Recensioni per
Every Little Thing
di callistas

Questa storia ha ottenuto 1148 recensioni.
Positive : 1146
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Master
14/11/14, ore 18:01

forse antonio ad hermione! dio, sono felicissima che draco si stia aprendo alla nostra herm! mi è piaciuta tantissimo la scena di bellatrix, ho davvero apprezzato il fatto che invece di disperarsi si metta solo a ridere. il bacio. finalmente! anche se per un secondo ho avuto paura che cominciassero a litigare... mi spiace tantissimo per ginny, ma non ho capito, il colpo di grazia qual'era? insomma, molly non le ha detto niente. ritornando a draco ed hermione, appena le ha fatto chiudere gli occhi, ho capito che quella era la scena della bella e la bestia! bellissima, alla prossima, baci
clove

Recensore Master
14/11/14, ore 16:32

Te l ho mai detto che adoro te q userà fantastica storia siamo a novembre e mi stai facendo venire ancor di più voglia di natale e neve e draco poi adoro questo capitolo si avvicina il momento della verità sn curiosissima x ginny invece sn davvero preoccupata

Recensore Master
14/11/14, ore 14:50

sono troppo pucciosi insieme che belli e che teneri.
Per Ginny mi si è sgretolato il cuore giuro, ma ancora di più per la povera Molly, se tra il comportamento di Ron, la delusione da Harry e questo gesto di Ginny non le viene un infarto è una cosa buona.
Sono molto curiosa di leggere il prossimo capitolo
a presto
Krys

Recensore Veterano
14/11/14, ore 14:31

Sei entrata completamente nella mia lista "cosa da fare il Venerdi" (che è anche l'unico giorno libero che ho nella settimana, quindi giorno relax per farti capire). Leggerti mi fa stare proprio bene. a prestissimo!

Recensore Veterano
14/11/14, ore 13:55

Oh, sì, avevo il sospetto, era abbastanza intuibile, adesso il quesito grosso è cosa sia questo "colpo di grazia" che Molly darà a Ginevra. Sulle spine un'altra volta!
Complimenti, è una bellissima storia.
nefastia

Recensore Veterano
14/11/14, ore 13:13

Partiamo dall'inizio: Ginevra. Come avevo sospettato si è tagliata le vene con la lametta del padre, ma avevo inteso lo spoiler di mamma Molly un po' diverso. Ora invece ho come l'impressione che la sveglia non sarà per una strigliata alla Weasley ma per una notizia pessima. Ti prego non dirmi che anche lei era incinta e ha perso il bambino? Facendo due calcoli sulle tempistiche e da come hai impostato il periodo, il colpo di grazia sarà per una verità scomoda e dolorosa. Ginevra e Harry, nonostante le ristrettezze di mamma Molly, fornicavano come conigli e credo proprio senza alcun tipo di incantesimo anticoncezionale. Quindi potrebbe benissimo essere rimasta incinta e aver perso il bambino dopo la sua genialata. Questo effettivamente sarebbe un bel colpo di grazia per Ginevra, che ho paura che difficilmente riuscirà a guardarsi ancora in faccia. Non so come farà a dire questa cosa ad Harry soprattutto. Che poi l'altra ameba qui sa cosa è successo alla sua, al momento, ex-fidanzata? Visto la sua assenza al capezzale direi proprio che ne è stato tenuto all'oscuro e anche questo sarà un problema. Credo che Potter quando verrà a sapere delle varie notizie avrà molto per cui incazzarsi. 
I due piccioncini a Malfoy Manor sono tenerissimi, mi piace come hai descritto il tutto, e questo povero Draco in biblioteca mi ha fatto stringere il cuore in maniera insopportabile. 
Per lo spoiler punto su Hermione che scrive a Lucius? Non so..buttata lì visto i toni formali della lettera e il fatto che chi scrive non vuole rivelare la sua identità fino alla fine. Però mi hai già tagliato le gambe dicendo che Lucius è uno stronzo in questa storia quindi non vedo risvolti positivi in questo senso..me tapina. Maaa una possibile redenzione durante la prigionia no eh? Io ci provo...ahaha
Alla prossima settimana cara,
un bacione
C.

Nuovo recensore
12/11/14, ore 22:13
Cap. 31:

Questa fanfiction è bellissima ogni settimana aspetto il nuovo capitolo...la adoro

Recensore Master
11/11/14, ore 19:20
Cap. 31:

Ora sta alla riccia ricambiare il favore ricevuto e fare da ancora e da forza alla serpe che si ritrova nuovamente ferito da colui che lo ha messo al mondo, che nonostante sia in galera è riuscito nuovamente d arrecare danno ai suoi cari . la riccia è anche agitata nonostante non sappia dire cosa siano esattamente loro due si sente molto unita e scossa dal fatto che lui sai scomparso semza dirle nulla cosa che non fa mai come se amasse condividere con lei ogni singolo gesto. il legame lei lo vede gia solido ed ufficiale cosa che renderebbe dra felicissimo!solo lei non ha capito che la ama alla follia
Hermione era leggermente preoccupata.
Non che Draco le dovesse rendere conto di ogni suo spostamento, ma ogni volta che doveva assentarsi, la metteva sempre al corrente e la cosa le faceva schifosamente piacere.
Doveva essere successo qualcosa di grave se si era assentato senza dirle niente.
Hermione, sembri una moglie isterica!, si rimproverò la donna.
Preferì sorvolare sul fatto di aver pensato a se stessa in veste di “moglie” e non di “fidanzata”. Si era già immaginata legata all’uomo tramite un vincolo ufficiale e scosse la testa.
Con tutti i problemi che doveva ancora risolvere, ci mancava solo che si mettesse a immaginarsi sposata con Draco.
L’uomo si era dimostrato molto attento nei suoi confronti ma ciò non implicava necessariamente che fosse innamorato di leiLa donna prese a camminare per le mura del suo appartamento, piena di pensieri.
Pensieri. Una cosa che iniziava a stancarla. Continuava a pensare, e più pensava, più dei muri si costruivano attorno a lei, muri che non erano necessari ma che il suo subconscio stava facendo diventare tali. Iniziò a palesare una certa insofferenza verso tutto quel pensare che, un tempo, le aveva valso la nomea di miglior studentessa di Hogwarts. Forse perché non erano pensieri felici.
bella questa similitudine tra peter e il patronus
La fiaba di Peter Pan le si parò davanti quasi subito. Il bambino che non voleva crescere mai, che riusciva a volare grazie ai pensieri felici.Un po’ come l’evocazione di un Patronus. Quel bambino volante non aveva una sola preoccupazione, era libero da ogni cattivo pensiero e il suo unico divertimento era combattere contro Uncino. Ma di tutti i pensieri che stava avendo in quel momento, ce n’era uno che più di tutti s’imponeva sugli altri.
Le mancava Draco.

intanto la serpe stava cercando inutilmente di far sbollire la rabbia che si era impossessata di lui per colpa di luc e si chiede il motivo di un gesto cosi crudele e maligno. Semplice è luc malfoy ,’unica cosa buona che ha fatto è stato quello di aver messo in cinta cissy!
Draco stava percorrendo il corridoio che lo separava dal suo appartamento.
I suoi occhi tradivano una certa rabbia, o meglio… odio verso Lucius.
Come aveva potuto? Come aveva potuto negare a sua moglie la gioia della maternità? Perché? Perché non voleva più figli? Erano tante le domande che si affacciavano alla sua mente in merito a quella faccenda e sapeva che solo una persona poteva rispondervi.

la riccia ha acapito che è tornato e con tutta la rapidita e la velocita che il suo ruolo di docente le consente corer da lui, non potendo piu stargli lontano
Era tornato! Era tornato al castello!Era l’unica cosa alla quale riusciva a pensare mentre, con passo affrettato – perché a Hogwarts non si poteva correre per i corridoi – si dirigeva verso l’appartamento del biondo.
Sul suo volto aleggiava la trepidazione, l’ansia di poter incrociare i suoi occhi e quel sorriso misterioso. Svoltò l’angolo ma quando arrivò nei pressi della porta si bloccò, pietrificata.Dall’interno, provenivano rumori strani, come se stesse rivoltando l’appartamento da cima a fondo. Preoccupata per lui, entrò senza bussare e ciò che vide la lasciò agghiacciata.

dra ha portato con se delle foto che lo ritraggono nei momenti felici della sua infanzia cosi rarai da fargli quasi dubitare che siano mai avvenuti veramente ed erano tutte foto che mostravamo una cissy in versione materna dolce ed amorevole di certo contraria all’idea di luc di educazione
Quando aveva messo piede nel suo appartamento, la calma di Draco lentamente svanì.Dal Manor, si era portato alcune fotografie che lo ritraevano insieme a sua madre, mentre sorridevano, mentre lei lo teneva in braccio, a discapito degli ordini di Lucius, di lei che lo baciava sulla guancia e lui faceva di tutto per sottrarsi perché era un uomo, nonostante avesse sette anni, e certe cose un uomo non le faceva perché erano disgustose.Erano state tenute segrete per molti anni e Draco, ogni tanto, le andava da vedere, sia da bambino che da adulto per accertarsi che quel periodo della sua vita fosse veramente esistito. Da bambino traeva quel conforto che non poteva avere fisicamente, perché se Lucius avesse visto sua madre in certi atteggiamenti, prima avrebbe punito lei e poi lui per aver ceduto a quelle sciocchezze. Ne aveva una conservata nell’imbottitura del cuscino del letto e nei momenti di sconforto la guardava per dirsi che, un giorno, avrebbe fatto quelle cose alla luce del sole.
E che un giono lui sarebbe stato diverso avrebbe abbracciato suo figlio senza scene e avrebbe mostrato il suo amore liberamente
Ora, da adulto, vedeva solo una donna piegata dal dolore, una donna che avrebbe potuto giocare con due, o forse più bambini, ma che un pezzo di ghiaccio invece l’aveva proibito.



Inutile dirlo, la rabbia divampò. Iniziò a gettare a terra tavoli, sedie, il divano, aveva rotto i bicchieri e i piatti per il gusto di farlo – per vedere i cocci della sua vita a terra – aveva spaccato con un pugno la finestra che piaceva tanto a Hermione e si era pure ferito il braccio e lacerato la manica che ricopriva la sua infamia.Fu così che lo trovò la donna.
E si direi che dra i privato lontano dalla madre da libero sfogo alla rabbia al rancore e anche al senso di colpa per il dolore che la madre ha patito inutilmente
Ed è a terra distrutto ferito in lacrime , vulnerabile ed umano che la riccia lo trova

“Dio mio…” – sussurrò Hermione, sgomenta da tutto quel caos. – “Draco!” – urlò, correndo da lui inorridita dalla visione di tutto il sangue che gli colava dalla mano. A pochi passi da lui si fermò.Draco stava piangendo.
“Draco…” – il biondo chinò lo sguardo.
Ecco, adesso l’aveva fatta proprio completa: mostrarsi debole di fronte a colei che aveva sempre combattuto in ciò che credeva. Otto anni di sacrifici, buttati al vento.Bravo idiota, si complimentò Draco, da solo.
“Draco che è successo?”
“Vattene…” – mormorò tra le lacrime, cercando di mantenere la voce il più ferma possibile.
Hermione scosse la testa.
“Draco…”
“Ho detto vattene.” – disse, puntando lo sguardo a terra.
E si ora a dra sembra che oltre al danno ci sia pure la beffa di farsi vede cosi da lei , non vuole la pieta di nessuno la sua meno che meno
Era umiliante stare lì di fronte a lei, in mezzo a tutta quella confusione – alla confusione della sua vita – e rendersi conto in quel momento che lui, a lei, poteva offrire solo disastri e disgrazie. Come aveva solo potuto pensare di poter vivere accanto a una come lei?
A lei? Cosa gli si era acceso nella testa tanto da fargli credere che lei avrebbe accettato di stare con lui? Aveva messo su tutto quel casino, le aveva mostrato solo ciò che più gli faceva comodo e non si era minimamente posto il problema che lei potesse rifiutarlo. Merlino che stupido! Ora piu che mai dra teme di aver fatto molto rumore per nulla poiché era questo che forse poteva darle niente e che lei mai avrebbe accettato di stare con lui
“Non vado via.” – disse lei, avanzando tra le macerie.
“Ho detto vattene mezzosangue!” – urlò, guardandola in faccia.
Per una frazione di secondo, Hermione si sentì ferita Fu davvero molto tentata di girare i tacchi, andarsene e chiudersi in camera propria, a maledire Malfoy e quella dannata parola, ma quel pensiero svanì, perché l’attimo successivo, il suo cervello le proiettò nella mente, come un film muto, tutti quei momenti, quegli attimi in cui lui aveva aiutato lei senza rendersene conto, in cui lui l’aveva aiutata a riemergere da quella spirale di sofferenza nella quale si era chiusa.
E poi lei era una Grifondoro, cazzo! Se se ne fosse andata proprio nel momento di maggior bisogno di una persona, come avrebbe potuto continuare a guardarsi nello specchio?
ma herm nonostante la freddezza di quell’insulto non solo non molla ma sembra riprendere finalmente vita , rpensa a tutto quello che il biondo ha fatto per lei , è ora che sia lei a ricambiare il gesto e a tendere la mano
E per la prima volta dopo anni, si sentì nuovamente forte.Forte per affrontare le difficoltà, forte per aiutare Harry e Ginny, forte per aiutare Draco. Forte per se stessa. In un secondo, quegli otto anni trascorsi a piangersi addosso le passarono davanti agli occhi come la dimostrazione della scadenza della propria vita.
Finalmente la nostra grifona sembra pronta a risorgre come una fenice , per troppo tempo ha permessoa quello che credeva un amico l’amore della sua vita di ferirla molto di piu quanto abbia fatto bella .
Aveva permesso a un amico di piegarla, di metterla in ginocchio quando nemmeno Bellatrix Lestrange e Draco Malfoy c’erano riusciti, aveva lasciato che Ron decidesse della sua vita, di come farla sentire. Aveva rovinato, seppur indirettamente, il matrimonio del suo migliore amico perché avrebbe dovuto raccontargli subito ciò che era successo quella notte ma la sua testardaggine nel reputarsi in grado di risolvere qualsiasi problema l’aveva indotta a fare tutto da sola.
In un secondo, un ricordo di lei e Harry anni e anni addietro le tornò alla mente quasi anche il suo cervello stesse andando alla frenetica ricerca di tutti quei momenti in cui Harry aveva sempre dimostrato che, in fondo, teneva più a lei che a Ron.
solo all’ora si rammenta di tanti piccolo episodi del passato dove la preferenza di harry spiccava semplice e nitida : era lei e sempre lei con cui il prescelto parlava , si confidava e ad ascoltava
Erano sotto la grande quercia, ed era inverno.
Harry l’aveva trascinata lì, perché doveva dirle una cosa di vitale importanza. L’aveva seguito controvoglia, perché era appena al quinto ripasso di Pozioni e ne aveva davanti altri sei.
“Harry, ma dove stiamo andando?” – aveva chiesto, imbacuccata nella sciarpa e nel cappotto.
“Adesso, un attimo.”
Era la quinta volta che glielo chiedeva e lui era la quinta volta che le rispondeva in quel modo. Quando giunsero sotto l’imponente albero, Harry si fermò.
E anche Hermione.
Il moro si girò ed estrasse un coltellino.

