Recensioni per
Di Ghiaccio e d'acciaio
di VanessaSpark

Questa storia ha ottenuto 939 recensioni.
Positive : 938
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
22/03/21, ore 12:01

Un altro interessante tassello aggiunto alla tua storia, che sta diventando, capitolo dopo capitolo, sempre più avvolgente, prendendo in considerazione piano piano tutti i personaggi del mondo del Trono di Spade. Petyr è un personaggio complesso e per come lo abbiamo visto nella serie tv, da tenere ben attenzionato per il suo cervello sempre all’opera, osservatore attento e il più delle volte occulto di tutto ciò che gli ruotava intorno. Nulla per lui poteva essere lasciato al caso, doveva sempre essere un passo avanti a quelli con cui entrava in contatto per prevenirne le mosse e stabilire e organizzare le contro mosse. Tutta la sua vita si era svolta in questa maniera. Un solo ricordo era rimasto come una bandiera a sventolare sulla sua vita: l’amore che aveva provato per Catelyn Stark. Ora gli era giunta la missiva che Cat era morta e lui ,che sapeva, non aveva fatto nulla per salvare la vita della donna che aveva sempre professato a se stesso di amare sopra ogni cosa, ogni cosa tranne il potere. Ed ecco che le sue trame avevano contribuito a quello che era accaduto. Ora però i suoi pensieri sono stati stimolati da quello che sente crescere nei confronti di Sansa, una dei figli di Cat, che vorrebbe avere vicino, forse per ricordargli Cat, o più probabilmente perché con lei avrebbe avuto terreno più fertile dove far attecchire i suoi sentimenti. Ora si sta letteralmente “lavorando” Lysa Tully, per la quale prova disgusto ogni volta che il pensiero si abbandona a lei e peggio quando con lei deve interagire. Ma è importante averla dalla sua parte per quella conquista del potere che sta inseguendo da una vita e, se i suoi disegni dovessero andare a buon fine, potrebbe diventare un personaggio di una certa rilevanza, con una visione sulla prossima conquista del Nord usando appunto Sansa Stark, opportunamente manovrata come una docile pedina, asservita ai suoi progetti. Petyr Baelish è un uomo con un cervello sempre in un lavorio continuo, ma quando è nella solitudine dei suoi ambienti può lasciarsi andare ad una critica disamina della sua vita, di quanto abbia guadagnato conducendola come ha deciso difare ma anche quanto ha perduto in funzione di questa vita. L’aver saputo della morte di Cat gli ha lasciato uno strano vuoto che pesa sul cuore nonostante lui fosse parte integrante dell’ingranaggio che ha portato alla sua morte. Ora però le prospettive sono più ampie e completamente aperte e solo da definire.
Ti aspetto pertanto per la pubblicazione del prossimo tassello di questo tuo romanzo. Un caro saluto.

Recensore Veterano
22/03/21, ore 10:12

Non credevo che lo avrei mai detto, ma povero Petyr! Cioè dai che pelo sullo stomaco ci vuole per baciare Lysa Tully!?!
A parte gli scherzi sei stata davvero bravissima a rendere visibile un lato umano del "buon" Ditocorto ( che purtroppo nei libri e nella serie ha latitato, ma doveva esserci per forza) e credo proprio che il buon zio Martin approverebbe il tuo lavoro!
Detto questo ti faccio ancora tanti complimenti, e non mi resta che aspettare lunedì per il prossimo aggiornamento!
Baci Mis

Recensore Master
21/03/21, ore 15:09
Cap. 16:

Ciao Mafalda,
POV molto interessante quello che hai proposto in questo capitolo.
Bealish è uno dei personaggi che più ho odiato in GOT (sia libro, che serie TV), ma è anche, purtroppo, uno dei più enigmatici e interessanti.
Il lavoro svolto è encomiabile, come sempre.
Non ti sei limitata ad entrare nella testa del personaggio, ma nella sua pelle, nelle sue vene, sei penetrata (e no, non ci sono doppi sensi) fino alle sue ossa. Non era una riproposizione del personaggio, era lui, quello del libro; quel personaggio con mille sfaccettature e un volto diverso per ogni occasione, o per meglio dire, per ogni suo legittimo interesse.
Il modo in cui hai dato "voce" ai suoi pensieri mi è piaciuto molto. Hai ripercorso molto bene il suo passato e il suo presente, illustrandoci chiaramente quali sono le sue ambizioni. In parole povere: hai messo a nudo ogni suo pensiero, senza nessun filtro. Hai mostrato il personaggio per quello che è e non per quello che vuol far passare.
E poi ti sei ricongiunta perfettamente al filo conduttore di questa tua raccolta: il rapporto e la crescita dei personaggi di Sansa e il Mastino.
Ha intuito che fra i due c'è qualcosa, ma è molto lontano dalla verità.
E così vuole sfruttare la piccola Stark per i suoi interessi personali, ci riuscirà? Il Mastino sarà capace di sabotare i suoi piani?
Ci vediamo molto presto.
Mask.

