Recensioni per
Pur
di Capo Rouge

Questa storia ha ottenuto 869 recensioni.
Positive : 865
Neutre o critiche: 4 (guarda)


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Recensore Junior
12/07/22, ore 14:09
Cap. 28:

Ohh l’ironia del verso della canzone in apertura, mia cara Capo Rouge!

Turn it off if you want 
Switch it off, it will go away
Turn it off if you want to
Switch it off or look away 

Non vorremmo tutti spengere il tempo e tutte le cose orribili della vita? Ahhh se solo fosse possibile! Ma invece è sempre lì a misurare le nostre vite inclemente, senza pietà alcuna!

Che cos’era il tempo quando ci s’immaginava di prendersi gioco di esso ma no, non era possibile, perché la sua mano nera e dura non lasciava scampo, inghiottendo tutto, volti, respiri, parole!?

Sembrerebbe quasi che André sia stato punito dal tempo per aver tentato di vivere la sua vita in maniera differente dalla loro storia, in un tempo che è diventato non più il “loro”.
Un nuovo tempo in cui Oscar potrebbe provare a vivere in un modo diverso ma rimanendo sempre e comunque fedele a sé stessa, a ciò che è e che è sempre stata. 
Eppure c’è una voce in contro canto con quell’André è morto e che non vorremmo invece venisse mai spenta, cioè quel ritornello che intonato per tutto il capitolo: 

“Oscar, quale Storia?
Io e te non ci lasceremo mai. 
La nostra Storia, qualsiasi sarà il pittore, qualsiasi sarà lo scrittore, chiunque penserà a noi e a chiunque noi rivolgeremo lo sguardo, sarà sempre la stessa.”
Non abbiamo scampo, perché noi siamo nati per essa e la nostra Storia non cambierà mai, nemmeno se noi non volessimo più viverla!
Sono tante le cose che questa storia ci deve ancora narrare e quel leitmotif è solo uno dei tanti di questa storia meravigliosa.

Grazie tante. 
Claudia 
(Recensione modificata il 12/07/2022 - 02:11 pm)

Recensore Veterano
11/07/22, ore 22:22
Cap. 28:

Allora, il dolore che non parla, sussurra ad un cuore bagnato da lacrime che diventano schegge di ghiaccio, ordinandogli di rompersi.
Il cuore di qualcuno che è stato parte della loro Storia ha smesso di battere, in un campo sconosciuto. Spezzando la Storia, fermando il tempo che era stato loro.
Prima… quando il profumo delle rose, un sorriso, tre rose bianche erano tutto ciò che serviva per vivere la Storia. E lui sembrava conoscere tutte le risposte.
Bianco…
Uno scrigno il tempo, bagaglio che diventa sempre più pesante mentre si percorre il cammino.
Racchiuso nello scrigno, il passato, il presente, il futuro. Ciò che si è stato, ciò che si è, ciò che si sarà.
A volte, il tempo concede risposte, a volte sembra fermarsi, e aspettare.
Prima… il passato che era la loro Storia e sembrava fermo, immutabile, destinato a seguire sempre lo stesso cammino.
Prima… il presente, doloroso abbandono, frammenti di vita che tornano sempre a ricordare che la ricerca è finita.
Prima… il futuro, bloccato tra il presente e il passato, tra frammenti di vita e parole lontane.
Bianco… come il ghiaccio che avvolge il cuore. Come la certezza che diventa realtà inappellabile. Che non lascia scampo all’abbandono, al dolore dell’assenza.
Blu marino… scuro, profondo, come l’oceano che li ha separati. Scuro come l’assenza.
Lui che vive nelle parole non ancora lette, eco del passato. Parole ferme nel presente, proiettate nel futuro per evitare a un cuore ignaro una assenza che non conoscerà appello.
Lei, blu marino… nel presente tornare al passato. Un istante ritagliato tra il passato e il futuro.
Ovunque e in qualunque tempo, sarebbe stata semplicemente lei…
Parole dure, crudeli, frammenti di verità difficile da sopportare.
Parole che si tramutano in dubbio e altro dolore.
Lacrime di pioggia mescolate all’ultimo sorriso che lui le aveva regalato, agli ultimi ricordi…
Passato… presente… futuro…

Recensore Junior
11/07/22, ore 22:04
Cap. 28:

