Recensioni per
Pur
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 869 recensioni.
Positive : 865
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Nuovo recensore
30/04/22, ore 16:07
Cap. 25:

Cara Capo,
La tua scrittura è sempre così evocativa. Mi perdo e mi immergo in questa storia, vorrei scrivere e dire tanto di più sul modo in cui tratteggi i tuoi personaggi così vivi e imperfetti, così umani e persi nei loro pregi e difetti. Il tempo è tiranno, ma volevo assolutamente lasciarti 2 righe oggi, visto che non ho potuto farlo per i precedenti capitoli. Questa storia per tanti motivi è stata per me una specie di talismano.
Grazie!
Annalisa

Recensore Junior
30/04/22, ore 09:52
Cap. 25:

Mamma mia però questo Girodelle! Ma quanto bello è?!😻 Cioè adesso penserai che sono una povera demente o una banderuola come quella dell’Aiace che cambia idea come il vento!
A costo di essere ripetitiva parlerò ancora di lui, Girodelle, che ammetto mi sta facendo impazzire.
Con questo capitolo mi hai spiazzata, hai spazzato via le conclusioni a cui ero molto erroneamente e troppo velocemente arrivata. Definitivamente il capitolo mi ha fatto ricredere un po’ sul suo conto (sull’uomo Victor, che hai miei occhi è stato riabilitato, non sulla caratterizzazione del personaggio che rimane sempre straordinaria ed eccezionale 😻!) ma non tanto per questa novità del celibato fisico quanto perché si è capito quale ruolo Victor ha avuto in tutta la faccenda dell’improvvisa partenza di André, cioè nessun ruolo. Mi ero immaginata scorrettezze e colpi bassi, che avesse agevolato e tramato, che avesse giocato sporco ed invece no, apparentemente non è stato così, per fortuna!
Mai letto di un Girodelle così bello è "completo", in genere la sua figura, il suo personaggio, è sempre solo accennata, ma questo qui no, forse questo qui se la gioca con quello, sempre tuo, di Paris perché anche quello là mi aveva fatto dannare e sospirare!!!
Nessuno riesce a "tirare fuori" i personaggi come sai fare tu!
La trama in sé ha subito un altro scossone e una bella, anzi una bellissima, virata e non solo perché Girodelle troppo vicino ad Oscar non lo voglio, ma perché sono super convinta che ne vedremo delle belle a cominciare proprio da quella situazione di furti e ammanchi a cui si accenna al principio del capitolo, e da questa Oscar meravigliosa qualunque “panni” abbia addosso.
Sono ammirata da tutto ciò che scrivi, da ogni parola e pensiero espresso, bisognerebbe annotare tutto e rileggere all’infinto. È una scrittura/ lettura che crea dipendenza.
Grazie.
Gattinapelosa 😻

Recensore Veterano
29/04/22, ore 22:31
Cap. 25:

Cara Capo Rouge,
Un ultimo capitolo corposo e ricco di avvenimenti che mi ha catturato in ogni sua parte, come la tua scrittura sempre sa fare. 
Menzione d’onore va al tuo magnifico Girodelle: “limpido come sa esserlo il demonio che mostra di non temere la propria avidità e anzi ne fa vanto e vessillo”. Geloso della memoria di un servo morto e disposto ad amare senza alcuna speranza: “Lei gli sfuggiva e, dannazione, non avrebbe potuto amarla se lei non fosse stata così”. E più di tutto: “Che poteva farci se l’ammirava e la stimava ugualmente? Anche se sapeva che mai lei si sarebbe voltata”. Sublime!
Questo Girodelle, per certi versi, mi ricorda molto il tuo Alain di “If” (che ho amato alla follia): Alain sposa Carmilla, mentre Girodelle ha Lua come amante; entrambi, però, resteranno per sempre innamorati di Oscar senza speranza, perché lei è essenza e spirito, ideale sfuggente e inafferrabile (per Alain Oscar era l’incarnazione della “Rivoluzione”).
Trovo che queste descrizioni di Oscar siano magnifiche e quanto mai calzanti, perché colgono perfettamente la sua unicità e il suo magnetismo:
“Chi era davvero Oscar François de Jarjayes?
Una caparbia contessa costretta nei panni d’un soldato dal sogno del padre, dunque devota al rigore e alla costrizione, oppure una donna che mai avrebbe abdicato all’incredibile vita che aveva avuto la fortuna – o sfortuna, dipendeva dai punti di vista – di vivere, una vita così diversa da quella di qualsiasi altra donna e dunque incapace e insofferente a qualsiasi controllo!?”
“Oscar François de Jarjayes in questo, forse per l’educazione ricevuta, forse per innato dominio dello spazio e del tempo che la circondava, aveva la straordinaria capacità d’essere uomo e donna allo stesso tempo, pur mantenendo distinte e ben visibili le prerogative dell’uno e dell’altra, così da non esser davvero né l’uno né l’altra”.
Nel suo lungo viaggio Oscar porta Andre’ sempre con se’ e un po’ lo disprezza: perché l’ha lasciata sola e le manca da morire, perché non conosce tutta la verità (può solo supporre senza avere conferme), perché si sente in colpa, ma ammetterlo sarebbe troppo doloroso.
Piano piano Victor sta scalfendo la sua corazza, ma prima Oscar deve mettere ordine nel dannato passato per essere davvero libera. 
Le labbra di Victor però non saranno mai le calde labbra che già ha conosciuto perché l’amore è “per ciascuno un solo accordo, una sola declinazione tra mille”. Lei luce, lui ombra. 
Anche se una piccola parte di me tifa per Victor (come è già successo con Alain).
Le tue storie mi entrano sempre nella mente, nel cuore e nelle ossa.
Grazie di tutto e a presto. 
Con profonda ammirazione, 
G.
(Recensione modificata il 29/04/2022 - 10:34 pm)

Recensore Master
28/04/22, ore 21:13
Cap. 25:

Povera Lua, però! Victor si sta dimostrando senz'anima con lei! So che ama Oscar, ma trattare così quella povera ragazza indiana..! E il viaggio con tre donne praticamente sole non poteva che unirle fra di loro.

Recensore Junior
11/04/22, ore 19:57

Cara Capo Rouge, 
con questo capitolo ci hai regalato un pezzo di narrativa pazzesco!
È un esempio pratico di come integrare la parte espositiva di un racconto con quella in forma di dialogo ed è anche una guida di come fare a costruire e poi scrivere il dialogo stesso, di come renderlo efficace nella funzione che espleta all’interno dello scritto, il dialogo perfetto.
Le tue storie, i tuoi scritti, sono la dimostrazione più eloquente del potere che ha la parola quando usata a dovere, con forza ed eleganza persino quando, non proferita, è silente.
Il capitolo racconta che l’istinto che aveva mosso ad aggrapparsi alla speranza di un errore, a muoversi e iniziare la ricerca, adesso è diventato certezza determinate, la certezza che muove i passi della vita di Oscar e poi che quella stessa vita, lì sulla spiaggia, salva.
Più che istinto a salvarsi è consapevolezza di voler restare vivi perché un motivo e uno scopo più importanti spingono a rimanere tali.
La scena sulla spiaggia che sarebbe potuta diventare l’ultima spiaggia, riporta a galla la vecchia ipotesi, avanzata da molti, che suggerisce che al centro dell’ultimo “atto” sotto le torri della Bastiglia, Oscar avrebbe volontariamente scelto di essere bersaglio.
Ipotesi a cui io ho sempre dato e do poco credito ma che a volte riaffiora e ed è sempre spunto attuale di conversazione.
Così come è sempre attuale, vista l’unicità del personaggio, parlare dell’abito, cioè di quella convenzione che “socialmente” ci distingue. È difficile guardare alle persone al di là di come esse ci si presentano davanti agli occhi e vederle davvero scevre dello stesso filtro di come a noi appaiono per nostra rappresentazione.
L’unico che da sempre ha visto Oscar “nuda” è André e anche lui è suo modo unico.
Grazie per questo capitolo eccezionale.
Un caro saluto 
Clotilde 
(Recensione modificata il 11/04/2022 - 07:59 pm)