P.S. "Per un attimo gli passò per la mente l'idea di cosa sarebbe stato capace di farne, se fosse stato lui ad occuparsi della sua educazione." Solo della sua educazione, io non credo. XD

Recensore Master
20/03/21, ore 20:04
Cap. 1:

Eccomi qua, come ti avevo scritto in privato ero molto curiosa di leggere la tua storia e già fin d'ora ti posso dire alcune cose che apprezzo moltissimo: il fatto che scrivi usando i POV dei personaggi e senza commenti personali, lasciando che siamo noi a comprendere il senso delle loro azioni e dei pensieri; la tua protagonista è Sansa e questo mi fa molto piacere perché dai libri e dalla serie TV sembra sempre che Sansa sia meno importante rispetto ad Arya, che è chiaramente la preferita di Martin e degli sceneggiatori, per quanto io l'abbia sempre trovata molto poco credibile (un'eroina di 12 anni che sopravvive come una reietta pur essendo vissuta sempre in un palazzo???); anche a te piace la coppia Sandor/Sansa, che è una delle poche coppie het a cui tenga veramente e spero sempre in un finale diverso per loro due!
Questo capitolo visto dal POV di Sandor è favoloso, si coglie l'ammirazione dell'uomo per Sansa che, nonostante tutto, mostra una forza e un coraggio che pochi uomini avrebbero (per questo io ho sempre pensato che la vera eroina fosse lei e non Arya), ma anche il disprezzo per Joffrey (una gallina starnazzante è la definizione più adatta per lui, solo aggiungendo che è una gallina fuori di testa!). Ho adorato il cinismo con cui Sandor si sforza di osservare la scena, ad esempio quando pensa che Joffrey sa benissimo di star facendo la scena, perché Sansa chiaramente non sa niente della "ribellione" di Robb, essendo prigioniera dei Lannister da due anni... ma poi quello che prova davvero viene fuori lo stesso. La rabbia nel vedere Trent e Boros che colpiscono la ragazza, l'odio per il sadico e crudele Joffrey che vuole solo umiliarla, farla piangere, piegarla, la vergogna nel rendersi conto che, nonostante tutto, non muove un dito per aiutarla. In effetti se non ci fosse stato Tyrion a intervenire chissà come sarebbe finita. Sandor coglie subito l'occasione per coprire Sansa e, mentre la scorta nella sua stanza, le dice che forse dovrebbe accontentare Joffrey, piangere, gridare... ed è bellissima la risposta di Sansa, da vera eroina e vera lady. Non si è eroi solo con la spada in mano e lei lo dimostra perfettamente. Nella sua stanza, infatti, Sandor si fa schifo. Avrebbe voluto fare tanto ma non ha fatto niente, anzi probabilmente senza Tyrion non si sarebbe neanche mosso, mentre Sansa ha dimostrato un coraggio ammirevole, sicuramente superiore al suo. Davanti a lei può solo vergognarsi...
Veramente un capitolo intenso, i personaggi sono perfettamente IC, le scene descritte con tanta forza e efficacia che me le sono viste davanti agli occhi, come se stessi vedendo la serie TV. Sei davvero bravissima e la storia è splendida, sono felicissima di averla scoperta e sarò molto contenta di seguirla e anche che ci siano tanti capitoli da leggere!
Complimenti e a presto!
Abby

Recensore Junior
18/03/21, ore 01:18

Ciao Vanessa Spark! Periodo di grande stress e sofferenza che non mi dà neanche il tempo di respirare, fortunatamente la tua storia mi tiene moltissimo compagnia anche se purtroppo l'avevo lasciata da parte per un po' nelle ultime settimane. Ebbene sì, le nozze Rosse. Che tragedia, mamma mia! Nulla da aggiungere in merito. Vedo che non hai approfondito il personaggio di Talisa per i motivi che hai esplicato, e ho notato che il ruolo di Sandor è molto diverso rispetto a quello della serie TV e del libro. Bellissime le considerazioni di Sandor su Sansa. Quelle parole che spesso vorrebbe sentirsi dire una donna, che qualcuna addirittura non riceverà mai, ma che fortunatamente tu le scrivi e le metti in bocca a dei personaggi che allietano e consolano tutto. Sansa nei libri afferma:" Nessuno mi amerà mai!" Sapessi quanto ti ama il Mastino, cara Sansa! Un'ultima cosa, perchè nella tua storia hai descritto Robb come un Sansa al maschile e non con l'aspetto dell'attore della serie TV?? A presto, un abbraccio. Dragonlips

Recensore Junior
18/03/21, ore 01:11

Ciao, Vanessa Spark! Finalmente ho trovato giusto il tempo di recensire questo capitolo che mi ero lasciata Indietro. Posso capire perchè il mood di tutti una volta lettolo sia stato: First Reaction? Shock! Era da tanto che la follia di Joffrey non veniva messa in luce ed ora manca rivedere solo qualche tetra macchinazione dei piani di Cersei! La scena della parafilia ha un suo perchè: Joffrey non è come le persone normali e quindi riesce ad eccitarsi solo se sullo sfondo ci sia una scena di violenza, come il teatrino messo in atto da lui. Particolarmente agghiacciante è stata la scelta di mettere la bambina e l'urlo finale di quest'ultima alla fine, che non lascia presagire nulla di buono, anche perchè dubito che due spietati come Joffrey e la sua guardia reale si siano limitati solo a dare degli schiaffi alla bambina immaginaria in merito, o per lo meno, con la penna di Martin non sarebbe stato così. PS: sono fan del re folle Aerys Targaryen, non me lo maltrattare, ti prego! 😭💖 Infatti non vedo l'ora che nella tua storia entri in scena anche Daenerys Targaryen! Ci vediamo nel prossimo capitolo, alla prossima. Un bacio.
Dragonlips
(Recensione modificata il 18/03/2021 - 01:22 am)

