Recensioni per
Pur
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 869 recensioni.
Positive : 865
Neutre o critiche: 4 (guarda)


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
16/06/21, ore 10:40
Cap. 15:

Ciao, solo ora riesco a rimettimi in pari e a recuperare i capitoli perduti di questa storia e mi rendo conto che avevo perso punti di svolta importantissimi, anzi essenziali.
Ammetto di essere stata colta (ma sul serio!) alla sprovvista e proprio come André a Ponta Delgada dall’avvenimento che non avevo minimamente previsto e nemmeno lontanamente immaginato. Tutto vero e possibilissimo anche se l’atmosfera onirica e le immagini forti e rallentate mi avevano fatto pensare a un incubo. Tutto vero invece e dall’agguato si è passati poi al rinvenimento del corpo di André, perché davvero sembrava che non avesse più anima, e poi al suo ritorno alla coscienza, e lo strazio e il dolore si sono rinnovati.
In questo capitolo si è giunti alla meta prefissa, alla fine della traversata fisica ma la trama della storia si ispessisce di nuove possibilità, bella storia diverto e che non conosce banalità.
Brava.
Claudia 

Recensore Junior
15/06/21, ore 16:32
Cap. 15:

Cara Capo Rouge, bentrovata!
La lettura è sempre sorprendente, siamo trasportati nella nuova realtà di André attraverso descrizioni ampie e minuziose ma che spalancano l’antro dell’ignoto. Sappiamo cosa si è lasciato alle spalle nella natia Francia, sulle tavolacce di un vascello e in un porto di sventura ma possiamo solo immaginare quali saranno le sue vicissitudini nel “nuovo mondo” lontano da Oscar ma insieme a Fersen.
Personaggio volitivo questo tuo conte, traduce in gesti tutta la sicurezza innata ma anche acquistata, che gli proviene cioè dal suo status, dal rango e dai gradi. Mi piace osservarlo non più solo nei soliti panni di amante della prima donna di Francia e di mille altre “seconde” ma anche per quello che è, cioè un uomo con un incarico e che può anche essere altro da ciò che conosciamo, dal cliché a cui siamo abituati, un uomo, che qui immagino, di una mondanità attutita e di una praticità spiccata. 
Alain invece è proprio lui, non è ancora un amico ma è sulla buona strada. Ricopre già quel ruolo importantissima, si confronta con André, lo provoca e indubbiamente non lo asseconda. 
È bello perché il rapporto è già sincero, poi, la fiducia potrà arrivare col tempo e con la conoscenza dell’altro. 
Chiaro e densissimo di significato è il titolo del capitolo, discorso generico e universalmente valido ma i due parlano in fin dei conti di un sentimento che sta a cuore ad entrambi e che li legherà entrambi, sentimento che ha già legato André, e profondamente, ad un’altra persona ma che si è evoluto e forse involuto, tramutato nel tempo in altro a meno che, in verità, non fosse già altro, un qualcosa di diverso.
André, almeno per me, però è ancora personaggio "d'ombra", uomo che è abituato a nascondere sentimenti e desideri per carattere e per necessità ma adesso non sono più convinta che in questa fiction voglia continuare a farlo.
Qualunque il risvolto, qualunque il destino, so che non sarà banale.
Grazie mille, Clotilde

Nuovo recensore
13/06/21, ore 22:24
Cap. 15:

Ciao Capo Rouge, grazie per questo nuovo, coinvolgente e struggente capitolo. Il nostro André, segnato profondamente dal dolore provocato dalla violenza subita e dalla lontananza, sembra una navicella in mezzo alla tempesta: ondeggia tra la flebile speranza generata da quell'ultima notte a Brest e la disperazione in cui lo getta Fersen facendogli credere che Oscar lo consideri solo un servo, per il quale offrire la vita, ma solo per senso del dovere, con sacrificio, e non invece per amore e, dunque, come un dono. Ondeggia tra il desiderio di annegare e smettere di soffrire e quello di vivere per non farle il torto di morire, anche se poi non sa nemmeno quale futuro potrebbe attenderlo al ritorno, come potranno superare ciò che gli è accaduto. Credo avrebbe davvero bisogno di un abbraccio... ed invece si trova nella più triste solitudine...
Talvolta, tuttavia, faccio fatica a seguire i suoi pensieri: cosa significa che non vuole dare ad Oscar "la soddisfazione di morite"? Perché vuole proteggere (quello che a lui sembra) l'amore di Oscar per Fersen, anche se sa che Fersen la farà soffrire? Perché rendersi schiavo di un uomo meschino che anche Oscar disprezzerebbe se lo conoscesse in profondità? È davvero condivisibile che l'amore per lei e la voglia di proteggere quello di lei per Fersen prevalgano su tutto il resto, anche sulla propria dignità, sull'amicizia dei e per i compagni, sul senso di giustizia? È vero che lei è "tutto"; ma se è "tutto", lei dovrebbe essere ciò che da valore a tutto ciò che circonda André, non ciò che annienta ogni altro legame...
Meravigliosa la lettera scritta alla nonna: è la prima volta che André confida il proprio amore per Oscar a qualcuno: forse il timore di non tornare lo spinge a lasciare nel mondo una traccia di questo sentimento, perché non si perda anch'esso insieme alla sua vita.
Sempre più "grande" Alain, che va oltre le apparenze e cerca di comprendere quest'uomo silenzioso e triste...
Grazie come sempre per il tempo che ci dedichi...È un regalo davvero molto apprezzato! Ciao