Recensore Junior
05/04/22, ore 19:40

Mia carissima Capo Rouge, ci sono anch’io a leggere e commentare un altro capitolo pieno di spunti (sono quasi una carrellata) e corrispondono ad altrettante riflessioni importanti ma mi è pressoché impossibile, per questioni di tempo più che altro, soffermarsi su tutte come vorrei e dovrei. Premetto, anzi meglio, confesso che, prima di scrivere queste due righe ho letto i commenti dei lettori che mi hanno preceduta e con essi anche le risposte dell’autrice, per cui posso dire di navigare non più nelle perigliose acque di un immenso mare che non si conosce ma, piuttosto, in quelle più calme e conosciute di un placido laghetto, perché in effetti ho il vantaggio di aver assistito a scambi intelligenti e importanti che hanno dettato la rotta delle mie parole. Pe esempio le osservazioni sulla “purezza” di Oscar, con tutti i suoi nessi e connessi, e che il recensore che mi ha preceduta ha saputo egregiamente spiegare, sono validissime e mi hanno portata a fare un distinguo fra André e il duo Fersen/Girodel, a osservare quanto in realtà il presupposto (questa certa o presunta purezza di Oscar che tutti vorrebbero salvaguardare e preservare) che ha mosso André a scegliere di andarsene, per quanto sia lo stesso che pone Oscar sotto una certa ottica (quella di Girodel e di Fersen), in realtà non è proprio identico, perché André, a differenza degli altri due, si è accorto che Oscar è stata capace, nonostante tutto, di rivolgere il proprio sguardo al conte di Fersen. André quindi sa che una certa “contaminazione” (ringrazio Emangiu) da sentimenti è in atto. Immagino che gli altri due invece non si siano accorti di nulla anche se potrei essere fuori strada e l’autrice potrebbe clamorosamente smentirmi al prossimo giro di boa. La scelta di André di andarsene, come tutte le scelte, porta a delle conseguenze. Anche se Oscar ha deciso lei stessa di imbarcarsi in questa avventura/viaggio sulle tracce di André e chissà cos’altro, la decisione resta una delle tante conseguenze della partenza di André. In questo senso è stata dettata da quella di André, è libera e spontanea ma con dei limiti. Non so se Oscar sarebbe partita se non avesse mai conosciuto André, se lui non fosse mai entrato nella sua vita e poi susseguentemente morto. L’altra scelta sarebbe stata quella di dare tutto per buono e mettersi l’anima in pace, ma sappiamo che fregarsene non è nel carattere di Oscar, e anche la scelta di restare in Francia avrebbe portato a conseguenze, seppure e plausibilmente diverse. Il meccanismo innescato non si inceppa, nulla rimane allo status quo, tutto si muove e non è uguale a come era un secondo prima e se nulla invece cambiasse sarebbe comunque di un secondo più vecchio. Mi piace pensare che siamo ciò che siamo ma anche quello che diventiamo, né un po’ di più né un po’ di meno. Non è così anche per il nuovo personaggio? perché immagino che Madame Roma è la donna che è anche per vita vissuta e per esperienza. Per tutti è così, Oscar e questi personaggi inclusi. Un bel viaggio per tutti quelli che l’affrontano! E mentre non manco, neanche io, di dispensare i complimenti, non di rito, ma veri e sentiti per questa storia e per come la stai scrivendo mi auguro di rileggerti presto. Ciao e grazie, Lena