A distanza di anni, Hermione si vergognò molto di aver pensato che Harry l’avesse portata lì per ucciderla e poi gettare il suo corpo nel Lago Nero.“Ha-Harry?” – lo chiamò lei, indietreggiando.
Oltre al freddo del clima, ci si erano messi pure i brividi che aveva provato quando l’aveva visto estrarre quell’oggetto. Andò nel panico quando lo vide far uscire la lama con uno scatto.
“Ok… stiamo calmi, eh? Non vorrei che… ma sei matto?!” – urlò, protendendosi verso di lui, che si era tagliato il palmo con la lama.
Harry si guardò il sangue con un sorriso e poi guardò Hermione.
“Faresti una cosa con me, per me?”
“Cosa? Internarti al San Mungo? Subito!” – era sbottata lei, mentre studiava la ferita e il modo migliore per guarirla.
Lo guardò male quando si vide porgere il coltellino a serramanico. Lo guardò negli occhi e non ci fu bisogno di dire altro. Era una cosa molto importante da fare, che li avrebbe legati indissolubilmente fino alla morte.
Senza dubbi, prese il coltellino, incise il proprio palmo e poi lo unì a quello di Harry.
“Sei la numero uno, Hermione.”
Come aveva potuto solamente pensare che Harry non avrebbe preso le sue parti, o che comunque non avrebbe compreso ciò che si celava nel suo cuore? Quante notti si erano ritrovati a parlare di qualsiasi cosa, e poi si erano addormentati abbracciati sul divano?Quante volte si scambiavano sorrisetti complici, il cui significato era precluso addirittura a Ginny?
Quante volte, in Sala Grande, quando uno dei due non era ancora arrivato, l’altro lo cercava con lo sguardo?
Fu come vedere le cose da una nuova prospettiva.I problemi che prima le sembravano insormontabili, ora erano ridotti alla stregua di piccoli e insignificanti ostacoli. Il suo cervello aveva preso a lavorare freneticamente per cercare di risolvere la questione del matrimonio fallito, di Ron ma ora una più urgente richiedeva tutta la sua attenzione.
E si non doveva dubitare del suo legame con harry , legame che neppure gin pur amandolo poteva avere con lui. La riccia ha finalmente cambiato le sue priorità che ero aveva i capelli della luna .è tornata la solita guerriera “Non ti ho mai dato retta in sette anni di scuola, cosa diavolo ti si è acceso in quella nocciolina da farti pensare che lo farei adesso?”
Draco la guardò, sgomento, con le lacrime che continuavano a scorrere sulle guance.
La vide avanzare, scavalcando tutti i rottami e andare da lui, con uno sguardo che credeva non avrebbe mai più rivisto. Gli prese la mano e la studiò per un secondo.
“C’è qualcosa di sano su cui ci si possa sedere?” – chiese, con rinnovata grinta.
Incantato da quella nuova Hermione Granger, Draco indicò con un cenno del capo una sedia, l’unica che, per grazia di Merlino, si era salvata dalla sua furia. Hermione ve lo condusse e lo fece sedere, appellando poi la cassetta del Pronto Soccorso. Si inginocchiò tra le sue gambe e iniziò a medicarlo in silenzio.Non intendeva porre domande indiscrete, vista e considerata l’indole lunatica del biondo. Brava , deve aspettare che sia lui a parlare!
Draco teneva il capo chino, con la frangia che faceva da barriera tra lui e Hermione. Ora che lei sembrava aver ritrovato quello spirito battagliero, lui sembrò aver perso il proprio. “Ho finito.” – disse, riponendo nella cassetta gli attrezzi.
Draco si guardò la mano bendata. L’aprì e la chiuse un paio di volte, constatando che la fasciatura non gli dava fastidio e che non gli impediva di chiudere correttamente l’arto. Si sentì scostare i capelli dal viso ma questi, troppo corti per stare al loro posto, ricaddero in avanti. “Guardami.”
Riluttante, Draco alzò il capo. E l’idea di non fargli domande scemò come neve al sole…“Che è successo? Cosa ti ha ridotto così?”
Draco girò gli occhi a destra.“Ora sei tu che non ti fidi di me.”
Draco la guardò, chiedendosi se parlarle di sua madre, sarebbe stata una mossa saggia. Le parole della donna ancora aleggiavano nella sua mente.
“Non…”
“Non vuoi parlarmene?”
Dra è indeciso ma alla fine cede e appoggiandosi a lei gli racconta l’ultima malefatta di luc
Draco crollò su di lei, appoggiando la fronte alla sua. Hermione lo trovò un gesto estremamente intimo.
“Si tratta… si tratta di mia madre…”
Hermione gli prese il volto tra le mani e gli baciò la fronte.“Ti ascolto.”

per dra è difficile aprirsi e parlare condividere perche sono tutte cose che non gli sono state spiegate ne insegnate e perche sono sempre state viste come debolezza !
Dopo aver sistemato tutto sotto lo sguardo spento dell’uomo, Hermione andò a sedersi accanto a lui sul divano. Gli mise una mano sulla sua fasciata, per fargli capire che lei era lì per lui, come lui lo era stato per lei, aspettò e rispettò i suoi tempi.
Lui sembrava caduto in uno stato catatonico: gli occhi erano fissi sul caminetto e la bocca era socchiusa. Poi, la richiuse e chiuse anche gli occhi.
Scosse la testa.
“Io sono figlio unico, Granger.”
“Sì, lo so.” – disse lei.
“Durante il… durante il parto… mia madre ha subito delle complicazioni e i dottori le hanno dovuto asportare l’utero.”
Per quanto non amasse Narcissa Malfoy, per una donna era sempre orrendo perdere uno dei simboli della propria femminilità, privandosi quindi della possibilità di essere madre per le volte che più le aggradava.
“Mi dispiace.” – disse, sincera.
Draco la guardò e le sorrise stentatamente.“Non è vero.” – disse.
Hermione corrucciò le sopracciglia.“Come?”
“Non è vero.” – ripeté. “Lei ha l’utero.” – disse, guardando il caminetto.
Pensò subito che la stesse prendendo in giro.“Draco scusa… non è che puoi deciderti? Ce l’ha o non ce l’ha?”e si neppure la brillante riccia capisce o si o no insomma !
“Ce l’ha.”
“Allora perché…”
“Perché Lucius ha voluto che lei credesse di non averlo più.”
“Lui… lui cosa?” – esalò Hermione, sgomenta. E si neppure herm poteva pensare che luc potesse arrivare a tanto nella sua crudeltà!
Draco continuava ad avere lo sguardo puntato davanti a sé, per primo ancora incredulo di fronte alle rivelazioni della madre di quel pomeriggio.
“Non so perché l’ha fatto. Per quasi diciotto mia madre ha creduto di non avere più l’utero.”
Hermione si riebbe subito. Mille domande e mille perplessità le erano sfrecciate nella testa.
“Dai, no!” – aveva detto, catturando la sua attenzione. – “E’ impossibile! Avesse l’utero, avrebbe dovuto avere il ciclo!”
“Il ginecologo che l’aveva in cura le aveva prescritto delle erbe da prendere.” – rispose subito Draco, nemmeno avesse aspettato quell’osservazione. – “Le ha fatte mandare al San Mungo per farle analizzare ed è risultato che impedivano le mestruazioni.”
Hermione si portò una mano sulla bocca. Era tutto così assurdo, così inconcepibile. Quale uomo farebbe una cosa del genere alla propria moglie? Solo un batardo malato di mente puo farlo mi auguro che marcisca in cella !
“Per anni…” – disse, catturando l’attenzione della donna. – “… per anni ho sempre voluto un fratellino o una sorellina che giocasse con me…” – il volto si contrasse automaticamente in una smorfia che presagiva il pianto. – “… ma… mia madre non poteva… e lui!” – disse, ringhiando il suo nome. – “… lui diceva che era colpa mia!”
“No!” – urlò Hermione, inginocchiandosi di fronte a lui. E si sta volta herm non puo resistere al dolore che dra ha dovuto subirre da bambino , dargli la colpa di un simile dolore sapendo per giunta che era falso!
“Che… che se non fossi nato mia madre avrebbe avuto ancora l’apparato riproduttivo integro e avrebbe potuto avere altri bambini!” – si era trattenuto per finire la frase, ma alla fine era scoppiato di nuovo a piangere.
Hermione lo abbracciò, chiedendosi in che razza di famiglia fosse cresciuto Draco, che razza di padre fosse stato Lucius e quanto dolore avesse passato Narcissa con la convinzione di non poter più avere figli. Si era sempre limitata a odiare Draco per il suo essere così spocchioso o a invidiarlo perché aveva tutte quelle comodità che avrebbero aiutato i bambini del Terzo Mondo babbano.Era dunque invidia quella che il biondo provava nei confronti di Ron?, perché lui aveva tutti quei fratelli e lui nemmeno uno?
Si credo che sia questo il motivo non si odia qualcuno senza un vero e proprio motivo poiche implica una grande dispenndio di energie ,basterebbe l’indiffernza all’ora. No si odia se cè un motivo che sia visibile , invisibile o anche dato da un desiderio mancato dal subconscio!
“Non è colpa tua! Non è stata colpa tua!” – disse, pronta al pianto anche lei.
Aveva avuto un’infanzia difficile, Draco e in quel momento tutti quegli anni di umiliazioni, soprusi e dolori erano stati cancellati da quella confessione. Aveva finalmente compreso la ragione del suo odio verso lei e i suoi amici e non poteva biasimare il bambino, ora uomo tra le sue braccia, che era cresciuto con quella convinzione.
Draco piangeva tra le sue braccia, maledicendosi per quelle emozioni che non riusciva a controllare. Piangeva disperato, soffocando i gemiti nel maglione della donna che cercava di abbracciarlo, come per inglobarlo nel suo corpo e alleviare la sua anima da tutto quel dolore.
E si ora molte cose sono molto più chiare , dra piange come un bambino mentre herm cerca di confortarlo con la sua presenza

Nessuno dei due seppe dire da quanto tempo fossero in quella posizione, ma nessuno dei due se ne lamentò. Lentamente, il pianto di Draco iniziò a scemare, fino a che rimasero solo i singhiozzi. Quando anch’essi sparirono, Hermione si scostò quel poco che bastava per guardarlo in faccia.
Alzò gli occhi al cielo quando sentì la testa di Draco fare pressione per non farsi vedere in quello stato.
Uomini, pensò la donna. Concordo anche se hanno bisogno non si mostreranno mai in lacrime orgoglio inutile!“Draco guardami.”
“Ti prego… è già abbastanza umiliante così.” – disse l’uomo.
“Non c’è nulla di umiliante nell’esternare le proprie emozioni.” – disse, smettendo di forzarlo a guardarla in faccia. – “Sono un punto di forza.”
Solo allora Draco si staccò da Hermione e la guardò dritto negli occhi. La donna resse lo sguardo, anche se non sapeva proprio dire cosa volesse comunicarle.
“Tuo di sicuro.” – disse, tornando ad appoggiare la fronte nell’incavo del suo collo.
Hermione divenne vittima della confusione. Cosa significava quella frase?
“Scusa?”
Il biondo si morse la lingua a sangue. Ma perché doveva sempre cacciarsi nei guai? Alzò lo sguardo, come se fosse stato sconfitto a una partita immaginaria nella sua mente, in cui Hermione sapeva di esserne partecipante, ma non sapeva per cosa stesse combattendo.
“Niente.”
Hermione sollevò un sopracciglio.
“No, cosa volevi dire?”
Tanto, l’avrebbe saputo, ma preferiva dirle tutto una volta loro due al Manor. A scuola, per un motivo o per l’altro erano sempre interrotti e lui non poteva esprimersi liberamente come desiderava. A casa sua, invece, sarebbero stati da soli e avrebbe potuto parlare da mattina a sera senza interruzioni.
E si dra vuole dirle tutto m concordo la scuola non è il luogo adatto per farlo
“Tu… tu vuoi venire ancora a casa mia per le vacanze?”
Hermione si sentì presa in contropiede.
“Perché?” – chiese, istintivamente, credendo che dietro quella domanda vi fosse nascosta una trappola che non riusciva a scorgere.
“Rispondi.” – la pregò.
“Io… se non disturbo…” – disse, timidamente.
“Allora una volta a casa mia ti dirò tutto.”
Quel tutto fu quasi profetico.
dra ha dichiarato che al manor ogni cosa sarà chiarita !
Sono bellissimi sono l’uno l’ancora di salvezza dell’altro















Nich è un grande mi piace sempre piu è uno che capisce le cose al volo senza neppur dover aprire bocca ecco uno che sarebbbe stato benissimo al posto di ron , uno che avrebbe dato i suo contributo in modo attivo .

Dopo essere stato da Harry, Nicholas tornò a casa.Si sentiva veramente male per l’amico, perché Harry meritava davvero la felicità. Quando durante quei momenti di cameratismo tra colleghi, e su loro insistenza, raccontava delle avventure vissute, i presenti, certe volte, faticavano perfino a credergli perché era impossibile che un ragazzino di undici anni potesse sopravvivere di nuovo al Signore Oscuro, con solo qualche graffio come conseguenza.
Aveva sentito il racconto del Basilisco e di come Hermione Granger gli avesse fornito l’elemento focale per risolvere quel mistero.Aveva sentito il racconto del “Prigioniero di Azkaban” – così i giornali avevano rinominato Sirius Black –, e di come Hermione Granger lo avesse aiutato a portare a galla la verità.Aveva sentito il racconto del Torneo TreMaghi, e di come Hermione Granger lo avesse sempre sostenuto e aiutato in ogni modo che una persona poteva essere aiutata.
Aveva sentito il racconto sull’Ordine della Fenice e di come Hermione Granger avesse avuto la brillante idea di formare l’Esercito di Silente.Aveva sentito tante cose e tutte giravano intorno a Harry Potter e Hermione Granger.
Ma mai Ron Weasley.
Merlino io lo adoro ha capito che il trio in realta è sempre stato un duo affiatato e solidale , il rosso era li sempre e solo per sbaglio
Tutte quelle sfighe avrebbero dovuto trovare una loro fine in quel nove Dicembre, quando Harry avrebbe finalmente infilato l’anello al dito di Ginevra ma la mela marcia aveva dovuto mettersi in mezzo
.purtroppo a meno che non lo facciamo fuori resterà sempre tra i piedi

Aveva sempre etichettato Ron Weasley come uno che era capitato lì per caso, che se aveva conosciuto il leggendario Bambino Sopravvissuto, non era stato per meriti particolari, ma solo perché quel primo Settembre di tanti anni addietro, non aveva trovato altro posto sull’Espresso se non nella sua cuccetta.La fortuna aveva baciato Ron Weasley e lui, invece di coltivarla e rendere grazie per aver trovato sul cammino un bambino che, nonostante i vari maltrattamenti, era sempre riuscito a vedere il buono nella vita, l’aveva continuamente calpestata finché questa non si era stancata del trattamento riservatole.Tutti quelli che lo conoscevano, ora gli avrebbero girato alla larga e sperò che qualcuno si facesse avanti per trattarlo come realmente meritava o che gli restituissero la pariglia.
Concordo ron ha solo avuto fortuna , la fortuna del principiante, che poi è stata sostenuta dal gran cuore di mamma di molly che ha adottato harry come un figlio, e anche qui ron ha capito come sfruttare la cosa come prendersi la sua rivincita su quella famiglia cosi troppo numerosa , sui fratelli che spiccano e risaltano per delle doti. Invece di aiutare harry lo ha sempre sotto sotto scoraggiato , remandogli contro es il torneo dei tre maghi, quando non lo ha aiutato pur sentendolo gridare nel sonno, e per ultimo mollandoli sul più bello e non fidandosi di lui.

Il ricordo della focosa bionda gli fece dimenticare momentaneamente Harry.
Daphne era la ragazza giusta per lui.Era una strafiga disumana, faceva un lavoro che mai avrebbe attribuito a una come lei, era spiritosa, poteva parlare con lei di qualsiasi cosa e aveva una carica erotica che, a contatto con lui, esplodeva come la benzina sul fuoco.Prese un’arancia dal cesto e iniziò a spellarla mentre ricordava come le piaceva fare l’amore.
Se ci ripensava, si eccitava come un ragazzino arrapato di fronte alla sua prima rivista porno.
Aveva davvero voglia di stare con quella ragazza, a prescindere dal sesso. Da quando era morta sua sorella, Nicholas aveva vissuto per un periodo come un monaco di clausura. Il dolore era stato talmente grande che gli aveva prosciugato la linfa vitale.Poi, pian piano, si era ripreso ma c’era voluta tanta volontà e tante sedute dallo Psicomago.Ora che era tornato in forma, intendeva recuperare il tempo perduto con la bella bionda.Gettò la buccia dell’arancia nell’immondizia e poi salì in bagno a farsi una doccia. La bionda dominatrice dei pensieri di Nicholas, si stava preparando per andare al lavoro.
Non ne aveva molta voglia, perché preferiva stare a casa ma Khristal era stata così gentile a sostituirla, benché avesse una bambina di pochi mesi, che non se l’era sentita di fare la capricciosa per saltare anche quel turno. Da ogni parte che si girava, sentiva l’odore di Nicholas e sorrideva.Quell’uomo andava arrestato per attentato ai suoi ormoni!
Ma per evitare di arrivare al lavoro in condizioni inequivocabili, iniziò a sistemarsi, sperando che certi pensieri tornassero da dov’erano venuti.










e si harry è ancora in fase di nero rpiensamento
Harry aveva ripreso a mangiare qualcosa.Da solo, nella cucina che Ginny aveva insistito tanto per avere, stava mangiando un semplice uovo al tegamino. Di più non riusciva a mandare giù.C’era così tanto silenzio intorno a lui che lo infastidiva.
Il rumore della forchetta che tintinnava sul piatto era il più molesto di una serie che lo portò a mollare le posate nel piatto e portarsi le mani alla faccia. Quando sorseggiava l’acqua, il rumore della deglutizione lo infastidiva, quando posava il bicchiere sulla tavola, era infastidito, quando respirava avrebbe voluto solo soffocarsi. Si dava fastidio da solo.