E allora, dunque, mia cara Capo Rouge piovono conferme, anzi confermissime sia a bordo che a babordo, visto il titolo è le profondità marine del capitolo.  
Se nello scorso, su Oscar e su noi appassionati della tua storia e di  questi personaggi, scendeva la pioggia adesso invece scende una grandinella fastidiosa portata dal vento, di quella che il primo raggio di sole spazzerà via.
Ma intanto è così ed io ci sto, a godermi tutto di quello che la storia ci sta raccontando.
André ha ingannato il tempo e con esso “imbrogliato” le carte in gioco, falsando le percezioni di Oscar e inducendola a mettersi sulle sue tracce e poi ad iniziare questo viaggio intorno a chi era lui ed anche intorno a sé. Dubito però che il suo operato avesse il fine di alterare e deviare (almeno non intenzionalmente) il corso della vita di Oscar, anzi precisamente quella di nessuno se non la sua, solamente ed unicamente la a propria vita. 
Spesso, o il più delle volte comunque non ci rendiamo conto di quanto proprio le nostre scelte, anche quelle che sono solo nostre e non forzate o dipese da altri, possano influenzare quelle delle persone che ci sono accanto capovolgendo vite e situazioni.
Il passo della vita quindi può cambiare ma a compiere quei passi sismo sempre noi.
Adesso, in questa storia, il tempo inseguito (quello dove Oscar non c’era), è stato raggiunto ma si è scoperto crudele e “spettatore senz’anima.
Ma, a proposito di anime, credo di poter rispondere io (sebbene con il rischio di apparire saccente) a Madame Alesksandra Roma, colei che si “era sempre considerata senza prezzo”. Credo di poter rispondere anche se “in quella storia mancava un personaggio”.
Mentre lei non è “certa che quell’assenza avrebbe indotto l’altra a mantenersi intatta e pura oppure a modificare di colpo aspetto e indole”, io nel mio piccolo, nel mio essere una fan di Oscar e di questa fanfiction, sono convinta che non la cambierà! Che la straziante mancanza non muterà l’indole di Oscar. 
Oscar sarebbe Oscar comunque, ed è una donna sia con in dosso una divisa che con un altro abito, uno qualunque, di qualunque foggia o stoffa. Anche nuda sarebbe sempre lei come sarebbe sempre un soldato anche senza la divisa addosso.
Oscar non è tipo da perdersi e non credo che comincerà adesso che è finita (si fa per dire) in questa storia bellissima.
A presto o a quando avrai voglia e tempo

PrincessLena 
(Recensione modificata il 11/07/2022 - 10:05 pm)

Nuovo recensore
09/07/22, ore 19:04
Cap. 28:

Grazie grazie grazie per aver aggiornato così presto la storia ,mi piace molto come hai descritto la vita degli indigeni americani ,bello lo scontro fra Fersen e Girodelle onnipresente,il e l’attacco finale di Oscar a quei due energumeni ,come sempre leggo tutto d’un fiato sono in trepida attesa per il prossimo capitolo.Inutile ribadire quanto sei brava

Recensore Junior
09/07/22, ore 18:51
Cap. 28:

Ciao Capo Rouge,
in questa torrida estate trovare a sorpresa un capitolo è diventata una piacevole abitudine, vorrei che questa estate non finisse mai se porta questi regali.
Oscar ha dovuto apprendere al suo risveglio dal malore che l’ha colta su quel dannato campo, che Victor è tornato, anzi l’ha raggiunta.
In questo momento, in cui Oscar deve affrontare la realtà della morte di André, la presenza di Victor sarà più ingombrante che rassicurante.
Madame Lemonde mi ha affascinata dal primo istante, osserva senza imporre la sua presenza, ascolta anche i silenzi di Oscar, lentamente ne sta cogliendo l’essenza, i tratti nascosti che rendono Oscar ciò che è.
Ha compreso che la ricerca di un personaggio che non ha mai incontrato prima, è importante nella vita di Oscar, anche se la ricerca di quest’uomo ha portato alla scoperta della sua morte, Madame Lemonde comprende che ha lasciato un grande vuoto nella vita di Oscar.
Forse sarà proprio Madame Lemonde ad aiutare Oscar a comprendere la verità che fino ad ora si ostina a rifiutare, a non vedere.
Per ora, Madame Lemonde ha ben capito che Victor e Fersen sono rivali, entrambi anelano alla conquista del cuore di Oscar.
Ogni volta che incontro Victor riesce a sorprendermi, pur non volendo rinunciare ad essere un amante, un uomo libero di vivere la sua vita privata con chi meglio crede, è deciso a stare lontano da Lua per non permettere da Oscar di accusarlo di avere una vita dissoluta e rifiutarlo.
Victor continua ad essere un calcolatore, ma, temo che non abbia capito molto di chi sia realmente Oscar.
I suoi discorsi, il modo in cui tratta il bambino indiano, sono agli antipodi con i pensieri e i valori di Oscar, sono entrambi nobili, frequentano lo stesso ambiente più che privilegiato, ma c’è così tanta differenza tra loro, Victor non lo ha ancora capito.
Il segreto delle lettere di André era custodito da un bambino indiano, anch’egli testimone degli ultimi giorni di André, tutto molto semplice, sembrerebbe.
Io continuo ad avere molta diffidenza riguardo al comportamento di Fersen, forse perché voglio ancora illudermi che non sia davvero tutto finito per André.
Mi è piaciuta tantissimo la decisione di Oscar di indossare un abito da donna, ha capito finalmente che lei non è un abito, una divisa. Oscar è un colonnello, ma è sempre stata una donna.
Oscar ha deciso di indossare l’abito non per ‘quei due bellimbusti’, non per Fersen o per Victor, ma per se stessa, per cercare di ascoltare chi è.
La morte di André le ha lasciato un senso di abbandono difficile da sopportare, ora Oscar deve immaginare e vivere la vita da sola.
Un altro piccolo tassello del puzzle è andato al suo posto, Oscar ha ritrovato i due soldati incontrati nella locanda a Brest, ed erano sulla nave Jason anche dopo l’aggressione a Punta Delgada, erano con André durante la missione che ne ha causato la morte.
Oscar reprime la rabbia e il disgusto, con abilità riesce a scoprire ciò che è più doloroso, il motivo, lo sgarbo, che ha portato quei due ad aggredire André.
Un altro dubbio si insinua nella sua mente, e mi fa sperare che un piccolo, piccolissimo appiglio a cui aggrapparsi ancora ci sia.
Grazie per questo intenso capitolo.
Ipazia

