Recensioni per
Di Ghiaccio e d'acciaio
di VanessaSpark
Cara Vanessa! |
Ciao Vanessa, |
Ciao ** |
Eccomi qui, fedelmente legata a questa storia, sapevo che non ci avresti abbandonato! |
Ma quanto sono fighi i tuoi aesthetics? Ogni volta sono sempre più belli. |
Madonna Lysa riesci a renderla fastidiosa in un modo incredibile, insomma, perfettamente canon intendo. |
Carissima Vanessa, mi spiace tantissimo aver tardato così tanto per la lettura della storia, in questo periodo mi sto letteralmente incasinando e non sono buona a gestirmi il poco tempo libero per leggere/scrivere. Ma ora eccomi qui e questa settimana voglio assolutamente recuperare tutto quanto. |
Cara Vanessa, comprendo che quando ci sono problemi che sorgono all’orizzonte, non ci si può concentrare come si vorrebbe, neanche per quanto riguarda le proprie passioni, in quanto le energie vengono completamente assorbite dalla problematica improvvisa. Quindi grazie per aver voluto portare a nostra conoscenza il problema, che ti auguro vivamente sia in fase di relativa definizione, e ti ridoni quella calma e quella serenità, principalmente per la tua vita privata, e poi per poter continuare in tranquillità il percorso della tua fanfiction, facendo felici i tuoi lettori che sanno, una volta di più, che tu voglia portare a compimento questo pregevole lavoro. |
Ciao, eccomi di nuovo qui! |
Allora ci seiiiiiiii! |
Eccomi ancora. Credo che questo sia, a mio avviso, il capitolo più violento e bruciante di tutti quelli che ho letto fino ad adesso. Ce ne sono stati di intensi e bellissimi, alcuni a livello umano, altri a livello di violenza e morte, ma questo è sicuramente quello che più mi ha “disturbata”. So che non ti offenderai di questa parola perché so che questo era esattamente il tuo intento. L’inizio morbido, le paure di Sansa di giacere con Jaime, la stessa che prova lui, la differenza di età così grande e quelle discrasie si riversano alla fine con tutto il loro stridio, la loro follia. Davanti c’è davvero l’orrore di una violenza che non si vuole, di una consumazione carnale estranea, della differenza di età che è folle perché quella davanti a lei è solo una bambina. C’è la pazzia di un uomo che gode della violenza altrui, a cui servono scenari macabri e folli per eccitarsi. Che non sa essere un uomo ed un re normale, che si bea della vicinanza e del potere e del dovere che gli è dovuto per trascinare anche altri in quella sua messinscena tragica. Ha sempre lasciato a metà il discorso di Sansa, non è mai riuscito a farle ciò che avrebbe voluto: adesso che non le deve più il rispetto che si deve ad una promessa sposa, adesso che umiliando lei può umiliare suo zio, può dimostrare il suo potere, solo quello può fare. Può offendere la sua anima, la sua bellezza, il suo ruolo e può farlo credendosi impunito, impunibile. E tutto questo orrore, rende solo conto della tua bravura nello scendere anche nelle menti più perverse, nei rigagnoli che spurgano le cose più macabre e tremende. E tutto questo creando un gioco di contrasti con le parti iniziali: ci sono pensieri che sono indicibili e terribili, per Sansa. Solo quello di aprire le gambe per giacere con suo marito le fa avvampare il viso! E Jaime pensa a lei come una bambina, poco più grande di sua figlia, e non vuole usarle violenza, non vuole che sia uno stupro quel suo concepire un figlio. Si ritrovano in uno primo momento di intimità e sincerità, uno scambio di battute sincero e schietto che li aveva forse fatti avvicinare un po’. E poi Maergery, quel richiamo, la sua unica amica, il suo unico appiglio a separarla dalla solitudine… travolto da quella che è la solitudine più nera, quella della trappola, quella della sensazione che nessuno potrà salvarti. |