Recensore Veterano
17/03/21, ore 01:47

Oh . Ok. Credo di essere senza parole.
Ci provo, non so se ci riuscirò. Ma ci provo. Intanto, parto con che meraviglia. Non stento a credere che tu abbia amato scrivere questo capitolo perché l'amore, la ricerca, l'attenzione, il trasporto, il coinvolgimento nello scriverlo sono palesi e salgono fra le tue righe dalla bellezza di quello che sei riuscita a delineare. È tutto estremamente poetico e allo stesso tempo brutale: nella morte, nella tragedia, nella violenza della guerra e del dolore, sei riuscita a dipingere un'atmosfera che è di questa epoca e di tutte le altre, le attraversa. Hai descritto la sofferenza, in sé per sé. Non solo quella di Sandor, delle donne in pena o di Sansa, hai descritto la sofferenza. Se dovessi ripercorrere momento per momento, come faccio di solito, questa storia probabilmente potrei scrivere una recensione lunga come la tua, dicendo riga per riga cos'ho amato perché non potrei saltarne nessuna. Proverò ad essere il più esaustiva possibile, spero mi perdonerai se non renderò giustizia come devo a questo tuo piccolo capolavoro.
Parto dal primo POV di Sandor, che era quello a cui mi ero fermata. Ho amato la sua determinazione quasi "senza scopo": era lì perché doveva, era il suo lavoro, combatteva per il re. Eppure, nonostante il suo distacco, sentiva di avere uomini sotto di sé, quegli uomini che avevano preso a chiamarlo "Comandante" perché non chiami per nome chi sta per decidere della tua vita e della tua sorte. La descrizione del buio di fronte a sé, di quell'attesa snervante e prolungata, è stata una parentesi decisamente poetica nel POV di Sandor. Lui è sempre stato crudo e pragmatico e lo è stato per la maggior parte di questo capitolo; di fronte alla possibile morte, però, ho visto anche in lui riscoprire un qualcosa di più profondo, quasi sepolto, venuto a galla. "Dietro di lui la paura, davanti a lui la morte", eppure era una sensazione di bilico in cui si sentiva appagato, "gli dava un rassicurante senso di immediatezza". Avrebbe combattuto, ucciso, avrebbe rischiato di essere ucciso a sua volta perché la linea sottile tra vita e morte è quella che accompagna ogni dicotomia della nostra intera vita. Come quella di avere il fuoco come alleato o come nemico, per lui che il fuoco l'aveva sempre visto come il fedele compagno di ogni più disturbante incubo.
E se la battaglia imperversa intorno a lui, di fronte a lui, anche dentro Sansa un tumulto di emozioni diverse la investe e la pervade: la paura per sé stessa, per Sandor, per la sua sorte, per la sorte che toccherà a lei o a Cercei o alle molte altre donne nascoste lassù. Cercei continua ad impartirle lezioni, anche lì: le insegna qual è l'arma più importante di una donna, con il suo freddo, gelido distacco che si scontra con il caldo rossore delle guance di Sansa, imbrattate di imbarazzo. La odia e la ammira, ne ammira quel potere emanato e che anche lei vorrebbe conquistare, si sente piccola e indifesa.
Indifeo come si sente Sandor di fronte all'inferno che gli sta scoppiando attorno: capisce che loro sono lì per essere sacrificati sull'altare della vittoria Lannister. Perché se mentre fa a pezzi corpi trae da quello sbudellamento un balsamo, prende la parte benefica e buona della violenza, quando la barca colma di altofuoco gli scoppia davanti ed intorno, non lasciando scampo, lasciando immersi lui e i suoi uomini in un inferno smeraldino, la sua mente vacilla. Tutto quello che nella vita lo ha sempre spaventato è lì, intorno a lui: il fuoco lo sta inghiottendo, come quel piano del Folletto taciuto a chiunque. Solo pedine sacrificabili ad una vittoria più grande: lui, quel soldato che gli ha salvato la vita, tutti quei corpi carbonizzati, terrorizzati, urlanti grida di dolore e di supplica. Quello che vede di fronte a sé, intorno a sé, è fuoco, fuoco e morte, indissolubilmente legati da quel verde vischioso dell'altofuoco, da quella condanna a morte che sentenzia uno dopo l'altro gli uomini intorno a lui. Scappa, si ritira all'interno delle mura, beve, cerca di capire cosa potrebbe fare. Ma il fuoco lo annebbia, forse è l'alcol; può resistere ancora a tutto ma non che Joffrey si metta a giocare con la sua vita e quella dei soldati solo per le sue ripicche sadiche. Le catapulte usate come monito, invece che come arma, quando Stannis stava avanzando e si stava per prendere il lembo di terra tra la porta e l'acqua. E poi è di nuovo morte, è di nuovo fuoco. Anche in questo pezzo ho trovato tantissime immagini estremamente belle, anche solo da leggere, il doppio da immaginare; talmente vivide da poterle vedere come: "intorno a lui le fiamme rosse dei barili di pece si contendevano assi e vele con quelle verdi dell'altofuoco". Non chiedermi perché mi abbia colpito particolarmente ma l'ho riletta un sacco di volte per la bellezza proprio estetica che secondo me emana. *tso is coming* Ho amato anche il suo pensiero sulla sua irrilevanza, quello che lo spinge ad andarsene: era consapevole di essere irrilevante ma tutto, tutti, lo erano. Tranne il suo Uccellino, quello per cui trova la forza prima di resistere e poi quella di portarla via, insieme a lui, lontano.
La cerca, la aspetta, la sogna, la vuole: ebbro di alcol e di stanchezza. Ci avevo creduto, PD! Ma era solo un sogno e quando lei arriva la frustrazione e la stanchezza per la battaglia, quel sapore nel naso di bruciato e sangue, quegli occhi di lei che si abbassano quando lui si avvicina lo fanno impazzire. Il fuoco, di nuovo, lo aveva condannato. Lei non riusciva nemmeno a guardarlo. Ma lui doveva averla, ora, lì, fino alla mattina, brutale, violento ed incontrollato come la guerra. Si sente quanto sia annebbiato e fuori controllo, quanto sia scosso ancora dai tremiti di una battaglia che non ha finito e non ha vinto ed è lei ora la porta da sfondare, a cui arrivare, ad ogni costo, a costo della violenza. E quella canzone che fa parte della stessa, poi ne diventa anche il bottone di disinnesco: Sansa è spaventata, è inerme, ma canta. Una ninnananna che fa riaffiorare dalla sua memoria il bambino che è stato prima di essere un mostro; la madre e quindi immagino le sue cure amorevoli, le sue attenzioni morbide, quelle che si è privato, che gli sono state private, che si è sempre convinto di non desiderare più, di non averne più bisogno, fino a che il corpo fragile di Sansa, la sua bianchezza eterea, lo hanno portato a desiderarle ancora e, allo stesso tempo, una frustrazione senza fondo, quella che adesso stava sfogando su di lei. Ma poi cede: piange. Quel dolore cacciato a forza sotto la superficie di Mastino, supera la riga delle sue ciglia e scende copioso. Sansa lo raccoglie fra le sue mani, con la bellezza del suo viso e del suo perdono, della misericordia che lui non conosce, con una fiducia che lui non si permette il lusso di provare. Non le avrebbe fatto del male ma, per farlo, doveva andarsene, lasciarsela alle spalle, perché nello spazio tra i loro respiri lui trovava un dolore più antico del fuoco, più bruciante e premente, che arrivava a corrodergli direttamente il cuore.
Questo finale è straziante ed io sono senza parole (anche se non sembra). Non so se avrò detto quello che volevo dire, mi sarò dimenticata mille splendidi dettagli ma ti volevo solo ringraziare perché è stato un vero e autentico piacere leggere questo capitolo. Si vede che c'è il tuo cuore dentro e quando le cose sono fatte con il cuore, si riconoscono.
A presto,
Ti abbraccio forte