Recensore Veterano
09/07/22, ore 10:56
Cap. 28:

Carissima Capo Rouge,
un altro capitolo che ho letto tutto d'un fiato, talmente era incalzante e coinvolgente. E quanti colpi di scena!
Ho amato particolarmente il ricordo di infanzia di Oscar, alla prese con la prima declinazione, e di un piccolo Andre', che in questa storia è il manovratore delle loro esistenze, prima da bambino e poi da adulto: ed è così svelato il mistero delle lettere postdatate. 
Indagatrice e arguta, come sempre, Alexandra Roma che avverte prepotentemente il tassello mancante: e qui l'assenza è talmente grande da diventare presenza, impossibile da ignorare (mentre Girodelle e Fersen, ormai pretendenti in competizione, sanno benissimo chi sia l'Ombra e cosa si sia portata dietro).
Oscar che indossa il vestito di colore "Marino" per tentare di recuperare un tempo che non è mai stato suo è semplicemente intensa e struggente. 
L'ultimo incontro con gli energumeni, che furono aguzzini di Andre' e che probabilmente sono coinvolti anche nella sua morte, mi ha profondamente colpito: il loro incontro/scontro con Oscar, sotto una pioggia battente, mi ha molto ricordato l'inizio de "Il patto dei lupi".
Resto, come sempre, in attesa ammirata e paziente del seguito.
Intanto un caro saluto!
Sempre affezionata, Galla 

Recensore Master
08/07/22, ore 15:00
Cap. 28:

Un altro capitolo con una nuova marea di sensazioni ad avvolgere il lettore e la storia stessa, quello che ci hai regalato cara Capo Rouge.
Il Tempo, padrone di ogni cosa, che scandisce gli attimi di vita delle persone, nel bene e nel male.
E cominciamo con un ricordo, avvolto appunto nel tempo, che era stato preso in giro da André, in un lontanissimo pomeriggio tedioso per lei, che doveva impratichirsi sulle declinazioni in latino. Lui che le era venuto in soccorso aggirando l’ostacolo, portando indietro le lancette di tutti gli orologi di palazzo Jarjayes per recuperare un po’ di tempo da passare insieme.
Un ricordo che riemerge alla memoria di Oscar, in quel luogo che non riconosce, e dove è stata portata perché non stava bene, essendo ancora febbricitante.
Lei, che era corsa dietro al tempo, sperando di raggiungere qualcuno che, tempo prima, da lei si era allontanato, e con il tempo lei aveva provato, sulla sua stessa pelle, quanto e cosa significasse il distacco da lui.
Era stata una corsa fatta anche contro il tempo per poter raggiungere quel qualcuno che dava significato alle sue giornate, arricchendole di tanti piccoli particolari che riemergevano a ondate nella memoria.
Lui, l’unica persona che sapeva chi lei fosse, forse anche meglio di se stessa, che spesso brancolava in un buio fatto di domande alle quali non sapeva dare risposte.
Ma era arrivata fuori tempo massimo: ormai non sussisteva più nulla da fare. Il tempo aveva decretato la morte e con essa anche tutte le sue speranze di poter essere, proprio grazie a lui, davvero qualcuno di diverso da come tutti l’avevano sempre vista.
Madame Roma è colei che tenta, con la sua arguzia, di far aprire Oscar, ora che ha preso un po’ più di confidenza con lei. Ha compreso che la persona cercata rivestisse un ruolo veramente importante nella vita di Oscar, la quale mai si è lasciata sfuggire alcunché, forse perchè era l’unico a vedere l’unicità della persona che si nascondeva dentro e dietro l’uniforme, e forse anche percependola come donna, come la bellissima donna che era, nonostante non usasse alcuno degli abbigliamenti e ornamenti tipicamente femminili.
Curioso il suo tentativo di far indossare ad Oscar quello splendido abito, confezionato in serica stoffa tutta da accarezzare, come avrebbe accarezzato il corpo che dentro si fosse trovato. Una curiosità per lei che avrebbe voluto vedere tutta la bellezza di cui poteva rivestirsi Oscar, anche in funzione del fatto che aveva notato l’atteggiamento dei due nobiluomini che le stavano appresso, ognuno in maniera differente, ma indifferenti entrambi per lei che nella mente e nel cuore aveva evidentemente un suo ideale ben preciso.
Ma Oscar rifugge da certi atteggiamenti e soprattutto da certi pensieri ai quali mai si abbandona. Non è il momento né dell’abito né dell’eventuale ricevimento di cui le ha accennato Madame Lemonde. Ha solo bisogno di schiarirsi le idee con una passeggiata che la porti lontano da lì.
Ma anche la passeggiata si rivela un trabocchetto, poiché scopre una verità alla quale mai avrebbe pensato.
Casualmente, a un ragazzino indiano cadono delle lettere nella fanghiglia di quella strada che, insieme a Fersen, sta percorrendo, quando l’occhio cade sul nome del destinatario. Oscar viene colta da una sorta di follia nel voler a tutti i costi cercare di capire chi e soprattutto quando avesse consegnato le lettere da spedire. Assistiamo alla sceneggiata all’ufficio postale, dove apprende, con non poco stupore, che le lettere fossero da André state consegnate affinché venissero spedite in date prestabilite. Un ulteriore colpo al cuore: le lettere avevano continuato ad arrivare a Nanny, nonostante il decesso del nipote, il quale si era premurato, nel caso gli fosse capitato qualcosa, di continuare almeno per un po’ ad essere di sollievo a sua nonna, la quale avrebbe avuto l’impressione di averlo ancora vicino e presente.
André si era preso gioco del tempo ancora una volta, perlomeno di quello che costituiva il loro passato. Il futuro pareva non essere contemplato per loro. Ma il presente, cosa lei ne avrebbe fatto del suo presente, ora che avvertiva su di sé la cappa pesante dell’abbandono? Quel vestito da indossare poteva essere la scappatoia per provare a essere altro dalla se stessa che era sempre stata, il tempo per pensarsi donna, come forse lui l’aveva sempre vista, e per lei il tempo di pensarsi purtroppo sola.
Poi l’incontro, anche qui casuale, con i due soldatacci di Brest, di cui ha rammentato le voci, mentre si rivolgono ad alcuni mocciosi di strada, e tutti, osservandosi, si riconoscono.
Il tentativo di sapere è insistente, allettante, la mente ha ripreso a ragionare. E qui Oscar si gioca il tutto per tutto, rischiando. Ma le parole di quegli energumeni le portano la triste verità che possa essere stata lei la causa di quanto accaduto ad André, per ripicca per gli eventi di Brest, anche se ancora non comprende quale sia stato il vero ruolo di quei soldatacci. Non può sfiorarla il pensiero del folle e assurdo pestaggio, sfociato poi in una inaudita violenza ai danni di André che aveva fatto temere per la sua vita, ma si focalizza su quanto è successo durante la missione per portare il carico di polvere da sparo, durante la quale quei due hanno dato “a quell’idiota d’un soldato il fatto suo”.
Non può però fare nulla se non allontanarsi velocemente da quei due, in preda all’angoscia, sotto la pioggia che ha ripreso a scorrere e che nasconde le sue lacrime mescolate ai pensieri che sempre e tutti la riportano ad André.
Anche questo ulteriore passaggio ci lascia con il cuore appesantito, poiché vediamo Oscar in preda al suo tormento interiore, e che non può confidare a nessuno, pensando che se lui non se ne fosse andato tanto tempo prima, ora non si troverebbe in quella situazione di folle dolore, non convincendosi ancora che la donna per la quale si è allontanato, mettendo addirittura un oceano come distanza massima, era lei e solo lei, lei che aveva lui sempre mezzo passo indietro, ma sempre presente, vivo più che mai.
Un caro saluto.