Sembrava impossibile ma… eccomi, eccomi di nuovo da te. Oggi mi sono presa una giornata per tornare a dedicarmi a totalmente a quello che amo e, quindi, per prima cosa mi sono fiondata qua. Quanto mi è mancata questa storia? Quanto mi è mancato il tuo modo di scrivere e descrivere luoghi, odori, emozioni in modo così vivido da farti sentire di essere presente, di essere lì a sbirciare conversazioni sussurrate e sogni da cancellare? Troppo. Mi era mancata troppo! E dopo questo inciso un po’ nostalgico, veniamo al succo: quanto sei brava. La tua scrittura è cresciuta in maniera esponenziale dall’inizio della storia, i tuoi personaggi con te, nella loro incessante voglia di cambiare, in quella fissità che non conoscono e che li fa tramutare ogni volta, cambiare sempre, imparare lezioni, perdere e vincere qualcosa ad ogni nuovo avvenimento. Così è stato per Sansa: Sansa che è ancora la ragazzina impaurita, quella che si sorprende del freddo della mano d’oro nel marito nel letto ma quella che di notte sogna mani molto più ruvide e calde a risalirle le cosce. Sansa che ha visto quanto può fare male il dolore di un’illusione ma non per questo, come Tyrion le ha consigliato, perde la speranza: quel giullare a cui ha salvato la vita, può salvare la sua? Ci crede e non ci crede, pensa ad una via d’uscita in caso fosse scoperta ma fa i bagagli e mette dentro non solo quello che è utile ma quello che rimane nel suo cuore. I ricordi di sua madre, quelli di suo padre… e il mantello? Jaime arriva ad interrompere il flusso di pensieri dell’importanza di quella cappa insanguinata. E, lontano, pure Sandor fa i bagagli: lui non ha esitazioni. Basta la luce dell’alba ad illuminare la realtà, quella che per quelle poche settimane si era cercato di nascondere: lui non appartiene a quella vita, al grigiore umido della quotidianità. “Non è questione di tempo, lui è altro”. E non possono bastare le lacrime e le suppliche di Lydia (mi è dispiaciuto troppo vederla così), perché lui non sa abituarsi alla familiarietà, ad una normalità imposta, a giorni che si susseguono uguali, senza spinte e senza sproni, senza spade e sangue e morte e dovere. Quel dovere che lo fa frizzare, quella voglia di vendetta che ancora lo anima. Anzi, che si riscopre a trovare dentro di sé, più vivida e gonfia che mai. Ho trovato bellissima la sua riflessione sul rapporto con il fratello, che in qualche modo fa da ponte anche alle differenze che scorge tra le due sorelle Stark, agli antipodi (siamo tipo io e te ahahah). Sei bravissima a sviscerare le emozioni non dette, perché alla fine tu ce le racconti come anche gli stessi personaggi non sanno di pensarle. L’odio e la voglia di vendetta verso Gregor sono sorte dalla storia come acqua che ribolle da un tombino, dopo un acquazzone che non cessa da giorni e giorni. In questo caso, da una vita. Non si è fermato a pensare a quel dolore, quel dolore è semplicemente comparso, è esploso e lui lo ha fatto suo, lo riconosce e lo trattiene. Mi è piaciuto anche molto come Sandor saluti Lydia, prima di andarsene, ovvero lasciandole il suo vero nome. Giochi molto sui nomi, sul loro utilizzo, come Jaime che è ancora “mio lord” per Sansa, che non riesce a pronunciarlo perché non sente di essere tanto vicina a lui da poterlo fare. Come se pronunciando il suo nome proprio lei azzerasse distanze che invece vuole che permangano vivide fra di loro. Così Sandor quelle distanza può azzerarle solo quando metterà chilometri in mezzo a loro. Come se quelle settimane, a partire dal suo nome, fossero state solo una farsa – lo sono state, alla fine. |
Ciaoo ** |
Ciao (: |
Cara Vanessa, |