Recensore Junior
12/06/21, ore 21:35
Cap. 15:

Buona sera Capo Rouge, dire che questo André è immenso mi pare riduttivo, lo è al punto che non provo nessuna nostalgia per Oscar, o quasi. Leggo avidamente di ciò che accade a lui e non ho voglia di tornare a Versailles, tante sono le emozioni sulla nave che nonmi sentirei pronta calarmi di nuovo nell’apatia “sentimentale” della reggia. Non credo che reggerei alla vista di Girodel!
Ora la mente cerca risposte, fruga nella memoria alla ricerca dei tasselli mancanti che possono definitivamente gettare luce su tutto ciò che è accaduto quella notte, ed è un mosaico di frammenti terribili che inevitabilmente riaffiorano.
Sarebbe altrettanto facile pensare che André possa pensare di porre fine alla sua vita, visione terribile, ma sarebbe da vili e non sarebbe da lui.
In quella buia notte è stata Oscar a tenerlo in vita, è sempre lei che continua a farlo perché morire vorrebbe dire davvero liberare Oscar da se stesso e dubito che sarebbe questo  il nocciolo. 
Se prima era una recluta taciturna, il soldato triste che un po' di simpatia suscitava nel piccolo gruppo di soldati, ora, coscientemente, mette una distanza incolmabile tra se e gli altri, lo fa con quel gesto elusivo sulla presa del compagno, dice loro in un discorso muto di parole che lui è come loro ma diverso anche se non può spiegare il perché, che la sua è stata diversa da quello che loro immaginano.
Trovo comprensibile il suo cinismo e la sua voglia di allontanarsi da tutti, ha innalzato lo schermo su di sè e su di lei,  sul nome “fulgido”.
Mi è piaciuto tantissimo lo scambio di vedute che ha avuto con  e Alain, un chiarimento ombroso dove Alain non trova spiegazione limpida su una scelta che non concepisce, una scelta che rende di nuovo l'altro "servo". Semplicemente inaccettabile.
André mostra un cinismo che non gli avevo mai riconosciuto prima d’ora non dà spiegazioni sulla sua decisione, è semplicemente determinato a saldare un debito che sente di avere nei confronti del conte e se ne infischia di ciò che pensa Alain, le sue ragioni sono più importanti, direi essenziali ma a tempo debito accerteremo anche quello.
Comunque, André, così facendo mi sembra che abbia davvero innalzato mura insormontabili tra sé e i suoi compagni, sicuramente non dimenticheranno ciò che per loro è gratitudine disattesa!
La lettera alla nonna è invece un momento che  strappo di tranquillità, momento intimo e di pura introspezione in cui André torna ad essere un nipote amato. Sono momenti di oasi, quasi miraggi irraggiungibili.
Se Fersen sia così ingenuo da non rendersi conto di quanto le sue parole feriscano, di quanto la sua decisione danneggi André è tutto da vedere... anche lui è troppo cinico, tanto che non gli credo.
Sono arrivati nel Nuovo mondo ora bisognerà vedere se, oltre a guerra certa, troveranno tutti nuove speranze, protagonisti e comprimari, i nuovi se stessi.
Ti auguro un buon weekend.
PrincessLena

Recensore Veterano
10/06/21, ore 21:01
Cap. 15:

Afferro le sillabe d’inchiostro, preziosismi di penna sfuggiti con precisa pesatura alla mano forte e delicata che l’impugna. Piccoli Luigi, doppi Luigi, anche loro d’oro, cerchietti, anzi riccioli chiusi, stretti intorno ai nodi nascosti della trama e che incontrano il pettine e lì si fermano.
Afferro ma non intreccio, non ancora, i fili  abboccolati e troppo corti, mentre, anch’io come André, peso le anime, spiriti ribelli e puri, sfuggevoli alla valutazione, ingannevolmente leggeri, chissà probabilmente insofferenti.
“Nulla si sa ma tutto si immagina!” avrebbe detto Ricardo Reis o chi per lui, e, allora  le mille lucine colorate del mio raziocinio vanno in corto. 
Attracchiamo terra ma siamo in burrasca, i passi non si orientano, solamente consapevoli che un pensiero errante, ultimo baluardo della pazzia, ha tenuto lui in vita. Ora è solo, forse in “autonomia”, morto quanto necessario, ma senza eccedere, mentre confido che rinascerà da ciò che si è salvato.

Intanto, in attesa di leggere il seguito, ti lascio la lirica nella sua interezza.
Grazie e a presto, 
Minaoscarandre 

Autotomia

In caso di pericolo, l’oloturia si divide in due:
dà un sé in pasto al mondo,
con l’altro fugge.
Si scinde d’un colpo in rovina e salvezza,
in ammenda e premio, in ciò che è stato e ciò  che sarà.
Nel mezzo del suo corpo si apre un abisso
con due sponde subito estranee.
Su una la morte, sull’altra la vita.
Qui la disperazione, là la fiducia.
Se esiste una bilancia, ha piatti immobili.
Se c’è una giustizia, eccola.
Morire quanto necessario, senza eccedere.
Rinascere quanto occorre da ciò che si è salvato.
Già, anche noi sappiamo dividerci in due.
Ma solo in corpo e sussurro spezzato.
In corpo e poesia.
Da un lato la gola, dall’altro il riso,
leggero, presto soffocato.
Qui il cuore pesante, là non omnis moriar,
tre parole piccole, soltanto, tre piume d’un volo.
L’abisso non ci divide.
L’abisso ci circonda.

~  Wislawa Szymborska ~

Recensore Junior
10/06/21, ore 12:14
Cap. 15:

Questo capitolo va ben oltre le mie aspettative, non potevo chiedere niente di meglio.
Era assurdo pensare che tutto sarebbe stato dimenticato, che André sarebbe guarito in un sol colpo, purtroppo porterà cicatrici profonde per tutta la vita nel corpo e nell'animo.
Difficile immaginare anche che Alain e gli altri soldati, perché ora sono ben lontani da essere compagni, avrebbero accettato con un sorriso e una pacca sulle spalle la decisione di André di lavorare per il conte di Fersen.
Alain e gli altri sono uomini del popolo, che vedano la decisione di André come un affronto, la loro reazione è più che normale e comprensibile.
Quel nuovo pestaggio sarebbe stato, anche se in modo crudele, un modo per riconciliarsi con i soldati, ma il conte ci ha messo del suo e ora André mi sembra davvero isolato da tutti gli altri. Quei due brutti ceffi non resteranno in cella per molto, vorranno vendicarsi per la punizione subita e lui sarà completamente solo stavolta.
Anche il conte di Fersen ora non mi sembra più un alleato, è lecito il dubbio di André sul fatto che, sapendo ciò che ha fatto per lui, Oscar potrebbe vederlo veramente in tutto il suo splendore; perché il gioco del conte non è chiaro e potrebbe sfruttare questa occasione che gli si è presentata per farsi bello agli occhi di Oscar.
Forse sarà lui il vero cinico e sfrutterà con lei la carta della riconoscenza.
Non mi resta che aspettare e vedere cosa succederà sul suolo americano.

Recensore Veterano
08/06/21, ore 21:23
Cap. 15:

Allora, il nome, àncora di salvezza per non morire.
Perché lei è stata tutto, è tutto. È dannazione e inferno, è salvezza e paradiso.
È stata tutto il tempo del mondo perché non si può misurare l'amore con le ore del giorno. Lei è stata il passato con il sapore di fragola, di magnolia e marsiglia, è stata il tempo trascorso ad innamorarsi di lei. A farla entrare sotto la sua pelle, nel suo sangue, è stata uno sguardo, un battito del cuore che si confondeva con il suo.
È stata vita, è stata ciò che lui era. Un uomo che l'amava in silenzio.
Lei è il presente che lo richiama alla vita, che gli impedisce di cedere a ciò che è accaduto, che rafforza l'assenza.
Lei che, forse, non sarà futuro, che ama l'altro. Unico ricordo l'aver sentito l'eco del battito del suo cuore, una sola volta, forse non rivederla più.
Il nome… il suo nome che è aria, luce, che è lei. Un nome soltanto da cui è impossibile sfuggire, perché senza aria non si vive.
L'altro che ferisce con la sua verità, che si innalza a protettore per lei.
Il viaggio è terminato, un nome, il suo nome continuerà a guidare i suoi passi, perché vi son amori che non hanno tempo né ragione.

