Questa storia, pur essendo movimentata e ricca di personaggi, a una lettura più attenta e organica, non risulta convincente in vari punti.
I personaggi sono irriconoscibili, completamente avulsi dal loro contesto e quasi spaesati in un intreccio scialbo e prevedibile. Soltanto i nomi li accostano a quelli della storia originaria e, forse, più che inserire “OOC” nelle note, sarebbe stato consigliabile scrivere una storia del tutto originale.
La trama ricorda quella di una telenovela sudamericana dal sapore vagamente maschilista, con la protagonista vergine e l’uomo molto navigato che la inizia ai piaceri della vita.
La ricostruzione storica è molto marginale e rimane in superficie e, infatti, i personaggi, i caratteri, i dialoghi e le gag sono completamente fuori epoca e, di certo, ben poco settecenteschi. Per fare un esempio, quando André parla con Alain o con i suoi amici inglesi, il contenuto dei discorsi, le battute di spirito, le espressioni e le pose ricordano quelli di persone dei giorni nostri. Il linguaggio usato, poi, è del tutto anacronistico. Soltanto per fare degli esempi, cito queste frasi: “sono allergico al matrimonio” (la parola “allergia” fu usata, per la prima volta, nel ventesimo secolo), “tirarti un pacco affibbiandoti un bambino non tuo”, “una bomba a letto”, “siete davvero uno schianto!”. Una maggiore accuratezza storica e linguistica sarebbe stata auspicabile.
Ci sono anche errori nel trattamento dei personaggi, perché non ci si può riferire a una persona indifferentemente come a Lady Christine o a Lady Gordon. Soltanto le figlie dei nobili con un titolo superiore a quello di Conte possono fregiarsi del titolo di Lady anteposto al nome di battesimo. Questo titolo, invece, quando è anteposto al cognome o alla casata del marito, è segno di nobiltà acquisita.
Il punto dolente è, però, costituito dalle innumerevoli scene di sesso che occupano buona parte di quasi tutti i capitoli. Le note di presentazione evidenziano “erotico”, ma ciò non salva dal brutto. Pur non essendo un’estimatrice del genere erotico, riconosco che ci sono casi in cui esso è poetico e, persino, fresco e permeato di ingenuità giovanile. Dà molto fastidio, invece, quando questo genere sfocia nel meccanico, nel volgare e nel grottesco e tutto ciò stride apertamente col grande amore reciproco che si vuole attribuire ai protagonisti. Emblematica è la scena che compare in questo capitolo dove il povero André, in modo piuttosto umiliante per il personaggio, si cala le culottes per fare sfoggio di sé davanti alla compagna. Ci sono, poi, disseminate nel corso della storia, descrizioni ancora più esplicite e voyeuristiche, in aperto contrasto con lo spirito e i valori cardine della storia originale. Il personaggio di Oscar mi era piaciuto per il riserbo, l’eleganza, la forza dei valori, una certa timidezza mista a scontrosità, la morigeratezza dei costumi, il ripudio degli eccessi mentre André, oltre ad avere tutte queste caratteristiche, aveva la classe di Cary Grant e di Gregory Peck. E’ molto amaro vederlo, qui, grugnire e mugolare senza alcun ritegno e decoro, neanche fosse un porno attore. |