Ora sta alla riccia ricambiare il favore ricevuto e fare da ancora e da forza alla serpe che si ritrova nuovamente ferito da colui che lo ha messo al mondo, che nonostante sia in galera è riuscito nuovamente d arrecare danno ai suoi cari . la riccia è anche agitata nonostante non sappia dire cosa siano esattamente loro due si sente molto unita e scossa dal fatto che lui sai scomparso semza dirle nulla cosa che non fa mai come se amasse condividere con lei ogni singolo gesto. il legame lei lo vede gia solido ed ufficiale cosa che renderebbe dra felicissimo!solo lei non ha capito che la ama alla follia
Hermione era leggermente preoccupata.
Non che Draco le dovesse rendere conto di ogni suo spostamento, ma ogni volta che doveva assentarsi, la metteva sempre al corrente e la cosa le faceva schifosamente piacere.
Doveva essere successo qualcosa di grave se si era assentato senza dirle niente.
Hermione, sembri una moglie isterica!, si rimproverò la donna.
Preferì sorvolare sul fatto di aver pensato a se stessa in veste di “moglie” e non di “fidanzata”. Si era già immaginata legata all’uomo tramite un vincolo ufficiale e scosse la testa.
Con tutti i problemi che doveva ancora risolvere, ci mancava solo che si mettesse a immaginarsi sposata con Draco.
L’uomo si era dimostrato molto attento nei suoi confronti ma ciò non implicava necessariamente che fosse innamorato di leiLa donna prese a camminare per le mura del suo appartamento, piena di pensieri.
Pensieri. Una cosa che iniziava a stancarla. Continuava a pensare, e più pensava, più dei muri si costruivano attorno a lei, muri che non erano necessari ma che il suo subconscio stava facendo diventare tali. Iniziò a palesare una certa insofferenza verso tutto quel pensare che, un tempo, le aveva valso la nomea di miglior studentessa di Hogwarts. Forse perché non erano pensieri felici.
bella questa similitudine tra peter e il patronus
La fiaba di Peter Pan le si parò davanti quasi subito. Il bambino che non voleva crescere mai, che riusciva a volare grazie ai pensieri felici.Un po’ come l’evocazione di un Patronus. Quel bambino volante non aveva una sola preoccupazione, era libero da ogni cattivo pensiero e il suo unico divertimento era combattere contro Uncino. Ma di tutti i pensieri che stava avendo in quel momento, ce n’era uno che più di tutti s’imponeva sugli altri.
Le mancava Draco.
intanto la serpe stava cercando inutilmente di far sbollire la rabbia che si era impossessata di lui per colpa di luc e si chiede il motivo di un gesto cosi crudele e maligno. Semplice è luc malfoy ,’unica cosa buona che ha fatto è stato quello di aver messo in cinta cissy!
Draco stava percorrendo il corridoio che lo separava dal suo appartamento.
I suoi occhi tradivano una certa rabbia, o meglio… odio verso Lucius.
Come aveva potuto? Come aveva potuto negare a sua moglie la gioia della maternità? Perché? Perché non voleva più figli? Erano tante le domande che si affacciavano alla sua mente in merito a quella faccenda e sapeva che solo una persona poteva rispondervi.
la riccia ha acapito che è tornato e con tutta la rapidita e la velocita che il suo ruolo di docente le consente corer da lui, non potendo piu stargli lontano
Era tornato! Era tornato al castello!Era l’unica cosa alla quale riusciva a pensare mentre, con passo affrettato – perché a Hogwarts non si poteva correre per i corridoi – si dirigeva verso l’appartamento del biondo.
Sul suo volto aleggiava la trepidazione, l’ansia di poter incrociare i suoi occhi e quel sorriso misterioso. Svoltò l’angolo ma quando arrivò nei pressi della porta si bloccò, pietrificata.Dall’interno, provenivano rumori strani, come se stesse rivoltando l’appartamento da cima a fondo. Preoccupata per lui, entrò senza bussare e ciò che vide la lasciò agghiacciata.
dra ha portato con se delle foto che lo ritraggono nei momenti felici della sua infanzia cosi rarai da fargli quasi dubitare che siano mai avvenuti veramente ed erano tutte foto che mostravamo una cissy in versione materna dolce ed amorevole di certo contraria all’idea di luc di educazione
Quando aveva messo piede nel suo appartamento, la calma di Draco lentamente svanì.Dal Manor, si era portato alcune fotografie che lo ritraevano insieme a sua madre, mentre sorridevano, mentre lei lo teneva in braccio, a discapito degli ordini di Lucius, di lei che lo baciava sulla guancia e lui faceva di tutto per sottrarsi perché era un uomo, nonostante avesse sette anni, e certe cose un uomo non le faceva perché erano disgustose.Erano state tenute segrete per molti anni e Draco, ogni tanto, le andava da vedere, sia da bambino che da adulto per accertarsi che quel periodo della sua vita fosse veramente esistito. Da bambino traeva quel conforto che non poteva avere fisicamente, perché se Lucius avesse visto sua madre in certi atteggiamenti, prima avrebbe punito lei e poi lui per aver ceduto a quelle sciocchezze. Ne aveva una conservata nell’imbottitura del cuscino del letto e nei momenti di sconforto la guardava per dirsi che, un giorno, avrebbe fatto quelle cose alla luce del sole.
E che un giono lui sarebbe stato diverso avrebbe abbracciato suo figlio senza scene e avrebbe mostrato il suo amore liberamente
Ora, da adulto, vedeva solo una donna piegata dal dolore, una donna che avrebbe potuto giocare con due, o forse più bambini, ma che un pezzo di ghiaccio invece l’aveva proibito.
Inutile dirlo, la rabbia divampò. Iniziò a gettare a terra tavoli, sedie, il divano, aveva rotto i bicchieri e i piatti per il gusto di farlo – per vedere i cocci della sua vita a terra – aveva spaccato con un pugno la finestra che piaceva tanto a Hermione e si era pure ferito il braccio e lacerato la manica che ricopriva la sua infamia.Fu così che lo trovò la donna.
E si direi che dra i privato lontano dalla madre da libero sfogo alla rabbia al rancore e anche al senso di colpa per il dolore che la madre ha patito inutilmente
Ed è a terra distrutto ferito in lacrime , vulnerabile ed umano che la riccia lo trova
“Dio mio…” – sussurrò Hermione, sgomenta da tutto quel caos. – “Draco!” – urlò, correndo da lui inorridita dalla visione di tutto il sangue che gli colava dalla mano. A pochi passi da lui si fermò.Draco stava piangendo.
“Draco…” – il biondo chinò lo sguardo.
Ecco, adesso l’aveva fatta proprio completa: mostrarsi debole di fronte a colei che aveva sempre combattuto in ciò che credeva. Otto anni di sacrifici, buttati al vento.Bravo idiota, si complimentò Draco, da solo.
“Draco che è successo?”
“Vattene…” – mormorò tra le lacrime, cercando di mantenere la voce il più ferma possibile.
Hermione scosse la testa.
“Draco…”
“Ho detto vattene.” – disse, puntando lo sguardo a terra.
E si ora a dra sembra che oltre al danno ci sia pure la beffa di farsi vede cosi da lei , non vuole la pieta di nessuno la sua meno che meno
Era umiliante stare lì di fronte a lei, in mezzo a tutta quella confusione – alla confusione della sua vita – e rendersi conto in quel momento che lui, a lei, poteva offrire solo disastri e disgrazie. Come aveva solo potuto pensare di poter vivere accanto a una come lei?
A lei? Cosa gli si era acceso nella testa tanto da fargli credere che lei avrebbe accettato di stare con lui? Aveva messo su tutto quel casino, le aveva mostrato solo ciò che più gli faceva comodo e non si era minimamente posto il problema che lei potesse rifiutarlo. Merlino che stupido! Ora piu che mai dra teme di aver fatto molto rumore per nulla poiché era questo che forse poteva darle niente e che lei mai avrebbe accettato di stare con lui
“Non vado via.” – disse lei, avanzando tra le macerie.
“Ho detto vattene mezzosangue!” – urlò, guardandola in faccia.