Recensore Master
08/06/21, ore 12:32
Cap. 15:

Cara Capo Rouge ben ritrovata, con questo capitolo che ci porta ancora e sempre dentro i pensieri e le sensazioni provate da André. Sembra di essere nella sua testa, con tutti i pensieri che la attraversano e non gli danno un attimo di requie. Un turbinio di sensazioni lo avvolge costantemente, a provare che, anche tentando di mettere un oceano fra lui e Oscar, i ricordi imperversano e diventano padroni di una mente stanca e sofferente. Sofferenza fisica, quella che si porta appresso come un mantello greve, che fa avvertire il suo peso ad ogni movimento. La guarigione dalla violenza subita sta avvenendo, ma con una lentezza che ha il sapore amaro dell’esasperazione. Quella violenza collegata indissolubilmente a lei, a difendere lei, il suo onore, il suo nome, affinché nessuno potesse pronunciarlo in maniera non consona. Il suono delle lettere del nome di Oscar in bocca ad altri è come se lo facessero soffrire, e allora il suo nome continua a riecheggiare come un mantra nella sua mente.Tutto ciò che ricorda, o meglio tutto ciò che lui stesso è, lo riportano inevitabilmente a lei, dalla quale vorrebbe, ma non ne è capace, di allontanarsi, nemmeno con un oceano di mezzo. Ma ora la consapevolezza di essere vivo si sta facendo sempre più forte, aveva scelto di vivere per non farle un torto, nonostante gli eventi accaduti lo avessero provato in maniera indimenticabile. Ma il suo spirito è indistruttibile, sempre legato ai ricordi che la riportano presente, consistente quasi fosse da sempre lì al suo fianco. Mentre lui continua in questo suo modo di essere, qualcuno vorrebbe fortemente sapere, venire a conoscenza di quanto accaduto e soprattutto del perché un nobile come il conte si sia fatto carico di prenderlo sotto la sua custodia. I compagni non vedono di buon occhio la situazione e André, dal canto suo, non fa qualcosa per deviare la loro convinzione che fra i due uomini vi sia qualcosa, di non ben specificato, che potrebbe dare adito a chissà quali congetture in quelle menti semplici che osservano, valutano e decidono di conseguenza. Alain tenta in tutti i modi di intrufolarsi nei pensieri di André, per scoprire le motivazioni del suo comportamento, su chi possa averlo portato ad un passo dalla morte e soprattutto il desiderio di sapere chi sia la persona che ha nominato in continuazione durante il suo delirio. Quel nome, una ossessione. André è recaclcitrante e sempre sul chi vive ma, se desse una minima confidenza ad Alain, teme che forse possa entrare troppo dentro i suoi pensieri e scoprire cosa gli attanaglia il cuore e la mente. Tentativi, per quanto ben concertati da Alain, che però non danno il risultato sperato, avendo conferma che, quand’anche si fosse ritrovato a mal partito, lui e i suoi compagni non si sarebbero prodigati nuovamente per lui. E l’occasione si presenta presto e, anche in questo caso Alain e compagni, anche se con lui in disaccordo di aiutare quella recluta triste che disprezzano per l’atteggiamento tenuto nei loro confronti e che loro fanno afferire alla superiorità, si prodigano ancora una volta, quando André viene preso di mira dai suoi due aguzzini. L’intervento di Fersen e degli altri ufficiali pone fine alla questione, ma il castigo comminato è sproporzionato e solo per i suoi commilitoni e non per lui, che diviene ulteriormente inviso ai suoi compagni di sventura. Fersen afferma di farlo per l’amicizia che prova nei confronti di “Madamigella”, perché il suo servo è una persona a cui tiene molto, anzi immensamente, qualcuno a cui, se accadesse qualcosa, la farebbe soffrire e Fersen vuole preservare Oscar dalla sofferenza, poiché ha compreso che fra loro due esista molto di più di un semplice rapporto padrone servitore, quindi, nella sua logica, se avrà cura della loro amicizia è un po’ come se si prendesse cura indirettamente di Oscar. Questi pensieri arrivati alla mente e al cuore di André non hanno fatto altro che incrementare il suo dolore, nel riflettere che lui per Oscar non potrà mai essere altro, mentre Fersen potrebbe conquistarsi un posto ambito nel suo cuore. Si aggiunge dolore a dolore, sia fisico che morale, senza soluzione di continuità. Bello il pensiero rivolto alla nonna, la quale non sapendo niente di lui, avrebbe potuto anche lei soffrire e quindi quella lettera nella quale, volendo dare notizie di sé, chiede di sapere di Oscar, pregando la nonna di averne cura come se lo facesse per il nipote. Sempre intensi i rimandi al loro vivere insieme, un tripudio di momenti, di odori, di vedute, di sensazioni che, con la tua scrittura, riesci immancabilmente a rendere palpabili e quasi reali. Ci si perde piacevolmente nelle descrizioni che accarezzano frammenti di vita vissuta e che, per un momento, ci riportano in Francia, mentre le navi stanno solcando il mare approssimandosi alla loro meta americana. Ora manca poco allo sbarco e il destino degli uomini imbarcati è segnato, essendo soldati inviati per combattere.
Grazie per questo aggiornamento e per dedicarci il tuo tempo che leggendoti si dilata sempre. Un caro saluto.