PS. "Quanto manca all'alba?“ ma il buio era denso e l'unica luce che saliva da est era quella delle fiamme - questa frase mi ha ricordato tantissimo quella di una canzone che amo e che ti consiglio di ascoltare, anche se non so se ti piaccia il genere: "Diario di bordo" di Murubutu. Adesso mi eclisso davvero, giuro! Abbraccio-bis
(Recensione modificata il 17/03/2021 - 01:49 am)

Recensore Master
16/03/21, ore 19:06
Cap. 10:

Cara Vanessa,
è difficile non amare Cersei in questo capitolo. Sei stata davvero brava a rendere questo dialogo facendo intuire e passare tutti i sottintesi che lo animano. La vita della bella regina Lannister appare meno perfetta agli occhi di Sansa e di chi legge: la condizione delle donne è colta con disincanto e intelligenza, con una critica coeva al periodo e alla condizione di Cersei. Le donne sono maledette persino dagli dèi, dato che devono partorire con dolore e sanguinare. Devono assecondare i loro mariti, le cui attenzioni potrebbero non essere gradite o gradevoli (ed è triste anche vederla ammettere che non è sempre così). L’unica consolazione, l’unico amore che una donna può avere, è quello per i figli, di cui si nega la spontaneità. In fondo, anch’esso è talmente totalizzante da rappresentare una maledizione, un affetto da cui non c’è scampo.

E a pensare al percorso di Cersei e al dolore che proverà nel perdere tutti i suoi figli si coglie la disperazione di una donna che è diventata di pietra per non essere schiacciata. E Sansa matura, in questo capitolo. All’inizio la sua ammirazione per Cersei (quando lei era la ragazzina un po’ svampita appena giunta alla corte di Approdo del Re) è per quello che la regina mostra: grazia, bellezza, movenze appropriate, eleganza, delle stanze arredate con ricercatezza e che sono più belle ed esotiche delle austere dimore del nord. Qui, invece, Cersei quasi lascia andare la maschera e il discorso che fa a Sansa è di una spiazzante onestà. Non lo riconosce apertamente, ma tra le righe si intuisce anche la preoccupazione per essere la madre di Jeoffrey – tanto che lo ricorda bambino affettuoso e menziona solo lateralmente il ragazzo di cui coglie senza dubbio la crudeltà inutile e la cattiveria. Alla fine del capitolo, Sansa non può fare a meno di ammirare ancora Cersei, ma non per quello che mostra o possiede, ma per il dolore che ha intravisto nel disincanto con cui la bella regina ha parlato di mariti, figli, sovrani e persino dell’interesse morboso che tutt’ora circonda i reali quando aspettano. Insomma, un capitolo intenso e bellissimo ** (e poi scegli delle fanart stupende). Un abbraccio e a presto,
Shilyss