Per una frazione di secondo, Hermione si sentì ferita Fu davvero molto tentata di girare i tacchi, andarsene e chiudersi in camera propria, a maledire Malfoy e quella dannata parola, ma quel pensiero svanì, perché l’attimo successivo, il suo cervello le proiettò nella mente, come un film muto, tutti quei momenti, quegli attimi in cui lui aveva aiutato lei senza rendersene conto, in cui lui l’aveva aiutata a riemergere da quella spirale di sofferenza nella quale si era chiusa.
E poi lei era una Grifondoro, cazzo! Se se ne fosse andata proprio nel momento di maggior bisogno di una persona, come avrebbe potuto continuare a guardarsi nello specchio?
ma herm nonostante la freddezza di quell’insulto non solo non molla ma sembra riprendere finalmente vita , rpensa a tutto quello che il biondo ha fatto per lei , è ora che sia lei a ricambiare il gesto e a tendere la mano
E per la prima volta dopo anni, si sentì nuovamente forte.Forte per affrontare le difficoltà, forte per aiutare Harry e Ginny, forte per aiutare Draco. Forte per se stessa. In un secondo, quegli otto anni trascorsi a piangersi addosso le passarono davanti agli occhi come la dimostrazione della scadenza della propria vita.
Finalmente la nostra grifona sembra pronta a risorgre come una fenice , per troppo tempo ha permessoa quello che credeva un amico l’amore della sua vita di ferirla molto di piu quanto abbia fatto bella .
Aveva permesso a un amico di piegarla, di metterla in ginocchio quando nemmeno Bellatrix Lestrange e Draco Malfoy c’erano riusciti, aveva lasciato che Ron decidesse della sua vita, di come farla sentire. Aveva rovinato, seppur indirettamente, il matrimonio del suo migliore amico perché avrebbe dovuto raccontargli subito ciò che era successo quella notte ma la sua testardaggine nel reputarsi in grado di risolvere qualsiasi problema l’aveva indotta a fare tutto da sola.
In un secondo, un ricordo di lei e Harry anni e anni addietro le tornò alla mente quasi anche il suo cervello stesse andando alla frenetica ricerca di tutti quei momenti in cui Harry aveva sempre dimostrato che, in fondo, teneva più a lei che a Ron.
solo all’ora si rammenta di tanti piccolo episodi del passato dove la preferenza di harry spiccava semplice e nitida : era lei e sempre lei con cui il prescelto parlava , si confidava e ad ascoltava
Erano sotto la grande quercia, ed era inverno.
Harry l’aveva trascinata lì, perché doveva dirle una cosa di vitale importanza. L’aveva seguito controvoglia, perché era appena al quinto ripasso di Pozioni e ne aveva davanti altri sei.
“Harry, ma dove stiamo andando?” – aveva chiesto, imbacuccata nella sciarpa e nel cappotto.
“Adesso, un attimo.”
Era la quinta volta che glielo chiedeva e lui era la quinta volta che le rispondeva in quel modo. Quando giunsero sotto l’imponente albero, Harry si fermò.
E anche Hermione.
Il moro si girò ed estrasse un coltellino.
A distanza di anni, Hermione si vergognò molto di aver pensato che Harry l’avesse portata lì per ucciderla e poi gettare il suo corpo nel Lago Nero.“Ha-Harry?” – lo chiamò lei, indietreggiando.
Oltre al freddo del clima, ci si erano messi pure i brividi che aveva provato quando l’aveva visto estrarre quell’oggetto. Andò nel panico quando lo vide far uscire la lama con uno scatto.
“Ok… stiamo calmi, eh? Non vorrei che… ma sei matto?!” – urlò, protendendosi verso di lui, che si era tagliato il palmo con la lama.
Harry si guardò il sangue con un sorriso e poi guardò Hermione.
“Faresti una cosa con me, per me?”
“Cosa? Internarti al San Mungo? Subito!” – era sbottata lei, mentre studiava la ferita e il modo migliore per guarirla.
Lo guardò male quando si vide porgere il coltellino a serramanico. Lo guardò negli occhi e non ci fu bisogno di dire altro. Era una cosa molto importante da fare, che li avrebbe legati indissolubilmente fino alla morte.
Senza dubbi, prese il coltellino, incise il proprio palmo e poi lo unì a quello di Harry.
“Sei la numero uno, Hermione.”
Come aveva potuto solamente pensare che Harry non avrebbe preso le sue parti, o che comunque non avrebbe compreso ciò che si celava nel suo cuore? Quante notti si erano ritrovati a parlare di qualsiasi cosa, e poi si erano addormentati abbracciati sul divano?Quante volte si scambiavano sorrisetti complici, il cui significato era precluso addirittura a Ginny?
Quante volte, in Sala Grande, quando uno dei due non era ancora arrivato, l’altro lo cercava con lo sguardo?
Fu come vedere le cose da una nuova prospettiva.I problemi che prima le sembravano insormontabili, ora erano ridotti alla stregua di piccoli e insignificanti ostacoli. Il suo cervello aveva preso a lavorare freneticamente per cercare di risolvere la questione del matrimonio fallito, di Ron ma ora una più urgente richiedeva tutta la sua attenzione.
E si non doveva dubitare del suo legame con harry , legame che neppure gin pur amandolo poteva avere con lui. La riccia ha finalmente cambiato le sue priorità che ero aveva i capelli della luna .è tornata la solita guerriera “Non ti ho mai dato retta in sette anni di scuola, cosa diavolo ti si è acceso in quella nocciolina da farti pensare che lo farei adesso?”
Draco la guardò, sgomento, con le lacrime che continuavano a scorrere sulle guance.
La vide avanzare, scavalcando tutti i rottami e andare da lui, con uno sguardo che credeva non avrebbe mai più rivisto. Gli prese la mano e la studiò per un secondo.
“C’è qualcosa di sano su cui ci si possa sedere?” – chiese, con rinnovata grinta.
Incantato da quella nuova Hermione Granger, Draco indicò con un cenno del capo una sedia, l’unica che, per grazia di Merlino, si era salvata dalla sua furia. Hermione ve lo condusse e lo fece sedere, appellando poi la cassetta del Pronto Soccorso. Si inginocchiò tra le sue gambe e iniziò a medicarlo in silenzio.Non intendeva porre domande indiscrete, vista e considerata l’indole lunatica del biondo. Brava , deve aspettare che sia lui a parlare!
Draco teneva il capo chino, con la frangia che faceva da barriera tra lui e Hermione. Ora che lei sembrava aver ritrovato quello spirito battagliero, lui sembrò aver perso il proprio. “Ho finito.” – disse, riponendo nella cassetta gli attrezzi.
Draco si guardò la mano bendata. L’aprì e la chiuse un paio di volte, constatando che la fasciatura non gli dava fastidio e che non gli impediva di chiudere correttamente l’arto. Si sentì scostare i capelli dal viso ma questi, troppo corti per stare al loro posto, ricaddero in avanti. “Guardami.”
Riluttante, Draco alzò il capo. E l’idea di non fargli domande scemò come neve al sole…“Che è successo? Cosa ti ha ridotto così?”
Draco girò gli occhi a destra.“Ora sei tu che non ti fidi di me.”
Draco la guardò, chiedendosi se parlarle di sua madre, sarebbe stata una mossa saggia. Le parole della donna ancora aleggiavano nella sua mente.
“Non…”
“Non vuoi parlarmene?”
Dra è indeciso ma alla fine cede e appoggiandosi a lei gli racconta l’ultima malefatta di luc
Draco crollò su di lei, appoggiando la fronte alla sua. Hermione lo trovò un gesto estremamente intimo.
“Si tratta… si tratta di mia madre…”
Hermione gli prese il volto tra le mani e gli baciò la fronte.“Ti ascolto.”
per dra è difficile aprirsi e parlare condividere perche sono tutte cose che non gli sono state spiegate ne insegnate e perche sono sempre state viste come debolezza !
Dopo aver sistemato tutto sotto lo sguardo spento dell’uomo, Hermione andò a sedersi accanto a lui sul divano. Gli mise una mano sulla sua fasciata, per fargli capire che lei era lì per lui, come lui lo era stato per lei, aspettò e rispettò i suoi tempi.