Recensore Junior
08/07/22, ore 14:14
Cap. 28:

Non voglio pensare che André sia morto.
Che senso avrebbe scrivere delle lettere anzitempo per continuare a far credere d'esser vivo nel caso in cui gli fosse accaduto qualcosa? Ci dev'essere una spiegazione. Staremo a vedere.

Intanto rileggo il capitolo precedente:
"Gli occhi seguirono muti l’avanzare del drappello.
I passi silenziosi s’arrestarono.

Gli occhi fissarono le sagome ma soprattutto le baionette caricate in spalla. Trenta forse.
E poi, uno dei cavalieri recava con sé un carico assolutamente intuibile.
Una follia esibirlo a quel modo, come fosse stato un invito ad attaccare oppure a…

La freccia adagiata all’arco, trattenuta tra le dita…
Lo spunto dell’acciarino ad appiccare il fuoco…

Le dita strette il fucile…
Lo sguardo alle ombre che avanzavano, una spiccava, il corpo sinuoso e asciutto, magro.

Il sangue incendiato, tra le infinite tinte di rosso, una gradazione su tutte, capace di colpire al di sopra di tutte…
Vermiglio…

Il volto, il corpo sinuoso e asciutto…
Tutto scorse piombando addosso…

Perché?
Perché laggiù c’era lei, nata per essere così, follemente silenziosa, sprezzante, viva, libera, pura…

La negazione muta ad abbassare gli archi…

Mutò il sangue.
Mutò direzione e colore, che se fosse schizzato fuori avrebbe dispiegato la limpida chiarezza dell’acqua.

Mutò il sangue sì, in ascolto dell’innominato tremore, mentre le strida della fastidiosa bestia mutavano anch’esse, allungandosi, come avesse declinato il mutamento dell’animo, come avesse calcolato lo scorrere d’un tempo, il fallimento d’un gesto incompiuto.

La preda era sfuggita…"

Di chi sono questi occhi che scrutano l'avanzare di questo drappello di soldati nella foresta?
Perchè riescono a riconoscere tra tutte una figura esile e pura che spicca tra loro? Perchè si chiede come mai sia arrivata fin lì?

Che fine ha fatto Andrè? E' davvero morto o gli indiani lo hanno accolto tra loro ed ora sostiene il desiderio di libertà dei popoli nativi in America?

La fantasia vola, e questo grazie a te.

La storia è molto bella e appassionante, anche se rispetto ad altre che hai scritto
per me risulta una lettura più impegnativa.
E' molto introspettiva; i continui rimandi a pensieri, frasi dette in tempi diversi, a cui Oscar rispensa costantemente rendono meno fluida la trama ma ci rendono partecipi della lenta elaborazione interiore che sta vivendo Oscar dentro di sè ed i tempi sono lunghi ed estenuanti, così come lo sono i viaggi di quell'epoca. 
Ma d'altra parte l'Amore è anche una lunga e lenta agonia.
Alla prossima. Grazie.
Eledhwen71
(Recensione modificata il 08/07/2022 - 02:17 pm)
(Recensione modificata il 08/07/2022 - 02:26 pm)

Nuovo recensore
08/07/22, ore 08:34
Cap. 28:

Ciao Capo Rouge, dunque sembra che Andrè sia proprio morto. Quando ciò accade nell’anime, O. è affranta, ma non si lascia andare e chiede a lui di guidarla. E’ per assecondare quello che sarebbe stato il suo desiderio, per difendere i loro ideali, che lei si pone alla guida dei soldati e del popolo sotto la Bastiglia. Certo, credo che provasse sollievo dal sapere che le restava poco da vivere e che presto si sarebbe ricongiunta a lui; si trattava, dunque, di impiegare nel miglior modo possibile il poco tempo (ossia la poca Vita) ancora a disposizione.
In IF, a Limours, O. è pure annientata dalla notizia della morte di A.; anche in quella Storia, però, sa che le resta poco da vivere e dunque cerca di impiegare il tempo che le rimane per aiutare la gente del paese. Però un minimo dubbio sulla possibilità di poter continuare a vivere e ad amare (Alain) senza Andrè, se lo pone. Non so se ci sarebbe riuscita; forse sarebbe stato solo un sopravvivere, costellato di confronti tra passato e presente, che non avrebbe reso felice nessuno.
Qui invece O. ha una vita davanti, come la vivrà? Ha ragione Roma a pensare che O. ha la scorza dura e che ne verrà fuori intatta? Oppure questo fatto ne muterà di colpo aspetto ed indole?
Cosa ci si aspetta da O.? Che si chiuda in sè, continuando nella sua vita solitaria, magari invocando la morte, oppure che cambi, magari che si innamori di qualcun (altro), che sia felice senza di A.?
All’apparenza stride con il suo lutto la decisione di vestirsi da donna e di andare ad un ballo. Ma è facile invece riconoscervi il tentativo di fuggire da una realtà che non accetta, che tenta in ogni modo di negare.
Se all’apparenza è un modo per aprirsi al mondo, in realtà temo sia solo un modo per crearsi un bozzolo (che per certi aspetti la protegge, ma per altri la imprigiona) diverso dall’uniforme, un modo per non impazzire (almeno nell’immediatezza), per cercare di vivere almeno qualche ora una realtà diversa da quella in cui A. è morto. Fuggire non è mai stata una soluzione però!
Staremo poi a vedere come i due “cavalieri” prenderanno la faccenda. Dubito però che O. potrebbe essere felice con uno di loro, nessuno dei quali condivide i suoi ideali, la sua rettitudine, la sua attenzione per il prossimo (vorrei dire anche la sua forza d'animo, ma non so quanta ne sia rimasta ad O.).
Insomma: Andrè (mi) manca!! Ma cosa gli è passato per la testa quando ha deciso di andarsene??!! E' vero, l'ha abbandonata! Se l'avesse amata (o forse è meglio dire conosciuta) fino in fondo, avrebbe accettato di rimanerle accanto, nonostante la sua infatuazione per lo svedese, nonostante il rischio che lei non lo ricambiasse e, sì, anche nonostante il rischio che il proprio amore la facesse soffrire.
Grazie come sempre per il tempo che dedichi a questa Storia! Un caro saluto

Nuovo recensore
07/07/22, ore 23:04
Cap. 28:

Oscar si risveglia in una stanza adibita a sartoria e il suo sguardo viene subito rapito dalle stoffe sensualmente splendide, lasciate lì sul tavolo, per confezionare abiti in occasione di un ricevimento, che si sarebbe svolto di lì a poco.
Sinceramente questo comportamento mi lascia piuttosto perplessa. Forse scaturisce da un tuo ragionamento assurdo di trovare un modo per giustificare Oscar in abito da sera, nel prossimo aggiornamento, come nell' episodio Cuore di donna. Mi dispiace, ma non lo comprendo .

Ha appena avuto la certezza della morte di André e lei che fa : dopo un primo momento di destabilizzazione il suo primo pensiero sono il ricordo delle parole di Fersen a Brest, quando prima della partenza , le esprime il desiderio di vederla indossare un abito femminile, per poter danzare con lei al loro prossimo incontro. Mah!!

André non c'è più , eppure il suo cuore ha voglia di sentirsi donna fragile e sola, ma pur sempre accanto a Merluzzo???? altro che confusione sta donna .
Ha attraversato l' oceano per ritrovarlo, ma ancora non sa riconoscere che la forza che l'ha spinta fin laggiù è l'amore per lui , e non capisce nemmeno che la donna amata da André, in realtà è lei .
Inoltre ,il pensiero folle di indossare un abito come le altre donne, le balena in mente ancora prima di incontrare il ragazzino indiano con le lettere di André , e questa mi sembra una reazione illogica non solo da parte sua, ma per chiunque abbia avuto un lutto.
E tu , cara autrice, non trovare la scusa che lo fa per reagire al dolore, o per ritrovare se stessa, perché non sa più chi è senza André, che solo lui la conosceva e bla bla bla, perché mi sembra un atteggiamento senza senso e infantile . Mi dispiace, ma in questa storia la fai sembrare più tonta del solito riguardo ai sentimenti .
E per quanto riguarda quei due infami che hanno abusato di André, come può un oltraggio del genere, non lasciare ferite nel cuore e nell'anima!!! Eppure tu ce li fai ritrovare lì in America , e, di conseguenza ,ciò significa che André ha dovuto avere a che fare con quei due mostri, sia sulla nave, che in tutti quegli anni oltreoceano, anche se ci avevi fatto intendere che fossero scappati senza imbarcarsi, dopo l'abberrante violenza.
Povero André avrà vissuto un inferno!!
Spero che tu non pensi di fare violentare anche Oscar per farle rivivere lo stesso dramma di André, perché sarebbe troppo.