Iniziò a pensare a tutto quello che avrebbe potuto fare il giorno del suo matrimonio: avrebbe potuto almeno prendere Ginny con sé, per non farla sentire abbandonata l’ennesima volta e raccontarle tutto, ma di nuovo aveva pensato solo a sé stesso, al suo dolore, a ciò che le dichiarazioni di Ron e Hermione avevano causato in lui.
Solo lui, sempre e solo lui. E Ginny?
E Hermione? Chi aveva pensato a loro quando lui aveva lasciato la chiesa, fuggendo?
Alleluia ha cominciato a cpire quel’è il suo problema. Non tutto ruoto a torno a lui, o almeno non piu !deve imparare a pensare anche agli altri e farli scegliere e non limitarsi a lascirli indietro mentendo dicendo che lo fa per il loro bene. E si ha finalmente forse iniziato a capire il cretino che è ron , non solo non si prende minimamente le sue responsabilità , ma , ora che ha capito quanto utile gli sarebbe herm , si è dato una svegliata come se il suo atteggiamento di quegli anni non fosse mai avvenuto e anzi incolpa ora lei perche non sono gia una copia felice magari anch’essi ad un passo dalle nozze !
Non poté impedirsi di pensare a Ron, al casino che aveva messo in piedi e al non volersi assumere la responsabilità ma anzi… accusare Hermione di non voler tornare con lui.
Una rabbia cieca tornò a impossessarsi di lui. Prese il bicchiere per scagliarlo contro l’anta del mobiletto ma si bloccò.
Ginny non glielo avrebbe perdonato…E la calma tornò in lui. Pensare a Ginny era qualcosa che lo calmava all’istante, l’aveva sempre calmato con i suoi massaggi alla testa e i suoi sorrisi solari.
Mangiò solo mezzo uovo, perché lo stomaco si era talmente rimpicciolito che rifiutò qualsiasi altra introduzione di cibo.
Non aveva nemmeno acceso il riscaldamento.
Le gambe lo condussero fino al divano e il braccio si mosse da solo verso il telecomando e accese la tv su un canale qualsiasi. Le immagini e le parole del presentatore gli passavano davanti agli occhi, ma senza vederle veramente. Aveva solo bisogno di sentire del rumore per casa, per compensare il silenzio della sua anima.
Abituato agli anni trascorsi con i Dursley, aveva lavato i piatti, sparecchiato e rassettato la cucina, giusto per tenere mente e mani occupate.Era quasi una settimana che non andava a lavorare e si disse che dal lunedì successivo si sarebbe presentato al Capo Preston, comunicandogli che sarebbe rientrato in servizio.
e si lo sato vegetativo e il senso di colpa non possono restituirgli ciò che ha perso!
C’era un gioco di varietà e il presentatore stava interrogando un partecipante su quale vino fosse meglio da abbinare alla carne di cacciagione quando qualcuno suonò alla porta.
Harry alzò gli occhi al cielo. Voleva bene e ringraziava dal profondo del suo cuore gli amici che tentavano di stargli accanto, ma in quel momento voleva solo essere lasciato in pace. Ma il campanello continuava a suonare imperterrito, nemmeno ci fosse una scimmia appesa.
All’ennesimo suono, Harry si alzò furente dal divano – la prima volta che il suo corpo riusciva ad esprimere tutta quell’energia – e andò a grandi passi alla porta e l’aprì. “Smettetela di rom!…”
“Ciao.” – disse lo scocciatore.
Harry si bloccò sul posto e chinò lo sguardo, diventato improvvisamente lucido.
Non ebbe il coraggio né di guardarlo in faccia, né di rispondere al saluto.
e si sta volta tocca a bill cercare di dare una svegliata al ragazzo portandogli notizie non certo piacevoli
In quelle due settimane, Harry Potter si era ridotto allo stadio di cadavere ambulante.
L’ultima visita che aveva ricevuto, lo aveva sconvolto a livello emotivo e aveva aggiunto un dolore in più a quello che già aveva provato dopo le parole di Ginny.
e si sta a bil fare da messaggero per le cattive notizie , e sempre lui cerca di far rinsavire il ragazzo
“Ciao. Posso entrare?”
Harry si era fatto da parte con il capo chino.
“Sì, entra.”
“Andrò subito al dunque.”
Harry invece sperò che la prendesse larga…
“La mia non è una visita di cortesia, o meglio… mi interessa sapere come stai, ma sono qui con notizie non molto buone.”
Harry si preoccupò subito.
“Ginny sta bene?”
Si era subito reso conto di quanto fraintendibile potesse essere la domanda.
“Sta bene nel senso che non è ammalata o altro.” – chairì Bill. – “Riguarda la vostra situazione.”
“Capisco…”
“Davvero? Davvero capisci?”Il tono accusatorio di Bill lo fece sentire male.
E si sembrerebbe strano che harry tonto e lento com’è abbia veramente capito come stanno le cose , e si il prescelto pensa ancora di aver delle possibilità magari una ma di averla non si aspetta certo il verdetto che sente
“Harry, lei non vuole più vederti.”
“Sì, me lo ha già detto. Forse ha solo bisogno di tempo per…”
“No, non hai capito.”
Harry lo guardò, perplesso. Tanto per cambiare! Ma un'altra espressione no!
“Lei ti odia.”
Il moro sgranò gli occhi che subito si riempirono di lacrime. Hai passi non volerlo vedre bastava farla sbollire ,ma addirittura odiare , la cosa è piu difficile da sanare
“Per quanto mi riguarda, so che è una colossale bugia, ma non è più in grado di mettere da parte i tuoi atteggiamenti e perdonarti di nuovo. Stavolta è davvero finita.”
bill cerca di essre sincero , ne ha combinata una di troppo, o meglio si è allonanato una volta di troppo, l’ha lasciata in dietro un'altra volta , ma sta volta è l’ultima
“Ma…” – Harry boccheggiava. – “… lei non… non può aver detto…”
“Sì, lo ha fatto. E se un po’ la conoscessi, saprai che la sua parola è legge. È preda di sentimenti contrastanti come l’amore e l’odio che prova verso di te. Ti ama, ma allo stesso tempo ti odia per averla lasciata fuori dalla tua vita ancora una volta. L’ultima.”
“Bill, Bill ti prego, falla ragionare!”Si era aggrappato alle sue spalle, disperato. A Bill dispiacque molto vederlo in quelle condizioni.
“No Harry. Stavolta dovrai essere tu a farla ragionare.” – disse, staccandoselo di dosso.
Harry comprese quanto l’uomo avesse ragione.E ricordò anche le parole di Hermione quando era andato da lei a Hogwarts.
“Cosa devo fare?”
il problema è che harry non sa che pesce pigliare ! mi sa che è piu deciso il biondo ,harry dovrebbe chieder un po di lezione a dra sul come ricominciare da zero una nuova vita e la capacità di includere in essa colei che si ama
“Sii uomo, maledizione! Inizia da qua!” – sbottò il rosso, schiaffeggiandogli il petto. – “Se non lo sai tu quello che devi fare per riprenderti la donna che ami, come puoi pretendere che te lo dicano gli altri?”
Harry non aveva detto niente.
“Volevo essere io a dirtelo in rispetto a quello che tu hai fatto per la mia famiglia.” – disse, recuperando una parvenza di calma e riferendosi a quando aveva salvato la vita a suo padre Arthur o quando aveva regalato mille galeoni ai gemelli affinché potessero aprire la loro attività. – “Ora devo andare. Pensa a ciò che ti ho detto.”
e si direi che harry da ragionare ne ha parecchie cose
Era stato di parola: non era stata per niente una visita di cortesia.L’aveva messo di fronte alla dura realtà. Aveva continuato a dare per scontato che Ginny lo potesse perdonare ancora una volta – l’ultima, continuava a ripetersi ogni volta che agiva senza consultare gli altri – ma puntualmente mancava quella promessa. Bill era stato categorico: Ginny lo odiava e ora stava a lui rimediare al pasticcio che aveva combinato.
No, si disse. Non era stata colpa sua. La colpa era solo di Ron e del fatto che avesse scelto un momento sbagliato per dire una cosa orribile.
Se lo promise.Promise a se stesso che se fosse uscito intero da quella storia, avrebbe consultato Ginny anche per andare al bagno! L’istante successivo rise pateticamente di sé. Si era fatto quella promessa un centinaio di volte ormai, e ogni volta la mancava.
Si certo ron ha avuto un tempismo da troglodita ma non sarebbe da lui non averlo, ma harry lui poteva semplicemente non ascoltarlo andare dritto spedito per la sua strada , invece ha permesso ancora una volta che altri o meglio ron gli facessero mancare alla parola data.

La sua vita era ridotta a un vegetale. Dormiva a tutte le ore del giorno, mangiava cibi già pronti, beveva schifezze e guardava la televisione. Aveva smesso di farsi la barba, troppo stanco per impugnare con fermezza una lametta e incidere i peli, i suoi occhi erano spenti, opachi, perfino il lavoro di Auror era passato in secondo piano dopo che Preston lo aveva lasciato a casa. Tutto stava andando a rotoli quando invece avrebbe dovuto essere in luna di miele e Ginny già incinta di lui di due settimane.Quello fu forse il pensiero più annichilente di tutta la storia.Essere solo.Nonostante vivesse con i Dursley, Harry era sempre solo. Poi qualcosa è cambiato
Poi Hagrid era stato il suo raggio di luce e la vita aveva iniziato a sorridergli e Harry, nonostante le disgrazie che lo cercavano con solerzia a scuola, era felice, perché sapeva di avere una famiglia alle spalle, seppure non di sangue. Aveva due migliori amici – uno adesso – e una brava ragazza che aveva fatto di lui la sua unica ragione di vita.
E lui cosa faceva? La piantava all’altare con un patetico “scusami”. E poi era tornato solo.
Si veramente patetico perche se è in quelle condizioni la colpa è solo sua e del suo altruismo , poteva essre egoista per una volta e non sentire ron e tutto non sarebbe successo

Non avrebbe avuto un bambino al quale insegnare a volare, non ci sarebbe stata una moglie che lo aspettava a casa con loro figlio in braccio, ad accoglierlo. La vita che aveva programmato insieme a Ginny iniziò a sgretolarsi seriamente sotto le sue dita. La possibilità che tutto andasse a puttane era talmente remota che, al solo pensarci, Harry rideva così tanto, nemmeno gli avessero raccontato la più divertente delle barzellette e ora quella possibilità era diventata realtà. Non c’era niente da ridere.
La sua più grande paura si era avverata.

ma non che per la rossa le cose fosse poi cosi diversa certo era circondata dalla sua famiglia ma si sentiva sola e vuota
C’erano giorni in cui alzarsi dal letto era quasi un dolore fisico. Le gambe cedevano, lo stomaco era dilaniato da spasmi e crampi e il cuore sembrava accartocciarsi su se stesso. Erano quelli i giorni più brutti, quelli in cui Ginny si rendeva conto di essere ancora viva.
In quei giorni era particolarmente taciturna e i suoi familiari rispettavano il suo bisogno di estraniarsi dal mondo. Non avrebbero mai immaginato che un uomo potesse arrivare a piegare la ragazza in quel modo. Era cresciuta con le ramanzine di Percy sulla maniacalità e la perfezione, si era nutrita degli scherzi di Fred e George e Bill l’aveva redarguita sul mondo del sesso, visto da un punto di vista più teorico che pratico. E ora tutto questo non esisteva più.

C’era solo una ragazza dai capelli rossi e gli occhi castani, che camminava come un ramingo per casa o che dormiva a qualsiasi ora del giorno. Inutile dire che i mal di testa si erano fatti sentire dopo nemmeno un giorno di quell’asfissiante apatia. Non era da lei starsene a letto tutte quelle ore: nemmeno quando aveva la febbre o si rompeva un arto a Quidditch era mai rimasta in infermeria per più di una giornata! Adesso il letto era il suo unico conforto.
Aveva dovuto cambiare le lenzuola perché, con le lacrime e il sudore dovuti agli incubi, non ci si poteva nemmeno sedere. Il solo sforzo di alzarsi per prendere le lenzuola era qualcosa di disumano.Molly era dovuta intervenire quando Ginny aveva rischiato di rompersi la testa perché per prendere le lenzuola pulite, anziché usare la magia, si era arrampicata sull’armadio con una sedia. Aveva rischiato molto quella volta, e quando Molly l’aveva rimproverata perché poteva usare la bacchetta – perché oltre alla follia del gesto c’era anche la sua apatia – Ginny aveva risposto con un semplice “non ci avevo pensato…” con quel tono trasognato che tanto ricordava i malati di mente del San Mungo.
E si i due sono nelle medesime condizioni solo che nessuno dei due farà il primo passo per riavvicinarsi e cosi curarsi a vicenda . lei perche stufa di doverlo sempre fare , di dover sempre perdonar , abbracciare , sorridere e ringraziarlo di esser tornato da lei e lui perche semplicemente non sapeva cosa doveva fare



Assistere alla disfatta di un figlio è quanto di più logorante un genitore possa sopportare; figurarsi quando questo arriva a farsi del male fisicamente perché la testa è impegnata altrove.
Era ovvio perfino in Lapponia che Ginny amava ancora Harry, ma l’orgoglio – fanculo Godric, in certi momenti – era una bestia troppo subdola e troppo astuta per essere dominata da una donna che con la testa non ci stava nemmeno più.
Mangiava poco e vomitava tanto, il tutto, ovviamente, lontano dalle orecchie di sua madre perché non voleva aggiungere l’ennesimo dispiacere a un cuore già piagato dalla sofferenza.Nel giro di pochissimi giorni, il volto paffutello di Ginny era diventato emaciato, scavato, come se all’interno ci fosse un mostro che la stava divorando.
Non era tanto lontana dalla realtà, quella metafora.
Il dolore la stava mangiando da dentro, si stava cibando di lei, dei suoi pensieri, la invitava a non reagire, a lasciarsi andare, a cadere nell’oblio della dimenticanza. C’era un Dissennatore dentro di lei.
E così, sotto il sole freddo di Dicembre, Ginny cedette alle lusinghe di quella voce che, nella sua mente, aveva preso le sembianze della lametta da barba di suo padre.
Ai speriamo che qualcuno salvi gin e che questo spinga il ragazzo a correre da lei!

Al castello tutto procedeva per il meglio Mancavano ormai due giorni a separare studenti e insegnanti dalle tanto attese vacanze. Draco e Hermione non erano più tornati sull’argomento di Narcissa; Neville aveva chiesto delle ferie anticipate per via dei suoi genitori, con il risultato che Erbologia era stata una materia latitante per tutto il mese di Dicembre. Il moro aveva detto a Hermione che i suoi genitori stavano rispondendo bene alla cura e voleva essere reperibile per loro in qualsiasi momento della giornata. Inutile dire che Draco aveva concesso il permesso senza battere ciglio;ormai i due erano divenuri amici e dra non puo che essre felice per lui anche perche si sente in colpa per le azioni della zia e quindi sta cercando di fare tutto quello che puo per rimediare

Harry era tornato al lavoro, ma era come se non ci fosse. La sua testa era totalmente da un’altra parte che Preston decise di lasciarlo a casa, almeno fino a che non avrebbe smesso di caricare la macchina del caffè con il sale; Daphne e Nicholas si dividevano tra i loro impegni e la casa di Harry;
Bill aveva accettato la decisione della sorella di rinunciare a Harry; in fondo il moro non aveva fatto niente di diverso, solo che quella volta avrebbe dovuto pagare a caro prezzo il suo temperamento;

Hogwarts era in pieno fermento per le imminenti vacanze di Natale e Kevin e Harth… Kevin e Harth avevano risolto – a suon di pugni, calci e morsi – i loro problemi durante la punizione inferta loro da Draco.Avevano trovato una sorta di equilibrio in cui arrivavano addirittura a salutarsi senza che volassero insulti pesanti;

Ma prima di partire per le tanto agognate vacanze, Hermione pensò bene di fare un ultimo test prima di lasciare gli studenti liberi di pensare a cosa avrebbero fatto una volta lontani da scuola.
Inutile dire che i ragazzi non avevano preso affatto bene la notizia del test a sorpresa… L’ora di Trasfigurazione dopo il pranzo era a metà del suo svolgimento. La teoria era sempre qualcosa che uno studente non aveva mai voglia di affrontare, per questo Hermione aveva sorpreso tutti con il suo metodo sovversivo di insegnare la materia.
Prima la pratica, e poi la teoria. Alla fine della lezione, però, teneva sempre dieci minuti per permettere agli studenti di scrivere il nome della formula e a cosa serviva con termini tecnici che avrebbero dovuto usare agli esami, fossero essi del quinto o del settimo anno. Il linguaggio specifico era una caratteristica alla quale i professori tenevano in particolar modo.
Percy ne era un degno esemplare… Ma ciò che rendeva Hermione la professoressa più amata dell’istituto – e non solo perché dava poche punizioni – era che alla teoria partecipavano gli studenti stessi: in quei quattro mesi non si era mai messa a recitare una formula e a darne successivamente la spiegazione tecnica. Chiedeva ai suoi studenti di spiegare con le loro parole, sempre utilizzando un linguaggio appropriato, ciò che era avvenuto durante la lezione col risultato che la lezione stessa rimaneva maggiormente impressa nella memoria e non c’era bisogno di fare mille ripassi.
Quel giorno, aveva deciso di fare un test a sorpresa scritto che avrebbe inciso sulla valutazione finale di quel primo quadrimestre e ognuno degli studenti che aveva davanti era impegnato a riempire la propria pergamena di tutte le nozioni che avevano studiato fino al giorno prima.
Non ve n’era uno che avesse la mano ferma e si disse che il suo metodo, forse, aveva fatto presa. Ce n’erano tanti che ogni tanto scuotevano la mano, perché il troppo scrivere l’indolenziva.
Tornò con la mente ai tempi in cui lei si trovava dall’altra parte della cattedra e i suoi compagni cercavano di allungare i colli come giraffe per copiare da lei ma Hermione, stanca di essere cercata solo per i compiti o per risolvere i problemi degli altri, aveva imparato a scrivere grande quanto una formica, tanto che a volte anche i professori faticavano a decifrare la sua calligrafia.