Recensore Junior
07/06/21, ore 20:40
Cap. 15:

Sublime, semplicemente sublime, il capitolo e André. Se non lo amassi già tanto mi ruberebbe il cuore ora ❤️
Non potevo credere che davvero lui potesse dimenticare Oscar, o quanto meno relegarla in una angolo della sua mente per non soffrire più. 
Per me uno scenario del genere sarebbe stato inimmaginabile, ma ammetto, io donna di poca fede 🥺, che ho avuto tanta paura che potesse accadere davvero. Sono una stolta.
Oscar è lontana ma lui sta lentamente guarendo o almeno è così per il suo corpo, per l'anima è ben diverso, sarà più difficile e ci vorrà del tempo.
André sta diventando cinico e Alain glielo rinfaccia, non crede più nel prossimo o così da a intendere a noi e ad Alain e chissà se è daveeeo così, ma è bellissimo ugualmente, è più umano e mi fa molta tenerezza e mi fa commuovere.
È strepitoso anche Alain 👏 mi intriga molto e qui il confronto con André è da applausi, curioso come un gatto alla fine non ottiene nulla. Ma a forza di tentativi chissà se non farà breccia!
Ho detto che amo e odio al tempo stesso il conte di Fersen? Ecco ho deciso che oggi lo odio, mi sarebbe piaciuto vedergli fare un bel volo giù dalla passerella, chissà mentre passava da lì uno squalo.
Che bifolco, altro che nobile, ha il tatto di un elefante in un negozio di porcellane.
"Servo"? Aiuta André solo perché è il servo di Oscar? Come se lui fosse una proprietà della famiglia Jarjayes da preservare. Proprio non capisce che ha messo André in guai seri, ora penseranno tutti che è un favorito, se c'era una speranza che i suoi compagni accettassero la sua decisione di essere al suo servizio ora è sparita.
Davvero un gran simpaticone insomma! Ma so che tu i tuoi personaggi li fai amare o odiare, comunque sia non sono mai né vuoti né scontati. Ti leggo e mi chiedo: adesso cosa s’è inventata? Cosa si inventerà?
Bravissima, ti auguro una buona serata, ti aspetto con il prossimo capitolo, ciao
Gattinapelosa

Recensore Junior
07/06/21, ore 17:25
Cap. 15:

Continuo ad apprezzare il tuo stile, il modo in cui, con grande destrezza, affronti il dopo aggressione con tutto il suo “peso” e con tutto ciò che comporta essere sopravvissuti.
Non è faccenda delle più facili da scrivere e spiegare perché, seppur la violenza non ha “genere”, non ha sesso, se essa fosse accaduta ad un personaggio donna, immagino che sarebbe stato più facile immedesimarsi nelle emozioni e nel modo in cui si affronta una simile violenza.
Si legge più sovente di aggressioni a donne piuttosto che a uomini.
André è un uomo, tutto è più difficile da comprendere, da far comprendere ai lettori, non saprei spiegarmi se gli uomini reagiscono in maniera diversa da come farebbero le donne.
Sembra che tutto sia sepolto nella memoria, i ricordi ci sono, affiorano lentamente e fanno più male delle ferite del corpo. L’unico rifugio dalla realtà è cercare ancora Oscar, che diventa unico appiglio nel buio in cui rischia di sprofondare.
André è più cinico, sembra non credere più nemmeno nell'amicizia, non cerca l'aiuto di nessuno, nemmeno nel momento di profondo pericolo.
Ma in questo capitolo mi ha colta di sorpresa Fersen, se prima pensavo che fosse davvero spinto da buoni sentimenti, ora non ne sono più sicura, bel personaggio comunque.
È un discorso strano il suo, il ricordo di ciò che era stato un gesto di sacrificio per salvare un amico, ridotto ad un semplice atto di senso di responsabilità, di un nobile che difende l'onore del suo casato messo in ombra da un servo.
È un calcolo ben ponderato quello di Fersen? Prendersi cura di André, proteggerlo affinché Oscar possa vederlo come un eroe o lo sta facendo davvero per lei?
Di sicuro c'è che ormai sono in America e che ciò che riserva il futuro per i soldati sarà la guerra.