Per concludere, volevo rammentarti che sono passati 2 anni dalla pubblicazione del primo capitolo della tua storia, quindi, ti chiedo quando hai intenzione di concludere questa triste e lunga agonia, perché, di questo passo, passeranno altri 2 anni prima di rientrare in Francia.
(Recensione modificata il 08/07/2022 - 12:57 am)

Nuovo recensore
07/07/22, ore 22:46
Cap. 28:

Non omnia possumus omnes.. ma Oscar trascende ogni categoria. Certo mi spezzi il cuore con qs capitolo.. fatico ad immaginare una presa di coscienza più dolorosa della strada che la porti a fare. Ma ti seguirò fino alla fine della strada!
Le rose bianche.. d'istinto. L'ho sempre saputo:-)
Grazie 
LaCittàVecchia

Recensore Junior
07/07/22, ore 22:04
Cap. 28:

Carissima Capo Rouge, prima di tutto grazie per  l’aggiornamento, tutto fulmini e saette ⚡️🌩 ⛈, di questa storia “intossicante” e che mi dà dipendenza!  
Ma toglimi 🙏 una curiosità, vista l’accelerazione e l’impennata in  discesa (motocicletta o bicicletta fa lo stesso!) di questi ultimi capitoli: tu, vivi di Emozioni, Scrittura e Parole? Notte e giorno e incessantemente? Maaaaa 😍 se è così maaaa grazie! Grazie 🤩 Grazie 🙏  Grazie ☺️ 
Dico, hai presente il brivido di cui blateravo nella precedente recensione? Ebbene, il brivido, è scorso ancora fin qui, continuato, ma in maniera differente! 
Perché, cavolo, “Fa freddo!” e fa freddo davvero! Ed è stato come il pugnale di Psyco che mai si vede ma che si sente e che ci squarcia, che ha causato il brivido!
Quando si dice che a noi (donne) neanche una doccia in santa pace è permessa! Bentornato Conte Victor di Girodelle o Girodel, anche se non te ne sei mai davvero andato, e che non ho mai capito come si scrive! 
Sei asfissiante e calcolatore!
E non lo sei solo con Oscar ma anche con la tua amante (vabbè ormai ex… o quasi!) Lua Pietra Incadescente che ora, quasi quasi, farebbe bene a illuminarlo (di dolore!) lì dove non batte (mai, mai!) il sole… manco quello di ferragosto! E che cavolo! Io scherzo sempre e lo sai percio perdonami quando prendo di petto i personaggi che, del resto, sai quanto mi piacciano.
Allora continuo eh?!
E che dire allora dell’altra provola (provolone, volevo dire!) che parla troppo?
Addirittura riempie di parole la boccuccia di un bambino affamato di affetto (o così credo… boh, non so 🤷‍♀️!) ahi ahi ahi mio caro Conte Hans Von Fersen! Cosa mi combini o mi hai combinato?
Ora pure Madame Roma Lemonde ci conferma che i pretendenti alle sottane di madamigella sono ufficialmente due! Dico due e di calibro grosso.
Comunque ti prendo in parola: Girodelle deve “finire” come l’Alain della tua altra storia anche se Alain, soprattutto l’Alain dell’altra storia io l’ho adorato e lo adoro ancora e lo farò sempre! Insidioso quanto basta ma sincero e mai subdolo ! Non  come il Girodelle di Paris.
Nulla, niente, rien, nada, mi quadra in questa storia… anche questo André fantastico e sempre presente (anche da morto!!) ma, davvero davvero,  ha ingannato tutti noi e il tempo?
Oscar vacilla adesso ed è normale, solo che lei è lei ed è unica. In lei ho sempre fiducia.
Fersen e Girodelle hanno capito ora, ancor di più, chi fosse importante per lei. E ora più che mai non riesco a fidarmi di loro, mi fido in realtà solo di Oscar e dell’autrice mai 😉
Grazie 
A presto, insomma alla prossima,  insomma fa’ presto ad aggiornare. 
Ciao 
Gattinapelosa 😻

Recensore Junior
07/07/22, ore 21:59
Cap. 28:

