Oh… io ho appena visto la mia dedica e sono arrossita fino alle tempie come Sansa!
La parola “mia” te la suggerirò in privato, per non sbagliare, ma adesso voglio iniziare a parlare di questi due capitoli perché li ho letteralmente amati, in due modi diversi. Il capitolo 55 credo sia il tuo capolavoro, a mani basse uno dei miei preferiti di tutta la storia. Ci sono stati altri capitoli d’azione, altri poetici, altri pieni di colpi di scena ma questo condensa tutte queste cose e mescola e fa esplodere la tua bravura. Ne abbiamo parlato giusto ieri di come le scritture si siano andate, nel tempo, evolvendo e migliorando e questo capitolo secondo me tocca sicuramente uno dei punti più alti di questa tua storia. C’è tutto: c’è la poesia, ci sono le descrizioni, ci sono le introspezioni, le sensazioni feroci, c’è l’erotismo, c’è la verità, il fastidio, le macchinazioni.
Proverò, senza riuscirci, ad andare con ordine: partirei con la figura di Lysa, ormai preda dei deliri dovuti alle essenze (ora sappiamo anche contraccettive) con cui Petyr ogni sera l’addormenta per non dover condividere con lei il letto. Il bello di questo capitolo è sicuramente il fatto di essere costellato da moltissimi climax: il primo, quello del (doppio) delirio di Lysa. Quello quando la fa chiamare nella sua stanza e, mentre la spazzola, arriva fino a tirarle i capelli ed urlare man mano che associa la sua figura a quella di Cat e a quella di Petyr, per cui la sente una minaccia. C’è tutta la gelosia verso quell’uomo, un astio ormai rancido verso la sorella e verso quello che tutto che lei è stata, a differenza sua. Anche questo continuare a sminuirne la vita, le scelte, per esaltare la pavidità delle proprie, è tipico di chi non smette di sentirsi in difetto. Per questo, ha paura che Sansa le porti via Petyr: ne riconosce la bellezza, la gioventù e la potenza, la capacità che ha di attirare l’attenzione di suo marito. Lei vede le attenzioni che lui le dedica e chiede a lei di non richiederne altre, ora che è incinta, come se fosse lei ad importunarlo e non lui a cercare sempre di assecondare ogni suo bisogno. Sulla scenata finale tornerò più avanti.
Poi c’è Sansa, che di nuovo – dal sollievo per aver trovato un luogo sicuro in cui vivere – è tornata alla paura, al fatto che sia sotto “il mirino” della padrona di casa per colpa delle attenzioni che lei non chiede, che le vengono recapitate anche contro la sua volontà. Lei non chiede a Lord Bealish di guardarla in quel modo che la mette addirittura a disagio, però non può fare a meno di stupirsi, di avere un conato, quando sa che loro due aspettano un figlio, perché c’è la gelosia di quella nuova nascita che può portarla, veramente, lontano da lui e lontano dalla sua protezione. Non è solo questo secondo me, però. Dietro questo c’è anche il non riuscire a comprendere come un uomo come Petyr, che seppur lei ritiene ambiguo, viscido e macchinoso, è anche un uomo affascinante, colto ed estremamente intelligente, possa aver ingravidato sua zia, di cui non ha stima né come donna né come madre né come Lady. E sa che neppure lui ne ha. Quindi, non riesce a non trovarlo qualcosa di estremamente sbagliato e disallineato.