Recensore Veterano
16/03/21, ore 18:11

Eccomi, dear. Allaccia le cinture e preparati al temino.
Intanto, ciao! È un po’ che non arrivavo con i miei scleretti e questo è il momento di recuperare: partiamo dal simpaticherrimo Petyr. Trovo molto calzante che uno dei suoi pensieri di incipit sia che, per fare le cose bene, bisogna farsele da soli. Credo che non ci sia massima che si accosti meglio alla sua persona, soprattutto se, come in questo caso, teoricamente lui non dovrebbe trovarsi lì e tutto ciò che sta pensando, “tramando”, proponendo è tutto frutto di una sua spontanea iniziativa, che esula dai Lannister ma che li riguarda direttamente. Questo sottolinea come sia, in larga parte, lui a tirare le fila dei giochi di potere di Approdo del Re e lo fa con il modo in cui lord lo ha accolto in casa: come si conviene ma senza cerimonie. Mi è piaciuta molto anche la contrapposizione tra lui e Lady Olenna, gli unici probabilmente in grado di stare al tavolo delle trattative – perché in grado di farne: il Tyrell suo figlio è un uomo molto più di apparenza (lo si vede da come lo descrivi) che di sostanza; ben vestito, gioviale, che si riempie la bocca di parole come la coscienza, quando dietro alle azioni di persone del loro lignaggio (e del loro denaro) ci sono, ovviamente, tutt’altri motivi ed interessi. Il modo di parlare di Ditocorto è manipolativo quando basta ad essere convincente per il figlio di Olenna ma non per lei; anche se, non lo ammetterà mai, lui ha più volte colto nel vivo quello che è importante (“La condizione migliore che potrete raggiungere da una sua vittoria, sarà quella di conservare la posizione che già avete, ovviamente nell'ipotesi più ottimistica. Ma se vince Joffrey Baratheon, se vincono i Lannister, vi schiacceranno per aver appoggiato non uno ma ben due... vogliamo dire traditori?”). A volte, i tuoi personaggi sono così tanto loro stessi che mi dimentico che dietro questa bravura ci sei tu *chiamate la neuro*. Quindi mi prendo una righetta per farti i miei complimenti (ripetitivi, probabilmente): la tua bravura nell’entrare nella testa di questi personaggi, farli parlare, pensare, agire, come esattamente loro farebbero, per me è encomiabile. Soprattutto per la coerenza con cui riesci a farlo da tutti i POV, che sono notevolmente diversi uno dall’altro, ognuno con sue caratteristiche specifiche e peculiari. Brava, per Stanis (La Rochelle, non il doppiaenne Baratheon).
Tornando a noi: amo il modo in cui si muovano esattamente come in una partita di poker: bluffano, puntano, si studiano per conoscere le reciproche intenzioni e verità. Olenna in questo è una buona avversaria ma Petyr è un campione ed è mosso da qualcosa di molto importante: la volontà che tutto vada secondo i suoi piani, non può permettere che nessuno li rovini o vi si discosti. E i fili, da bravo burattinaio qual è, vengono tirati in quel senso. Mi piace anche il suo crudo pragmatismo: non c’è tempo per la morale, per i giudizi e per le prediche, quando si vuole arrivare ad un obiettivo; ad ognuno il suo (“Ma lungi da lui giudicare l'avidità umana: era una delle debolezze migliori a sua disposizione per manovrare il prossimo.”): chi più denaro, chi il poter manovrare. Ho amato quell’osservazione!
Passando a Sansa, mi ha fatto sorridere la sua smodata gioia per quell’attacco della città da parte di Stannis: tutto, perfino la morte, l’assedio, la paura, erano meglio della prospettiva di dover sposare Joffrey. E tutto questo è così calzante e vero, anche nel piccolo, che io non posso non stupirmene. Quante volte abbiamo desiderato, sperato, che accadesse molto molto peggio, pur di evitare quel singolo evento che, comparato, è un nonnulla su scala universale ma per noi sarebbe la peggiore delle ipotesi possibili? Non posso che empatizzare con lei, come sempre, quando la descrivi. La sua tumultuosa gioia segreta, che solo Cercei scova e comprende, è quella di tutti noi lettori (*rappresentante sindacale mode on*). Anche perché Stannis in molte caratteristiche le ricorda suo padre, lo stesso padre che ha parteggiato per lui; nella sua “convinzione” della bontà di Stannis ci vedo la speranza e l’ingenuità dell’ “uccellino” che ancora crede e spera nel valore del rispetto, dell’onore, nonostante tutto quello che ha visto ad Approdo del Re le abbiano mostrato l’opposto. Mi è piaciuto molto il momento che hai descritto della sua preparazione per attendere l’assedio nel fortino: il suo nervosismo perché da quelle ore poteva dipendere il suo intero futuro; ma più di tutto ho amato la descrizione delle voci che salgono sui pinnacoli e le torrette della Fortezza, il paragone fra queste ed i Targaryen. Ti giuro, è stato come in un cartone Disney (spero tu lo prenda come il complimento che per me è). Ho immaginato visivamente tutta la scena, di questo vento che sale, le voci che si disperdono, i Lannister che si godono ciò che hanno tolto ai Targaryen e la sua speranza: chissà se lei un giorno danzerà sui cadaveri dei suoi nemici, quelli che adesso occupano quel Palazzo e di quello la tengono prigioniera. La sua sensibilità, però, nel voler vedere risparmiato ciò che di bello vi era in quel posto pieno di orrore (i templi, i palazzi) è stata quasi toccante – non so se in parte rispecchia quella dell’autrice (sento in fondo al cuore di sì) quindi brava doppio, per averla scritta con tanta delicatezza.
Sansa e Cercei sono due figure che vedo simili e allo stesso tempo complementari, forse davvero il passato ed il futuro, come le dice Shae: in Cercei vive il fulgore dei Lannister, la loro perfezione che cela e nasconde ogni barlume di pulizia, di verità e di pietà; apparenza, formalità, splendore. Sansa è, in fondo, una figlia del Nord: è bella in modo più semplice ed autentico, nella sua ingenuità che piano piano si sta facendo indirizzare dalle vicende della sua vita che si scontra con la donna di granito che è la regina («Non si beve vino perché si ha sete», Cercei una di noi). Come la contrapposizione tra paura ed amore: Cercei le suggerisce di farsi temere, lei le chiede se non sarebbe più giusto farsi amare. Il loro dialogo è così centrato che, davvero, non ho le parole: i consigli di Cercei sono quelli che lei ha ricevuto o avrebbe voluto ricevere in passato, sono quelli che ha imparato in quegli anni da regina, in cui nulla le è stato perdonato. Ogni debolezza, ogni errore, ogni passo falso posso ritorcersi contro ad un monarca, è la natura di quelli sotto cercare di far capitolare quelli sopra. Solo se li temono non lo faranno; anche questo discorso è così da Cercei che non ho nemmeno più parole per spiegare quanto io sia… wow, ad ogni nuova riga. Davvero. Anche la crudezza con cui le dice che è stata patetica, che si è fatta vedere vulnerabile, senza pensare a quanto lei possa essere stata sconvolta – perché non è importante. Qualunque emozione, soprattutto quelle che rendono deboli, devono essere soppresse, accantonate, sotto la coltre di distacco e di paura che una regina deve avere. Insieme alla capacità di manipolare un marito e fargli credere che tutto sia stata idea sua (Cercei in Paolo Bitta “Stavate parlando di me?”).
Passando poi a Joffrey, la mia tentazione di prendere quella spada e infilargliela dritta… in mezzo agli occhi, è sempre più crescente e, anche per questo, devo farti i complimenti. La sua persona è sempre più infima, patetica e questo si deduce perfettamente dai pensieri di Sansa che trapelano su di lui, come quello sulla spada (“Era una lama che non conosceva battaglie, così come colui che la portava), mentre lui aveva appena detto a lei di non saperne nulla. Il suo modo di parlare così ostentato, comicamente ostentato, stride così tanto con quei suoi passi marziali, con quell’inesistente attitudine alla guerra, che ogni frase su chi cosa e come lo ucciderà, può far solo sorridere (non mancando mai di sottolinearle come ucciderà suo fratello).
Il Mastino alle sue spalle ormai ha il viso che mi hai mostrato e l’ho immaginato esattamente così *brodo di giuggiole*. Trovo calzantissimo il fatto che lei non riesca a guardarlo dopo quello che hanno “vissuto”; è difficile avvicinarsi senza vergogna a qualcuno che ha visto il nostro punto più basso e più tetro, che detiene il nostro più grande segreto e l’ha accolto senza farne parola. Eppure, ha paura per lui, forse solo e solamente per lui: lui merita le sue preghiere, lui e Tyrion. Pregherà, sì, che Stannis lo risparmi ma che quella battaglia finisca esattamente con la sua vittoria. Mi è piaciuto molto anche il pensiero finale: Sansa, lo dimostra fino alla fine, è tanto diversa da coloro che la circondano, tanto da provare pietà – in primis, per le donne che amano –per quei soldati che l’hanno derisa e schernita ma di cui qualcuno, in mezzo alla ressa, come il Mastino, può valerne qualcosa.
Oddio, il mio sclero oggi è senza fine. Mi fermo qui, visto che di Dante ce n’è già uno e poi perché il prossimo capitolo è il tuo preferito quindi mi ci voglio concentrare per bene. Ti rinnovo tutti i complimenti fatti fino ad adesso e quelli disseminati per la recensione (non la rileggo, auguri!). Sei un’ottima scrittrice e, soprattutto, un’infallibile osservatrice dell’animo umano – una cosa che ammiro ed apprezzo moltissimo e che ti rende in grado di delineare questi POV con tanta precisione.
A prestissimo!
Un abbraccio grande