Mi emozionano sempre i ricordi, così vividi e teneri, di Oscar e André, perché è come guardare attraverso un buco della serratura, l’evolversi del loro rapporto.
Di sicuro era tutto più semplice quando erano bambini, ora la vita ha messo Oscar davanti ad una prova molto dura da affrontare.
Fersen continua ad alimentare i miei dubbi, molti piccoli dettagli mi fanno sorgere più domande che risposte, sembra avere sempre la risposta più ragionevole e, in questo modo, uccide le ultime speranze di Oscar e anche le mie.
È possibile che André abbia potuto realizzare un modo per evitare che sua nonna continuasse a ricevere le sue lettere per qualche tempo, ma spero che la spiegazione sia un’altra che riaccenda le speranze e offra risposte più chiare.
Madame Roma ha di sicuro un modo particolare di mettere gli altri di fronte a certe verità, riesce con poche parole a dare quella piccola spinta che serve al suo interlocutore per prendere una decisione. Ha anche rivelato ad Oscar una verità che lei non aveva sicuramente compreso.
Girodel e Fersen che si guardano con sospetto, misurando l’altro il proprio avversario, è una immagine che ha molto sorpreso molto Oscar, essere lei al centro di questa rivalità, per lei è qualcosa di impensabile.
Ma Madame Roma ha più intuito di quanto Oscar creda.
Oscar una decisione l’ha presa, mi sembrava di vederla davanti allo specchio.
L’incontrò con quei due soldati che sono stati causa di tanto dolore, ha dato un nome agli aggressori di André, purtroppo ha dato anche ad Oscar che sia stata lei in qualche modo la causa di ciò che è successo ad André a Punta Delgada.
Continuo a sperare che la loro Storia non possa essere finita così.
Grazie
Ortensia 🌸

Recensore Master
07/07/22, ore 17:14
Cap. 28:

Carissima,
e così, fra le molte abilità di Monsieur Grandier, come abbiamo scoperto, c'è anche quella di saper riavvolgere all'indietro e a suo piacimento le lancette del tempo. Questo suo artificio delle lettere scritte anticipatamente e che dovranno venire spedite un poco per volta, sai, mi ha ricordato un film di Tornatore, "La corrispondenza", in cui Jeremy Irons trova un modo per poter far sentire sempre la sua presenza alla sua amata, Olga Kurylenko,
Ma questo capitolo, in filigrana, è un po' tutto quanto un piccolo trattato sul tempo e i suoi capricci:
il tempo che per Madame Roma è passato definitivamente, come rileva vezzosamente nella sua conversazione con Oscar
il tempo strappato, per poco, alle smanie di conquista dei coloni, che hanno concesso ai nativi delle Six Nations ...la terra che è loro, di fatto
il tempo di Oscar, e quello che si concede: come scrivi tu: "Il tempo di pensarsi donna…
Il tempo di pensarsi sola…"
Di fatto, l'ammettere fra sé e sé che la sensazione più netta fra il tumulto di quelle che prova sia il senso d'abbandono, dovrebbe farle comprendere molte cose, "come se André avesse avuto dei doveri nei suoi confronti, obblighi spirituali o morali che fossero, e li avesse disattesi.
Come se André fosse sempre stato suo ma adesso – o forse mai – non lo era più e dunque lei era rimasta sola".
Infine, giusto a margine, trovo qualcosa di diverso nella tua scrittura e nel tuo stile negli ultimi due o tre aggiornamenti, un qualcosa che mi
piace e mi rende pensosa.
Grazie mille, e a presto,
d

Recensore Master
07/07/22, ore 10:36
Cap. 28:

Cara Capo Rouge,
Azzardato questo finale...
Azzardato per la protagonista e anche per il racconto.
Troppe sono le conclusioni da te ascritte all' intuito di Oscar. Per quanto quei due siano odiosi e maligni, lei non sa nulla riguardo alla violenza carnale inflitta ad Andrè. Lei sa di un pesante pestaggio, indice di grande odio e di rivalsa, azione intuitivamente ascrivibile alla perfida coppia, ma tutto ignora riguardo al movente che gira attorno a quello stupro. Gli stupratori sempre uccidono l' anima delle loro vittime e spesso, per un motivo o per l' altro, potano via loro anche il soffio vitale. Perché mai l' intuito di Oscar dovrebbe concludere che una rivincita da occasione perduta in un localaccio portuale malfamato dovrebbe sfociare in un attentato mortale? Perché sono i due a vantarsene? Conclusione alquanto esile. Avevano pestato a sangue Andrè e praticamente lo stavano abbandonando a morire, solo, in una baracca?! Si, ma un pestaggio non è un abuso sessuale e, per quanto odio contemperi, non si porta dietro le "motivazioni e i sentimenti" (ovviamente virgolettato, dato l' evidente abuso di entrambi i termini) che accompagnano il rapporto cacciatore/preda e viceversa, quelli si capaci di mettere in piedi un effettivo e organizzato piano mortale. Non sorretto da prove narrative dunque quell' ulteriore ascriversi responsabilità nel decesso... Nel pestaggio si, ma non nel decesso.
Un caro saluto