Recensioni per
Pur
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 869 recensioni.
Positive : 865
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Master
07/06/22, ore 09:46
Cap. 26:

Cara Caporouge,
Si, si... va bene...
E' arrivata la conferma ufficiale, cioè d' ufficio, ma io (che ho una passione sviscerata per uffici, registri, tamponi d' inchiostro, cancelleria in generale... e al contempo una vera repulsione per tutto questo, che sa troppo di rito, di prassi, di faccende posticipate o azzardate, di polvere, di "dicktat superiori", di tempo perso inutilmente...) non ci credo comunque!!! Non ci crederei nemmeno se di botto mi apparisse un totem davanti ad occhi e resto del corpo! Io "vedo" e sento nenie sciamaniche e boschi dimenticati... immensità nascoste in cui ogni guarigione o convalescenza o, addirittura, rinascita, spirituale e fisica (messi in questo ordine non a caso), sono possibili.
Beh... complimenti, convinti e anche un po' intimoriti! Grande capitolo!!! L' avevo tanto atteso e mi è stato di vera soddisfazione.
Un caro saluto

Recensore Master
07/06/22, ore 08:32
Cap. 26:

Un mezzo colpo di scena, cara CapoRouge, o meglio, due colpi di scena e mezzo, che ci lasciano stupiti e sgomenti: finalmente una Oscar, ferita, provata, indebolita, febbricitante, entrata fortunosamente nel territorio delle "Six Nations", ritrova Fersen. Ed è un Fersen che sembra riproporre, pensando a Maria Antonietta, le parole che la regina dice di lui nell'episodio 22 rivolta a Oscar ("Ora riesco a pensare a lui in modo diverso"): la ama, come si amerebbe il vento fresco, la brezza, la pioggia primaverile, ma non più con la passione accanita e bruciante con cui si ama una donna.
E quell'abbraccio a Oscar, quelle parole sussurrate...
Ma ecco il secondo colpo di scena: i tre soldatacci di Brest, rivisto il damerino, capiscono - il tuo Alain, mutatis mutandis, ha sempre il radar per le donne - che l'efebico, affascinante, ambiguo ed etereo giovane che avevano procurato per una notte al loro taciturno compagno è una donna. E, fra l'altro, scopriamo che André, certo per asseverare la menzogna, aveva anche inventato, a beneficio dei compagni, una serie di prodezze da raccontare come resoconto della notte trascorsa con quella affascinante creatura.
Che cosa accadrà ora? Non credo che il pericolo per Oscar venga solo dalle tribù indiane o dagli inglesi; immagino anche che, se i soldatacci sapessero quanto oro trasporta il giovane colonnello, il pericolo decuplicherebbe...
Sicuramente, non mi aspettavo che Fersen asseverasse la notizia della morte di André! Ma.....tutto può essere accaduto: anche che il Conte abbia ricevuto anch'egli indirettamente quella notizia, senza aver assistito a quella morte. Come e perché si sia separato da André, che, sulla nave, aveva scelto come suo segretario, ce lo dirai, spero, presto.
Un saluto e a presto,
d

Recensore Junior
07/06/22, ore 07:11
Cap. 26:

Ciao Caporouge, che storia incredibile!! Azione, avventura, mistero e passione tutto sapientemente intrecciato. Questo viaggio dell'anima, oltre che fisico, ha fatto capire ad Oscar che non può essere separata da André, che la loro storia non può essere scritta diversamente. Purtroppo però Fersen conferma la sua morte...sinceramente io, come Oscar, non credevo alla sua morte ma ora la confessione del conte mi ha gettato nel buio...sarà questa la verità? Avevo dubitato della sincerità di Girodelle ma ora mi sono ricreduta, almeno per quanto riguarda la morte di André. Ma neanche Fersen mi ispira fiducia. Ogni capitolo è una nuova scoperta. Aspetto con ansia il prossimo. A presto.

Recensore Master
06/06/22, ore 23:03
Cap. 26:

André morto? Non ci credo! Certo che i compagni di battaglia di André sono lenti, ma ci sono arrivati..