Nuovo recensore
16/03/21, ore 14:22

Cara Vanessa,
Capitolo stupendo come sempre, volevo farti i complimenti anche per come presenti sempre il testo, cioè la formattazione vera e propria perchè sei sempre puntigliosa e non c’è mai una virgola fuori posto o un errore di battitura e anche questo mostra quanto tu ci tenga e quanto lavoro e impegno dedichi a tutto.
Per quanto riguarda il capitolo mi è piaciuto molto, le nozze rosse sono una scena che mi aveva davvero colpito e un pochettino scioccata perchè non me l’aspettavo proprio, quando l’ho vista la prima volta ho pianto per tipo 10 minuti 😂
È bello che tu abbia fatto riunire Arya alla sua famiglia anche se per poco.
Adoro follemente Sandor in questo capitolo, i suoi pensieri continuano a tornare a Sansa nonostante siano lontani ormai da tempo, in alcuni tratti sembra quasi romantico, dico quasi perchè è pur sempre il mastino.
A ogni recensione che ti lascio mi sembra di essere sempre più ripetitiva nel dirti quanto sei brava e quanto mi piaccia ogni capitolo che scrivi, però è quel che penso quindi continuerò a scrivertelo a costo di annoiarti.
Un abbraccio e a lunedì,
Mara.