Nuovo recensore
03/04/22, ore 19:10

Ciao Capo Rouge, non posso che unirmi ai complimenti entusiastici di chi mi ha preceduto nel commentare questo nuovo capitolo! Tanti gli spunti di riflessione che lanci. Quello più eclatante, forse, è l’affermazione di Girodel di non cercare l'amore di Oscar, ma di accontentarsi del suo rispetto, di una condivisione di vita quotidiana e di corpi.Come pure l’affermazione di non offrire fedeltà, ma protezione. Solitamente chi ama desidera essere ricambiato. Invece lui sembra avere un’ idea di coppia diversa da quella “romantica”.
Oppure, ancora, la presa di coscienza di Oscar di aver espresso ad André il proprio desiderio che lui non partisse, non come avrebbe fatto una donna (quella donna) che ama, che vuole tenere a sé l'amato a glielo dice a costo di sacrificare l'orgoglio, ma come avrebbe fatto un amico o un fratello che, pur angosciato, rimprovera una scelta avventata. André voleva amore, non essere protetto, e dunque è partito…
A questo punto, ormai inoltrato, di questo meraviglioso racconto, mi permetto di manifestarti anche la mia incapacità di comprendere fino in fondo la “purezza" che tutti i protagonisti maschili (Girodel in primis, ma anche Fersen e André) esaltano in Oscar. Questa purezza, per come ho compreso, non è intesa come generica integrità d'animo e di ideali ( dubito che Girodel e Fersen, anche in quanto nobili, apprezzassero ideali di fratellanza, uguaglianza e libertà, per intenderci, che che sono propri di O.) La purezza mi sembra, ma forse sbaglio, venga da loro vista, oltre che come verginità fisica,, soprattutto come una sorta di ingenuità in materia amorosa, come incontaminazione da sentimenti di attrazione / desiderio verso qualunque uomo. Ecco, questo modo di vedere O. mi mette a disagio: è come se l’amore fosse, ai loro occhi, qualcosa di sporco, che contamina l'animo, e dunque da allontanare da O. per mantenerla su un gradino al di sopra di tutto e tutti persino di se stessi. Sembra quasi che per loro adorare quell’Essere “superiore" sia un modo per elevare anche se stessi. Ma così facendo, di fatto, vorrebbero impedire ad O. di crescere, di passare da bambina a donna. Questo atteggiamento mi sembra abbastanza chiaro in Girodel. L'animo di André che pure, come gli rinfaccia Oscar, sembra preferire la purezza di “quella donna" al suo amore per lei, faccio invece fatica ancora ad inquadrarlo. Cosa voleva André? Cosa sognava e sperava per Oscar?
Attendo il proseguo della storia per scoprirlo…. Grazie infinite per il tempo che ci dedichi… Un caro saluto
(Recensione modificata il 03/04/2022 - 07:43 pm)

Recensore Veterano
01/04/22, ore 21:58

Allora, passi a ritroso nel tempo, come orme da rintracciare e ricalcare, un perfetto calzare che il tempo ha lentamente sbiadito.
Eco lontana di parole che han avuto un significato, intreccio di ricordi e brandelli di incubo a mostrare un tassello di ciò che è accaduto in un tempo ormai lontano.
Parole pronunciate da voce estranea che creano immagini di feroce realtà, la verità che deflagra nella mente in un ricordo di quell’ultima sera.
Il sospetto, quasi consapevolezza di ciò che potrebbe aver involontariamente provocato quel suo desiderio di sapere la verità da lui quell’ultima sera, quasi la fa vacillare.
La verità che ora è dentro di lei, quel passo avanti fatto da lui per difenderla, lei mezzo passo dietro a lui.
Un uomo la cui determinazione è inflessibile.
Determinato ad avere lei, non ne vede la vera essenza, persegue la sola immagine che ha di lei. Ordina, pretende di sapere cosa è meglio per lei, impone.
Una donna da rispettare, un simulacro da adorare.
Egli ‘vede’ Oscar come vorrebbe che fosse per se stesso, plasmata in ciò che egli vorrebbe che Oscar fosse.
Messo davanti allo ‘specchio’, ascolta verità che non ha considerato. Non ha ancora compreso fino in fondo chi è e cosa potrebbe veramente volere Oscar.
Determinato l’uomo non arretra.
Messa davanti allo specchio Oscar vede la sua immagine. Nella mente lui, mentre le parole lontane dell’altro si intrecciano con le parole amiche di chi vuole mostrarle che la vita potrebbe essere più di un abito cucito addosso. Scorrono su di lei le parole, come è trascorso il tempo.
Chi era lei? Un abito poteva celare chi era davvero? Un abito poteva svelare chi poteva o voleva essere davvero?
Un perfetto sentiero tracciato da altri, un meccanismo perfetto, tale era stata la sua vita.
Perfetto finché non aveva conosciuto l’altro, finché André aveva deciso di spezzare il loro legame…
Chi era l’altra? Pensieri e parole che svanivano lentamente nella nebbia dell’oceano.