Lui sembrava caduto in uno stato catatonico: gli occhi erano fissi sul caminetto e la bocca era socchiusa. Poi, la richiuse e chiuse anche gli occhi.
Scosse la testa.
“Io sono figlio unico, Granger.”
“Sì, lo so.” – disse lei.
“Durante il… durante il parto… mia madre ha subito delle complicazioni e i dottori le hanno dovuto asportare l’utero.”
Per quanto non amasse Narcissa Malfoy, per una donna era sempre orrendo perdere uno dei simboli della propria femminilità, privandosi quindi della possibilità di essere madre per le volte che più le aggradava.
“Mi dispiace.” – disse, sincera.
Draco la guardò e le sorrise stentatamente.“Non è vero.” – disse.
Hermione corrucciò le sopracciglia.“Come?”
“Non è vero.” – ripeté. “Lei ha l’utero.” – disse, guardando il caminetto.
Pensò subito che la stesse prendendo in giro.“Draco scusa… non è che puoi deciderti? Ce l’ha o non ce l’ha?”e si neppure la brillante riccia capisce o si o no insomma !
“Ce l’ha.”
“Allora perché…”
“Perché Lucius ha voluto che lei credesse di non averlo più.”
“Lui… lui cosa?” – esalò Hermione, sgomenta. E si neppure herm poteva pensare che luc potesse arrivare a tanto nella sua crudeltà!
Draco continuava ad avere lo sguardo puntato davanti a sé, per primo ancora incredulo di fronte alle rivelazioni della madre di quel pomeriggio.
“Non so perché l’ha fatto. Per quasi diciotto mia madre ha creduto di non avere più l’utero.”
Hermione si riebbe subito. Mille domande e mille perplessità le erano sfrecciate nella testa.
“Dai, no!” – aveva detto, catturando la sua attenzione. – “E’ impossibile! Avesse l’utero, avrebbe dovuto avere il ciclo!”
“Il ginecologo che l’aveva in cura le aveva prescritto delle erbe da prendere.” – rispose subito Draco, nemmeno avesse aspettato quell’osservazione. – “Le ha fatte mandare al San Mungo per farle analizzare ed è risultato che impedivano le mestruazioni.”
Hermione si portò una mano sulla bocca. Era tutto così assurdo, così inconcepibile. Quale uomo farebbe una cosa del genere alla propria moglie? Solo un batardo malato di mente puo farlo mi auguro che marcisca in cella !
“Per anni…” – disse, catturando l’attenzione della donna. – “… per anni ho sempre voluto un fratellino o una sorellina che giocasse con me…” – il volto si contrasse automaticamente in una smorfia che presagiva il pianto. – “… ma… mia madre non poteva… e lui!” – disse, ringhiando il suo nome. – “… lui diceva che era colpa mia!”
“No!” – urlò Hermione, inginocchiandosi di fronte a lui. E si sta volta herm non puo resistere al dolore che dra ha dovuto subirre da bambino , dargli la colpa di un simile dolore sapendo per giunta che era falso!
“Che… che se non fossi nato mia madre avrebbe avuto ancora l’apparato riproduttivo integro e avrebbe potuto avere altri bambini!” – si era trattenuto per finire la frase, ma alla fine era scoppiato di nuovo a piangere.
Hermione lo abbracciò, chiedendosi in che razza di famiglia fosse cresciuto Draco, che razza di padre fosse stato Lucius e quanto dolore avesse passato Narcissa con la convinzione di non poter più avere figli. Si era sempre limitata a odiare Draco per il suo essere così spocchioso o a invidiarlo perché aveva tutte quelle comodità che avrebbero aiutato i bambini del Terzo Mondo babbano.Era dunque invidia quella che il biondo provava nei confronti di Ron?, perché lui aveva tutti quei fratelli e lui nemmeno uno?
Si credo che sia questo il motivo non si odia qualcuno senza un vero e proprio motivo poiche implica una grande dispenndio di energie ,basterebbe l’indiffernza all’ora. No si odia se cè un motivo che sia visibile , invisibile o anche dato da un desiderio mancato dal subconscio!
“Non è colpa tua! Non è stata colpa tua!” – disse, pronta al pianto anche lei.
Aveva avuto un’infanzia difficile, Draco e in quel momento tutti quegli anni di umiliazioni, soprusi e dolori erano stati cancellati da quella confessione. Aveva finalmente compreso la ragione del suo odio verso lei e i suoi amici e non poteva biasimare il bambino, ora uomo tra le sue braccia, che era cresciuto con quella convinzione.
Draco piangeva tra le sue braccia, maledicendosi per quelle emozioni che non riusciva a controllare. Piangeva disperato, soffocando i gemiti nel maglione della donna che cercava di abbracciarlo, come per inglobarlo nel suo corpo e alleviare la sua anima da tutto quel dolore.
E si ora molte cose sono molto più chiare , dra piange come un bambino mentre herm cerca di confortarlo con la sua presenza
Nessuno dei due seppe dire da quanto tempo fossero in quella posizione, ma nessuno dei due se ne lamentò. Lentamente, il pianto di Draco iniziò a scemare, fino a che rimasero solo i singhiozzi. Quando anch’essi sparirono, Hermione si scostò quel poco che bastava per guardarlo in faccia.
Alzò gli occhi al cielo quando sentì la testa di Draco fare pressione per non farsi vedere in quello stato.
Uomini, pensò la donna. Concordo anche se hanno bisogno non si mostreranno mai in lacrime orgoglio inutile!“Draco guardami.”
“Ti prego… è già abbastanza umiliante così.” – disse l’uomo.
“Non c’è nulla di umiliante nell’esternare le proprie emozioni.” – disse, smettendo di forzarlo a guardarla in faccia. – “Sono un punto di forza.”
Solo allora Draco si staccò da Hermione e la guardò dritto negli occhi. La donna resse lo sguardo, anche se non sapeva proprio dire cosa volesse comunicarle.
“Tuo di sicuro.” – disse, tornando ad appoggiare la fronte nell’incavo del suo collo.
Hermione divenne vittima della confusione. Cosa significava quella frase?
“Scusa?”
Il biondo si morse la lingua a sangue. Ma perché doveva sempre cacciarsi nei guai? Alzò lo sguardo, come se fosse stato sconfitto a una partita immaginaria nella sua mente, in cui Hermione sapeva di esserne partecipante, ma non sapeva per cosa stesse combattendo.
“Niente.”
Hermione sollevò un sopracciglio.
“No, cosa volevi dire?”
Tanto, l’avrebbe saputo, ma preferiva dirle tutto una volta loro due al Manor. A scuola, per un motivo o per l’altro erano sempre interrotti e lui non poteva esprimersi liberamente come desiderava. A casa sua, invece, sarebbero stati da soli e avrebbe potuto parlare da mattina a sera senza interruzioni.
E si dra vuole dirle tutto m concordo la scuola non è il luogo adatto per farlo
“Tu… tu vuoi venire ancora a casa mia per le vacanze?”
Hermione si sentì presa in contropiede.
“Perché?” – chiese, istintivamente, credendo che dietro quella domanda vi fosse nascosta una trappola che non riusciva a scorgere.
“Rispondi.” – la pregò.
“Io… se non disturbo…” – disse, timidamente.
“Allora una volta a casa mia ti dirò tutto.”
Quel tutto fu quasi profetico.
dra ha dichiarato che al manor ogni cosa sarà chiarita !
Sono bellissimi sono l’uno l’ancora di salvezza dell’altro
Nich è un grande mi piace sempre piu è uno che capisce le cose al volo senza neppur dover aprire bocca ecco uno che sarebbbe stato benissimo al posto di ron , uno che avrebbe dato i suo contributo in modo attivo .
Dopo essere stato da Harry, Nicholas tornò a casa.Si sentiva veramente male per l’amico, perché Harry meritava davvero la felicità. Quando durante quei momenti di cameratismo tra colleghi, e su loro insistenza, raccontava delle avventure vissute, i presenti, certe volte, faticavano perfino a credergli perché era impossibile che un ragazzino di undici anni potesse sopravvivere di nuovo al Signore Oscuro, con solo qualche graffio come conseguenza.