Recensore Junior
16/03/21, ore 13:38

Cara amica, che bello ritrovare te e la tua stupenda storia.
Sì stupenda, non ci sono altre parole per definirla.
Anche nei capitoli in cui ci riproponi scene note, hai comunque questa capacità di mostrare le attraverso la tua lente, che le rende così personali!!
Innanzi tutto mi piace molto com descrivi la natura e gli ambienti, quasi nessuno lo fa, sai? Soprattutto per ff che provengono da serie o film, si da per scontato che chi legge abbia già chiaro l'ambiente, quindi tralasciano le descrizioni.
Invece questo capitolo ci mostra il bosco, il fiume, il castello dei Fray (che trall'altro credo non fosse così descritto nemmeno nei libri).
Venendo alla storia, non immaginavo che decidessi di far ricongiunge Arya ai suoi.
Approvo la scelta, perché comunque il risultato non cambia, ma così facendo hai potuto creare delle belle riflessioni sia per il Mastino che per lei.
Nella scena in cui parla con Sandor, a cena, ci appare per la bambina che è. È felice ma delusa, come se avesse immaginato talmente tanto quel momento da non trovarlo abbastanza. Inoltre è gelosa del fratello che adesso è sposato e ha la sensazione che, anche se con loro, le necessità della guerra ora siano tali da toglierli del tempo prezioso, pur essendo di nuovo con loro.
Insomma, l'ho trovato dolce, infantile. Per una volta si vede un lato di Arya più in linea con la sua età.
Nella serie lei è raffigurata troppo come un super ninja. Fin da piccola ha delle abilità e delle caratteristiche fin troppo pomate per essere reali.
Qui tu la rendi una bambina arrabbiata, spaventata, sulla difensiva, che attacca per prima per non doversi difendere dopo. La rendi umana!
Riguardo a Sandor... 😍
Prima o poi capirò come fai a far sviluppare una storia d'amore a chilometri di distanza. Cioè questi non si vedono da tre mesi, sono lontanissimi, e il loro rapporto continua a crescere.
Durante la sua permanenza alla locanda sembrava che fosse riuscito a far tacere il sentimento, ma ora si percepisce che non è così.
Nota tutte le cose che Sansa non ha in comune con Arya e quelle che ha in comune con Robb e poi quel suo bisogno di parlare di lei...
Ho pensato che, quando ti innamori, vorresti parlare di questa persona con chiunque, anche con gli sconosciuti nella metro... Ora, Sandor non è un tipo chiacchierone, però scopre in sé un sentimento molto simile a questo.
Questi dettagli danno spessore ai personaggi e ti fanno onore, si vede che rifletti a lungo su di loro e sui loro sentimenti.
Vabeh, sicuramente ho scordato qualcosa ma non posso scrivere un papiro.
Ci vediamo al prossimo capitolo, come sempre. Bye bye

Recensore Master
16/03/21, ore 12:11

Buongiorno Vanessa, eccomi al puntuale appuntamento che aspetto sempre con grande interesse, poiché resto sempre catturata dalla tua narrazione intensa e in grado di entrare sempre più in profondità nella psiche dei vari personaggi. In questo passaggio sei stata veramente in gamba nell’immedesimarti nel sentire del Mastino. Sei sempre perfettamente in carattere quando parli di lui o ne descrivi i pensieri e le sensazioni. Mi è parso di vedere sia lui che Arya, durante il viaggio di avvicinamento verso i luoghi dove la giovane Stark avrebbe potuto incontrare finalmente i suoi famigliari, o almeno una parte di loro. I loro battibecchi, le prese di posizione di uno nei confronti dell’altra sono veramente calzanti, con ogni parola perfettamente cucita addosso al personaggio. Io non ho letto i libri di Martin ma ho solo visto la strepitosa serie tv, che mi ha catturata dalla prima scena messa in onda, e riesco pertanto a visualizzarli e a sentirli tramite le tue parole. Arya è un personaggio complesso, che può anche non suscitare una particolare simpatia nei suoi confronti da parte del lettore, ma ha vissuto tanti drammi nell’arco della sua giovane vita e quindi ha una esuberanza data dalla gioventù e un poco anche dall’incoscienza, ma in questo tratto di strada ha vicino il Mastino, il quale invece è un uomo navigato che ha incontrato sul suo percorso diverse traversie e vissuto molti generi di orrori e situazioni al limite e, in questo viaggio, che insieme hanno intrapreso, sta tentando, oltre che di portarlo a compimento, soprattutto di salvaguardare quella ragazzina che è così tanto diversa dal suo Uccellino, pur essendone la sorella. Cerca un qualche appiglio per farne un paragone ma non è possibile trovarne a cominciare dalle caratteristiche fisiche che tanto le differenziano. Lui che voleva scordare l’Uccellino non fa che lasciare che la sua mente vaghi nel ricordo del poco che ha vissuto a contatto con lei, facendosi così del male. Ma ecco che finalmente si è giunti in prossimità delle terre dei Frey dove sanno esserci l’esercito del re del nord e la madre della ragazzina Stark, per un evento che coinvolge entrambe le famiglie. La tua trattazione delle Nozze Rosse è stata paragonabile a quanto visto nella serie tv, non hai tralasciato alcun particolare sia per quanto riguarda l’ambientazione, per farci entrare ancora meglio nella scena che stavi descrivendo, sia nell’osservazione dei personaggi che via via si stavano avvicendando su quel palcoscenico. Ho percepito la preoccupazione di Sandor, quel sentirsi sempre sul chi va là, con l’attenzione portata al massimo per percepire i mutamenti delle situazioni. E infatti la situazione precipita, facendo verificare una autentica mattanza degli Stark, che ha messo la parola fine a quell’unione così tanto attesa, desiderata ed assaporata, ahimé, per pochissimo tempo. Aveva assistito con un misto di sollievo al ritrovarsi di Arya con suo fratello e sua madre ora invece Sandor prova un dolore cocente poiché il suo uccellino è veramente solo in quel covo di vipere di Approdo del Re e non avrà mai più la possibilità di rivedere i suoi famigliari sterminati per questioni di potere così tanto lontane dal suo pensare.
Un altro capitolo molto ben congegnato come ormai ci hai abituato. Ti aspetto al solito appuntamento con sempre crescente curiosità. Un caro saluto.