Adesso sapeva anche come si stava da docenti e le responsabilità che avevano nei confronti degli studenti.
“Giù le piume, ragazzi.” – disse Hermione che rise nel vedere gli studenti aumentare la velocità per finire, almeno la frase.
Concesse loro altri due minuti, ma poi dovette essere rigida e ritirare i compiti, perché avevano un’altra lezione e non voleva che arrivassero in ritardo. Le pergamene si depositarono una dopo l’altra sul suo tavolo e quando ci furono tutte vennero fatte evanescere nel suo studio.
Li sentiva parlottare su come fosse meglio rispondere alla domanda nr. uno o su quali fossero i tre passaggi fondamentali per l’esecuzione di un buon incantesimo. In molti, a quella domanda, avevano fatto cilecca non perché non conoscessero la risposta, ma perché il metodo di insegnamento di Hermione era talmente facile che eseguire un incantesimo era come respirare: un’azione meccanica sulla quale non si ha controllo perché istintiva. Li salutò e anche lei uscì dall’aula.
E prima di partire per la dimora di Malfoy Hermione, diligente professoressa, aveva corretto tutti i compiti nell’ora successiva a quella del test. Aveva sorriso d’orgoglio nel vedere le pergamene riempite di nozioni, tutte accavallate tra di loro, per poterne inserire il più possibile. Certe non c’entravano proprio niente e, purtroppo, quella cosa doveva essere penalizzata, perché in un compito a una domanda specifica bisognava rispondere in altrettanto modo, ma cercò una maniera per non punire lo studente per eccesso di zelo, perché si vedeva l’impegno che aveva messo nello studio per affrontare al meglio quel compito.
Volarono molte O e qualche E e nessuna T.
e si sembra che nessuno sua rimasto indietro

Quando depose sulla scrivania del proprio studio l’ultima pergamena, si stiracchiò le braccia. Aveva proprio bisogno di una buona tazza di tea caldo per concludere degnamente quella giornata.
Uscì dall’ufficio, sigillandolo con ogni incantesimo possibile e si diresse al proprio appartamento. Per strada, incrociò Severus.
“Prof… Severus buon pomeriggio.” – si corresse lei, arrossendo per la forza dell’abitudine.
Hermione pensò che qualcuno avesse corretto il suo succo di zucca, perché le era parso di vedere sul volto del docente un ghigno divertito.
“Signorina Granger.” – la salutò l’uomo. – “Attaccata alle regole come sempre.”
“Le ritengo una buona abitudine.” – ribatté lei.
“Ho sentito della punizione inflitta da Draco a due studenti di Serpeverde. Non credi abbia esagerato?”
“Detta da lei dovrebbe… oh accidenti!” – esclamò, pestando un piede a terra.
Ancora l’abitudine di dargli del “lei”.
Piton non si scompose più di tanto e tornò ai propri affari, senza salutarla.
Eppure Hermione non se la prese per quella mancanza di educazione, anzi. Riusciva solo a ricordare come, nelle parole di Draco, trasudasse solo ammirazione per un uomo che tanto aveva fatto per il Mondo Magico ma al quale non era stato riconosciuto un degno ringraziamento.
Scosse la testa e si diresse verso il proprio appartamento.




Quel tanto atteso giovedì ventuno Dicembre, l’atrio della Sala Grande venne stipato di bauli e studenti che si stavano preparando, come i maratoneti babbani, a correre verso l’uscita per arrivare primi alle barche che li avrebbero condotti in stazione. I professori, decisamente meno frenetici, si persero a farsi gli auguri di buone feste e a promettersi, l’un con l’altro, di rilassarsi perché dall’anno seguente i ritmi sarebbero stati più frenetici.
Hermione era una corda di violino.
e si ormai si sta avviciando il fatale viaggio , il momento in cui dra svelerà ogni suo segreto
Malfoy Manor si stava avvicinando e se fino al giorno prima l’aveva visto come qualcosa di astratto, qualcosa che esisteva solo nella sua mente, quel mattino era dovuta cadere dalla nuvola dell’irrealtà e rendersi conto che da quel giorno ne avrebbe passati diciassette con Draco.Soli.

“Allora Hermione…”La voce di Minerva la fece sussultare.
“Minerva, buon giorno.” – disse, con voce tesa.
“Sei pronta?”
“Credo di sì.”
La donna annuì.“Mi raccomando riposati, perché dall’anno prossimo avrai una tabella di marcia pari a quella di qualsiasi altro professore. Il tuo lavoro è stato ottimo fino a questo momento e gli studenti hanno ottenuto buoni risultati.”
“Grazie.” – disse Hermione, sentendosi di nuovo la studentessa che arrossiva di fronte ai complimenti della sua insegnante preferita.
“E’ la verità.” – disse Minerva. – “Ora scusami, ma devo salutare altre persone prima di chiudere i cancelli.”
“Certo. Buone feste, Minerva.”
La preside le sorrise e si diresse verso Vitious.
“Sei pronta?”Hermione si girò e si vide Draco Malfoy accanto. Non lo aveva sentito arrivare
Quanti significati si possono attribuire a una frase semplice come quella?
Tanti, si rispose Hermione. Soprattutto se a porla è Draco Malfoy a Hermione Granger.
“Sì.” – disse.
Finalmente avrebbe scoperto i misteri di Draco Malfoy.




La scuola si svuotò in fretta a differenza, invece, di quando doveva popolarsi.
Gli studenti erano tutti eccitati e si scambiavano informazioni sui posti che avrebbero visitato per le vacanze o su quanto ingiusti fossero stati i professori ad assegnare tutti quei compiti che avrebbero parzialmente rovinato lo stacco natalizio.
Hermione e Draco procedevano l’uno accanto all’altro, apparentemente tranquilli.
Dentro, invece, tremavano come foglie.
è normale il loro nervosismo lui deve toglire4 definitivaente la maschera e mostrasi e lei dovrà riuscire a capire e a amare l’uomo che è le sarà di fronte
Draco avrebbe reso partecipe la donna del solo e unico motivo che l’aveva spinto a lasciare il paese e a comprare Hogwarts, a raccontarle meglio di sua madre e quanta violenza fisica avesse dovuto compiere su se stesso per non dirle tutto appena si erano incrociati in quel corridoio solo quattro mesi prima.
Quattro mesi Quante cose erano successe in quei pochi giorni, quante ne avevano condivise e quanto erano arrivati a fidarsi l’uno dell’altro inconsapevolmente, quasi fosse una cosa normale.
Inizialmente, doveva ammetterlo, aveva pensato di doversi battere con la Granger a suon di battutine e frecciatine come quando erano a scuola, per avere un primo contatto con lei, ma quando aveva incrociato il suo sguardo, gli era parso che quella non fosse la Granger che ricordava ma una che le somigliava, che aveva i suoi stessi capelli e lo stesso volto. Si era ritrovato davanti ad una brutta copia ma lui, da persona matura qual era diventata, non l’aveva sbeffeggiata ma l’aveva studiata, aveva cercato di capire, dai pochissimi segnali che lei mandava cosa potesse esserle successo.
e si dra si era aspettato nuovi litigi e battutine insomma di trovarsi la solita battagliera herm , non è certo abituato ne preparato a vedere la donna che ama in quelle misere condizioni, di donna sconfitta azzerata e annullata

Quel giorno l’aveva capito: Weasley. Il rosso aveva preso da lei ciò che più gli aggradava, senza trattare quel dono con il rispetto che esso meritava. Aveva preso la sua innocenza non solo in termini fisici, ma anche quella mentale.
All’epoca, aveva faticato moltissimo per ammetterlo almeno a se stesso, ma al Ballo del Ceppo era veramente bellissima. C’era tutto un mondo nei suoi occhi, un mondo che portava il nome di Ron Weasley. I suoi occhi brillavano, carichi di aspettative nell’attesa che lui la notasse e che poi erano stati abbruttiti da lacrime che portavano sempre lo stesso nome.
e si se gia dal tempo bel ballo gli piaceva e odiava il rosso che era il suio mondo senza saperlo ora direi che la sua voglia di schiantarlo è normale
Le aveva rubato l’innocenza, la parte migliore che le permetteva di vedere il buono in tutto ciò che la circondava e, per un attimo, si era sentito perso. Come combattere l’apatia, il senso di vuoto che quell’inutile essere aveva causato nella donna che l’aveva inconsapevolmente spronato a diventare migliore?Non che stesse per gettare la spugna, ma si era sentito in dovere di cambiare strategia di approccio: incrociarla per caso lungo i corridoi, chiederle di passare nel suo ufficio per accertarsi che gli studenti si comportassero bene… Poi però qualcosa era cambiato.
e si la serpe è stata furba e ha cambiato strategia secondo della riccia che aveva avanti
Le aveva imposto quelle lezioni di ballo e grazie ad esse aveva conosciuto le sue paure.Lui si era fatto spazio nel suo cuore, si era fatto conoscere per la persona che era in realtà, quella persona che Lucius aveva tentato – inutilmente – di soffocare con i suoi dettami ma che Narcissa aveva saputo abilmente tenere in vita, grazie ai momenti che i due si dedicavano quando l’uomo era a fare incursioni per conto del Signore Oscuro. beata cissy!
Si erano conosciuti lentamente e lui aveva cercato di disseminare lungo il cammino della loro conoscenza, briciole di informazioni, aveva disseminato le loro conversazioni con sguardi, gesti e parole misteriose ed era certo che lei le avesse colte, perché vedeva la sua reazione ai suoi tentativi di farle comprendere ciò che si nascondeva nel suo cuore. Tentava di carpire più informazioni per mettere a posto quei tasselli che Draco le dava alla rinfusa e lui, invece, si faceva desiderare. Voleva che lo cercasse, fosse solo per trascorrere del tempo insieme come, effettivamente, era accaduto.
E in quei giorni di convivenza avrebbe messo la parola fine a tutto quel gioco. Sperando che lei non la mettesse al loro rapporto.

e si la cosa che piu attira herm è la sete di conoscenza , e le piccole briciole non le bastavan ma la spingevano a cercare nuove informazini per capire il mistero che era dra


Il viaggio in carrozza non fu silenzioso come si erano aspettati entrambi.
Credevano che la consapevolezza di passare tutto quel tempo da soli avrebbe fatto perdere loro la capacità di articolare i suoni ma grazie a una battuta di Hermione – grazie alla quale il ghiaccio fu rotto – i due presero a chiacchierare di tutto e un po’. Della scuola, alla Foresta Proibita, ai Centauri, del fatto che dall’anno seguente i suoi ritmi sarebbero raddoppiati.
Entrambi sapevano che stavano abilmente evitando di parlare di quei giorni di solitudine non per fastidio, ma per timore di poter dire qualcosa per la quale poi sì avrebbero fatto scena muta per tutta la durata delle vacanze…
“… per qualcosa che, alla fine, potrebbe essere adatto per gli studenti.” – disse Draco.
“Sì, hai ragione.” – Hermione si perse a osservare il panorama fuori dal finestrino.
Il dondolio della carrozza era quasi ipnotizzante, soporifero, in certi tratti.
“A cosa pensi?”
Hermione si girò e lo guardò negli occhi.
Seduto di fronte a lei, con le gambe accavallate e le braccia incrociate, Draco dava l’impressione di essere uno di quegli uomini dell’ottocento, altezzosi e con la presunzione di sapere tutto del mondo.Beh, per un certo periodo della sua vita, Draco era stato proprio così.
“A Neville.”
Il biondo annuì. L’unica cosa che sapeva era che era stata scoperta una cura contro gli effetti della Cruciatus e che i suoi genitori ne stavano traendo profondi benefici e quindi immaginò che la donna stesse pensando a quello.
“Finalmente riabbraccerà i suoi genitori. Ah, scusami…” – disse, dispiaciuta di aver sollevato con così poco tatto una questione spinosa per l’uomo.
Draco la bloccò con una mano e fece un segno di dissenso con il capo.“Non preoccuparti. Finalmente hai scoperto che non sono perfetto ma ti prego…” – disse, facendole l’occhiolino. – “… non dirlo troppo in giro.”
Hermione, che era rimasta col fiato sospeso credendo che le avrebbe rivelato qualcosa di profondo – o qualcosa di profondamente stupido – era quasi caduta dal posto per lo sgomento.
“Oh…” – disse, annuendo complice. – “… porterò il tuo segreto nella tomba.”
Draco ghignò e guardò il panorama.

Di profilo, le ricordava una di quelle statue greche, raffiguranti gli dei dell’Olimpo o comunque esseri che avevano il pregio di incarnare i canoni della perfezione fisica ai quali al giorno d’oggi, molte ragazzine, ambivano aspirare più di un titolo di studio.Si sorprese nell’accorgersi che stava facendo un profilo psicologico all’uomo che si accorse di quello sguardo. Hermione però non arrossì, anzi… continuò a studiarlo, quasi incuriosita dal non essersene accorta prima.
be herm si sta dedicando all’analisi psicologica della serpe
“So che sono bello, ma non ti hanno insegnato che è maleducazione osservare la gente?”
Hermione sospirò. “Hai una fronte spaziosa.” – disse, indicando la parte con un gesto effimero della mano.
Draco sollevò un sopracciglio. “E quindi?”
“Si dice che chi ha una fronte alta abbia una buona capacità di memorizzare le informazioni.”
“Davvero?” – chiese, interessato e stranito dalla strana conversazione.
“Sì. Sai affrontare argomenti complessi. Dall’altra parte…”
“Cosa?”
Hermione titubò parecchio prima di continuare. “… dall’altra parte trovi con facilità i pericoli e sai valutarli. Non ti piace rischiare.”
“In pratica, so battere in ritirata quando mi conviene.” – disse, serio.
Non sapeva dire perché avesse avviato quel discorso. Era per fargli presente che in passato era stato un piscia-sotto? Perché dunque accettare il suo invito al Manor se pensava questo di lui?
Hermione non si fece toccare dal commento. Se l’era aspettato.
“Tu cerchi la chiarezza, la sicurezza e la normalità. Procedi lentamente ma con sicurezza e sempre all’interno di uno schema prestabilito.”
Furono solo gli anni al servizio di Lucius che Draco ebbe la decenza di non spalancare la bocca come se si fosse trovato al cospetto di Merlino e Morgana in atti osceni. L’aveva scoperto? Aveva capito ciò che aveva fatto per lei e voleva deriderlo?
Hermione sorrise.“Scusami…” – disse, scuotendo la testa. – “Psicologia spiccia, non farci caso. A volte straparlo per niente…”
“Tu non parli mai per niente.” – disse Draco, trovando un appiglio per uscire da quella scomoda situazione.e si lo ha analizzato e capito al volo
Hermione lo guardò e gli sorrise riconoscente. “Grazie.”
“Dove le hai imparate queste cose?” – chiese.
Hermione chinò lo sguardo e Draco giurò di averci visto dentro un po’ di amarezza.
“Dopo che io e Ron…” – si bloccò. – “… sì, quella cosa lì, no?”
Draco annuì, divertito dal suo pudore ma lieto di averla sentita definire la sua prima volta “cosa”.
“Avevo molto tempo a disposizione, così ho fatto l’unica cosa che mi veniva meglio.”
Draco sollevò un sopracciglio.
Hermione rise e fece le spallucce. “Leggere. Nel mio mondo ci sono persone molto dotate per leggere l’animo delle persone e dalle loro azioni, da quello che dicono o meno, riescono a capire molto di una persona.”
“E tu cos’hai capito di Weasley?”
Già, cos’aveva capito? “Ho capito quelle cose che non volevo capire da ragazza. Che è un immaturo, ma che la mia cotta continuava a giustificare come imbarazzo da parte sua. Che se i suoi fratelli hanno dovuto sudarsi la fama o i galeoni, lui li ha sempre avuti senza doversi impegnare troppo. Che piuttosto che mettersi d’impegno per ottenere qualcosa, era più facile asfissiare le persone per averla.”
“Meglio tardi che mai.”
Anche qui la lettura è perfetta!
Hermione si girò e lo guardò, dritto negli occhi, incutendo un certo timore.
“No, non è meglio tardi che mai, Draco.” – disse, dura e scandendo bene le parole. – “Il fatto è che ho perso otto anni della mia vita a inseguire una chimera, a sperare in un cambiamento che non sarebbe mai arrivato.”
La lasciò sfogare. “Arrivare a chiedersi cosa c’è di sbagliato in me, per il solo fatto di non piacergli è qualcosa che adesso non riesco a capire! Scusami…” – disse, calmandosi.
“Non scusarti. Credo sia normale questa tua reazione.”
“Non credo tu sappia cosa voglia dire aspettare una persona per una vita intera e poi quando l’hai avuta, ti accorgi che non è come te l’eri immaginata.”
“Ti sorprenderebbe sapere che so come ti senti?”
“Ormai Draco… non mi sorprende più niente.” – disse Hermione.
Vedremo, pensò il biondo.


e si vedremo come prenderà quando sapra i veri sentimeti del biondo e da quanto anche lui stasse aspettando che lei lo notasse , che vedesse il suo vero io, quello che è divenuto solo per lei solo per poter stare con lei seza che il passato li schiacciasse e li distruggwsse , per avere qualcosa da offrile di puro

Recensore Master
11/11/14, ore 10:21
Cap. 31:

Ti giuro che avrei voluto dire che l’uscita di Draco era caratterizzata dalla rabbia, solo che poi mi sono trattenuta perché non volevo fare quella che fa sempre ipotesi a vanvera. Mannaggia. La prossima volta seguo il mio istinto.
Hermione ha fatto bene a non andarsene e a non fermarsi alle apparenze. Il suo mandarla via era in realtà un grido di aiuto cui lei prontamente ha risposto. Esattamente come ha fatto lui, lei è stata al suo fianco, lo ha sorretto, ha asciugato le sue lacrime ed infine lo ha ascoltato. Ormai sono essenziali l’uno per l’altro e questo penso sia evidente ai loro occhi. Ho notato che, come Hermione, anche Draco non si sente all’altezza e penso che questa loro insicurezza sia dovuta alla potenza del sentimento che provano. Mi è piaciuto vedere Malfoy indifeso e privo di quella corazza di sicurezza di cui si è circondato: vuol dire che il passato non è poi così dimenticato come vuol far credere. Non vedo l’ora di sapere tutta la verità sulla sua vita e sul cambiamento che ha effettuato e soprattutto grazie a chi.
Bello anche il viaggio in carrozza e l’analisi psicologica che lei gli ha fatto: devo dire che è stata perfetta nel capirlo e nell’analizzarlo. Lo conosce meglio di quanto lei stessa creda e penso che rimarrà davvero stupita di sentire dalla sua voce quanto di quello che ha detto corrisponda al vero.
Veniamo a Harry e Ginny. Da un lato abbiamo lui che si è chiuso nel doloro e aspetta un aiuto divino visto che, a quanto pare, non ha intenzione di fare niente se non piangersi addosso. Bill ha fatto bene a scuoterlo un po’ perché se davvero la sua tattica è far passare del tempo in modo che lei alla fine dimentichi e perdoni, è più stupido di quanto pensi. Almeno si è reso conto del grande errore che ha commesso e di come avrebbe potuto comportarsi in mille modi differenti con lei. Il fatto però che dia tutta la colpa a Ron mi disturba un po’: alla fine è lui che se ne è andato mollando Ginny all’altare, nessuno lo ha obbligato. E’ vero era sconvolto ma lei doveva comunque venire al primo posto e avrebbe dovuto tenerla al proprio fianco.
La sposa mancata mi sembra caduta in una profonda depressione e non vorrei avesse fatto un gesto estremo per porre fine a tutto il dolore che sembra circondarla.
Penso che si senta abbandonata due volte: uno il giorno del matrimonio e un’altra adesso con lui che non la cerca e non combatte per lei. Ha bisogno di una scossa, di qualcuno o qualcosa che le ricordi che è ancora viva e che non può basare tutta la sua esistenza su Harry Potter e le sue paturnie.
Deve combattere ancora una volta, deve trovare la forza di prendere in mano la propria vita e andare avanti senza di lui. E Molly penso che potrà aiutarla con la sua determinazione. Perché in quei casi assecondare e comprendere è più deleterio che spronare e attaccare.
Capitolo molto intenso ma aspetto il prossimo per avere finalmente le tanto agognate risposte di Draco.
Baci BABY

Recensore Master
10/11/14, ore 17:17
Cap. 31:

Ciao! Ahahah alla fine era davvero Draco a chiamre Hermione Mezzosangue! Son talmente palesi il cambiamento e l'amore di Draco per lei che pareva impossibile che lui rispolverasse i vecchi nomignoli. E invece... Almeno stavolta lo ha detto per difendersi e per allontanarla dal suo dolore, e non per ferirla. Comunque sia, sono sempre belle le loro scene insieme. Ormai si comportano e si sostengono quasi come una vera coppia. E Hermione che pensa a se stessa come la moglie?? Troppo bella la faccenda.