Aveva sentito il racconto del Basilisco e di come Hermione Granger gli avesse fornito l’elemento focale per risolvere quel mistero.Aveva sentito il racconto del “Prigioniero di Azkaban” – così i giornali avevano rinominato Sirius Black –, e di come Hermione Granger lo avesse aiutato a portare a galla la verità.Aveva sentito il racconto del Torneo TreMaghi, e di come Hermione Granger lo avesse sempre sostenuto e aiutato in ogni modo che una persona poteva essere aiutata.
Aveva sentito il racconto sull’Ordine della Fenice e di come Hermione Granger avesse avuto la brillante idea di formare l’Esercito di Silente.Aveva sentito tante cose e tutte giravano intorno a Harry Potter e Hermione Granger.
Ma mai Ron Weasley.
Merlino io lo adoro ha capito che il trio in realta è sempre stato un duo affiatato e solidale , il rosso era li sempre e solo per sbaglio
Tutte quelle sfighe avrebbero dovuto trovare una loro fine in quel nove Dicembre, quando Harry avrebbe finalmente infilato l’anello al dito di Ginevra ma la mela marcia aveva dovuto mettersi in mezzo
.purtroppo a meno che non lo facciamo fuori resterà sempre tra i piedi
Aveva sempre etichettato Ron Weasley come uno che era capitato lì per caso, che se aveva conosciuto il leggendario Bambino Sopravvissuto, non era stato per meriti particolari, ma solo perché quel primo Settembre di tanti anni addietro, non aveva trovato altro posto sull’Espresso se non nella sua cuccetta.La fortuna aveva baciato Ron Weasley e lui, invece di coltivarla e rendere grazie per aver trovato sul cammino un bambino che, nonostante i vari maltrattamenti, era sempre riuscito a vedere il buono nella vita, l’aveva continuamente calpestata finché questa non si era stancata del trattamento riservatole.Tutti quelli che lo conoscevano, ora gli avrebbero girato alla larga e sperò che qualcuno si facesse avanti per trattarlo come realmente meritava o che gli restituissero la pariglia.
Concordo ron ha solo avuto fortuna , la fortuna del principiante, che poi è stata sostenuta dal gran cuore di mamma di molly che ha adottato harry come un figlio, e anche qui ron ha capito come sfruttare la cosa come prendersi la sua rivincita su quella famiglia cosi troppo numerosa , sui fratelli che spiccano e risaltano per delle doti. Invece di aiutare harry lo ha sempre sotto sotto scoraggiato , remandogli contro es il torneo dei tre maghi, quando non lo ha aiutato pur sentendolo gridare nel sonno, e per ultimo mollandoli sul più bello e non fidandosi di lui.
Il ricordo della focosa bionda gli fece dimenticare momentaneamente Harry.
Daphne era la ragazza giusta per lui.Era una strafiga disumana, faceva un lavoro che mai avrebbe attribuito a una come lei, era spiritosa, poteva parlare con lei di qualsiasi cosa e aveva una carica erotica che, a contatto con lui, esplodeva come la benzina sul fuoco.Prese un’arancia dal cesto e iniziò a spellarla mentre ricordava come le piaceva fare l’amore.
Se ci ripensava, si eccitava come un ragazzino arrapato di fronte alla sua prima rivista porno.
Aveva davvero voglia di stare con quella ragazza, a prescindere dal sesso. Da quando era morta sua sorella, Nicholas aveva vissuto per un periodo come un monaco di clausura. Il dolore era stato talmente grande che gli aveva prosciugato la linfa vitale.Poi, pian piano, si era ripreso ma c’era voluta tanta volontà e tante sedute dallo Psicomago.Ora che era tornato in forma, intendeva recuperare il tempo perduto con la bella bionda.Gettò la buccia dell’arancia nell’immondizia e poi salì in bagno a farsi una doccia. La bionda dominatrice dei pensieri di Nicholas, si stava preparando per andare al lavoro.
Non ne aveva molta voglia, perché preferiva stare a casa ma Khristal era stata così gentile a sostituirla, benché avesse una bambina di pochi mesi, che non se l’era sentita di fare la capricciosa per saltare anche quel turno. Da ogni parte che si girava, sentiva l’odore di Nicholas e sorrideva.Quell’uomo andava arrestato per attentato ai suoi ormoni!
Ma per evitare di arrivare al lavoro in condizioni inequivocabili, iniziò a sistemarsi, sperando che certi pensieri tornassero da dov’erano venuti.
e si harry è ancora in fase di nero rpiensamento
Harry aveva ripreso a mangiare qualcosa.Da solo, nella cucina che Ginny aveva insistito tanto per avere, stava mangiando un semplice uovo al tegamino. Di più non riusciva a mandare giù.C’era così tanto silenzio intorno a lui che lo infastidiva.
Il rumore della forchetta che tintinnava sul piatto era il più molesto di una serie che lo portò a mollare le posate nel piatto e portarsi le mani alla faccia. Quando sorseggiava l’acqua, il rumore della deglutizione lo infastidiva, quando posava il bicchiere sulla tavola, era infastidito, quando respirava avrebbe voluto solo soffocarsi. Si dava fastidio da solo.
Iniziò a pensare a tutto quello che avrebbe potuto fare il giorno del suo matrimonio: avrebbe potuto almeno prendere Ginny con sé, per non farla sentire abbandonata l’ennesima volta e raccontarle tutto, ma di nuovo aveva pensato solo a sé stesso, al suo dolore, a ciò che le dichiarazioni di Ron e Hermione avevano causato in lui.
Solo lui, sempre e solo lui. E Ginny?
E Hermione? Chi aveva pensato a loro quando lui aveva lasciato la chiesa, fuggendo?
Alleluia ha cominciato a cpire quel’è il suo problema. Non tutto ruoto a torno a lui, o almeno non piu !deve imparare a pensare anche agli altri e farli scegliere e non limitarsi a lascirli indietro mentendo dicendo che lo fa per il loro bene. E si ha finalmente forse iniziato a capire il cretino che è ron , non solo non si prende minimamente le sue responsabilità , ma , ora che ha capito quanto utile gli sarebbe herm , si è dato una svegliata come se il suo atteggiamento di quegli anni non fosse mai avvenuto e anzi incolpa ora lei perche non sono gia una copia felice magari anch’essi ad un passo dalle nozze !
Non poté impedirsi di pensare a Ron, al casino che aveva messo in piedi e al non volersi assumere la responsabilità ma anzi… accusare Hermione di non voler tornare con lui.
Una rabbia cieca tornò a impossessarsi di lui. Prese il bicchiere per scagliarlo contro l’anta del mobiletto ma si bloccò.
Ginny non glielo avrebbe perdonato…E la calma tornò in lui. Pensare a Ginny era qualcosa che lo calmava all’istante, l’aveva sempre calmato con i suoi massaggi alla testa e i suoi sorrisi solari.
Mangiò solo mezzo uovo, perché lo stomaco si era talmente rimpicciolito che rifiutò qualsiasi altra introduzione di cibo.
Non aveva nemmeno acceso il riscaldamento.
Le gambe lo condussero fino al divano e il braccio si mosse da solo verso il telecomando e accese la tv su un canale qualsiasi. Le immagini e le parole del presentatore gli passavano davanti agli occhi, ma senza vederle veramente. Aveva solo bisogno di sentire del rumore per casa, per compensare il silenzio della sua anima.
Abituato agli anni trascorsi con i Dursley, aveva lavato i piatti, sparecchiato e rassettato la cucina, giusto per tenere mente e mani occupate.Era quasi una settimana che non andava a lavorare e si disse che dal lunedì successivo si sarebbe presentato al Capo Preston, comunicandogli che sarebbe rientrato in servizio.
e si lo sato vegetativo e il senso di colpa non possono restituirgli ciò che ha perso!
C’era un gioco di varietà e il presentatore stava interrogando un partecipante su quale vino fosse meglio da abbinare alla carne di cacciagione quando qualcuno suonò alla porta.
Harry alzò gli occhi al cielo. Voleva bene e ringraziava dal profondo del suo cuore gli amici che tentavano di stargli accanto, ma in quel momento voleva solo essere lasciato in pace. Ma il campanello continuava a suonare imperterrito, nemmeno ci fosse una scimmia appesa.