Nuovo recensore
07/05/22, ore 15:39
Cap. 25:

Finalmente finalmente il nuovo capitolo, adoro questa storia che ti tiene sempre con il fiato sospeso . Bel capitolo incentrato sulle donne, mi piace Lua col suo amore possessivo per Victor e anche Madame Roma che si accontenta del suo uomo ma é l’inconsapevolezza di Oscar che si ostina a dire di non amare Andre , invece fa di tutto per lui, a farla da padrone è tutto e tutti lo riportano a lei e pure madame Iris che con la sua frase “avervi messi uno accanto all’altro voi sareste luce e lui ombra” fa sembrare , anche a sconosciuti, quanto siano affine e uniti . Che dire aspetto sempre più ansiosamente il nuovo capitolo, che spero non tardi ad arrivare grazie Capo Rouge per questo magnifico romanzo

Recensore Junior
05/05/22, ore 10:47
Cap. 25:

Cara Capo Rouge, buongiorno!
Cambiamenti e capovolgimenti di situazioni sono sempre all’ordine del giorno in questa Pur. 
Un capitolo di donne, fatto di donne, perché sono loro che tengono in mano il “pallino” di questo gioco in cui le bocce non sono mai ferme. O la va o la spacca adesso che si ritroveranno in missione da sole dovranno per forza fare squadra altrimenti prevedo guai a non finire! Comunque non mettiamo mai limiti all’avventura.
Il carattere forte di Lua è una bella scoperta, non che me l’aspettassi più docile, non con la vita che deve aver vissuto, ma la sicurezza con cui espone quel che pensa, la capacità con cui scruta dentro all’interlocutore non sembra conoscere tentennamenti e timidezze. Mi piace, come mi piace anche tutto il resto. Brava!
A presto,
Claudia

Recensore Junior
04/05/22, ore 20:33
Cap. 25:

Cara Capo Rouge, scrivo un’impossibile lettera, un po’ ironica e scherzosa, aperta a Girodelle:
Mio carissimo, ti invito a rivedere la tua posizione di gelosia verso André! Rifletti su questo bellissimo motto, “sempre mezzo passo indietro”, che l’autrice ha meravigliosamente coniato, e che ha fatto di te il suo più importante rappresentante e convinto proselite ma di cui chissà se ne hai capito il senso! Senza offesa mio caro Victor ma non si può desiderare per sé di essere quello che non si è perché il rischio è di replicare, stile pappagallo, gesti e parole dell’altro senza aver capito chi era l’altro, cioè André! Senza aver capito il senso dell’altro.
Basta col tuo voler essere al posto di un servo (lo so, lo so, caro Victor che sei fedele all’originale, dove glielo avevi detto proprio tu ad Oscar di voler essere suo servo) anche perché l’autrice sta lavorando duro a riguardo, e soprattutto perché in realtà, lui, il servo, servo, non è mai stato!
Perché, a guardarlo bene, André non è veramente mai stato un “mezzo passo dietro” ad Oscar, perché lui non si è mai sentito inferiore a lei né tantomeno lei lo ha mai considerato tale. Fisicamente le sarà stato alle spalle ma come persona ed essere umano non proprio precisamente.
Non sarà invece che quella mezzo passo avanti è sempre stata lei, Oscar? Per sua natura, per suo modo di essere, per i valori che ci ha tramandato e che rappresenta?! Non sarà che André è sempre stato l’unico capace di affiancarla e di essere a passo con lei, di essere suo pari?
Con questo mi chiedo se  Girodelle sa chi era davvero André. Mi domando se ha imparato a conoscere chi è davvero Oscar, perché è invece lui ad arrivare in ritardo su di lei sempre e proprio come succede in questo capitolo.
Lei è già corsa via, altro che mezzo passo avanti! È corsa via nelle parole, nei discorsi, nei pensieri e in ultimo anche nei gesti, perché lei non accetta di non conoscere la “dannata storia” dove lui, André, non è più con lei, non mezzo passo avanti e nemmeno mezzo passo indietro. “Con scatto felino e agile mossa” ha già colmato la distanza nella direzione giusta, quella dove vuole andare lei e senza che Victor se ne accorgesse.
Altro che mezzo passo indietro, ora Victor dovrà correrle dietro!
Comunque questo Girodelle mi piace assai, è diecimila passi avanti a quello dell’originale, è molto più determinato di quello e, se questa non fosse la storia di Oscar e André, potrei anche spingermi a tifare per lui nonostante trovi difficile fidarmi di lui.
Il personaggio non è avulso dal dispensare lusinghe (generoso da parte sua voler accogliere su di sé parte del dolore di Oscar ma, per me, è stata una specie di doccia fredda!) e, confesso, memore delle parole del tuo buon vecchio Dorian, di averne un po’ paura, che ormai lo sappiamo bene le lusinghe sono il divertimento preferito del Demonio. 
Spero ovviamente e vivamente di sbagliarmi e mi rimetto alla volontà della somma autrice.
Aspetto, sempre entusiasta, di leggere nuovi sviluppi, ti saluto.
A presto 
Lena
(Recensione modificata il 04/05/2022 - 08:39 pm)