Complimenti

Ipazia

Recensore Master
06/06/21, ore 16:35
Cap. 15:

André è in una situazione paradossale: protetto da Fersen per ordine di Oscar, non riesce a staccarsi da lei nemmeno andando in guerra oltre un oceano! E la sua posizione coi commilitoni sta peggiorando.

Recensore Veterano
01/06/21, ore 14:15
Cap. 1:



Gentile Capo Rouge,
In questi ultimi mesi ho letto tutte le tue storie e mi sono piaciute  davvero tanto, perciò mi sembra doveroso lasciarti una recensione.
Innanzitutto, scrivi divinamente e adoro il tuo stile, anche se all’inizio ho dovuto farci un pochino l’abitudine perché è molto originale e veramente introspettivo (caratteristica che peraltro adoro). I tuoi non sono semplicemente racconti, ma sono degli splendidi romanzi, scritti così dettagliamente da rapire tutti i cinque sensi del lettore.
I più sentiti complimenti per la tua strabiliante fantasia: sei riuscita a intrecciare perfettamente episodi e personaggi usciti dalla tua penna con i fatti storici e i personaggi presenti nell’anime/manga, senza stravolgere la trama e dando al tutto la tua personalissima impronta. 
Quando ho iniziato a leggere la tue opere sono letteralmente rimasta incollata dall’inizio alla fine.
Ho decisamente apprezzato la caratterizzazione che hai dato ai tuoi personaggi.
Per esempio, Andre’ e Alain sono molto più ispirati alla versione del manga che a quella dell’anime, e devo dire che questa cosa mi è piaciuta tantissimo. 
Con te Andre’ finalmente è sceso dal piedistallo su cui era stato collocato nell’anime e ha perso la sua aurea di perfezione (in fondo anche lui e’ un uomo e non un santo!) e l’ho trovato veramente splendido nei suoi difetti, nei suoi sbagli e nella sua umanità, pur restando semplicemente divino e sublime nel suo sentimento verso la nostra Madamigella. E’ inevitabile amarlo e persino odiarlo in certi capitoli! Complimenti! Sei riuscita a rendere imprevedibile e sfaccettato un personaggio divenuto ormai scontato e piatto, per certi versi.
Per non parlare di Alain, il mio personaggio preferito, ossia Oscar al maschile. Nella  tua visione, come nel manga, prevale l’amore per la nostra eroina sull’amicizia che lo lega al Grandier. Alain la ama profondamente fino alla morte e in lei vede la personalizzazione degli ideali della Rivoluzione in cui crede con tutto se stesso. Che meraviglia! Pure Oscar, quando tutto sembrava perduto, ci ha fatto un pensiero, e se Andre' fosse veramente morto li avrei visti bene come coppia; ma  l'amore tra Oscar ed Andre e' qualcosa di invincibile ed ineluttabile e non può esserci altra storia.
Oscar si commenta da sola: e’ semplicemente lei ed ed e’ splendida. Non può essere inquadrata in nessun ruolo o seterotipo, lei può essere tutto: guerriera, amante, moglie e madre. Senza etichette e senza perdere la sua essenza. 
Ho amato la tua “Paris”: il tuo stile gotico e molto dark, da thriller; la precisione con cui ha descritto i luoghi, la città (mi pareva di essere davvero lì); i “cattivi” di tutto rispetto che sei riuscita creare, che nulla hanno da invidiare a quelli dell’anime (e forse sono anche meglio!).
Il tuo prelato Tichinov/Rasputin, con il suo “esercito” di figli al seguito, era semplicemente da brivido.
Che dire, sei riuscita anche a farmi odiare la dolce Diane e a farmi piangere per l’assassinio della piccola Mimose.
Ho adorato i tuoi soldati della guardia: Voltaire, Romanov, e Lasalle.. non riuscirò più a immaginarmeli diversamente. 
Mi chiedevo come, dopo averci portato Saint Petersburg, ce l’avresti fatta a farci tornare in Francia per tempo, ma alla fine  sei riuscita ad intrecciare il tutto magistralmente.
Con “If”, la prima delle tue storie che ho letto (e riletto), ci hai hai fatto capire che non basta una notte su un fiume di lucciole per “fare” una coppia, per quanto essa possa essere ben assortita in partenza. Ho amato alla follia l’evoluzione dei protagonisti, le loro crisi, le loro rinascite e il loro sentimento indistruttibile, e trovo che tu abbia decritto sublimemente i loro momenti d’amore non solo fisicamente (sarebbe riduttivo), ma anche con una forte connotazione spirituale.