All’ennesimo suono, Harry si alzò furente dal divano – la prima volta che il suo corpo riusciva ad esprimere tutta quell’energia – e andò a grandi passi alla porta e l’aprì. “Smettetela di rom!…”
“Ciao.” – disse lo scocciatore.
Harry si bloccò sul posto e chinò lo sguardo, diventato improvvisamente lucido.
Non ebbe il coraggio né di guardarlo in faccia, né di rispondere al saluto.
e si sta volta tocca a bill cercare di dare una svegliata al ragazzo portandogli notizie non certo piacevoli
In quelle due settimane, Harry Potter si era ridotto allo stadio di cadavere ambulante.
L’ultima visita che aveva ricevuto, lo aveva sconvolto a livello emotivo e aveva aggiunto un dolore in più a quello che già aveva provato dopo le parole di Ginny.
e si sta a bil fare da messaggero per le cattive notizie , e sempre lui cerca di far rinsavire il ragazzo
“Ciao. Posso entrare?”
Harry si era fatto da parte con il capo chino.
“Sì, entra.”
“Andrò subito al dunque.”
Harry invece sperò che la prendesse larga…
“La mia non è una visita di cortesia, o meglio… mi interessa sapere come stai, ma sono qui con notizie non molto buone.”
Harry si preoccupò subito.
“Ginny sta bene?”
Si era subito reso conto di quanto fraintendibile potesse essere la domanda.
“Sta bene nel senso che non è ammalata o altro.” – chairì Bill. – “Riguarda la vostra situazione.”
“Capisco…”
“Davvero? Davvero capisci?”Il tono accusatorio di Bill lo fece sentire male.
E si sembrerebbe strano che harry tonto e lento com’è abbia veramente capito come stanno le cose , e si il prescelto pensa ancora di aver delle possibilità magari una ma di averla non si aspetta certo il verdetto che sente
“Harry, lei non vuole più vederti.”
“Sì, me lo ha già detto. Forse ha solo bisogno di tempo per…”
“No, non hai capito.”
Harry lo guardò, perplesso. Tanto per cambiare! Ma un'altra espressione no!
“Lei ti odia.”
Il moro sgranò gli occhi che subito si riempirono di lacrime. Hai passi non volerlo vedre bastava farla sbollire ,ma addirittura odiare , la cosa è piu difficile da sanare
“Per quanto mi riguarda, so che è una colossale bugia, ma non è più in grado di mettere da parte i tuoi atteggiamenti e perdonarti di nuovo. Stavolta è davvero finita.”
bill cerca di essre sincero , ne ha combinata una di troppo, o meglio si è allonanato una volta di troppo, l’ha lasciata in dietro un'altra volta , ma sta volta è l’ultima
“Ma…” – Harry boccheggiava. – “… lei non… non può aver detto…”
“Sì, lo ha fatto. E se un po’ la conoscessi, saprai che la sua parola è legge. È preda di sentimenti contrastanti come l’amore e l’odio che prova verso di te. Ti ama, ma allo stesso tempo ti odia per averla lasciata fuori dalla tua vita ancora una volta. L’ultima.”
“Bill, Bill ti prego, falla ragionare!”Si era aggrappato alle sue spalle, disperato. A Bill dispiacque molto vederlo in quelle condizioni.
“No Harry. Stavolta dovrai essere tu a farla ragionare.” – disse, staccandoselo di dosso.
Harry comprese quanto l’uomo avesse ragione.E ricordò anche le parole di Hermione quando era andato da lei a Hogwarts.
“Cosa devo fare?”
il problema è che harry non sa che pesce pigliare ! mi sa che è piu deciso il biondo ,harry dovrebbe chieder un po di lezione a dra sul come ricominciare da zero una nuova vita e la capacità di includere in essa colei che si ama
“Sii uomo, maledizione! Inizia da qua!” – sbottò il rosso, schiaffeggiandogli il petto. – “Se non lo sai tu quello che devi fare per riprenderti la donna che ami, come puoi pretendere che te lo dicano gli altri?”
Harry non aveva detto niente.
“Volevo essere io a dirtelo in rispetto a quello che tu hai fatto per la mia famiglia.” – disse, recuperando una parvenza di calma e riferendosi a quando aveva salvato la vita a suo padre Arthur o quando aveva regalato mille galeoni ai gemelli affinché potessero aprire la loro attività. – “Ora devo andare. Pensa a ciò che ti ho detto.”
e si direi che harry da ragionare ne ha parecchie cose
Era stato di parola: non era stata per niente una visita di cortesia.L’aveva messo di fronte alla dura realtà. Aveva continuato a dare per scontato che Ginny lo potesse perdonare ancora una volta – l’ultima, continuava a ripetersi ogni volta che agiva senza consultare gli altri – ma puntualmente mancava quella promessa. Bill era stato categorico: Ginny lo odiava e ora stava a lui rimediare al pasticcio che aveva combinato.
No, si disse. Non era stata colpa sua. La colpa era solo di Ron e del fatto che avesse scelto un momento sbagliato per dire una cosa orribile.
Se lo promise.Promise a se stesso che se fosse uscito intero da quella storia, avrebbe consultato Ginny anche per andare al bagno! L’istante successivo rise pateticamente di sé. Si era fatto quella promessa un centinaio di volte ormai, e ogni volta la mancava.
Si certo ron ha avuto un tempismo da troglodita ma non sarebbe da lui non averlo, ma harry lui poteva semplicemente non ascoltarlo andare dritto spedito per la sua strada , invece ha permesso ancora una volta che altri o meglio ron gli facessero mancare alla parola data.
La sua vita era ridotta a un vegetale. Dormiva a tutte le ore del giorno, mangiava cibi già pronti, beveva schifezze e guardava la televisione. Aveva smesso di farsi la barba, troppo stanco per impugnare con fermezza una lametta e incidere i peli, i suoi occhi erano spenti, opachi, perfino il lavoro di Auror era passato in secondo piano dopo che Preston lo aveva lasciato a casa. Tutto stava andando a rotoli quando invece avrebbe dovuto essere in luna di miele e Ginny già incinta di lui di due settimane.Quello fu forse il pensiero più annichilente di tutta la storia.Essere solo.Nonostante vivesse con i Dursley, Harry era sempre solo. Poi qualcosa è cambiato
Poi Hagrid era stato il suo raggio di luce e la vita aveva iniziato a sorridergli e Harry, nonostante le disgrazie che lo cercavano con solerzia a scuola, era felice, perché sapeva di avere una famiglia alle spalle, seppure non di sangue. Aveva due migliori amici – uno adesso – e una brava ragazza che aveva fatto di lui la sua unica ragione di vita.
E lui cosa faceva? La piantava all’altare con un patetico “scusami”. E poi era tornato solo.
Si veramente patetico perche se è in quelle condizioni la colpa è solo sua e del suo altruismo , poteva essre egoista per una volta e non sentire ron e tutto non sarebbe successo
Non avrebbe avuto un bambino al quale insegnare a volare, non ci sarebbe stata una moglie che lo aspettava a casa con loro figlio in braccio, ad accoglierlo. La vita che aveva programmato insieme a Ginny iniziò a sgretolarsi seriamente sotto le sue dita. La possibilità che tutto andasse a puttane era talmente remota che, al solo pensarci, Harry rideva così tanto, nemmeno gli avessero raccontato la più divertente delle barzellette e ora quella possibilità era diventata realtà. Non c’era niente da ridere.
La sua più grande paura si era avverata.
ma non che per la rossa le cose fosse poi cosi diversa certo era circondata dalla sua famiglia ma si sentiva sola e vuota
C’erano giorni in cui alzarsi dal letto era quasi un dolore fisico. Le gambe cedevano, lo stomaco era dilaniato da spasmi e crampi e il cuore sembrava accartocciarsi su se stesso. Erano quelli i giorni più brutti, quelli in cui Ginny si rendeva conto di essere ancora viva.
In quei giorni era particolarmente taciturna e i suoi familiari rispettavano il suo bisogno di estraniarsi dal mondo. Non avrebbero mai immaginato che un uomo potesse arrivare a piegare la ragazza in quel modo. Era cresciuta con le ramanzine di Percy sulla maniacalità e la perfezione, si era nutrita degli scherzi di Fred e George e Bill l’aveva redarguita sul mondo del sesso, visto da un punto di vista più teorico che pratico. E ora tutto questo non esisteva più.