Poi devo passare alle descrizioni, perché se anche nel loro arrivo a Nido dell’Aquila tu ti sia superata con le descrizioni naturalistiche, io ammiro sempre di più quelle dei tuoi ambienti, dei soffitti, le strutture, la serra, le piante, le loro proprietà officinali. In questo capitolo tu rasenti la perfezione stilistica e io vorrei aaaaa urlare un sacco, cancellare tutte le mie storie dal profilo perché in confronto alla bellezza che hai raggiunto con questo capitolo sono tutte da cestinare. Ma tant’è, torno in me e continuo il mio blaterare pazzo: la scena alla serra è di una bellezza e di un erotismo sottile e strisciante che io boh, non so come dirlo, ma ho cominciato a tifare Ditocorto ahahah ske Masty, non ti arrabbiare. Però questo è tutto merito della tua bravura: lui che aiuta da dietro a pestare come si deve, i due corpi che aderiscono, è tutto un gioco silenzioso ma insinuante di cose che si sommano e che disturbano. Così come la scena dopo alla festa: qua il gioco del climax della tua scrittura è stato superbo. Con il crescere del ritmo dello spettacolo, con lui che la fa sedere sulle sue gambe, con i movimenti che le seguono braccia, spalle, cosce e lei che si trova in questo turbamento quando lui le arriva a parlare vicino, la bocca sull’orecchio, i baffi che le solleticano la pelle… cioè, ero io in hype per Sansa. Ma come si fa? A noi questi Daddy ci faranno dannare prima o poi (o ci hanno già fatto dannare e non ce ne siamo accorte o ce ne siamo accorte benissimo ma non ci importa. Un saluto al Comandante Smith!). Mi è piaciuto come ogni sensazione che cresce in Sansa a quei tocchi faccia il paio con un crescere di drammaticità dell’opera rappresentata, con la fuga, la musica che cresce, così come cresce quel suo fastidio e quel suo piacere e quella paura per le occhiate di Lysa che sfocia nella sua pazzia, nella follia della sceneggiata in cui ho temuto follemente, per un secondo, che le facesse rivelare il nome di Sansa. Così come lei stava per rivelarla al cugino Harrold, sempre con le bretelle, che invece la vuole in sposa pure se sa che è solo Alayne Stone e nulla di più. Quanto è cuoricioso questo ragazzo? Soprattutto nel capitolo successivo, quando cerca di convincere gli altri Lord della Valle. Ho amato il disprezzo di Petyr, il loro modo di vederli. Quando ha detto che li avrebbe venduti e ricomprati cinque volte prima di colazione, mi sono tolta il reggiseno e gliel’ho lanciato! TIENI, SONO UNA TUA GROUPIE!
Anche lui che accompagna Sansa in camera ad inizio del nuovo capitolo (credo non serva che sottolinei ancora quanto ami le tue descrizioni degli ambienti ma sono superlative) e quella loro complicità che ormai ha raggiunto picchi altissimi, con una sincerità che può dirsi (quasi) assoluta, visto che sta ancora tramando alle sue spalle con quel corvo (bellissima la frase di Cat). Però c’è ormai una continua confessione, un dirsi le cose come stanno con tale verità che è quasi tanto assurda da pensare che lui la prenda in giro. Tutte le cose su Lysa, sul fatto di volerla vedere impazzita e poi addormentata e poi priva della possibilità di rimanere incinta, sono spaventose se uno le trascende dalla persona a cui sono destinate. Però sono geniali e Sansa deve riconoscerlo e il fatto che lui la trascini con sé dentro queste macchinazioni, dentro questo sentimento che si fa sempre più perverso (come il suo continuare a spiarla di nascosto e, molto meno di nascosto, desiderare di averla e di farla arrossire e di avere controllo su di lei), la fa sentire quasi parte di qualcosa di più grande e appagante, come dici appunto alla fine perché finalmente quelle cose sono a suo favore e non contro di lei. Sansa è ormai effettivamente parte del gioco del trono e ha accanto il migliore degli alleati – non migliore per lei, ma il più capace in questa partita.
Beh, credo di avere sclerato a sufficienza e avrò dimenticato mille mila dettagli bellissimi da sottolinearti ma sappi, come sempre, che sei bravissima in una maniera che non so dire e che questa storia, in mano tua, sta prendendo le pieghe che avrebbe dovuto prendere.
Ti abbraccio forte (non ho riletto, come chi-sai-tu!, quindi perdonami se ci saranno cose di poco senso) |