Recensore Junior
04/05/22, ore 15:35
Cap. 25:

Ciao Capo Rouge,
un capitolo incredibile che diventa subito uno dei miei preferiti.
Girodel mi ha intrigato dal primo capitolo, qui ha superato ogni mia aspettativa.
La sua sincerità verso Lua era volta a mettere in guardia la ragazza, a non illuderla, ma metteva al riparo anche la sua coscienza.
Ritengo il suo comportamento corretto, difficile prevedere a cosa aspiri l’altro in una relazione, impossibile impedire all’altro di provare dei sentimenti.
L’alternativa è quella di arroccarsi in un mondo di solitudine, senza amore, molto lontano dal mondo di Girodel.
La totale sincerità è impossibile da ottenere, soprattutto verso se stessi.
Girodel ha la sincerità di ammettere alcune verità sul suo rapporto con Oscar, ammette con se stesso la sua gelosia verso André, una gelosia nata solo quando André è partito, quando la notizia della sua morte lo ha reso per la prima volta un pericolo ai suoi occhi.
Ha una visione più vera di Oscar, in questo capitolo è davvero strepitoso il modo in cui riesce a vedere Oscar.
Ha mostrato anche onestà e correttezza non leggendo nessuna lettera di André, Girodel avrebbe potuto aprire anche solo una di quelle lettere per carpire qualcosa del rapporto tra André e Oscar, per usare a suo favore anche solo un piccolo particolare che avrebbe potuto scoprire.
In questo frangente ha mostrato sincerità verso se stesso, la nonna e la stessa Oscar.
Cresce ad ogni capitolo e mi piace sempre di più questo Victor Clement Girodel.
Girodel sta iniziando a capire meglio se stesso e Oscar, resta sempre l’incognita Lua.
Anche Lua, seppur figura minore, sta mostrando un carattere poco sottomesso, una ragazza la cui determinazione l’accompagnerà nel viaggio che sta per intraprendere.
Sembra aver compreso anche meglio dello stesso Girodel alcune verità che l’altro non vede.
Di sicuro il suo amore per Girodel non sembra essere una infatuazione passeggera, il suo doloroso passato l’ha portata a considerare l’amore in modo diverso da quello di Girodel.
Ogni personaggio ha un suo modo di amare, anche Madame Lemonde ha scelto, o dovuto scegliere, che tipo di amore vivere.
Oscar è maestosa, questa volta è stata abile nel nascondere una parte della sua missione, ha sfruttato l’effetto sorpresa impedendo a Girodel di seguirla nel compimento di ciò che Maria Antonietta le ha chiesto di compiere.
Una missione che sta a cuore ad una donna affidata non solo ad una donna, ma a chi può comprendere la richiesta.
Ci vuole del vino per far, finalmente dico io, venir fuori la rabbia che cova da tre anni verso André.
La rabbia perché André ha rotto quel legame tacito e non che li univa, ci sono molte cose che Oscar ancora non ha capito su ciò che è successo nell’animo di André.
È il primo passo per iniziare il vero viaggio, la rabbia può essere la giusta spinta.
Bellissimo capitolo.
Ipazia

Recensore Junior
04/05/22, ore 11:02
Cap. 25:

Se fosse uno slogan sarebbe qualcosa di molto simile a Ulisse docet, il senso è che il personaggio ha insegnato tanto e tanto possiamo ricondurre al suo viaggio per spiegare e darne senso ad altri e quindi anche a questo di questa fiction.
Mi prendo la libertà di ricalcare i rimandi di matrice letteraria di questo tuo spunto eccelso (l’ennesimo) e scelgo di riciclare le parole di un grande uomo di lettere quale è Kundera che, nella sua Ignoranza, disse: “Omero rese gloria alla nostalgia con una corona d’alloro e stabilì in tal modo una gerarchia morale dei sentimenti. Penelope sta in cima, molto al di sopra di Calipso”.
Ma Calipso, anche lei, ha amato Ulisse ed ecco che l’amore di Lua, allora, si ribella al mito e alla storia, non vuole perdere al cospetto di altri amori più importanti e meritevoli di essere vissuti alla luce del sole.
Ognuno di noi, se capace di amare, quando è capace di amare, ama a suo modo ma ama comunque. Cosa ci può essere mai di sbagliato nell’amore?
Nel caso di questa storia però le coordinate sono spostate, ci ritroviamo infatti al cospetto di una Itaca vuota, dove il sentimento nostalgico del ritorno ha cambiato indirizzo perché Penelope ha deciso di essere esule e perché la nostra novella Ulisse, in tutta probabilità, arriverà alle stesse conclusioni dell’Ulisse di Pavese quando diceva a Calispo che quello che lui cercava, lui l’aveva, come lei, nel cuore.
Io ci spero sempre per la nostra Ulisse.
GdM

Recensore Master
03/05/22, ore 17:06
Cap. 25:

Carissima, un capitolo solo apparentemente di stallo, questo, che ci mostra il lento avvicinarsi delle navi francesi alla costa, i piani per lo sbarco, e, intanto, il magma che si addensa nel cuore di quanti hanno solcato il mare.
Il tuo Girodelle mi piace sempre più: apprezzo e amo lo spessore che dai a un personaggio penalizzato nella storia originale, nell'anime che ce lo ha fatto conoscere. Mi piace che sia ambizioso nel desiderio, e che lo sia senza vergogna, ammettendolo serenamente:
"Victor Girodel era un uomo…
Puro a suo modo…
Limpido come sa esserlo il demonio che mostra di non temere la propria avidità e anzi ne fa vanto e vessillo".
Amo questo nobile ambizioso che teme ed esita a farsi scoprire con Lua: teme non la gelosia di Oscar, ma che Oscar non sia affatto gelosa, memore in questo dell'avvertimento di Madame Aleksandra Roma, che pure l'aveva ammonito, dicendogli che se Oscar cerca l'amore, allora per lui è davvero finita.
Mi piace molto il discorso sulla "ingannevole sincerità": una delizia di scavo psicologico, su cui Oscar stessa avrà modo di riflettere.
E poi, c'è quel bacio, non strappato, non estorto, quel bacio che suggella la riflessione di Oscar ("Lei avrebbe mai amato Victor Girodel?
Di quell’amore calmo e candido, senza voce e senza vibrazione alcuna, che protegge dalla solitudine e dagli affanni della vita?").
Amo anche questa Oscar ardimentosa come la conosciamo, pur se travagliata dai dubbi, Oscar che vuole fare da sola: certo è anche saggio il proposito di avventurarsi nell'interno del continente, verso la regione dei Grandi Laghi senza dare troppo risalto al proprio viaggio, ma solcare una terra sconosciuta con una grande somma di danaro, sia pure inferiore al vertiginoso totale trasportato dalla Francia, è pur sempre assai rischioso. Ma, Oscar, lo sappiamo, nel rischio ci sguazza: il rischio è "il marchio vivo dell'educazione ricevuta". E soprattutto è disposta ad affrontarlo per trovare André, o meglio, per cercare di mettersi sulle sue tracce - se davvero è morto -, per scoprire chi sia quella donna che egli amava e in nome e per la quale si era arruolato. Quelle parole che rimbombano nel cervello di Oscar, ormai, ce le sogniamo anche noi: "Mezzo passo era incidente troppo grave, indizio troppo spaventoso per ritenerlo davvero reale.

Dunque lei non sapeva nulla.
O forse non aveva sufficiente intelletto per comporre la visione.