C’era solo una ragazza dai capelli rossi e gli occhi castani, che camminava come un ramingo per casa o che dormiva a qualsiasi ora del giorno. Inutile dire che i mal di testa si erano fatti sentire dopo nemmeno un giorno di quell’asfissiante apatia. Non era da lei starsene a letto tutte quelle ore: nemmeno quando aveva la febbre o si rompeva un arto a Quidditch era mai rimasta in infermeria per più di una giornata! Adesso il letto era il suo unico conforto.
Aveva dovuto cambiare le lenzuola perché, con le lacrime e il sudore dovuti agli incubi, non ci si poteva nemmeno sedere. Il solo sforzo di alzarsi per prendere le lenzuola era qualcosa di disumano.Molly era dovuta intervenire quando Ginny aveva rischiato di rompersi la testa perché per prendere le lenzuola pulite, anziché usare la magia, si era arrampicata sull’armadio con una sedia. Aveva rischiato molto quella volta, e quando Molly l’aveva rimproverata perché poteva usare la bacchetta – perché oltre alla follia del gesto c’era anche la sua apatia – Ginny aveva risposto con un semplice “non ci avevo pensato…” con quel tono trasognato che tanto ricordava i malati di mente del San Mungo.
E si i due sono nelle medesime condizioni solo che nessuno dei due farà il primo passo per riavvicinarsi e cosi curarsi a vicenda . lei perche stufa di doverlo sempre fare , di dover sempre perdonar , abbracciare , sorridere e ringraziarlo di esser tornato da lei e lui perche semplicemente non sapeva cosa doveva fare
Assistere alla disfatta di un figlio è quanto di più logorante un genitore possa sopportare; figurarsi quando questo arriva a farsi del male fisicamente perché la testa è impegnata altrove.
Era ovvio perfino in Lapponia che Ginny amava ancora Harry, ma l’orgoglio – fanculo Godric, in certi momenti – era una bestia troppo subdola e troppo astuta per essere dominata da una donna che con la testa non ci stava nemmeno più.
Mangiava poco e vomitava tanto, il tutto, ovviamente, lontano dalle orecchie di sua madre perché non voleva aggiungere l’ennesimo dispiacere a un cuore già piagato dalla sofferenza.Nel giro di pochissimi giorni, il volto paffutello di Ginny era diventato emaciato, scavato, come se all’interno ci fosse un mostro che la stava divorando.
Non era tanto lontana dalla realtà, quella metafora.
Il dolore la stava mangiando da dentro, si stava cibando di lei, dei suoi pensieri, la invitava a non reagire, a lasciarsi andare, a cadere nell’oblio della dimenticanza. C’era un Dissennatore dentro di lei.
E così, sotto il sole freddo di Dicembre, Ginny cedette alle lusinghe di quella voce che, nella sua mente, aveva preso le sembianze della lametta da barba di suo padre.
Ai speriamo che qualcuno salvi gin e che questo spinga il ragazzo a correre da lei!
Al castello tutto procedeva per il meglio Mancavano ormai due giorni a separare studenti e insegnanti dalle tanto attese vacanze. Draco e Hermione non erano più tornati sull’argomento di Narcissa; Neville aveva chiesto delle ferie anticipate per via dei suoi genitori, con il risultato che Erbologia era stata una materia latitante per tutto il mese di Dicembre. Il moro aveva detto a Hermione che i suoi genitori stavano rispondendo bene alla cura e voleva essere reperibile per loro in qualsiasi momento della giornata. Inutile dire che Draco aveva concesso il permesso senza battere ciglio;ormai i due erano divenuri amici e dra non puo che essre felice per lui anche perche si sente in colpa per le azioni della zia e quindi sta cercando di fare tutto quello che puo per rimediare
Harry era tornato al lavoro, ma era come se non ci fosse. La sua testa era totalmente da un’altra parte che Preston decise di lasciarlo a casa, almeno fino a che non avrebbe smesso di caricare la macchina del caffè con il sale; Daphne e Nicholas si dividevano tra i loro impegni e la casa di Harry;
Bill aveva accettato la decisione della sorella di rinunciare a Harry; in fondo il moro non aveva fatto niente di diverso, solo che quella volta avrebbe dovuto pagare a caro prezzo il suo temperamento;
Hogwarts era in pieno fermento per le imminenti vacanze di Natale e Kevin e Harth… Kevin e Harth avevano risolto – a suon di pugni, calci e morsi – i loro problemi durante la punizione inferta loro da Draco.Avevano trovato una sorta di equilibrio in cui arrivavano addirittura a salutarsi senza che volassero insulti pesanti;
Ma prima di partire per le tanto agognate vacanze, Hermione pensò bene di fare un ultimo test prima di lasciare gli studenti liberi di pensare a cosa avrebbero fatto una volta lontani da scuola.
Inutile dire che i ragazzi non avevano preso affatto bene la notizia del test a sorpresa… L’ora di Trasfigurazione dopo il pranzo era a metà del suo svolgimento. La teoria era sempre qualcosa che uno studente non aveva mai voglia di affrontare, per questo Hermione aveva sorpreso tutti con il suo metodo sovversivo di insegnare la materia.
Prima la pratica, e poi la teoria. Alla fine della lezione, però, teneva sempre dieci minuti per permettere agli studenti di scrivere il nome della formula e a cosa serviva con termini tecnici che avrebbero dovuto usare agli esami, fossero essi del quinto o del settimo anno. Il linguaggio specifico era una caratteristica alla quale i professori tenevano in particolar modo.
Percy ne era un degno esemplare… Ma ciò che rendeva Hermione la professoressa più amata dell’istituto – e non solo perché dava poche punizioni – era che alla teoria partecipavano gli studenti stessi: in quei quattro mesi non si era mai messa a recitare una formula e a darne successivamente la spiegazione tecnica. Chiedeva ai suoi studenti di spiegare con le loro parole, sempre utilizzando un linguaggio appropriato, ciò che era avvenuto durante la lezione col risultato che la lezione stessa rimaneva maggiormente impressa nella memoria e non c’era bisogno di fare mille ripassi.
Quel giorno, aveva deciso di fare un test a sorpresa scritto che avrebbe inciso sulla valutazione finale di quel primo quadrimestre e ognuno degli studenti che aveva davanti era impegnato a riempire la propria pergamena di tutte le nozioni che avevano studiato fino al giorno prima.
Non ve n’era uno che avesse la mano ferma e si disse che il suo metodo, forse, aveva fatto presa. Ce n’erano tanti che ogni tanto scuotevano la mano, perché il troppo scrivere l’indolenziva.
Tornò con la mente ai tempi in cui lei si trovava dall’altra parte della cattedra e i suoi compagni cercavano di allungare i colli come giraffe per copiare da lei ma Hermione, stanca di essere cercata solo per i compiti o per risolvere i problemi degli altri, aveva imparato a scrivere grande quanto una formica, tanto che a volte anche i professori faticavano a decifrare la sua calligrafia.
Adesso sapeva anche come si stava da docenti e le responsabilità che avevano nei confronti degli studenti.
“Giù le piume, ragazzi.” – disse Hermione che rise nel vedere gli studenti aumentare la velocità per finire, almeno la frase.
Concesse loro altri due minuti, ma poi dovette essere rigida e ritirare i compiti, perché avevano un’altra lezione e non voleva che arrivassero in ritardo. Le pergamene si depositarono una dopo l’altra sul suo tavolo e quando ci furono tutte vennero fatte evanescere nel suo studio.
Li sentiva parlottare su come fosse meglio rispondere alla domanda nr. uno o su quali fossero i tre passaggi fondamentali per l’esecuzione di un buon incantesimo. In molti, a quella domanda, avevano fatto cilecca non perché non conoscessero la risposta, ma perché il metodo di insegnamento di Hermione era talmente facile che eseguire un incantesimo era come respirare: un’azione meccanica sulla quale non si ha controllo perché istintiva. Li salutò e anche lei uscì dall’aula.