Recensore Junior
01/04/22, ore 14:49

Gran bel capitolo, Capo Rouge! Gli sviluppi confermano che Madame Roma è una gran osservatrice e scrutatrice di anime, sembra saper tutto ma, lungi dall’essere “strega, è “umana”, profonda conoscitrice del mondo, sa come vanno le cose e gli uomini e pure le donne.
Ha già preso tutte le misure a Girodel, su Oscar ci sarà ancora da lavorare penso. Lei dal canto suo osserva e ascolta tutto, non è distratta o altro, ma segue il richiamo di qualcosa di più importante o che semplicemente le interessa di più.
Quel tutto può aspettare al cospetto dell’urgenza che sente dentro.
A presto, Claudia.

Recensore Junior
31/03/22, ore 14:22

Ciao Capo Rouge,
le motivazioni della decisione presa da Oscar, partire per l’America dove c’è una guerra, ora sono ancora più chiare e comprensibili.
L’incertezza sulla sorte di André non può che essere un vero tarlo per Oscar, impossibile limitarsi ad accettare ciò che un registro, una lista, ha dichiarato senza dare spiegazioni o dettagli.
Un affetto grande come quello che li ha legati ha bisogno di avere risposte certe e non dubbi.
Ciò che accade a Ponta Delgada iricalca ciò che è accaduto tre anni prima ad André, anche se le motivazioni dell’aggressione, gli aggressori e l’esito finale sono diversi.
André era rimasto aggrappato alla vita per poter rivedere almeno una volta Oscar, aveva uno scopo per vivere. Oscar riesce a trovare la forza per lottare anche grazie all’idea di poter conoscere la verità sulla sorte di André.
I sentimenti che hanno guidato André e Oscar sono diversi, ma entrambi hanno tratto forza da un pensiero determinante.
La verità su quanto è accaduto ad André tre anni prima Oscar lo scopre attraverso un funzionario postale ed è traumatico.
Girodel ora mostra una arroganza davvero unica, assolutamente sicuro di conoscere ciò che è meglio per Oscar.
Impartisce ordini, alti,,medi, infimi, nessuno viene escluso.
Nella sua scacchiera mentale, ogni pedina è al suo posto, Girodel, da abile giocatore muove le pedine secondo il suo preciso gioco. Chi sembra farne le spese, finora, è Lua, relegata in un ben preciso ruolo fin dal primo istante della relazione.
Splendido davvero il duello verbale con Madame Roma che di certo non le manda a dire.
Ha capito molto del carattere di Girodel, delle sue pretese, del suo modo arrogante di vedere Oscar.
Girodel sta rischiando molto perché sicuramente Oscar sta affrontando il suo cammino interiore, e lui potrebbe non vincere la partita.
Madame Roma è davvero un gran personaggio, sarà interessante vedere come e se saprà essere di un qualche aiuto ad Oscar.
L’arrivo in America per Oscar, non porterà solo notizie sulla sorte di André, ci sarà anche Fersen, credo, da dover incontrare nuovamente.
Ipazia