Ginny ha pensato (se non proprio tentato) al suicidio?? Lo trovo un gesto estremo da parte sua. Sarà perchè non riesco a provare empatia per questo personaggio e non lo comprendo fino in fondo. Mi sembra che Ginny non stia facendo alcuno sforzo per cercare di comprendere il motivo per il quale Harry si è comportato come ha fatto. Lo accusa senza se e senza ma, non provando a mettersi nei suoi panni; non credo che lei avrebbe reagito in modo più razionale e sarebbe riuscita a sposarsi senza problemi se fosse stata al posto dello sposo. Non dico che debba perdonarlo subito ma escluderlo così dalla sua senza neanche provare ad ascoltarlo mi sembra esagerato, anche perchè, come ho già detto, anche lei ha la sua parte di colpa. Boh, non riesco proprio a capirla e giustificare certi suoi atteggiamenti. Sono curiosa di vedere quale sarà il colpo di grazia che le darà Molly.
Spero che Harry ora che ha realizzato di essere solo, si dia una mossa e faccia qualcosa.

Al prossimo capitolo! Baci

Nuovo recensore
09/11/14, ore 19:46
Cap. 31:

Bello come sempre.Il commento arriva solo oggi perchè venerdì mi sono dovuta incontrare con le mie amiche di scuola per organizzare il cortomentraggio che la prof ci ha commissionato e quindi ho perso tempo;poi ieri sono uscita con alcune amiche
Vabbè ora ti lascio Agata
(Recensione modificata il 26/11/2014 - 05:58 pm)

Recensore Master
08/11/14, ore 12:55
Cap. 31:

Molto commovente questo capitolo ha fatto bene ginny anche io al posto suo avrei reagito così è giunta l ora che il prescelto faccia l uomo!!! Che dire di draco ed herm ehehehe ne combineranno di tutti i colori? E daphne con il bel moretto wow

Nuovo recensore
08/11/14, ore 03:12
Cap. 31:

SCUSA LA LUNGHEZZA IN ANTICIPO..
Perfavore, concedimi 5 minuti del tuo tempo! >.<

Ciao Serena, e ciao bellissima Sara!
Dopo una full-immertion di 24h, posso dirmi sconvolta, eccitata, felice, parecchio incazzata ma soprattutto fortunata di averti scovata insieme alla tua bellissima storia.
Mi scuso per essere stata in silenzio e non aver lasciato nemmeno un piccolo commentuccio ma non potevo rompere la magia delle tue parole (disse *sputacchiando miele*) .
Siccome le cose da dire sono troppe dovrò sintetizzarle e farle stare in una scaletta di 5 punti (perdona il mio perfezionismo >.< ) spero il più chiari possibile :

  • Il tuo personaggio preferito?
Ho grazie per averlo chiesto! E' una domanda difficile... Ovviamente impazzisco per Draco, (perché lo devi sempre descrivere cosi sexy? ) non mi sto nemmeno a sprecare sulla sua TUTTAGGINE (= “perfetto” in tutto) perché lo sai meglio di me ;) e ti ringrazio per averlo creato in questa versione dolce e passionale.
I miei personaggi preferiti sono Kevin Harkley e i nuovi alunni di Hogwarts. Di Hermione e Draco ero già innamorata, come degli altri personaggi della Rowling. Non posso non amarli. Ma sono i tuoi personaggi originali che mi fanno impazzire, soprattutto Kevin (... Dio quanto è sexy! XD ) Sono dei veri tornado e le storie su di loro mi riempiono di nostalgia. Non so bene il perché, so solo che nei desideri da chiedere a Babbo N. ci sarà una One-shot su Kevin e Maryssa e Harth. Mi immagino i due farsela nei pantaloni con Hagrid nella foresta proibita... huhuhuh >:)
  • Il personaggio che prenderesti a schiaffi se lo avessi davanti?
Domanda facile! Hermione, Draco, Ginny ed i suoi genitori, Ron*e Harry.

*missing moment
Avada!…”
“Hei! Ginny ma che ti prende? Dammi quella bacchetta >:( Avada Kedavra!”
“I-Irene! Ma che cosa hai fatto? Io scherzavo... non avrei mai potuto... lo hai ucciso!”
“Una merda in meno al mondo. La tua bacchetta :D ” )

le motivazioni? Ho ritrovato in ogni tuo personaggio una parte di me. Ed odiandomi profondamente beh.. odio anche loro XD So che questo odio è trapelato un po' troppo ma adesso non sopporto più la mia/loro debolezza nell'affrontare le avversità della vita. Per questo voglio essere come il tuo Malfoy!
Non ti arrabbiare troppo se offenderò a breve i tuoi personagg i(vedi sotto)... (anche se Ron se lo merita! XD) ma questo è quello che penso ... Voglio solo scuoterli!
Ti prego non mi bandire o altro XD e perdonami : Hermione style! >.<
Io la tua storia la AMO! <3 Non mi fraintendere!
  • La scena che ti ha fatto battere il cuore?


*ATTENZIONE* : se non vuoi rileggiere quello che hai scritto gia tu e che io ho sintetizzato salta subito alle mie conclusioni sotto!

Per chi lo conosceva bene – come, ad esempio tutte quelle che erano passate per il suo letto – il collo era per Draco l’equivalente del tallone per Achille.
Era un punto sensibile che aveva il potere di risvegliare in lui una forza ancestrale che, anche se poteva risultare volgare, si concentrava tutta nella sua erezione.
E capì che così non poteva più andare avanti.
Sollevò il collo dal quale Hermione si staccò.
Le labbra dischiuse erano un invito scritto, le guance rosse, due ciliegie da mordere. Il suo respiro, che usciva tremulo dalla sua bocca, una preghiera a soffocarlo con il proprio.
Con l’ultimo barlume di lucidità, Hermione notò di trovarsi in una posizione strana, almeno per lei.
Non aveva mai guardato un uomo dall’alto verso il basso, in una posizione di “dominio”.
Draco la guardava dal basso, sottomesso, con la testa totalmente reclinata all’indietro chiedendole, con gli occhi piegati in una smorfia di sofferenza che sentiva solo lui – la sofferenza di quel mancato contatto con le sue labbra – di non fermarsi, di continuare a fare ciò che stava facendo col suo collo.
Ma sulla sua bocca.
Hermione guardava Draco.
Occhi, naso, bocca, zigomi, fronte, ciglia, sopracciglia, attaccatura dei capelli, di nuovo gli occhi, gli zigomi, le sopracciglia… lo stava esaminando.
Il pomo d’Adamo di Draco era fermo immobile.
Era un vero supplizio avere la sua bocca a pochi centimetri dalla propria e dover aspettare lei, i suoi tempi.
A volte rimpiangeva il “vecchio Draco”, quello che quando voleva qualcosa, se lo prendeva e tanti saluti a chi non era d’accordo.
Poi però quell’egoistico pensiero svaniva, perché era più soddisfatto della persona che era diventata oggi, che non del moccioso che era stato.
Aspettò.
Aspettò Hermione.
E lei premiò la sua attesa.
Eccola , è questa. La dolcezza e la naturalezza della scena mi hanno commosso. Draco è tenero da morire: quasi non crede di essere ricambiato da Hermione e va in estasi per un bacietto sul collo (gnuhuuuu che smania, perchè non ci sono al posto di H.?) . Quando lei lo studia mentre è alla sua totale mercè, fragile e accaldato mi si è scaldato il cuore e qualcos'altro. (*coff* *coff* L'ho detto davvero??)
Mi complimento tanto tanto per questa scena che sara persempre una delle mie preferite, beh... di sempre! GRAZIE DI ESISTERE! XD
 
  • La scena che invece hai odato di più?
Beh non è propio una scena ma lo stato apatico di Harry e Ginny dopo quello che è successo ed il totale disinteresse di Hermione per i suoi amici. Cacchio nemmeno un gufo gli ha mandato!
Mi è venuta voglia di urlare :

“Hei! Sveglia! Hai due mollati da consolare e te la fai con Draco?”
“Mhh... oh Draco...”

“Svegliati Harry e valla a riconquistare! Sei patetico!”
“Aha... appenna è finita la partita... ” (grattatina di palle)

“Ginny ma che cacchio fai? Reagisci! Sapevi che Harry era un mollusco! Hai aspettato sei anni per niente, potevi trovartene un altro o toglierti la vita otto anni fa no?”
“Nuuuu, mi ha tolto sei anni della mia vita! Buhuuuu... sei sei sei SEI SEI!”
“Aspetta quanti? Guarda non si era capito...”

*Contiua a leggere,non ti arrabbiare!*
Scusa la domandina cattiva... ma perchè i tuoi personaggi sono senza spina dorsale tranne il magnifico Malfoy che si è rimbiccato le maniche e ha dato una svolta alla sua vita mentre gli altri si crogiolavano nella traumaticità della loro infanzia? (*riprende a respirare*)
Spero che con la promessa fatta, Draco si dia da fare con tutti e aggiusti le cose...

ATTENZIONE: SPOILER ( MIO PERSONALE ) DI MIA INVENZIONE
Aspetta: è una Fanfiction sulla Fanfiction???

Non lasciarti sfuggire il grande amore.”
Harry spalancò gli occhi. Da quando, lui gli faceva la paternale?
Se pensi al suo sguardo ossessivamente, a dov'è quando non è con te, a perchè piange, a perchè sorride ,a come poterla consolare... non lasciarla andare. Non permetterle di andarsene. Fai di tutto. Falla tua.
Harry lo vide conficcarsi con forza le unghie nei palmi.
Compi il tuo atto di egoismo.
Perchè lei ti renderà un uomo migliore.”
  • In generale cosa ne pensi di Serena come scrittrice(nonostante ti abbia fatto passare le pene dell'infermo con i suoi personaggi)?
    Beh è perfetta. La stimo molto. Riesce a scrivere di temi delicati, che mi toccano, molto realisticamente! E anche i suoi personaggi sono credibili... alcuni li vorrei uccidere! (grrrr)
    Le scene tra Hermione e Draco mi lasciano sempre con il cuore in gola ed il fiato sospeso.
    Non trovo per niente forzati gli scambi tra i due.
    Continuerò a lusingarla nei prossimi capitoli, perciò qui non mi dilungherò troppo sulla questione! XD
    Incantaci per sempre con la tua magia e trascinaci in un turbinio di emozioni!



Un bacio da Irene ;*
Auguri alla tua bambina!
P.S.
Anche io sono nata di Maggio (11)!
(Questo mese diventa sempre più migliore! (volendo citare Kevin hehe)
(Lo amo proprio quel ragazzo... <3 )

Recensore Junior
07/11/14, ore 23:51
Cap. 31:

Ciao!! Sono nuova alla tua storia e ti assicuro che l'ho trovata molto interessante. Adoro il tuo Draco e non vedo,l'ora di,leggere i prossimi aggiornamenti!! A presto,
B.

Recensore Master
07/11/14, ore 23:03
Cap. 30:

Titolo azzeccatissimo! Giuro che da luc mi aspetto di tuto ma se ha fatto quello si merita di viverre a lungo da solo nel suo brodo!

La rossa sta decisamente comportandosi come una bambina in fase di capriccio senza alcun orario. Sta ancora ripensando al suo mancato matrimonio , di come nulla sia andato come doveva e di come harry avrebbe dovuto fare una semplice e sola cosa ossia stare li ad aspettarla come lei ha sempre fatto per anni, ma il prescelto non sembra esserne stato in grado , infatti è bastata la richiesta di ron il deficiente per fargli muovere i piedi! E si ma quello che le fa piu male e che l’odio per harry non è minimamente pari all’amore per lui nonostante le sue continue mancanze ma lei aveva bisogno di lui, senza si sentiva persa! Eppure il fratello aveva rovinato tutto autoescludendosi dalle loro vite

Ginny aveva passato l’intera nottata fuori, in giardino. Con un incantesimo si era calata dalla e aveva passeggiato lì intorno.
Ringraziò di essere nata maga, così aveva potuto riscaldarsi con la magia. Aveva sfasato i normali bioritmi, si stava comportando come un neonato: scambiava il giorno con la notte, motivo per il quale di notte non aveva sonno e recuperava di giorno. Non riusciva a pensare a nient’altro che a quel giorno. Fino a poco prima dell’ora prestabilita sembrava andasse tutto bene e poi erano iniziati i problemi. Piccole cose, piccoli particolari insignificanti le tornarono alla mente.
Ricordò di aver sistemato il suo bouquet con perizia e il velo, ricordò di aver guardato fuori dalla carrozza e di aver visto un bambino che guardava in sua direzione con l’ammirazione negli occhi. Ricordò di essersi appoggiata allo schienale della panca e di aver chiuso gli occhi per un secondo.
Ricordò ogni cosa di quel giorno, ma soprattutto il fatto di non aver trovato Harry ad aspettarla sull’altare. Sapeva che era una cosa sciocca, ma quando avevano deciso con Padre Lewis come impostare la celebrazione, lei aveva subito detto che voleva Harry fermo all’altare, perché voleva per una volta che fosse lui ad aspettarla.Come lei aveva fatto con lui per anni.
Odiò Harry, perché era suo dovere negarsi a Ron o aspettare la fine della cerimonia. Lo odiò perché non l’aveva aspettata, lo odiò perché aveva mandato all’aria quel giorno, lo odiò perché…
Si odiò, forse più di quanto odiava Harry, perché non riusciva a smettere di amarlo. Non c’era spazio per Ron nei suoi pensieri: ciò che aveva fatto, l’aveva portato ad escludersi da solo dalla sua vita.Si sentiva vuota, un involucro che camminava in giro per casa alla ricerca di una pace che non avrebbe mai trovato. Aveva bisogno di Harry, voleva svegliarsi con lui, fare la spesa, andare a trovare i suoi genitori e fare tutte quelle cose che aveva progettato ormai da anni.
Tutto finito. Tutto in fumo. E tutto perché suo fratello era un maledetto egoista.
hiuse gli occhi, dai quali scesero delle lacrime. C’era una morsa attorno al suo cuore, una morsa così ferrea da farla vacillare. Era odio, odio puro, corrosivo. Forse non era l’odio di Voldemort, ma qualcosa che ci andava molto vicino.Era rientrata verso le quattro del mattino, facendo attenzione a non svegliare nessuno. Impiegò fino alle sette per riaddormentarsi e quando ci riuscì, il suo fu un sonno senza sogni.

Alla tana ognuno viveva col fiato sospeso trattenendo il respiro temendo che tutto potesse scoppiare da un momento all’altro , di certo non sembra piu la casa allegra accogliente di prima! Tutti a modo loro cercano di aiutarla ad alleviare il dolore ancora troppo caldo in lei , che sembra pur ringraziando non interessarsi di nulla alla fine bill decide di intervenire
Alla Tana le chiacchiere erano ridotte al minimo indispensabile.
“Mi passi il sale?”
“Che tempo farà domani?”
Domande stupide e inutili, che servivano più per spezzare il silenzio.
Ginny apprezzava.Dentro di sé apprezzava sul serio quei tentativi di alleviare il suo dolore, ma alle sue orecchie arrivavano solo suoni distorti, come lamenti fastidiosi di un cane che uggiola senza motivo.
Girava distrattamente il purè nel piatto. Aveva creato una paccoltiglia con il sugo dell’arrosto – una volta era arrivata a chiedere un terzo giro e ora non lo guardava neanche – creando piccoli ciuffi quando sollevava la forchetta. Schiacciava il composto con la forchetta, creando tre piccoli muretti e poi riprendeva a rigirarlo.
“Mangia qualcosa Ginny…” – la pregò sua madre.
Ginny continuò a girare il purè senza rispondere. Era talmente arrabbiata con il mondo intero che avrebbe raso al suolo l’intero pianeta, tanta era la sua angoscia.
Non voleva sentire parlare nessuno.
“Ginny…” – tentò stavolta il padre, ma per lei fu sufficiente per colmare il vaso.
Mollò la forchetta nel piatto che causò un fastidioso rumore e che ebbe il potere di zittire tutti, spostò la sedia, che stridette sul pavimento, sparecchiò il proprio posto e salì le scale.
Poi sentirono la porta sbattere.
Quella situazione era ingestibile. La botta era ancora calda ed era comprensibile che la ragazza reagisse in quel modo.
“Vado a parlarle.” – disse Bill, alzandosi da tavola.