E prima di partire per la dimora di Malfoy Hermione, diligente professoressa, aveva corretto tutti i compiti nell’ora successiva a quella del test. Aveva sorriso d’orgoglio nel vedere le pergamene riempite di nozioni, tutte accavallate tra di loro, per poterne inserire il più possibile. Certe non c’entravano proprio niente e, purtroppo, quella cosa doveva essere penalizzata, perché in un compito a una domanda specifica bisognava rispondere in altrettanto modo, ma cercò una maniera per non punire lo studente per eccesso di zelo, perché si vedeva l’impegno che aveva messo nello studio per affrontare al meglio quel compito.
Volarono molte O e qualche E e nessuna T.
e si sembra che nessuno sua rimasto indietro
Quando depose sulla scrivania del proprio studio l’ultima pergamena, si stiracchiò le braccia. Aveva proprio bisogno di una buona tazza di tea caldo per concludere degnamente quella giornata.
Uscì dall’ufficio, sigillandolo con ogni incantesimo possibile e si diresse al proprio appartamento. Per strada, incrociò Severus.
“Prof… Severus buon pomeriggio.” – si corresse lei, arrossendo per la forza dell’abitudine.
Hermione pensò che qualcuno avesse corretto il suo succo di zucca, perché le era parso di vedere sul volto del docente un ghigno divertito.
“Signorina Granger.” – la salutò l’uomo. – “Attaccata alle regole come sempre.”
“Le ritengo una buona abitudine.” – ribatté lei.
“Ho sentito della punizione inflitta da Draco a due studenti di Serpeverde. Non credi abbia esagerato?”
“Detta da lei dovrebbe… oh accidenti!” – esclamò, pestando un piede a terra.
Ancora l’abitudine di dargli del “lei”.
Piton non si scompose più di tanto e tornò ai propri affari, senza salutarla.
Eppure Hermione non se la prese per quella mancanza di educazione, anzi. Riusciva solo a ricordare come, nelle parole di Draco, trasudasse solo ammirazione per un uomo che tanto aveva fatto per il Mondo Magico ma al quale non era stato riconosciuto un degno ringraziamento.
Scosse la testa e si diresse verso il proprio appartamento.
Quel tanto atteso giovedì ventuno Dicembre, l’atrio della Sala Grande venne stipato di bauli e studenti che si stavano preparando, come i maratoneti babbani, a correre verso l’uscita per arrivare primi alle barche che li avrebbero condotti in stazione. I professori, decisamente meno frenetici, si persero a farsi gli auguri di buone feste e a promettersi, l’un con l’altro, di rilassarsi perché dall’anno seguente i ritmi sarebbero stati più frenetici.
Hermione era una corda di violino.
e si ormai si sta avviciando il fatale viaggio , il momento in cui dra svelerà ogni suo segreto
Malfoy Manor si stava avvicinando e se fino al giorno prima l’aveva visto come qualcosa di astratto, qualcosa che esisteva solo nella sua mente, quel mattino era dovuta cadere dalla nuvola dell’irrealtà e rendersi conto che da quel giorno ne avrebbe passati diciassette con Draco.Soli.
“Allora Hermione…”La voce di Minerva la fece sussultare.
“Minerva, buon giorno.” – disse, con voce tesa.
“Sei pronta?”
“Credo di sì.”
La donna annuì.“Mi raccomando riposati, perché dall’anno prossimo avrai una tabella di marcia pari a quella di qualsiasi altro professore. Il tuo lavoro è stato ottimo fino a questo momento e gli studenti hanno ottenuto buoni risultati.”
“Grazie.” – disse Hermione, sentendosi di nuovo la studentessa che arrossiva di fronte ai complimenti della sua insegnante preferita.
“E’ la verità.” – disse Minerva. – “Ora scusami, ma devo salutare altre persone prima di chiudere i cancelli.”
“Certo. Buone feste, Minerva.”
La preside le sorrise e si diresse verso Vitious.
“Sei pronta?”Hermione si girò e si vide Draco Malfoy accanto. Non lo aveva sentito arrivare
Quanti significati si possono attribuire a una frase semplice come quella?
Tanti, si rispose Hermione. Soprattutto se a porla è Draco Malfoy a Hermione Granger.
“Sì.” – disse.
Finalmente avrebbe scoperto i misteri di Draco Malfoy.
La scuola si svuotò in fretta a differenza, invece, di quando doveva popolarsi.
Gli studenti erano tutti eccitati e si scambiavano informazioni sui posti che avrebbero visitato per le vacanze o su quanto ingiusti fossero stati i professori ad assegnare tutti quei compiti che avrebbero parzialmente rovinato lo stacco natalizio.
Hermione e Draco procedevano l’uno accanto all’altro, apparentemente tranquilli.
Dentro, invece, tremavano come foglie.
è normale il loro nervosismo lui deve toglire4 definitivaente la maschera e mostrasi e lei dovrà riuscire a capire e a amare l’uomo che è le sarà di fronte
Draco avrebbe reso partecipe la donna del solo e unico motivo che l’aveva spinto a lasciare il paese e a comprare Hogwarts, a raccontarle meglio di sua madre e quanta violenza fisica avesse dovuto compiere su se stesso per non dirle tutto appena si erano incrociati in quel corridoio solo quattro mesi prima.
Quattro mesi Quante cose erano successe in quei pochi giorni, quante ne avevano condivise e quanto erano arrivati a fidarsi l’uno dell’altro inconsapevolmente, quasi fosse una cosa normale.
Inizialmente, doveva ammetterlo, aveva pensato di doversi battere con la Granger a suon di battutine e frecciatine come quando erano a scuola, per avere un primo contatto con lei, ma quando aveva incrociato il suo sguardo, gli era parso che quella non fosse la Granger che ricordava ma una che le somigliava, che aveva i suoi stessi capelli e lo stesso volto. Si era ritrovato davanti ad una brutta copia ma lui, da persona matura qual era diventata, non l’aveva sbeffeggiata ma l’aveva studiata, aveva cercato di capire, dai pochissimi segnali che lei mandava cosa potesse esserle successo.
e si dra si era aspettato nuovi litigi e battutine insomma di trovarsi la solita battagliera herm , non è certo abituato ne preparato a vedere la donna che ama in quelle misere condizioni, di donna sconfitta azzerata e annullata
Quel giorno l’aveva capito: Weasley. Il rosso aveva preso da lei ciò che più gli aggradava, senza trattare quel dono con il rispetto che esso meritava. Aveva preso la sua innocenza non solo in termini fisici, ma anche quella mentale.
All’epoca, aveva faticato moltissimo per ammetterlo almeno a se stesso, ma al Ballo del Ceppo era veramente bellissima. C’era tutto un mondo nei suoi occhi, un mondo che portava il nome di Ron Weasley. I suoi occhi brillavano, carichi di aspettative nell’attesa che lui la notasse e che poi erano stati abbruttiti da lacrime che portavano sempre lo stesso nome.
e si se gia dal tempo bel ballo gli piaceva e odiava il rosso che era il suio mondo senza saperlo ora direi che la sua voglia di schiantarlo è normale
Le aveva rubato l’innocenza, la parte migliore che le permetteva di vedere il buono in tutto ciò che la circondava e, per un attimo, si era sentito perso. Come combattere l’apatia, il senso di vuoto che quell’inutile essere aveva causato nella donna che l’aveva inconsapevolmente spronato a diventare migliore?Non che stesse per gettare la spugna, ma si era sentito in dovere di cambiare strategia di approccio: incrociarla per caso lungo i corridoi, chiederle di passare nel suo ufficio per accertarsi che gli studenti si comportassero bene… Poi però qualcosa era cambiato.
e si la serpe è stata furba e ha cambiato strategia secondo della riccia che aveva avanti
Le aveva imposto quelle lezioni di ballo e grazie ad esse aveva conosciuto le sue paure.Lui si era fatto spazio nel suo cuore, si era fatto conoscere per la persona che era in realtà, quella persona che Lucius aveva tentato – inutilmente – di soffocare con i suoi dettami ma che Narcissa aveva saputo abilmente tenere in vita, grazie ai momenti che i due si dedicavano quando l’uomo era a fare incursioni per conto del Signore Oscuro. beata cissy!