Semmai l’avesse davvero scovata - quella donna - comprendendo chi fosse, l’avrebbe disprezzata, forse finanche odiata, - esattamente come accadeva a Lua, lo sguardo trasudava disprezzo verso di se, che Lua sapeva forse ciò che lei stessa stentava a comprendere".
Ma, oltre al bacio con Victor, ci mostri anche una Oscar che inizia a comprendere come esistano tanti tipi di amore, cosa che le spiega anche Madame Roma: "Ho imparato ad amare mio marito come si ama la calma di una giornata di tiepido sole, la muta carezza del grano appena maturo, una folata di vento dopo giorni di pioggia…”.
C'è poi l'amore di Lua, e c'è quel rapporto che plasma la vita, che legava lei, Oscar, ad André: è se non è amore quello....
"Oscar François de Jarjayes in fondo era tale anche grazie ad André Grandier, che le aveva guardato le spalle.
Ora dopo ora, giorno dopo giorno…
Mezzo passo dietro a lei…": una prima, larvata, consapevolezza che emerge?
E poi, alla fine, ecco il colpo di grancassa: chi altri può essere il francese bello e triste, con maniere da perfetto gentiluomo, passato tre anni prima nella stessa taverna dove ora sono giunte Oscar, Madame Roma e Lua, e che aveva attratto l'attenzione di Miss Irys Donovan, se non André? André con Fersen, André che va verso Nord, André che va ...a farsi ammazzare?
Infine, tocco di classe, ci mostri il fascino inconsapevole di Oscar, attraverso lo sguardo di Madame Aleksandra Roma, stupita come quella ragazza limpida come il cristallo possa sembrare uomo e donna, tutto quel che vuole...
Questo inoltrarsi nella foresta ancora vergine e misteriosa, di un continente ancora per gran parte selvaggio (mi verrebbe da dire "la divina foresta spessa e viva"), in fondo, è per Oscar anche un viaggio dentro se stessa, come, sottolinei, un Ulisse che per trovare "casa", quella che per lui è casa, deve fare migliaia di chilometri per allontanarsi dalla dimora dove risiede.
L'unico difetto di questo capitolo, cara Caporouge, è che ora aspetto già con impazienza il seguito.
A presto!
D
(Recensione modificata il 03/05/2022 - 05:11 pm)

Recensore Veterano
03/05/22, ore 13:38
Cap. 25:

Allora, un uomo, Victor è solo un uomo… conscio che il pericolo di amare potrebbe fargli perdere se stesso e la granitica consapevolezza che solo lui può comprendere il sentire dell’altra.
La sincerità, puro vessillo mosso dal vento dell’opportunità.
Un uomo che ha visto sempre l’altro accanto a lei, intuendone la costante presenza, che non controlla, che non ammansisce, semplicemente presenza costante.
Mezzo passo dietro a lei, come solo l’altro poteva fare, solo l’altro presenza costante e silenziosa.
Un uomo che ha visto nell’assenza dell’altro emergerne tutta la sua presenza, che ha visto la mancanza diventare presenza dirompente.
Victor che cercava di ammansire l’assenza, un passo accanto a lei, un baratro a dividerli.
Ché un mezzo passo dietro a lei non si può colmare.
Geloso Victor di ciò che non è stato l’altro, geloso di un mezzo passo dietro a lei che lui non riesce a cancellare.
Lei era mutevole e impossibile da trattenere come il vento che mai si ferma eppure non è mai lo stesso. Lo ha capito Victor, il bene dell’altro è accettare che sia semplicemente se stesso.
Semplicemente Oscar.
Lei, con il passato a guidare i suoi passi, ché una verità così cupa è difficile da accettare.
La presenza di lui a colmare la mente, la speranza di ammansire l’assenza in cambio del conforto in cui scivola il ricordo.
Lei, che nell’assenza ne ha osservato i gesti, riflessi e incisi nella mente.
A cercare lui che non è più, che vive solo in lei.
Labbra concesse, son altre labbra.
Il ricordo dissolto in schegge di tempo trascorso a rivivere l’istante.
Labbra dolcemente chiuse, lambite, tentate, morse.
Labbra liberamente offerte al bacio di lui.
Labbra liberamente offerte, teneramente baciate… ricordo che ferisce ancora.
Lei che sa che lui è sempre in lei, la distanza cancellata dalla presenza costante dentro di sé.
Lui che era un uomo che aveva liberamente scelto di partire.
Lui che aveva deciso, che aveva diviso le loro vite.
La rabbia sale, il viaggio appena iniziato.
Lei che non ama, eppure…

Recensore Junior
02/05/22, ore 14:15
Cap. 25:

Sono ancora i dialoghi che giganteggiano su tutto.
Nascondono e svelano, guidano e conducono alla sola grande certezza di questa fiction: l’autrice è e sarebbe capace di far credere al lettore tutto, di tutto di più, perché gli scenari prospettati sono sempre plausibili, i discorsi e le parole di coloro che calcano vicendevolmente il palcoscenico sono ammantate di quella sincerità credibile di cui ci si fregia e, a volte, dietro alla quale ci si nasconde, anche inconsapevolmente, a noi stessi e a chi ci è vicino.
Quante “pesanti” verità snocciolate nello snodarsi di dialoghi, di parole e pensieri che albergano il cuore dell’essere umano! E sono tutte qui convenute nella tua scrittura, convivio di ciò che rende la vita bella, brutta, felice o miserevole.
Dialoghi dove, per esempio, una qualunque “terra di nessuno” osa gridare al suo “tutto” che lui ha “mani disperate” e poi che è patetico.
Dialoghi dove l’affermazione blasfema (normalmente taciuta, controcorrente perché non si è tutti poeti “maledetti”) che l’amore è mutevole, livido e, per l’appunto, blasfemo (i n’assurdità per qualsiasi benpensante) è proferita pressoché sotto voce eppure con forza e maniera dissacranti.
Amore a cui Girodel è pronto a cedere nonostante il pericolo di scottarsi con “la dolce fiamma che muta la sostanza delle cose”, che Oscar ancora non conosce o rifugge perché Andre “s’era perduto per amore”, oppure amore talvolta declinato nella parola “piccola” di “affetto” ma che la “terra abbandonata” vuole vivere a tutti i costi perfino provando a imporlo a chi (solo apparentemente?) non lo vuole e lo disprezza.
Amore come centralità dell’essenza dell’uomo tanto che tutto sembra giragli attorno.
Questa tua Pur è storia di vite vere, delle cose sciocche e di quelle importanti, delle mille zavorre che affossano e delle cento piccole cose che sollevano gli animi, tutte quelle cose che rendono la vita degna di essere vissuta. 
Non è racconto che lascia a mani vuote, ogni sua pagina voltata non viene archiviata ma rivissuta da chi ogni giorno si scontra con quelle cose e riesce ancora, nonostante le corse che la vita di oggi impone, a guardarsi dentro. 
Il resto è solo vuoto, noia e banalità.
Bravissima come sempre anzi di più.
Ciao 
Clotilde 
(Recensione modificata il 02/05/2022 - 02:35 pm)
(Recensione modificata il 03/05/2022 - 12:33 pm)

Recensore Master
02/05/22, ore 09:49
Cap. 25:

Ciao Capo Rouge, ti ritrovo con un capitolo intenso, come quelli a cui ci hai abituato, ripercorrendo fatti e situazioni, nonché sensazioni, provate da ogni singolo personaggio.
La meta americana sta approssimandosi all’orizzonte, dopo mesi di navigazione, durante la quale i pensieri sono diventati compagni di viaggio per ognuno di loro, che hanno scavato le coscienze e hanno fatto in modo che alcuni di loro si trasformassero in azioni. Proprio per uscire dal turbine di riflessioni, che sempre li accompagnano, ecco che la ripetitività di alcune operazioni, come quelle del controllo continuo dei forzieri, con il conteggio delle monete che devono essere consegnate nelle mani delle truppe combattenti, conferisce certezze, poiché, tutto quello che appartiene alla mente, certezze vere e proprie non ce l’ha, anzi!
Ecco che ritroviamo spesso Oscar, Victor, Lua, Madame Roma sul ponte ad osservare l’orizzonte, forse attendendo di effettuare l’approdo, forse temendo che le cose possano subire un mutamento al quale probabilmente non si è ancora pronti.
Un cambiamento radicale è quello che presto subirà la piccola giovane indiana Lua, sempre più stretta in quel rapporto con Victor, che sembra essere diventato unilaterale. Lei, che da quando viaggiano tutti insieme sulla stessa nave, si è sentita lentamente ma costantemente messa da parte, fino a temere di non essere più nulla per quell’uomo bello al quale si è donata completamente anima e corpo e sul quale però non ha alcun potere. Lei lo aveva accolto in sé, anche se ben sapeva che con lei esaudiva un bisogno del corpo, mentre i suoi sentimenti non sono destinati a lei bensì alla donna soldato di cui crede di essere innamorato. Che tristezza la situazione di Lua e, a tratti, provo rabbia per l’atteggiamento che Victor tiene nei suoi confronti, non ritenendola degna di rivolgersi ad Oscar e tantomeno confrontarsi con lei. Lua, che ha lasciato la sua terra, ha conosciuto altra gente, e ora si è perdutamente innamorata di un uomo che reclamerebbe come suo, ma che di lui ha solo qualche volta il suo corpo. Davvero per lei è impossibile sentirsi nuovamente “terra di nessuno”. Intanto Victor, con il suo lento scavare, sembra essere riuscito ad avvicinarsi ad Oscar, sempre irraggiungibile, persa in mille pensieri, ma soprattutto in altrettanti ricordi, che rievocano un passato condiviso, alla perenne ricerca di qualcuno che non c’è più, di qualcuno, un uomo, con un nome e un cognome, ma di cui non si parla mai. Victor pur di starle a fianco, con il suo amore silenzioso, rispettoso e servizievole, pensa che, presto o tardi, Oscar cederà. Questa donna che gli ha fatto perdere la testa, questa donna indefinibile, tanto da porsi la domanda su chi sia veramente Oscar Francois de Jarjayes. Anche lui ha cominciato a ritrovarsi nella posizione di essere sempre un passo dietro di lei pur di starle accanto: ha, chissà se inconsciamente o consciamente, preso il posto del suo attendente di un tempo, di quell’uomo che era solo un servo e che sempre l’accompagnava. Oscar, durante i mesi del viaggio, non ha fatto altro che interrogarsi, facendo congetture e nutrendo speranze, perché se la mente continua a dirle che André sia morto e, con la sua dipartita, si sia portato appresso tutto il loro vissuto, il cuore invece nutre la speranza di poterlo ritrovare. Lei ha cominciato a intessere un viaggio a ritroso per mezzo di tutte le lettere che erano giunte scritte da André, si è messa mentalmente sulle sue tracce per poter poi cercarlo, una volta posati i piedi sulla terra. L’oceano è diventato un abisso nel quale lasciar sprofondare il dolore, ma l’orizzonte si sta avvicinando e quando saranno in prossimità di New York decisioni verranno prese. E infatti una di queste è quella di proseguire il viaggio separatamente, lei andando verso nord, come afferma per aver letto alcuni dispacci, lasciando letteralmente senza parole e senza possibilità di appello Victor, il quale è costretto, suo malgrado ad accettare quel nuovo ordine di idee, perché è lei l’ufficiale più alto in grado. E vediamo quindi costituirsi il nuovo gruppo che si dirigerà a nord, composto di pochissime persone, tra cui spiccano però Madame Roma e Lua, costretta da Victor ad andare con Oscar alla quale l’ha affidata. Madame Roma è una donna interessantissima per la sua vita e i suoi trascorsi, e pare aver parzialmente inquadrato Oscar alla quale, con la sua presenza, vuole dare un concreto aiuto, in quanto lei sa ben destreggiarsi in terre straniere avendo girato il mondo con suo marito. Roma ha capito che Oscar stia cercando qualcuno di specifico e gliene chiede conto per essere maggiormente di supporto. Saputo il nome del Conte di Fersen anche il suo cervello comincia a ragionare e ricordare e forse a continuare a mettere al loro posto alcuni dei tasselli a sue mani e che compongono il puzzle nel quale si sta muovendo Oscar.
Il grande assente di questo capitolo è ancora una volta André, che però è costantemente presente, grazie proprio ai tanti pensieri e alle sensazioni che mai hanno abbandonato Oscar, la quale talvolta sembra cercarlo dietro alle sue spalle, mezzo passo indietro, ma non ritrovandolo mai ha cominciato a sentirlo chiuso dentro di sé, nella parte più profonda di sé, in quella parte che lui conosceva così bene, quella parte che è rimasta accarezzata dal bacio che torna e ritorna a farle compagnia e nel contempo a tormentarla, facendole percepire il vuoto enorme che si è creato da quando è andato via, un tempo lunghissimo che ha acuito i sensi fino allo spasimo. Emblematica la scena svoltasi nella locanda, dove il piccolo gruppo si è fermato, con Oscar che si comporta come un uomo, beve smodatamente, e senza la grazia e l’educazione che fanno parte di lei, solo per aver incontrato una giovane che pare aver conosciuto, anni prima, dei soldati francesi, e fra questi un uomo bellissimo e triste, tanto da voler fare di tutto per saperne di più, sotto lo sguardo stranito di Lua e soprattutto di Madame Roma.
Ora il viaggio, quello vero, dentro se stessa e alla ricerca di se stessa e dell’altro, è cominciato e sono sicura che riserverà non poche sorprese, anche per il fatto di vedere tre donne diversissime interagire tra di loro. Lua sicuramente potrà essere il supporto logistico, in quanto appartenente a quelle terre, e Madame Roma, con la sua esperienza, tenterà di vegliare su Oscar, poiché ha compreso che porti dentro di sé un tormento al quale deve trovare uno sfogo, venendo forse a patti con il suo passato.
Narrazione sempre potentemente introspettiva che permette al lettore di provare le sensazioni dei personaggi come fosse nella loro testa. Sempre complimenti e a presto!