L’unica speranza di farla sfogare era nelle mani del suo fratello preferito Bill ch etra l’altro era l’unico a sapre ill motivo del litigio è lui che saggiamente le fa notare che se non le importasse di harry non le farebbe cosi male lei lo ama ancora
Ginny non riusciva a controllarsi.Bill si era seduto sul letto di Ginny senza dire niente.
La ragazza, con le spalle rivolte alla porta, aveva riconosciuto immediatamente suo fratello maggiore: la cadenza del passo, il respiro, perfino come apriva la porta.
E si sentì peggio.Non gli aveva più parlato, come se fosse colpevole anche lui di tutta quella faccenda. Da sola, senza forzature, si girò, con gli occhi tristi ma rabbiosi e Bill le sorrise dolcemente dietro quella barba che, a detta di sua moglie Fleur, era stata la prima cosa che l’aveva colpita dell’uomo. Tentò di restituirgli il sorriso, ma il risultato fu che si rannicchiò sotto le coperte per piangere di nuovo.
Bill la tirò su, l’abbracciò e le massaggiò la schiena, come quando da piccola aveva gli incubi e andava da lui per farsi consolare.
“Perché fa così male Bill?” – gli chiese, tra le lacrime.
“Perché lo ami ancora tanto.” – disse.
“No, non lo amo più.” – aveva risposto, capricciosa.
Bill rise, di una risata sommessa ma non per questo meno divertita e cristallina. Ginny lo guardò arrabbiata.
“Sì che lo ami.” – disse, con quello sguardo che sapeva sempre tutto. – “Perché altrimenti non staresti così.”
Ginny si staccò da lui, pronta per dare la sua opinione. Si asciugò le lacrime con la manica del pigiama che, in quei giorni, era diventato il suo vestito preferito e lo guardò dritto in faccia.
“Forse è vero. Lo amo ancora.”
Bill annuì, comprensivo.
“Ma non vuol dire niente. Non più, ormai.”
Il sorriso dell’uomo si spense lentamente e lo sguardo espresse solo perplessità.
La sorella spiega cosa le ha fatto male , non solo e tanto il cazzotto dato a ron con ragione , ma il fatto che doveva fare un'unica cosa per lei , per loro e non l’ha fatta e non era neppure difficile o pericolosa : doveva solo aspettare non ha avuto la pazienza e la costanza come se veramnete non tenesse al loro legame , come se fosse certo che lei ci sarebbe stata sempre qualunque cosa facesse , nonostante le volte in cui l’aveva lasciata indietro . be mi sembra normale che sia stufa povera cara è da una vita che aspetta!
“Lui non mi ha aspettata.” – disse. – “Lui doveva stare fermo lì, qualsiasi cosa fosse successa, anche se la chiesa stava per crollare o la McGranitt si fosse sentita male. Lui doveva stare fermo lì.”
“Perché tutta questa mania di volerti farti aspettare, Gin?”
“Perché io per anni ho aspettato lui e quando è venuto il momento che lui aspettasse me!, ha seguito Ron in quella stanza.”
Bill comprese la gravità della situazione. Non si trattava solo del proprio fidanzato che si era assentato per parlare con il suo testimone di nozze, ma era una cosa ben più profonda, e nel caso di Ginny, più pericolosa.Perché non si poteva mai sapere come una donna ferita nell’orgoglio potesse reagire.
“Non ha saputo aspettarmi per un’ora mentre io l’ho aspettato per anni.” – disse, calma. – “E io sono stufa di aspettare i comodi degli altri, sono stufa che le persone, Harry soprattutto, agiscano senza pensare che le loro azioni possano ferire le persone intorno a loro, sono stufa di vederlo prendere decisioni per il bene di tutti, quando invece sta pensando solo a se stesso e sono stufa… che mi si dia sempre per scontata. Cos’è? Non valgo abbastanza da poter esprimere un mio parere contrario?”
Bill negò con la testa.
“Non… non ho diritto di scegliere anch’io ciò che è giusto per me? Ciò che io reputavo giusto, per Harry non lo era perché lui doveva proteggermi, doveva fare l’Eroe, l’esiliato che si condanna a una vita di sofferenze perché non ha le palle per lasciare agli altri la libertà di scelta. Ebbene io dico basta! Ora Harry avrà tutto il tempo per salvare la vita degli altri, per fare l’eroe, per scegliere per gli altri. Io me ne tiro fuori.”
E si la pazienza alla fine svanisce non è eterna e quella di gin è durata anche troppo !ora la rossa se ne lava le mani
Bill la guardò con severità. Era arrabbiata e lo poteva capire perfettamente, ma se si ostinava a mantenere quella linea di difesa, avrebbe dovuto veramente fare i conti con delle conseguenze cui lui stesso preferiva non pensare. La sua rabbia, più che giustificata, era dettata dal fatto che la persona che aveva scelto per la vita aveva deciso nuovamente per tutti e due.
Aveva capito che Harry non era poi così perfetto.
“Io ti capisco Ginny.” – disse Bill. – “Ma ora ascoltami molto attentamente. Sei veramente sicura che lasciare Harry sia la scelta migliore per te?”
“Sì.”
A Bill parve quasi di sentire il rintocco di una campana da morto, ma forse se l’era solo immaginato.
“Sai a cosa stai andando incontro?”
“Sì.”
No, non l’aveva immaginato. Il rintocco c’era stato.
“Tornerai sui tuoi passi?”
“No.”
Al terzo rintocco, Ginny lo rinnegò.


la rossa sembra decisa a lasciarsi alle spalle il prescelto ma ci riuscirà



intanto dra sta parlando con il padre che si congratula per la lieta conclusione del suo litigio con herm e di come mai lo avesse paragonato a ron , la cosa lo rende felice m a non sa a cosa stasse pensando le ragazza e vuole scoprirlo , ma sembra colpito dalle parole dell’uomo che lo rendono felice sembra che per lei lui sia piu importante d ron e non sa quanto lei le deve , non sa di essre la sua medicina. Bellissimo questo dialogo padre e figlio
“Paulho, ti disturbo?”
“Draco, che piacere! Affatto! Dimmi, come stai?”
“Bene grazie, e tu?”
“Non mi lamento. Ho sempre molto da fare qui alla tenuta. Ma dimmi di te. Hai parlato con Hermione?”
“Sì. Le ho spiegato e ci siamo chiariti. Era come hai detto tu.”
“Mi fa piacere.” – aveva detto l’uomo con il sorriso sulle labbra.
“E lei che ha detto?”
“Mi ha detto che stava pensando a tutto fuorché al fatto che il mio atteggiamento le aveva ricordato il suo ex.”
Paulho lo guardò perplesso.“E cosa, allora?”
“Non lo so. Non me lo ha voluto dire e io dopo un po’ ho smesso di insistere. Pareva che la cosa la mettesse parecchio a disagio.”
Paulho rimase in silenzio per un bel po’, tanto che Draco pensò si fosse addormentato.
“Paulho?”
“E’ strano, sai? Il tuo atteggiamento, da ciò che mi hai detto, era uguale a quello del suo ex compagno, eppure lei non ha pensato subito a lui.”
Draco non capì, dove volesse andare a parare.E quindi?”
“O non è la persona riflessiva che mi hai sempre descritto…”
Draco scartò a priori quell’ipotesi. Hermione era la persona più riflessiva e profonda che conoscesse.
“… oppure…”
“Oppure?” – chiese Draco, ansioso e timoroso di conoscere il proseguo della frase.
“… oppure tu sei talmente importante per lei tanto da farle dimenticare quella brutta esperienza.”

Quelle ultime parole lo avevano lasciato a bocca aperta.
Poteva mai essere davvero quello il motivo?, o Paulho glielo aveva detto solo per tirargli su il morale? Lo escluse a priori perché l’uomo era sempre stato onesto con lui, anche quando la verità gli faceva male o non era ciò che voleva sentirsi dire.
Possibile che ciò che era successo fosse stato di quella portata? Hermione stessa gli aveva detto che non pensava a quello, mentre era con lui.
La speranza bussò di nuovo al suo cuore, riscaldandolo. Qualunque fosse il motivo per il quale Hermione era scoppiata a piangere, Draco ringraziava il cielo che non fosse quello che lo collegava al suo ex .L’importante era non essere stato messo sullo stesso piano del rosso.
Ora, ciò che più contava, era scoprire ciò che aveva pensato Hermione e una luce malandrina gli brillò negli occhi. Poco male, si disse, l’avrebbe scoperto una volta avutala tutta per sé al Manor.

Herm sta svolgendo il suo lavoro e ripensa con tristezza alla punizione che è stata costretta a adare e alle conseguenze che hanno avuto per gli alunni , anche qui sembra saltare agli occhi come l’educazione dei purosangui non sia poi cambiata di molto nonostante la guerra

Come promesso, Hermione si ritirò nel proprio studio dal quale spedì due missive ai genitori di Kevin e Harth, ragguagliandoli sull’accaduto del giorno prima.
Inutile dire che da parte dei genitori di Kevin era tornata indietro una lettera dai toni molto accesi, dove rassicuravano – soprattutto la moglie – il corpo docenti che il figlio sarebbe stato punito a dovere e si scusavano per l’intemperanza che non erano mai riusciti a dominare per davvero.
Hermione scrisse una lettera di ritorno, in cui li avvisava della punizione e che non erano necessari ulteriori castighi, poiché Kevin aveva lottato per un motivo giusto.
La lettera dei genitori di Harth, invece, la lasciò con l’amaro in bocca.Gentile professoressa Granger, esimi professori del Corpo Docenti, siamo costernati dall’irruenza dimostrata da nostro figlio e dal suo duellare senza il vostro consenso.Sarà nostra premura punirlo come si addice.
Cordiali saluti,
direi che in quelle righe di cordiale cè ben poco o nulla ,nessuna traccia di calore ed affetto genitoriale sembrerebbe quasi di veder una lettera di luc
Non era nemmeno firmata.
La freddezza di quelle righe fecero comprendere a Hermione che razza di clima vigesse in quella famiglia. Freddo, distaccato, impersonale. Per forza i ragazzi crescevano con la concezione sbagliata dei rapporti umani.
Anche con quella famiglia, Hermione scrisse che la punizione era già stata assegnata e che consisteva nell’aiutare il guardiacaccia Robeus Hagrid a sfoltire la Foresta Proibita senza la magia.
Era la sua prima vera punizione e si sorprese nel rendersi conto che a scuola, da studentessa, ne avrebbe date a centinaia se ne avesse avuta l’autorità – non solo quella di togliere punti – ma ora che era professoressa provava un po’ di dispiacere nel comunicare a un genitore che il proprio figlio doveva scontarne una. Sorrise e scosse il capo, chiedendosi quante altre situazioni come quella avrebbe vissuto. Il calendario sulla scrivania segnava domenica sedici dicembre: ancora pochi giorni e Hogwarts avrebbe chiuso fino all’anno nuovo.
Il pensiero andò con la mente al momento in cui avrebbe varcato le soglie di casa di Draco. C’era già stata una volta e il soggiorno non era stato dei più piacevoli.
di certo l’idea del mano le riporta alla mente momenti ben poco piacevoli che la serpe è ben decisa a cancellare con altri nuovi affinché colleghi quel luogo a lui a loro al loro possibile futuro e non al passato
“DOVE AVETE PRESO QUELLA SPADA?”Ricordava la voce di Bellatrix Lestrange come se l’avesse ancora a un palmo dal naso. Ricordava che aveva un buon profumo, una gradazione delicata che strideva con la sua indole malvagia. Si sarebbe aspettata un profumo più deciso, quasi maschile da una persona aggressiva come lei, invece profumava quasi di rose.La teneva ancorata al pavimento, di spalle, con una mano sul suo collo e l’altra che brandiva la bacchetta, a pochi millimetri dai suoi occhi. E lei non aveva mai risposto.
“RISPONDIMI FECCIA!” La mancanza d’aria si stava facendo sentire, le palpebre iniziavano a chiudersi, come un vano tentativo di trattenere maggiormente l’aria dentro il proprio corpo.
Ma quando l’aveva chiamata in quel modo, aveva trovato la forza di aprirne uno.
E le aveva sputato in faccia.


Si era alzata di scatto, nemmeno le avessero bruciato una sigaretta nell’occhio.
Hermione si rimise seduta a fatica, cercando di recuperare tutta l’aria che quella pazza le aveva sottratto. Era sicura che una ritorsione, e parecchio dolorosa, non si sarebbe fatta aspettare.
Tuttavia si mise in ginocchio e cercò di rialzarsi.
La notte trascorsa con Ron era ancora vivida nella sua mente, la lenta realizzazione che per lui, lei era stata solo la scopata prima della morte – gran bella fiducia – l’avevano come isolata dal resto del mondo. La soglia del dolore si era inspiegabilmente alzata e tutto ciò che quella donna le stava facendo, erano carezze confronto a ciò che le aveva fatto il rosso.
Quando aveva avuto la forza necessaria per rimettersi in piedi, l’aveva guardata dritta negli occhi, senza timore, quasi a volerla sfidare a fare di meglio.
Bellatrix era ancora stordita da quel gesto. Quando realizzò che la saliva di quella mezzosangue le era entrata nell’occhio, e quindi l’aveva contaminata, la ritorsione scattò subito.
“LURIDA SANGUESPORCO! COME HAI OSATO! CRUCIO!”
Hermione era stata colpita da scariche elettriche e fuoco. La pelle bruciava e aveva come la sensazione che di lì a poco si sarebbe lacerata.Ma non aveva emesso un grido.Si era limitata a un ringhio animalesco, tipico di un animale ferito gravemente, aveva stretto i denti fino a sentire il sapore ferroso del sangue in bocca. Si era morsa la lingua e non se ne era accorta?
Cadde su un ginocchio, ma il contatto visivo con la sua aguzzina non cessò. Furente per non essere riuscita a piegare quella lurida ragazzina, Bellatrix protrasse la maledizione per un tempo che, ai presenti, parve infinito.Hermione si fregò le braccia con le mani. Quando le capitava di ripensarci, le veniva sempre la pelle d’oca.D’un tratto, il fuoco smise.
Cadde a terra, con la fronte che toccava il pavimento per raffreddare la pelle bollente. Le avevano legato le mani dietro la schiena.Era in uno stato di totale prostrazione.
Che fosse stato un gesto di magnanimità della donna fu da escludere. Qualcuno le aveva chiesto di farlo e dagli sprazzi di discorsi che riusciva a sentire tra una fitta e l’altra, aveva capito parole come “la spada”, “smettila”, “non dirà dove l’ha trovata” e così via. Chiunque fosse stato l’avrebbe ringraziato a vita, se ne avesse conosciuto l’identità.
e cosi quella bestia di ron è riuscita a far piu male alla riccia di quanto bella abbia potuto fare con le sue torture ,herm portava due cicatrici una che comunque ricorda il suo coraggio e le sue origini è benvvisibile, l’altra quella al cuore invece anche a distanza di anni sembra rimarginarsi veramente solo ora grazie al biondino, che sia stato lui ad aiutarla quel giorno^
Hermione corrucciò le sopracciglia.
Forse aveva un modo per risalire a quel nome. Draco era lì presente. Magari se lo ricordava, anzi!… doveva ricordarlo per forza perché fermare Bellatrix da una punizione che stava infliggendo, era una cosa che non si dimenticava tanto facilmente. Magari glielo avrebbe chiesto una volta a casa sua.Arrossì a quel pensiero. Che sarebbe successo una volta a casa sua? Sarebbe rimasta da lui per ben diciassette giorni. Scosse la testa e raccattò le proprie cose. Tra un ricordo e l’altro il tempo era volato e doveva preparare la lezione per la settimana seguente.

intanto al manor sta per accade qualcosa che puo sconvolger nuovamente l’equilibrio psicologico di dra e quello tra madre e figlio
A vederlo da fuori, Malfoy Manor avrebbe incusso timore perfino al Mastino dei Baskerville.
La vera bellezza, però, stava dentro. Da quando Draco ne era venuto in definitivo possesso, i cambiamenti cui lo aveva sottoposto erano stati tanti e sostanziosi. Aveva preferito mantenere un’aria lugubre all’esterno, in modo da tenere lontani gli scocciatori, ma per le persone che lui decideva di far entrare, la musica cambiava. Be un po come il suo attuale proprietario da fuori puo sembrare quasi lo stesso dra ma poi se lo osservi e vai oltre noi il cambiamento radicale
Le pareti erano state affrescate su toni caldi e accesi. Gli arazzi avevano trovato una migliore sistemazione lungo i molteplici corridoi del maniero – liberandone le mura – le vetrate erano state sostituite da enormi finestroni colorati – d’estate era uno spettacolo mozzafiato – e le pietre scure dei pavimenti erano state sostituite da altre più chiare.
Insomma, l’interno era un tripudio di luce. Non sembrava più il luogo di cui Voldemort aveva voluto farne la propria roccaforte, più per punire Lucius per la sua inettitudine che per reali esigenze di comodità. Dopo la dipartita del Lord Oscuro, Draco aveva ordinato ai propri elfi di sterilizzare il Manor. Era come se sentisse il puzzo di Voldemort aleggiare ancora in quella casa. D’estate, si premurava di tenere le finestre aperte a tutte le ore del giorno, aveva provveduto a mettere vasi di fiori direttamente dal giardino coltivato da sua madre in ogni angolo, sperando che il profumo dei fiori potessero aiutarlo a stanare quel fetore una volta per tutte.