Si erano conosciuti lentamente e lui aveva cercato di disseminare lungo il cammino della loro conoscenza, briciole di informazioni, aveva disseminato le loro conversazioni con sguardi, gesti e parole misteriose ed era certo che lei le avesse colte, perché vedeva la sua reazione ai suoi tentativi di farle comprendere ciò che si nascondeva nel suo cuore. Tentava di carpire più informazioni per mettere a posto quei tasselli che Draco le dava alla rinfusa e lui, invece, si faceva desiderare. Voleva che lo cercasse, fosse solo per trascorrere del tempo insieme come, effettivamente, era accaduto.
E in quei giorni di convivenza avrebbe messo la parola fine a tutto quel gioco. Sperando che lei non la mettesse al loro rapporto.
e si la cosa che piu attira herm è la sete di conoscenza , e le piccole briciole non le bastavan ma la spingevano a cercare nuove informazini per capire il mistero che era dra
Il viaggio in carrozza non fu silenzioso come si erano aspettati entrambi.
Credevano che la consapevolezza di passare tutto quel tempo da soli avrebbe fatto perdere loro la capacità di articolare i suoni ma grazie a una battuta di Hermione – grazie alla quale il ghiaccio fu rotto – i due presero a chiacchierare di tutto e un po’. Della scuola, alla Foresta Proibita, ai Centauri, del fatto che dall’anno seguente i suoi ritmi sarebbero raddoppiati.
Entrambi sapevano che stavano abilmente evitando di parlare di quei giorni di solitudine non per fastidio, ma per timore di poter dire qualcosa per la quale poi sì avrebbero fatto scena muta per tutta la durata delle vacanze…
“… per qualcosa che, alla fine, potrebbe essere adatto per gli studenti.” – disse Draco.
“Sì, hai ragione.” – Hermione si perse a osservare il panorama fuori dal finestrino.
Il dondolio della carrozza era quasi ipnotizzante, soporifero, in certi tratti.
“A cosa pensi?”
Hermione si girò e lo guardò negli occhi.
Seduto di fronte a lei, con le gambe accavallate e le braccia incrociate, Draco dava l’impressione di essere uno di quegli uomini dell’ottocento, altezzosi e con la presunzione di sapere tutto del mondo.Beh, per un certo periodo della sua vita, Draco era stato proprio così.
“A Neville.”
Il biondo annuì. L’unica cosa che sapeva era che era stata scoperta una cura contro gli effetti della Cruciatus e che i suoi genitori ne stavano traendo profondi benefici e quindi immaginò che la donna stesse pensando a quello.
“Finalmente riabbraccerà i suoi genitori. Ah, scusami…” – disse, dispiaciuta di aver sollevato con così poco tatto una questione spinosa per l’uomo.
Draco la bloccò con una mano e fece un segno di dissenso con il capo.“Non preoccuparti. Finalmente hai scoperto che non sono perfetto ma ti prego…” – disse, facendole l’occhiolino. – “… non dirlo troppo in giro.”
Hermione, che era rimasta col fiato sospeso credendo che le avrebbe rivelato qualcosa di profondo – o qualcosa di profondamente stupido – era quasi caduta dal posto per lo sgomento.
“Oh…” – disse, annuendo complice. – “… porterò il tuo segreto nella tomba.”
Draco ghignò e guardò il panorama.
Di profilo, le ricordava una di quelle statue greche, raffiguranti gli dei dell’Olimpo o comunque esseri che avevano il pregio di incarnare i canoni della perfezione fisica ai quali al giorno d’oggi, molte ragazzine, ambivano aspirare più di un titolo di studio.Si sorprese nell’accorgersi che stava facendo un profilo psicologico all’uomo che si accorse di quello sguardo. Hermione però non arrossì, anzi… continuò a studiarlo, quasi incuriosita dal non essersene accorta prima.
be herm si sta dedicando all’analisi psicologica della serpe
“So che sono bello, ma non ti hanno insegnato che è maleducazione osservare la gente?”
Hermione sospirò. “Hai una fronte spaziosa.” – disse, indicando la parte con un gesto effimero della mano.
Draco sollevò un sopracciglio. “E quindi?”
“Si dice che chi ha una fronte alta abbia una buona capacità di memorizzare le informazioni.”
“Davvero?” – chiese, interessato e stranito dalla strana conversazione.
“Sì. Sai affrontare argomenti complessi. Dall’altra parte…”
“Cosa?”
Hermione titubò parecchio prima di continuare. “… dall’altra parte trovi con facilità i pericoli e sai valutarli. Non ti piace rischiare.”
“In pratica, so battere in ritirata quando mi conviene.” – disse, serio.
Non sapeva dire perché avesse avviato quel discorso. Era per fargli presente che in passato era stato un piscia-sotto? Perché dunque accettare il suo invito al Manor se pensava questo di lui?
Hermione non si fece toccare dal commento. Se l’era aspettato.
“Tu cerchi la chiarezza, la sicurezza e la normalità. Procedi lentamente ma con sicurezza e sempre all’interno di uno schema prestabilito.”
Furono solo gli anni al servizio di Lucius che Draco ebbe la decenza di non spalancare la bocca come se si fosse trovato al cospetto di Merlino e Morgana in atti osceni. L’aveva scoperto? Aveva capito ciò che aveva fatto per lei e voleva deriderlo?
Hermione sorrise.“Scusami…” – disse, scuotendo la testa. – “Psicologia spiccia, non farci caso. A volte straparlo per niente…”
“Tu non parli mai per niente.” – disse Draco, trovando un appiglio per uscire da quella scomoda situazione.e si lo ha analizzato e capito al volo
Hermione lo guardò e gli sorrise riconoscente. “Grazie.”
“Dove le hai imparate queste cose?” – chiese.
Hermione chinò lo sguardo e Draco giurò di averci visto dentro un po’ di amarezza.
“Dopo che io e Ron…” – si bloccò. – “… sì, quella cosa lì, no?”
Draco annuì, divertito dal suo pudore ma lieto di averla sentita definire la sua prima volta “cosa”.
“Avevo molto tempo a disposizione, così ho fatto l’unica cosa che mi veniva meglio.”
Draco sollevò un sopracciglio.
Hermione rise e fece le spallucce. “Leggere. Nel mio mondo ci sono persone molto dotate per leggere l’animo delle persone e dalle loro azioni, da quello che dicono o meno, riescono a capire molto di una persona.”
“E tu cos’hai capito di Weasley?”
Già, cos’aveva capito? “Ho capito quelle cose che non volevo capire da ragazza. Che è un immaturo, ma che la mia cotta continuava a giustificare come imbarazzo da parte sua. Che se i suoi fratelli hanno dovuto sudarsi la fama o i galeoni, lui li ha sempre avuti senza doversi impegnare troppo. Che piuttosto che mettersi d’impegno per ottenere qualcosa, era più facile asfissiare le persone per averla.”
“Meglio tardi che mai.”
Anche qui la lettura è perfetta!
Hermione si girò e lo guardò, dritto negli occhi, incutendo un certo timore.
“No, non è meglio tardi che mai, Draco.” – disse, dura e scandendo bene le parole. – “Il fatto è che ho perso otto anni della mia vita a inseguire una chimera, a sperare in un cambiamento che non sarebbe mai arrivato.”
La lasciò sfogare. “Arrivare a chiedersi cosa c’è di sbagliato in me, per il solo fatto di non piacergli è qualcosa che adesso non riesco a capire! Scusami…” – disse, calmandosi.
“Non scusarti. Credo sia normale questa tua reazione.”
“Non credo tu sappia cosa voglia dire aspettare una persona per una vita intera e poi quando l’hai avuta, ti accorgi che non è come te l’eri immaginata.”
“Ti sorprenderebbe sapere che so come ti senti?”
“Ormai Draco… non mi sorprende più niente.” – disse Hermione.
Vedremo, pensò il biondo.
e si vedremo come prenderà quando sapra i veri sentimeti del biondo e da quanto anche lui stasse aspettando che lei lo notasse , che vedesse il suo vero io, quello che è divenuto solo per lei solo per poter stare con lei seza che il passato li schiacciasse e li distruggwsse , per avere qualcosa da offrile di puro |