Recensore Junior
31/03/22, ore 12:00

‘Vassene ‘l tempo e l’uom non se n’avvede’

Mi scuso per il commento laconico ma, volendo  metterla in rima, potrei dire che, nel lungo scorcio di tempo che è trascorso, Oscar è finita in Purgatorio.
La cosa più bella è che, come Dante, non potrà tornare indietro, in basso, sulla ‘scala’ di Giacobbe. È Girodel invece che è già dannato e all’Inferno, è “al piè d’un colle giunto”, guarda in alto e si avvia ma lui non è il “sommo”. Ebbene la ‘fine’, a cui allude la dama dalle iridi color malva, io la vedo.
GdM

Recensore Junior
29/03/22, ore 21:00

Le navi seguono la stessa rotta e io mi sono chiesta se anche Oscar sarebbe sbarcata a Ponta Delgada, di sicuro non mi aspettavo, capitoli addietro, che fossero quelli i pensieri e la volontà di Oscar.
Ora ha un quadro quasi preciso su ciò che è successo ad André durante la traversata, quella terribile notte che le portò un incubo terribile specchio di ciò che accadde realmente a lui.
Dicevo un quadro quasi preciso per fortuna, perché tutta la verità sarebbe ancora più annientante per la nostra eroina.
A Oscar le cose sono andate meglio per fortuna o se si preferisce per provvidenza, grazie alla conoscenza dei luoghi di Madame Lemonde, altrimenti avrebbe potuto pagare molto cara la sua imprudenza.
Secondo me non è stata imprudente per semplice leggerezza, era sconvolta, e come non capirla?
Girodel ne approfitta subito, è un grande stratega, ha colto il momento opportuno riuscendo a viaggiare con Oscar, ad imporre il suo modo di gestire la situazione.
Ha perfettamente ragione Madame Lemonde, Oscar è molto più di ciò che vede Girodel o la stessa Oscar. Girodel sembra avere in mente una immagine precisa di chi sia lei, Oscar, e di cosa dovrebbe diventare per lui, sa cosa vuole e non farà passi indietro.
Il viaggio è ancora lungo, e sto iniziando a capire che la meta non è solo l’America.
Ortensia 🌸

Nuovo recensore
29/03/22, ore 17:10

Finalmente ho potuto leggere questo nuovo capitolo è da un po’ che frequento questo sito ,circa tre mesi ,in cui mi sono imbattuta nella tua magnifica Paris e poi nel suo seguito If e da quando ho iniziato a leggere Pur non ho fatto altro che verificare ogni tuo aggiornamento, adoro il tuo modo di scrivere ,la tua storia sempre nuova e con colpi di scena . Vorrei non aspettare tanto per il tuo prossimo aggiornamento perché sinceramente non vedo l’ora di come va a finire e anche se questo avvicinamento di Oscar a Girodelle Non tanto mi va giù muoio dalla voglia di sapere il seguito. Bravissima