Nuovo recensore
01/05/22, ore 07:31
Cap. 25:

Ciao Capo Rouge, come ti ho già scritto amo tantissimo le tue Paris ed IF e non smetterò mai di farti i complimenti per esse. Credo però che tu possa essere davvero molto orgogliosa anche di questa nuova Storia che ci stai regalando: per uno scrittore (di talento) è di sicuro più facile catturare il lettore offrendogli ciò che è abbastanza scontato desideri (nel caso di specie il progressivo scoprirsi reciprocamente innamorati dei protagonisti oppure una loro vita insieme prima o dopo la Bastiglia), piuttosto che andando “controcorrente”, ossia separando la coppia protagonista al punto che per la maggior parte dell'opera di uno dei due, di fatto, non si sa quasi più nulla, mentre l’altra ancora fatica, non solo a scoprire i propri sentimenti verso il primo, ma addirittura a comprendere “chi" fosse l'altro e la ragione per cui sia partito. Anche questa volta, però, pur andando "controcorrente", ci stai cmq catturando! Oltre a dimostrare un discreto coraggio , infatti, stai manifestando forse ancor più che in passato le tue grandi qualità narrative, la tua fantasia e la capacità di scavare nei personaggi, originari e nuovi. Come non affezionarsi a Lua, questa ragazza sola, senza casa, famiglia, amici,e così bisognosa e desiderosa di amare (forse ancor più che di essere amata),ma al tempo stesso forte e tenace tanto da mettere da parte l'orgoglio pur di gridare al mondo questo desiderio e cercare di prendersi l'uomo che ama? E come non restare affascinati da Madame Roma, dalle sue abilità, dal suo coraggio, ma anche dai suoi misteri, dallo scoprire che non ha sposato un uomo che amava , ma che “ha imparato ad amare”. Dunque tanti complimenti! Aspetto con curiosità di leggere come queste tre donne riusciranno a farsi strada nel Nuovo Mondo e come quest’ultimo le accoglierà. Grazie come sempre e un caro saluto
(Recensione modificata il 01/05/2022 - 05:34 pm)

Recensore Junior
30/04/22, ore 17:13
Cap. 25:

La meta non è solo l’America, dicevo nella precedente recensione, la traversata in mare è stata solo una parte di quel viaggio che ha diversi scopi.
Girodel è un uomo che sta affrontando se stesso, ha un cuore con cui deve fare i conti, per quanto lui continui a sostenere che l’amore è qualcosa che non lo riguardi.
Mi è piaciuto tantissimo lo scambio sul ponte della nave con Oscar, la sua sincerità con Lua ne ha mostrato il cinismo, ma non solo.
Girodel non è un uomo da biasimare, anche lui dovrà affrontare se stesso per capire cosa è davvero l’amore per lui, dovrà capire soprattutto se Lua può avere un piccolo posto nella sua vita.
Ha affidato Lua ad Oscar e questo non mi sembra il comportamento di un uomo a cui non importa nulla di questa giovane donna che farebbe qualsiasi cosa per stare con lui.
Oscar ha saputo nascondere molto bene la missione che le ha affidato la Regina, quindi anche Fersen non ha più dato notizie di sé e questo particolare mi fa temere che davvero qualcosa di grave sia accaduto.
Madame Lemonde è una donna coraggiosa, c’è qualcosa di nostalgico in lei, un sentimento nascosto che a volte sembra riemergere.
Mi piace sempre di più la figura di questa donna che avrò tutto il tempo di scoprire.
Nel finale Oscar è davvero magnifica, ora sembra che davvero il viaggio stia iniziando e non sarà solo una strada da percorrere per raggiungere un preciso luogo.
Ortensia 🌸
(Recensione modificata il 30/04/2022 - 05:44 pm)