L’imponente cancello si aprì al suo cospetto. Le ante si aprirono con un cigolio ma lui non vi badò.
Era preoccupato. E non sa quanto abbia ragione
Sua madre l’aveva mandato a chiamare con una certa urgenza e Narcissa non scomodava mai una persona, se non in caso di vita o di morte. Percorse il vialetto a passo deciso.
C’erano dei cumuli di neve ai lati del sentiero, segno che gli elfi facevano il loro dovere con cura. I pavoni erano tutti rintanati nelle proprie alcove a scaldarsi.
Piccoli sbuffi di fumo gli uscivano dalle labbra sottili, segno che il freddo era davvero pungente e perché l’ansia della lettera ricevuta quel mattino gli aveva accelerato il battito cardiaco.
Finalmente arrivò all’ingresso e anche lì il portone si aprì. Da dietro sbucò un elfo, arrivato per accogliere il padrone.
“Dov’è la signora?” – chiese Draco, impaziente.
“Signora di là in salotto. Signora ha detto di dirlo subito al padroncino.” – disse l’elfo.
“Grazie.” – disse Draco, sorpassandolo.
L’elfo sorrise timidamente.
ed ecco la moglie di luc , che ancora non si capacita della crudelta dell’uomo che ha amato e per il quale per poco non ha rischiato la vita
Narcissa Black in Malfoy era, all’età di cinquant’anni, ancora una donna nel fiore della giovinezza.
Sembrava che il tempo per lei si fosse fermato ai trent’anni. I lunghi capelli erano sempre acconciati in una crocchia sulla nuca e gli occhi azzurri sprizzavano ancora un’allegria che in rare occasioni riusciva a scorgere. Era seduta tranquillamente ad un tavolino, a sorseggiare una tazza di tea.
Sulle prime, Draco si sentì impacciato. I toni della lettera ricevuta stonavano parecchio con la calma che ora trovava nella donna, in quel momento.ma è pur sempre una malfoy le apparenze !
“Draco, buon giorno.” – salutò la donna, con un sorriso gentile.
Draco si avvicinò, sollevato nel vedere che stava bene.“Mamma.” – disse, chinandosi per baciarle una guancia.
Narcissa sollevò e girò di poco il volto per permettere di ricevere quel contatto.
I rapporti tra madre e figlio erano mutati drasticamente, come dal giorno alla notte.
Vennero abolite le distanze formali come “madre”, i baci che si scambiavano erano molto più affettuosi e sulle guance, non più sul dorso delle mani, i sorrisi più frequenti e le debolezze tollerate.
Ma entrambi sapevano che gli anni in cui Lucius era stato presente nelle loro vite non potevano essere cancellati con un colpo di spugna, per non parlare dell’allontanamento di Draco da casa, da Londra e dall’Inghilterra per intraprendere quel cammino al quale sua madre aveva dato la totale benedizione. Saltuariamente andava a trovarla a Londra, ma lei non si era mai mossa da lì, quasi a voler mantenere in ordine il maniero che, nonostante che per anni fosse stato una prigione, era la casa dove aveva dato alla luce Draco e il bambino aveva iniziato a fare i suoi primi passi.
E si cissy alla fine ha sopportato tutto solo per il figlio con cui ora sta cercando di rifarsi del tempo perduto
Di certo, non per restare accanto a Lucius.Per lui, a differenza di molti altri Mangiamorte, niente Bacio del Dissennatore.
Il Primo Ministro era stato forse sadico nei suoi confronti, ma aveva motivato la sua decisione con una spiegazione che aveva fatto concordare la maggioranza.“Il Bacio del Dissennatore è quasi una benedizione, sotto certi aspetti. La mente si svuota e tutto cade nell’oblio.I crimini di cui si è macchiato Lucius Abraxas Malfoy sono troppi, troppo efferati e troppo crudeli per permettergli di dimenticarli, come se non li avesse mai commessi. Vivrà e morirà ad Azkaban, ricordando giorno dopo giorno ciò che ha inflitto agli altri.Nessuno osa sperare in un suo pentimento, graduale o improvviso che possa essere, ma in prigione avrà modo di comprendere che a suo tempo avrebbe fatto meglio a farsi bastare la famiglia e le sue ricchezze.”
Parole sante e vere luc deve ricordar ogni singolo giorno e maledire i suoi errori sapendo che i sui cari senza di lui avranno la possibilità di rifarsi una vita solo mi spiace per loro
Dopo un attimo di silenzio, il pubblico era esploso in un boato di giubilo.
Narcissa e Draco, presenti alla condanna del genitore non applaudirono, né esultarono. Dopotutto, era stato parte delle loro vite, anche se più nel male, che nel bene.Ma annuirono con un cenno del capo e poi se ne andarono.

“Ho ricevuto la tua lettera. Aveva dei toni particolarmente… concitati.” – disse il biondo, trovando all’ultimo un aggettivo neutro.
Narcissa sorrise.“La tua diplomazia migliora di giorno in giorno, bambino mio.” – lo ringraziò la donna. Si era pentita subito dopo aver spedito la lettera dei toni affrettati con i quali l’aveva scritta. Draco si era preoccupato ed era accorso da lei in men che non si dica.
“E’ forse successo qualcosa?” – chiese, apprensivo.
“Gradisci del tea?” – gli chiese, con la teiera in una mano e l’altra a tenere fermo il coperchio.
Draco negò e Narcissa rispose la teiera sul tavolino. Pose le mani in grembo e voltò il capo verso il giardino imbiancato dalla neve.Si decise a parlare, perché vedeva l’agitazione sul volto di suo figlio.
“Ho riflettuto a lungo su una certa questione e sono giunta a una conclusione.” – si girò verso di lui.
Draco si chiese di che stesse parlando.
“Ho chiamato il magiavvocato di famiglia.”
Draco scosse il capo, confuso.“Qualcosa dell’eredità non ti torna?” – chiese il biondo.
Narcissa gli sorrise, calma.“No, per quello è tutto a posto.”
“E allora cosa?”
“Ho avviato le pratiche per il divorzio da tuo padre.”
La pacatezza con la quale espresse quella sua volontà stonò con l’esplosione che Draco sentì nelle orecchie a quelle parole.
“Scusa puoi ripetere?” – chiese, certo di aver capito male.
“Voglio il divorzio, Draco.”
e si chi lo avrebbe mai detto , la dolce innamorata e devota cissy ha finalmente deciso di prendere in mano le redini della sua vita e di prendersi la libertà che l’espetta. Dra non è di certo pronto alla notizia ma non è solo quello
Draco aprì la bocca per dire qualcosa, ma tutto ciò che gli uscì fu un verso indecifrabile.
Perché voleva il divorzio?Beh, il perché era ovvio, ma ciò che Draco non capiva era perché adesso. Le parole della donna ancora riecheggiavano nei meandri del suo cervello.Così, tentò di racimolare quelle poche idee e quelle reminescenze di vecchi discorsi sentiti a sprazzi.
“Mamma… il divorzio non è contemplato nel nostro mondo. Il vincolo matrimoniale è eterno e indissolubile fino alla morte di uno dei due…” – si bloccò e sgranò gli occhi. – “… è morto? Lucius è morto?” – chiese Draco, sporgendosi sulla donna.Nella voce e nello sguardo, una nota di speranza. Si quella sarebbe la liberazione e se accadesse io festeggerei !

“No.” – rispose, quasi dispiaciuta di quella risposta.
Il biondo tornò a sedersi compostamente sulla sedia, perplesso da quello che lui riteneva un colpo di testa.
“Allora non vedo soluzione alla tua richiesta.” – disse, credendo che il discorso fosse chiuso lì.
“Il matrimonio è sì, indissolubile ed eterno, ma ci sono casi consentiti dalla legge in cui è possibile reciderlo.”
Draco la guardò perplesso. Davvero? Non lo sapeva.“Ah sì? Quali?”
“Condotta immorale di uno dei due coniugi…” – e guardò eloquentemente Draco, facendogli capire che scegliendo il Lord Oscuro Lucius aveva gettato le prime basi per la richiesta di Narcissa. – “… o mentire gravemente al consorte. A me, in questo caso.” ai attento luc le bugie hanno le gambe corte !
Draco la guardò confuso.“Mamma, sappiamo perfettamente che era secondo a Voldemort per quanto riguardava le menzogne e ora che è morto, si è guadagnato il primo posto. E’ ovvio che abbia sempre mentito per salvarsi la pelle, quindi la tua richiesta è del tutto inutile.” – non capiva davvero, dove volesse andare a parare.
Narcissa lo guardò in un modo che gli fece mancare la terra sotto i piedi.Evidentemente, pensò Draco, le bugie che Lucius doveva averle raccontato dovevano essere parecchio pesanti e insopportabili se sua madre aveva preso la decisione di divorziare.
“Mamma… che succede?”di certo non puo immaginare cosa luc abbia inscenato in tutti quegli anni !
Gli occhi di Narcissa si velarono in un secondo di lacrime.
Draco sgranò gli occhi e le andò immediatamente vicino. Si chinò sulle ginocchia e mise le sue mani su quelle della donna.
Se Lucius l’avesse visto in quelle condizioni, si sarebbe personalmente premurato di inventare una quarta Maledizione Senza Perdono per lavare l’onta di un Malfoy in ginocchio.
“Mamma… mamma cos’hai?” – si preoccupò Draco.
Narcissa si appoggiò allo schienale della poltroncina, appoggiandovi contro il capo. Stava piangendo ed era un pianto sommesso, talmente doloroso che perfino urlare non avrebbe aiutato a buttare fuori tutta l’angoscia che provava in quel momento.
“Su cosa ti ha mentito Lucius?”Una volta gli faceva perfino schifo pronunciare il suo nome di battesimo. Lo tacciava come “lui” o “l’essere” ma per anni non aveva mai fatto il suo nome. Erano talmente grandi, tante e intense le emozioni che lo sopraffacevano quando solamente pensava a lui che a volte temeva di scoppiare.
Si a volte anche il solo sentire il nome di una persona ci puo far tornare in mente il male che ha fatto
Solo più tardi, quando era riuscito a guardare avanti grazie a Paulho, aveva ripreso a chiamarlo per nome e a non sentire più il cuore gonfiarsi di odio.
La donna appoggiò una mano sulla sua guancia e gli sorrise tristemente.Come poteva dare una notizia simile al suo bambino?, proprio ora che la vita sembrava stesse iniziando a sorridergli?
Eppure era conscia che non poteva mentirgli o tenerglielo nascosto, perché quando l’avrebbe vista senza la fede nuziale al dito avrebbe iniziato a farsi qualche domanda, perché quell’anello era stato incantato da tutti i precedenti possessori ad abbandonare il suo giaciglio solo alla morte di uno dei due coniugi.Non riusciva nemmeno a immaginare la sua reazione di fronte alla notizia che doveva dargli, perché era certa che gli avrebbe causato un dolore immenso.
e si cissy non sa come prenderà la notizia ne se sia giusto rivelargli l’ultima bugia di luc !
“Io… io ho l’utero, Draco.”
Il biondo la guardò confuso e, sì, leggermente imbarazzato di fronte a un simile argomento.
Poi, la sua confusione divenne un sorriso tirato.“No…” – disse lui, sorridendo ingenuamente e scuotendo la testa. – “… no, non è possibile.” – disse, sempre sorridendo. – “… tu… tu l’hai perso quando hai avuto me.” – disse, quasi volesse convincerla di quell’amara verità.
non ditemi che ha mentito su questo perche lo crucio!
Narcissa piegò il volto in una smorfia di dolore.Quante pene aveva dovuto subire il suo bambino per una colpa non sua? Quante volte Lucius lo aveva accusato di essere stato la fonte del dolore di sua madre che, a causa sua, aveva perso l’utero e quindi non poteva più avere figli? Quante volte, di notte, Narcissa sentiva il suo bambino piangere, perché desiderava tanto un fratellino, ma che non poteva avere perché per colpa sua sua madre aveva perso la possibilità di averne altri? Quante colpe si era preso Draco per nulla?
tenetemi ha fatto tutto luc e poi ha pure osato incolpare e lasciar crdere a dra di esser la causa della situazione, e magari poi solo per non dover dividere il patrimonio. Uno del genere non merita di vivere ma neppure di morire sarebbe tropo bello , non deve vivere e se possibile a lungo,ma solo come un cane con la certezza di aver perso ogni cosa , la cosa a cui teneva la famiglia sarebbe bello se poi anche dra decidesse di rinunciare al cognome cosi che i malfoy si estinguessero con luc . infondo mettendo sulla bilancia le due famiglie tra i blck l’unica vera pazza e crudele era bella lestrange, anche orion pur essendo divenuto un mangiamorte è stato il primo a capire e a dare la vita per mettere al sicuro il medaglione , insomma i blck sembrano tutti decisamente da considerare tra i buoni
Le conseguenze di quell’ammissione lo investirono in pieno.
Draco si alzò di scatto e indietreggiò di qualche passo mentre Narcissa, sempre seduta, lo guardava, chiedendosi quando mai il dolore avrebbe abbandonato la dimora di famiglia.“No, non è possibile. Non… non sarebbe mai arrivato a tanto! E come?… come avrebbe fatto? Voi… voi donne avete il ciclo! Avresti notato delle perdite di sangue! NO!” – urlò disperato. – “TU NON HAI PIU’ L’UTERO!” – urlò, per convincere la madre a ritrattare quella dolorosa verità. – “HAI CAPITO?!? TU NON CE L’HAI PIU!” – urlò, prendendo la donna per le spalle e scuotendola. – “TU NON… no! Tu non ce l’hai più!” – continuò a ripetere.

E Narcissa rimase lì, ferma, a lasciarsi percuotere. Sentiva il proprio corpo scrollato dagli scossoni del figlio e non riusciva a reagire. Riusciva solo a piangere per quell’attimo di nulla che aveva provato quando aveva scoperto l’amara verità e per tutto quello che ne era derivato.

Draco smise di scuoterla.Instupidito da se stesso per ciò che aveva fatto, crollò di nuovo sulle ginocchia e, timido, l’abbracciò, temendo un suo rifiuto. “Scusa… scusami…” – disse. – “Scusami… non volevo farti del male… mi dispiace…” – continuò a mormorare l’uomo, ora bambino tra le braccia della donna. – “Non lo faccio più, scusa…” – disse, nemmeno avesse avuto sei anni. Narcissa lo abbracciò e gli tenne la mano dietro il capo. “Sssshhh tranquillo, non è successo niente, calmati… sssshhh…”
decisamente dopo lo shock e la reazione dra ha chiesto scusa

Passarono svariati minuti in quella posizione, almeno finché Narcissa fu certa che il suo bambino si fosse calmato.“Mi dispiace…” – aveva sussurrato lei al suo orecchio.
Draco si staccò da lei. Voleva sapere.Doveva sapere.
“Come…” – riuscì a dire. – “… come sai che tu… che lui…” – non riuscì a formulare una frase decente ma sua madre comprese ugualmente.
Narcissa gli prese il volto tra le mani e lo guardò negli occhi. Occhi tristi, occhi bagnati dal pianto.
“Quando gli Auror sono venuti a prenderlo…” – iniziò con voce rotta ma ferma. – “… tutto ciò che lo riguardava l’ho cancellato. Ho cambiato la nostra camera matrimoniale, ho gettato i suoi vestiti e ho iniziato a dedicarmi a tutte quelle attività che lui, col tempo, mi aveva sottratto.”
Draco l’ascoltava attento, anche se il suo cervello era completamente spento.
“E ho cambiato anche ginecologo. Lucius era sempre presente alle mie visite da dopo la tua nascita e il Medimago Phillis mi aveva dato l’impressione di essere appena uscito da scuola. Una volta libera dai vincoli ai quali tuo padre mi aveva costretta, ho cambiato dottore. Non sai la sorpresa quando il nuovo ginecologo, visitandomi, si è congratulato con me per le ottime condizioni in cui il mio utero versava.”
Draco esalò un gemito disperato.
“Gli dissi che si stava sbagliando, che… che non era possibile perché io l’avevo perso quando ebbi te. Ma lui mi confermò che il mio utero era lì e me lo fece anche vedere.”
Draco chiuse gli occhi. Iniziò un pianto silenzioso, un pianto in cui tante cose, tanti pensieri si annullavano tra di essi. Poi, quel pianto ebbe una fine e quando Draco riaprì gli occhi, Narcissa comprese le sue intenzioni senza che lui gliele avesse dette.Vendetta.


o si dolce cara e fredda vendetta , attento luc non sai cosa puo fare una donna che per anni ha creduto di non poter piu poter avere figli! credo che preferirà il bacio alla freddezza di cissy



Quante volte, da piccolo, Draco le chiedeva un fratellino o una sorellina con il quale giocare ma sua madre gli rispondeva con un sorriso triste e lo invitava a rincorrere i pavoni?
Crescendo, poi, aveva smesso di accontentarsi di quei sorrisi e aveva affrontato la questione a viso aperto. Sentirsi dire da sua madre che non poteva avere altri figli perché dopo la sua nascita, “la cameretta” dove doveva crescere il fratellino le era stata tolta, fu un brutto colpo.