Il generale Bouille e Monseigneur sono “villains” di tutto rispetto. E’ impossibile non odiarli. Per non parlare dell’Olandese (con quello che ha fatto alla nostra beniamina, poi...). 
Invece mi sono piaciuti molto i personaggi di Carmilla, di Sir Joseph Hornett e di Joria (anche se, devo ammettere, ogni tanto l’ho odiata un pochino). Ho adorato il dolcissimo Martin e ho pianto a non finire al momento della sua fine. 
Anche qui sei stata ricca di inventiva e hai architettato un prosieguo veramente coinvolgente e avventuroso alla storia della Ikeda. Un capitolo tirava l’altro, letteralmente.
Un’altra cosa che mi ha colpito delle tue storie e’ che non risparmi nulla al lettore: descrivi momenti di violenza (in “If” ad Oscar e in “Pur” ad Andre’) che colpiscono e scuotono profondamente. E la cosa può essere tollerata o meno. A me sinceramente non dispiace, anche se, devo ammettere, al primo impatto ho avuto un piccolo shock in entrambi i casi, ma la vita non è una favola. Non hai paura di osare e fai benissimo.  Anche perché tutto e’ inserito ad hoc, in funzione del tuo personale disegno. 
Mi sono piaciuti molto anche i tuoi “One shot”. Il mio preferito in assoluto e’ “Fa’ come ti pare”: non avevo mai pensato a una piega del genere per quel particolare momento (sensualità e passione ai massimi livelli), anche se alla fine si scopre che era tutto un sogno. 
Ho apprezzato anche “Un insolito Cupido”, mia ultima lettura, come sempre originale e molto coinvolgente. Sei riuscita a farmi disprezzare persino il bel Fersen (il tuo e’ più sveglio, si accorge di Oscar, non come nell’anime/manga dove non se la fila di striscio...)!
Al momento sto leggendo il tuo “Pur” e dopo lo ‘shock’ del penultimo capitolo sono davvero curiosa di vedere come proseguirà la tua storia e so già che non rimarrò delusa.
In questo caso i personaggi sono più giovani e immaturi: Oscar non e’ ancora cosciente del proprio amore per Andre’ ed è molto confusa; Andre’, dal canto suo, è pienamente cosciente del suo sentimento e prova a mettere le distanze dalla sua amata imbarcandosi per l’America (come ha fatto Fersen nell’anime con la Regina); Fersen, invece, come in “Un insolito Cupido” si è accorto della nostra eroina e si sente  accomunato a lei dalla solitudine; Alain e’ ancora giovane, ma già molto sveglio e riflessivo. Non vedo l’ora di vedere come evolveranno i personaggi e le dinamiche tra loro.  
Spero di aver detto tutto e di non aver dimenticato nulla, senza diventare prolissa, anche se gli apprezzamenti da fare sarebbero infiniti.
I miei più sentiti complimenti e spero a presto.
Galla88
(Recensione modificata il 01/06/2021 - 02:20 pm)

Recensore Junior
14/05/21, ore 08:24
Cap. 14:

Cara Capo Rouge, il capitolo è testimonianza fedele della tua bravura e originalità, non solo è una pregiata rilettura dell’episodio di Saint-Antoine, come già egregiamente esposto da Sacrogral nella sua recensione (concordo su tutto quanto detto!), ma lo è anche del famoso agguato dell’armeria. Unisce i due momenti di “confessione” in un unico episodio “rivelatore”, con il protagonista che appunto confessa l’inconfessabile, sintetizzando la verità, nascosta e segreta, in un nome dalla potenza micidiale e quasi vuotando il sacco in un sol sospiro a chi non è ancora suo amico. Alain o Fersen, non fa la differenza. 
Con un nome e poche altre parole sbrogli quasi l’equivoco venutosi a creare in questa fanfiction e affidi a Fersen l’importante compito di farlo, direi quasi di provarci, perché, il conte, io lo vedo  come un personaggio “tramite”, dove tutto può avvenire attraverso lui, personaggio che sta crescendo di capitolo in capitolo e che stai modellando a dovere attribuendogli connotati forti e assolutamente ben delineati.
Difficile commentare invece della sofferenza di André, nulla da dire o eccepire, raccontata in maniera eccelsa, senza eccessi o difetti, con parole scelte, raccolte in una sintassi “leggera” eppure ricercata, soave, intricata e toccante. La tua è una scrittura che non si incontra spesso, specialmente in un sito amatoriale come questo.
I miei complimenti sono superflui ma non per questo meno sentiti, continua così. Brava!
Ciao, Clotilde

