontà propria, manipolabile, solo per raggiungere i loro stupidissimi traguardi. Avrebbero bisogno di una grandissima lezione da ricordare per sempre. Le lettere… Se ho ben capito, oltre alla nonna, vi sono altri due destinatari. Abbiamo un indirizzo di Parigi…quasi…una locanda…tutti i nostri protagonisti che chi per un motivo, chi per un altro… Poi c’è Amalie con la sua storia in sospeso. Amalie deve avere un suo perché nel tuo romanzo, perché tale è, un romanzo giallo con troppi indizi o troppi pochi che dirigono in tutte le direzioni. Secondo me, è possibile che Amalie abbia incontrato André nelle cucine della Reggia, la notte prima della sua partenza. La cicatrice di André mi sembra quella dell’anime e quindi mi chiedo chi mai potrebbe nascondersi dietro la maschera del tuo “Cavaliere Nero”. Fersen mi sta antipatico (a me non è mai dispiaciuto completamente, era solo un po’ noioso e superficiale). Le sue argomentazioni non hanno nessuna logica e il suo intento è stato sempre quello di isolare André dagli altri commilitoni ma penso che lui lo abbia capito e abbia accettato la sua proposta per scoprire le sue vere intenzioni. Oscar credeva che trovando André avrebbe ritrovato sé stessa ma nessuno può rivelarle chi è Lei veramente, neppure André. Questo è un percorso che deve affrontare da sola. Non è ancora tempo per loro…se mai ci sarà un tempo per loro. Ti faccio i miei complimenti per le sensazioni che mi trasmetti, per tenere occupata la mia mente, mi sento quasi “La signora in giallo” un po’ imbranata. Scrivi divinamente e la trama è tanto intricata quanto intrigante. Sempre bravissima. P.S. Non vedo l’ora di scoprire come ha fatto Fersen a diventare vergine e André ad andare a letto con tutte le donne che ha incontrato sul suo percorso. |
Ciao Capo Rouge, questa recensione si aggancia un pochino anche alla risposta che è seguita la mia precedente recensione a “Di cavalli e alfieri” e prosegue nella sua scia. |
Allora, resta… |
Entangled, letteralmente impigliata nel paradosso quantistico di un mondo dove non ci sono coincidenze ma solo sincronicità. Non vi è casualità nell’armonia organica che stretta lega il legame, annulla tempo e distanza, lo stringe nella sua mano, nel suo olfatto, nelle sue ossa, ancora più vero che se luogo e tempo fossero uno. Tutto ancora trattenuto dentro, con il lume che si spegne e la filosofia che si perde al buio lasciando che la poesia trovi luce nei gesti di chi sa accogliere sui passi il proprio notturno. Tutto nel mentre, in un tempo continuo e a ritroso, ricomponendo frammenti di tutto, a sfidare la rete del disinganno. |
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Nell’attesa eterna del nome, lo spazio è un subbuglio ricolmo di vuoto colore, intenso e polarizzato, monocromo del nero sul bianco di un registro. Solo, il soffio caldo di altri amanti apre le labbra scure alla bonaccia dal sentore di morte, con il tempo racchiuso e rappreso nel batacchio di Emmanuel, impaziente e sordo allo stesso richiamo. |