Nuovo recensore
16/03/21, ore 11:38

Gesù mio, QUESTO Sì CHE E' UN CAPITOLO!
Te lo devo dire, ogni volta che penso che tu abbia scritto il capitolo perfetto, ecco che ne arriva uno che mi lascia ancor più senza parole. questo è uno di quelli.
Intanto trovo che la gestione dei tempi sia ulteriormente migliorata. era buona fin dall'inizio, ma era capitoli più corti, quindi più semplici da organizzare. adesso ci proponi dei capitolo davvero lunghi e ricchi, che però non stancano!
L'altra settimana non ero riuscita a leggere e ieri mi sono letta il 39 e il 40 di fila. Non so quanto ci abbia messo, ma il tempo è volato. Questo per me si traduce in capacità di bilanciare scene più lente e introspettive a momenti di pura azione o di dialogo incalzante. Ci vuole tecnica, o talento per riuscirci, e io qui trovo entrambe le cose.
Di questo capitolo mi piace tutto. Il dialogo fra Jaime e Tywin è bello perché finalmente possiamo avere un altro punto di vista sulla famiglia Lannister e non solo quello di Tyrion.
Il passaggio successivo, fra Jime e Sansa è un piccolo capolavoro (non voglio sbilanciarmi) in cui ci fai vedere come la psicologia di Sansa si approfondisca e maturi passo dopo passo.
Trovo davvero indovinata la scelta di creare quel tipo di rapporto tra lei e Jaime, sembra più un padre che un marito, comprensibilmente, e come ha detto Tyrion, questo potrebbe essere di aiuto ad entrambi.
L'ultima parte.... BRIVIDI!
Complimenti per le palle dimostrate nel metter giù un passaggio simile. La maggior parte delle ff sono molto carine e coccolose, non si sbilanciano mai, fanno scelte nazional popolari strizzando più o meno l'occhio ai gusti dei lettori. Ora, scrivere una cosa di una crudezza simile vuol dire avere un'idea in testa, vedere il quadro completo e andare per la propria strada, indipendentemente da cosa possano dire gli altri!
Non so se tu abbia scoraggiato qualche lettore con una scena così forte, ma per quanto mi riguarda mi hai dato la conferma di essere un'ottima autrice.
Questo capitolo è estremo non solo per la violenza fisica, ma per quella psicologica che Joffrey fa a Sansa. sei riuscita a descrivere tutto benissimo, la follia e la cattiveria trasudano da ogni immagine, ma daltronde cosa ci si può aspettare da un sociopatico (come giustamente lo descrivi) con pieni poteri decisionali? inoltre il parallelismo che si crea fra il crescendo della violenza e l'eccitazione di Joffrey è davvero spaventoso e fatto benissimo.
Credo che in pochi ci sarebbero riusciti.
Inoltre, come sempre, sei schietta e cruda, ma mai volgare o eccessiva. Anche nella scena finale con la prostituta, io non vedo altro che la devianza mentale di certi killer sessuali.
Insomma, il re folle 2.0 ha avuto il suo apice (o ci sarà dell'altro?) e ci hai condotto a questo punto come solo tu avresti potuto fare.
Davvero complimenti per questo super capitolo.

Recensore Veterano
15/03/21, ore 18:21

Complimenti, è stato un capitolo davvero molto ben scritto e molto sentito a livello sentimentale; intendo dire che si vede che ti ha "preso" molto questa parte, anche nello scrivere. Ti devo confessare che anche io avevo pensato a uno sviluppo simile per la mia storia..ma mi sa che ora dovrò cambiarla ;)
Mi fa piacere che tu abbia deciso di dare un ultimo momento di serenità agli sfortunati Stark, ho sempre pensato fosse molto triste che Catelyn fosse morta senza sapere nulla delle sue figlie. Qui almeno con una si riunisce, seppure per breve tempo. Purtroppo però come abbiamo detto la serenità è di breve durata, e avviene il massacro che tutti conosciamo. Arya si salva grazie al Mastino, ma ora? sono curiosa di vedere come proseguirai questaa parte della storia.
Ciao e a presto!

Recensore Veterano
15/03/21, ore 17:34

Ok... Ok... Ok! Questo capitolo mi ha fatto FISICAMENTE MALE! Già le Nozze Rosse di loro non sono una passeggiata al chiaro di luna, ma porca vacca questo è stato davvero doloroso! Arya non è tra i personaggi che più amo della saga ma cazzarola, cioè li ha visti, li ha abbracciati e poi... Poi.. Giurami almeno che Walder Fray finirà appeso per i testicoli tra le due cavolo di torri (visto che il destino che ha avuto nella serie è stato troppo leggero a mio avviso). Il Mastino superlativo come sempre. Non vedo l'ora che si ricongiunga all'Uccelletto, ma temo che la strada sia ancora un po' lunga. Intanto ti faccio tanti complimenti e aspetto con ansia il prossimo capitolo!
Un bacio Mis