Recensore Junior
29/03/22, ore 16:20

Carissima Capo Rouge, riprendo il discorso da dove lo avevamo lasciato e perciò torno sulla nostra “chiacchierata” di fine capitolo scorso e cioè sul tuo “bel” Girodel! 
Comunque tu mi vuoi vedere morta, perché la lettura del nuovo capitolo conferma, anzi dà forza alle mie paure esternate nel mio ultimo messaggio.
Stai facendo del conte un personaggio stratosferico e che per di più è perfettamente in linea con lo stereotipo, se di stereotipo si può parlare, di uomo del 1700, di un militare, di un nobile, di un uomo che non esce fuori dai canoni del suo rango e dell’epoca storica in cui vive.
Girodel per me è proprio così, solo un po’ più volitivo di quello descritto (troppo poco) dall’Ikeda.
Ehhh mi piace molto anzi così tanto che vorrei prenderlo a schiaffi!😨
È onnipresente, onnisciente, incombente e ingombrante, arriva e si mette a dettar legge. Dà ordini (infimi!) impone le sue regole😠, ma non doveva restare sull’altra nave, possibilmente a molte miglia di distanza da quella di Oscar?
Avevo tirato un sospiro di sollievo troppo in fretta, perché eccolo di nuovo tra i piedi.
Girodel ha predisposto tutto, Lua in cabina mentre lui continua a mostrarsi come il solo capace di tenere fuori dai guai Oscar, ne ha di faccia tosta!!! tutto di lui mi affascina e mi irrita profondamente! È splendidamente insopportabile!
Un uomo che è un padrone e che si sente tale soprattutto quando si ritrova al cospetto di una donna e a prescindere da quale sia il rango e il ruolo della donna che ha davanti!
Nel nostro caso poi non sono poi tanto sicura che lui abbia capito veramente chi abbia davanti, chi sia Oscar.
Per fortuna il nuovo personaggio (madame Lemonde è un vero portento oltre che una manna dal cielo!) arriva a mettere in luce le mille storture (non saprei come descriverle diversamente anche se il termine non è dei più appropriati) del modo di sentire, di pensare e forse pure di fare e procedere di Girodel. Per ora le mette a nudo e spero che in futuro riesca a mettervi anche un freno, anzi no, preferirei che lo facesse Oscar stessa.
L’inquietudine per il soggiorno a Punta Delgada già era alta, mai avrei immaginato un simile svolgimento e ne sono stata completamente conquistata.
Oscar è meravigliosa non trovo altri aggettivi, nel cercare di ‘ripercorrere’ la strada compiuta da André in quel piccolo villaggio e per la durata della traversata.
Sta seguendo le tracce di un fantasma, con nella mente quell’incubo che tanto la sconvolse tre anni prima.
Purtroppo il passaggio di André ha lasciato un segno anche nei ricordi dell’impiegato postale e la verità, per fortuna una parte, emerge e la travolge. Facile per lei riavvicinare i tasselli e trarre le conclusioni di ciò che potrebbe essere successo, dei motivi di quel pestaggio cruento e sentirsi responsabile… se non fosse così non sarebbe la nostra Oscar! Anche i suoi “errori” sono belli, nel senso che essi contribuiscono a farci partecipi dello stato emotivo in cui lei versa. Le siamo vicini in questa tortura che è misto di certezza e incertezza.
Io intanto resto convinta della straordinaria bravura dell’autrice che non delude mai e che sempre sorprende. 
Ciao e a presto 
Gattinapelosa 😻
(Recensione modificata il 29/03/2022 - 04:23 pm)