Recensore Veterano
11/05/21, ore 10:05
Cap. 14:

“Ogni cosa vivente, ogni foglia ogni uccello, è viva solo perché contiene la parola segreta della vita. Questa è l’unica differenza tra noi ed un pugno di creta: una parola.” 
Max Vanderburg, Storia di una ladra di libri ~ Markus Zusak ~

Il suo nome è la parola che è tutto, un’aggressione anelito di vita, apocalittico e dolce, ma è perla di una collana che non si può infilare, rotolata a terra sotto l’ingombro del silenzio imposto. È anche il corredo di una frase che non lascia scampo e, in una catastrofe di profumi, lacrime e immagini, battezza il momento del ritorno al mormorio basso di vita, rigagnolo di sangue e nulla più, infilato nelle crepe di un uomo “rotto”.
Qualcuno direbbe che la parola muore appena detta, ma io dico che solo in quel momento comincia a vivere conferendo a tutto un senso.
È come quella furtiva mano della poesia di Pessoa, di cui qui ti lascio i versi, evocativa di vuoto, di essenza e assenza, pieno.

Furtiva mano di un fantasma occulto
fra le pieghe del buio e del torpore
mi scuote, e io mi sveglio, ma nel cuore
notturno non trovo gesto o volto.

Un antico terrore che insepolto
porto nel petto, come da un trono
scende sopra di me senza perdono,
mi fa suo servo senza cenno o insulto.

E sento la mia vita di repente
legata con un filo di Incosciente
a ignota mano diretta nell’ignoto.

Sento che niente sono se non l’ombra
di un volto imperscrutabile nell’ombra:
e per assenza esisto, come il vuoto.

Alla prossima, 
Minaoscarandre 

Recensore Junior
07/05/21, ore 21:13
Cap. 14:

Il capitolo precedente, lo ammetto, mi aveva spiazzato. Tanta l'intensità, tanta la bravura nell'affrontare, senza descrizioni pruriginose o volgari, un argomento così delicato.
Non potevo non recensire questo capitolo, perché un filo di ansia per il destino di André, anzi più di un filo, nel lettore lo avevi instillato. Quella tensione resta alta anche dopo aver scoperto cosa gli è accaduto, che si è salvato.
Emblema dello stato in cui si trova il suo animo è quella camicia che Oscar aveva indossato, e ne conservava il profumo e quasi l'impronta, che ora è ridotta a brandelli, esattamente come il suo spirito. Immagine forte quanto inequivocabile ed evocativa.
Un braccio si può ricucire, le ferite del corpo si rimarginano e guariscono, con il tempo anche la cicatrice sulla pelle sbiadisce, il ricordo del dolore fisico resta una lontana eco ma lo spirito, quello, dimentica mai davvero? Il trauma non può non lasciare strascichi e la corazza inizia ad essere costruita per allontanare ciò che André è stato, perché è l'unico modo per sopportare l'oltraggio.
E così un altro André emerge da quella terribile prova, un André che allontana Oscar dai pensieri, che cerca di dimenticare il bacio, ora è lontano da lei.
Mi ha colpito la sua volontà di non voler nemmeno pronunciare il di lei nome; accetta la proposta di Fersen ben sapendo che è un modo per ringraziarlo dell'aiuto ricevuto. Sa che il gesto di  Fersen è stato mosso da altra ragione e così si pone al servizio di Fersen, sacrifica la sua libertà per onorare lei e l'amicizia che la lega a Fersen.
Fersen che è un po’ un enigma, sono convinta che apprezzi sinceramente André, gli aveva offerto quella opportunità anche prima, quando André non aveva nessun debito di gratitudine nei suoi confronti. Capire cosa spinga davvero Fersen è prematuro, di sicuro c'è Oscar tra loro perché entrambi la desiderano. Di sicuro André la ama Fersen chissà. 
Bellissimo capitolo.
Ipazia