Recensore Master
29/03/22, ore 09:48

Ben ritrovata cara Capo Rouge, con questo lungo capitolo che indaga in Oscar, nei suoi pensieri, nelle sue speranze, soprattutto nella speranza che il filo, che sempre è esistito fra lei e André ,non si sia spezzato del tutto, ma semplicemente si sia allentato e lei, per mezzo di quello stesso filo, possa ritrovarlo e nel contempo ritrovarsi. A Ponta Delgada si fa una sosta, proprio come aveva fatto André per spedire la prima delle sue lettere. E’ importante per Oscar avere la certezza che lui si transitato proprio su quell’isola. Ne sta facendo a ritroso il percorso, sta camminando sulle sue tracce, perché solo su quelle tracce amate è convinta di ritrovare, oltre che lui, anche la parte più intima e segreta di se stessa, che solamente André sembrerebbe conoscere. Quello che apprende all’ufficio postale la sconvolge: lui è stato lì e poco dopo ha subito un’aggressione che ha fatto temere per la sua vita. Il terrore scorre nelle sue vene: fugge via veloce e, nel mentre, torna alla sua memoria il sogno, dove lui le era apparso insanguinato e sofferente. Il suo cuore soffre, poiché percepisce di essere la causa indiretta di quanto accaduto, essendo stato costretto ad andarsene dalla Francia, non essendo lei stata in grado di fermarlo. E’ talmente colpita da quanto ha saputo che non si accorge di essere seguita e fatta oggetto di brutte mire. Quando viene attaccata non ha la presenza di spirito, o la forza, di ribellarsi per salvaguardare la sua vita; vuole provare sulla sua pelle tutto il dolore che deve aver provato André. Fortunatamente Victor accorre e la salva dalla barbarie alla quale rischiava di venire sottoposta. Victor, a questo punto, è colui che decide le prossime mosse; è colui che non sente alcuna ragione se non la sua; la vita di Oscar è troppo impotante, per cui, da ora in avanti, viaggerà al suo seguito per proteggerla. Verranno operati dei cambiamenti sui vari vascelli affinché la linea di comando venga salvaguardata, ma le rimostranze di Oscar non verranno prese in considerazione. Persino la giovane indiana Lua deve adeguarsi alle sue nuove direttive: in questo caso Victor non tiene in minimo conto i sentimenti della ragazza, che è innamorata di lui e per lui sarebbe disposta a tutto pur di stargli vicino, anche di subire lo smacco di venire accantonata in favore di Oscar. E Victor non ci fa una bella figura, ammantando di nobili sentimenti quello che prova per Oscar e derubricando quello che la giovane indiana prova, affermando quanto poco sia degna anche solo di starle accanto. Molto interessante ed intenso lo scambio di battute e di riflessioni avvenuto tra Madame Roma e Victor. Roma, con l’esperienza maturata nel tempo, ha compreso l’interesse che Victor ha nei confronti di Oscar, ma non è certa che anche Oscar stia cercando proprio quello che Victor ha da offrirle. A lui sembrerebbe bastare poterle stare accanto, una diversa forma di amore secondo lui, fatta di puro rispetto, ma Madame gli pone il quesito se invece Oscar non stia cercando qualcos’altro, o meglio qualcun altro di diverso da lui, in poche parole che sia invece in cerca di amore, e, se così fosse, per lui ci sarebbero davvero poche chances, visti i rapporti che intercorrono tra loro. Ma Madame Roma non ha terminato il suo compito: ora deve continuare a prendersi cura di Oscar, sempre che lei glielo permetta. E nuovamente Roma fa riflettere Oscar sulla sua vita, che non può essere fatta solo di rigore, costringendola a rinchiudersi dentro una uniforme come se fosse un’armatura inattaccabile. Molto intenso quindi il passaggio sulla possibilità che avrebbe di scegliere, cambiando il suo “abito interiore”:
“Non ne avete la necessità…ma potete scegliere. E scegliere diviene sempre una necessità! Chi coltiva l’intelletto e il coraggio…penso non possa vivere degnamente senza mai scegliere. Non si può vivere immaginando di nascondere sempre la propria indole o i propri sentimenti. E un abito…sapete bene che non sto parlando di quello…forse…voi avete solo paura di scegliere…perché scegliere porta comunque alle conseguenze della scelta…”.
Indubbiamente parole che restano nella mente di Oscar, la quale avrà tempo per rifletterci sopra durante le ulteriori settimane di navigazione prima di giungere in America. Victor intanto è accanto a lei in maniera discreta, facendole comprendere di aver capito cosa fosse andata a cercare a Ponta Delgada, e quanto quello che ha saputo possa averla sconvolta; loro due erano cresciuti come fratelli e quindi la sua mancanza è giusto che si faccia sentire, ma, per tutto quello che è nelle sue possibilità, resterà al suo fianco. Nella mente di Oscar si rincorrono le immagini di Fersen e di André, cercando di fare un parallelo tra i due: l’uno costretto ad andarsene per non poter amare la regina e l’altro, che avrebbe potuto amare la donna alla quale aveva consacrato il suo cuore, che aveva operato la scelta di allontanarsi da lei per troppo amore.
Sempre intensi questi personaggi dei quali diventiamo partecipi delle loro emozioni, che tu magnificamente racconti. Un caro saluto e a presto!