Narcissa sapeva a cosa andava incontro, rivelandogli quella cosa: Draco avrebbe potuto sopportare l’ennesimo colpo inferto da Lucius – era incredibile come, anche se a chilometri e ad anni di distanza, quell’uomo riuscisse ancora a far del male alla sua famiglia – e guardare avanti, rifarsi una vita e portarsi dentro quell’ennesimo dolore, ma sapeva anche che poteva accadere il contrario.
Ed era ciò che era appena accaduto sotto i suoi occhi.Il duro cammino intrapreso in Italia e in Portogallo fu come se non fosse mai esistito. La luce dell’amore e della comprensione era svanita dal suo sguardo, il grigio ghiaccio dei suoi occhi assomigliava più all’acciaio.
Per un attimo sembra che il lavoro di dra sia stato inutile a non è cosi vinto il primo momento le cose possono essre affrontate
Narcissa sospirò, chiedendosi se avesse fatto bene a dirglielo, a metterlo al corrente.
Sì, si rispose l’attimo successivo. L’avrebbe saputo in ogni caso ed era meglio che lo sapesse da lei, piuttosto che da qualche estraneo o peggio, dai giornali.
Le sembrò di tornare indietro nel tempo, quando incontrava Draco per i corridoi di Hogwarts, quando andava a informarsi presso i professori del suo rendimento. Aveva uno sguardo perennemente corrucciato e sembrava infastidito perfino dalla propria stessa esistenza.
Il sole e la nuova vita in Italia e Portogallo avevano mutato il suo carattere, forgiandone uno nuovo e più vicino al modo che Narcissa avrebbe voluto per educare e crescere suo figlio. Da madre, non aveva potuto che essere orgogliosa e fiera di quel cammino intrapreso di propria spontanea volontà e portato a compimento in modo assolutamente perfetto, ma in certi momenti non poteva impedirsi di provare del rammarico per non esserne stata parte attiva.
Ma si sa che per un genitore la cosa più importante è il benessere di un figlio e poco importa come quest’ultimo lo raggiunge. O ne è stata come parte attiva anche se non presente fisicamente era l’unica persona a cui dra era interessato prima
In pochi secondi, Narcissa aveva gettato alle ortiche il lavoro di Draco e ne pianse.
Non fuori, ma pianse il suo cuore.
“Draco…”
“Da quanto lo sapevi?”
Narcissa chiuse gli occhi. Sì, era pronta anche a questo, all’odio che Draco avrebbe potuto provare nei suoi confronti per non averlo informato subito del fatto.
“Draco ti prego…”
“Da quanto?” – urlò.
Non aveva mai urlato contro di lei, mai aveva alzato tanto il tono della voce.
“Da quando tuo padre è stato incarcerato. Mese più, mese meno.”
Il corpo di Draco divenne pietra. Oh, appena otto anni, quindi? Le diede le spalle, mentre pensava a cosa fare. Otto anni. Otto anni… e lui non ne aveva mai saputo niente.
a fargli male non è solo e non tanto la menzogna in se e lo scoprire che luc non aveva nulla di sacro , ma il venire a scoprire la cosa cosi dopo tanto tempo solo perche sarebbe poi stato inevitabile che non notasse il cambiamento
“Perché me lo dici solo ora?” – chiese, con un tono di voce che non aveva mai sentito prima.
Narcissa si alzò dalla sua poltrona, barcollante.“Non volevo turbarti.”
Draco serrò gli occhi. Sentiva la bile inondargli la gola.“Otto anni…” – disse, ancora incredulo. Si girò. – “… otto anni, e tu mi dici una cosa del GENERE SOLO ADESSO?”
Era partito a parlare normalmente, ma la rabbia gli fece accrescere il tono di voce.
Narcissa chinò lo sguardo.Oh, aveva speso una vita a combattere contro il desiderio di correre da Draco e dirgli tutto, ma come poteva fargli una cosa del genere, sapendo che se si era allontanato da Londra era per diventare una persona migliore e, finalmente, diversa da Lucius?
“Cerca di capire…” – disse Narcissa, ma si rese conto di aver sbagliato l’approccio, quando lo vide sbarrare gli occhi, indignato.
“Io… io dovrei capire?!? Capire cosa, esattamente? Che mi hai mentito per tutti questi anni quando ci eravamo promessi di lasciare le balle e le puttanate fuori da questa casa? Fuori dal nostro rapporto? Cosa dovrei capire, madre?”
Usò volutamente il formalismo per farle volutamente del male. Capisco la rabbia di dra ma anche lui dovrebbe cercare di capire il perche del silenzio di lei , era per non nuocergli e non impedirgli quel cambiamento che stava iniziando
Narcissa sbarrò gli occhi e serrò la mascella. Quel colpo basso non se l’era proprio aspettato.
Che Lucius fosse maledetto! Lui e tutti i suoi antenati! L’aveva costretta a mentire per tutto quel tempo anche senza minacce dirette!
Draco si pentì immediatamente di quell’appellativo, ma aveva una tale rabbia in corpo che… oh, non aveva parole per esprimere tutto l’odio che quell’ “essere” gli suscitava dentro.

“Tu stavi partendo per l’Italia.” – disse Narcissa, sollevando fieramente lo sguardo.
Lei per prima non andava fiera di quella bugia, ma se l’aveva fatto era stato solo per proteggere il figlio.“Avevi scelto di essere una persona diversa, migliore.” – scandì. – “Cosa pensi che sarebbe successo se ti avessi raccontato questa storia?”
“Immagino non lo scopriremo mai.” – fu la stoccata di Draco.Naturalmente, sempre dopo, se ne pentì. ecco pensa prima!
Narcissa sospirò pesantemente e Draco si girò per non rischiare di dire cose delle quali si sarebbe poi pentito. La donna lo vide come uno spiraglio per recuperare quella fiducia che in quel momento aveva rotto .
“Volevi diventare diverso da come lui ti aveva sempre voluto.” – non era sicura che facendo il nome di Lucius avrebbe sedato l’animo rovente del figlio, così si limitò ad appellarlo in quel modo. – “Potevi rimanere a casa e vivere con l’eredità ma hai scelto di cambiare. La vita ti aveva concesso una seconda occasione e che Merlino mi fulmini in questo preciso istante, non avrei permesso a niente e a nessuno di negartela! ”e si cissy era pronta è stata pronta a menntire nonostente tutto solo per lui per non nuocergli
Draco la guardò di striscio.
L’arrabbiatura era quasi del tutto passata. Capiva il suo desiderio di tenerlo lontano il più possibile dalle cose brutte, ma allo stesso tempo non riusciva a digerire il fatto che fossero passati otto anni da quella scoperta.“Notti spese a piangere, perché anche se lui era in prigione, era riuscito a impedirmi di essere onesta con te fino in fondo. Non hai la più pallida idea di quante volte io abbia avuto la metro polvere in mano per chiamarti e dirtelo ma ho sempre rinunciato. Sapevo che saresti corso qui e io non volevo…” – iniziò a piangere. – “… non me lo sarei mai perdonato! Non dopo che tu…”
Al diavolo Lucius! Al diavolo Lucius, le sue macchinazioni, il suo saper fare leva sui punti deboli delle persone per far fare loro ciò che più gli aggradava, nemmeno fossero sotto Imperius!
Al diavolo tutto e tutti! Andò da sua madre quando iniziò a piangere e l’abbracciò.
Era l’unica certezza nella sua vita, l’unica persona che gli avesse mai voluto un bene disinteressato, l’unica che gli era rimasta di quella famiglia che Lucius aveva sbrindellato e glielo aveva dimostrato tacendogli una cosa così importante, scegliendo di portare da sola quell’enorme fardello per non far gravare sulle sue spalle l’ennesimo peso.
dra sembra aver capito il motivo e ha deciso di mandare al diavolo luc cissy è suamadre
Narcissa scoppiò a piangere di sollievo. Forse anche lei, qualcosa di buono, era riuscita a farla.
Abbracciò suo figlio nello stesso modo in cui l’aveva abbracciato quando era tornato dal Portogallo.
Era tornato da lei.

“Sono qui.” – le disse all’orecchio. – “Sono qui… non vado via…” – la rassicurò. Narcissa intensificò la presa. Il suo bambino… il suo bambino coraggioso.
Il suo bambino diventato uomo.Se gli avesse detto a suo tempo di quella cosa, era certa che non avrebbe mai ricevuto in cambio un trattamento simile, ma l’avrebbe allontanata da sé e si sarebbe isolato dal mondo, alla ricerca di una vendetta crudele contro Lucius.
Oggi, invece, Draco è un uomo che sa perdonare. Che ha avuto la forza di perdonarla.

Quando si staccarono, si guardarono negli occhi e in un gesto di profondo affetto, si scambiarono un leggerissimo bacio sulle labbra.
Lei era la sua mamma. La prima volta che l’aveva chiamata così, Narcissa aveva avuto gli occhi che brillavano dalla felicità per l’intera giornata. Aveva sentito un contatto intimo con il figlio, grazie a quella semplice parola.
e si il sereno è tornato a regnare
Le accarezzò la guancia destra e le tirò via le lacrime.
“Non ti stanno bene.” – disse, ripetendo le stesse parole che aveva detto a Hermione quando Weasley aveva fatto quella piazzata.
Narcissa gli sorrise, commossa.
“Perché me lo hai detto adesso? Cos’è cambiato?”
Narcissa sospirò.
“Dovevo farlo. Non volevo che tu lo venissi a sapere da altri o che non mi vedessi più senza l’anello nuziale al dito a conti fatti.”
Draco chinò lo sguardo.
“Che ne è stato del medimago che ti ha mentito per tutti questi anni?” – s’informò.
“Non è stato incarcerato.” – disse.
Draco si sentì pronto per ridare battaglia.“Cosa!?!…”
“Lucius l’aveva minacciato di pesanti conseguenze su di lei e la sua famiglia se gli avesse disobbedito.”
Draco serrò la bocca. Certo… c’era da aspettarselo.
“Ha subito un regolare processo mentre eri via. Hanno ascoltato la sua testimonianza, vagliato i suoi ricordi e sentito la sua famiglia. Hanno anche guardato nei ricordi di Lucius e…”
“Davvero? Ci sono riusciti?” – chiese, perplesso.
Da che ricordava, suo padre era un occlumante più che perfetto.
“Distillato della Morte Vivente.” – disse la donna, semplicemente. – “Dormendo profondamente, le sue barriere mentali erano pressoché nulle e quelli del Ministero hanno potuto guardarci dentro tranquillamente.”
“Ed è legale? No, perché non vorrei che si aggrappasse a questo per avere uno sconto di pena.” – disse, preoccupato che potesse davvero accadere.
“E’ di Lucius che si sta parlando. Non di un pivello qualsiasi. Le sue gesta hanno sancito il trattamento che gli riservano quando hanno bisogno di informazioni. Per quanto mi riguarda, sono stati fin troppo clementi.”
Draco annuì.
Io lo turturei un po ma magari il sapre delle fine delle sue nozze avvenute per colpa sua potrebbe essre l’inizio della vendetta
“E il Medimago Phillis?”
Narcissa sospirò.
“Hanno capito che ha agito solamente per salvare la sua famiglia, ma avrebbe dovuto comunque fare denuncia del fatto. Le hanno proibito di esercitare per un periodo non inferiore ai dieci anni. Non ho indagato più del necessario, perché volevo allontanarmi da tutto ciò che riguardava lui, ma so che è dovuta tornare a ridare gli esami per riprendere la licenza.”
“Non posso dire che non la capisco…” – disse Draco, sentendosi vicino alla dottoressa e alle minacce che ha dovuto subire da parte di Lucius.
Narcissa gli mise una mano sulla guancia e lui la guardò.
“Perdonami, ti prego.” – lo supplicò.
Draco l’abbracciò.
“Promettimi che non ci saranno altri segreti, ti prego. Non lo sopporterei.”
“Mai più.” – giurò.
Quando si staccarono Narcissa vide in Draco uno sguardo strano.
“Otto anni e non mi sono accorto di nulla…”
Narcissa lo guardò con il terrore negli occhi. No! Non avrebbe permesso che si assumesse le colpe anche di quella mancanza che era unicamente sua!
“Non ti incolpare di nulla!” – disse, quasi urlando. – “Ho fatto in modo che non ti accorgessi di nulla, perché avevi diritto ad essere felice!”
“E tu no?” – chiese, stranito. – “Tu non hai diritto di essere felice, mamma?”
“Io ho fatto il mio tempo. Adesso tocca a te.”
“Sai che non posso essere felice se tu non lo sei.”
“Invece devi. Elrond mi ha assicurato che il divorzio avverrà in tempi brevi. Oltre a danneggiare il nostro nome, Lucius ha mentito sulla mia salute fisica. E anche se non sarà d’accordo, è sicuro che il giudice convaliderà la separazione a prescindere dalle sue idee. Solo questo mi rende felice, Draco.” Manca solo che provi ad aprire bocca che lo crucio!
“Ma non me.” – disse, alzandosi. – “Parlerò con l’avvocato. Voglio il massimo della pena per lui e non mi riferisco solo ad Azkaban.”
Narcissa lo guardò confusa.
“Soffrirà e lo farà tra mille patimenti.”e si ci sono ferite peggiori delle cruciatus vedre che cio a cui tenevi non esiste piu per colpa sua è gia una bella botta
“Vuoi cruciarlo?” – chiese, credendo che i patimenti di cui parlasse Draco fossero dolori fisici.
“Non mi sporcherò le mani per lui. Non più. Quando incontrerai Elrond?” – chiese, cambiando discorso prima che sua madre tornasse all’attacco.
“La settimana prossima.” – disse.
Draco la guardò: la severità nello sguardo era sparita per lasciare spazio ad una sana preoccupazione.
“Ehm… qui?”
Narcissa lo guardò stupita per un secondo
“Lo riceverò nella mia tenuta nello Yorkshire. Perché?”
Draco sospirò.Niente più segreti.
“Ho invitato Hermione Granger a passare le feste di Natale qui, al Manor.” – disse.
Narcissa lo guardò e annuì.“Avrei dovuto immaginarlo.” – disse, solamente. – “Non devi preoccuparti per la mia presenza qui, Draco. E poi non credo che sarei persona gradita per la signorina Granger.” – disse, riprendendo il contegno che l’aveva sempre contraddistinta.
“Questo perché ancora non ti conosce.” – disse Draco.
“E credo che per quello che le ha fatto passare la nostra famiglia, non lo vorrà mai.” – disse, con un sorriso tirato.
“Ha conosciuto me, che prima di tutti voi le ho dato contro. E ora verrà a stare qui per le vacanze di Natale.”
“Intendi parlarle?” – chiese la donna.
“Gli anni passati all’estero mi sono serviti molto.” – disse Draco, guardando il panorama, che offriva una suggestiva visione dei giardini del Manor completamente innevati. – “Ho imparato ad avere pazienza e a dare tempo al tempo affinché maturi le cose per poterle raccogliere al momento giusto.” – guardò sua madre e le sorrise, dispiaciuto. – “Ma una volta a Hogwarts, non so… è cambiato tutto.”
“Tutto cosa?”
“Siamo due adulti, ora. Non ci siamo presi a schiaffi appena ci siamo visti, lei almeno…” – disse, sorridendo divertito. – “… non so perché, ma ha accantonato quasi subito i pregiudizi che aveva su di me e io, beh… lo sai, no? Io la amo. Ci siamo conosciuti per com’eravamo veramente, lei sa alcune cose del mio soggiorno in Italia e io so alcune cose del suo passato. Abbiamo trovato conforto l’uno nell’altro e rispetto a quattro mesi fa siamo molto vicini. E io ho perso la pazienza.”
Narcissa lo guardò, incuriosita.
“Starle lontano per otto anni è stato facile, averla lì a portata di braccio un po’ meno.” – ammise.
“E’ forse successo qualcosa?” – chiese Narcissa, felice per il figlio.
“Ci siamo baciati…” – confessò un po’ a disagio. – “… ma c’è ancora tanta strada da fare. E mi sono prefissato per l’anno prossimo di rivelarle tutto. A partire da quel giorno qui, al Manor, quando è stata catturata.”
Narcissa annuì.
“Non posso dirti cosa fare o non fare, Draco. Sono certa che tu lo sai meglio di chiunque altro e che agirai seguendo l’istinto e anche la logica.”
“Lo farò.”
Cadde un velo di silenzio tra di loro, ma non era imbarazzato: era la felicità di essersi aperti definitivamente l’uno con l’altro.
“Non tenermi nascosto più niente, d’accordo?” – le ricordò Draco.
“Va bene. Ora va. Dirò a Elrond di mandare anche a te copia della corrispondenza relativa al divorzio.”
Draco annuì.
“Perdonami, ma devo rientrare. Ti voglio bene, mamma.”
“Anche io, tesoro.”
Draco si avviò verso l’uscita.

Ci si poteva smaterializzare solo fuori dalle mura di casa, un sistema di protezione che Lucius aveva adottato contro i prigionieri che, nonostante privi di forze, avevano trovato il modo di evadere dalle prigioni ed erano riusciti ad arrivare fino all’atrio.
Si smaterializzò e l’attimo successivo si ritrovò di fronte ai cancelli di Hogwarts.


e si la madre teme di poter essre d’intralcio per il figlio e sembra non avere nulla contro la sua relazione con la riccia .


Harry è ancora sconvolto sembra non volersi rialzare dopo la botta ricevuta , serve qualcuno che lo faccia uscire dall’apatia con le cattive se necessario , visto che le buone non hanno avuto effetto
A farlo è coli che spero possa sostituire Ron come amico .Nick dopo aver lasciato la sua bella bionda fidanzata serpe ha deciso che era ora di fare qualcosa per harry “Harry apri! Lo so che sei in casa!”
Nessuna risposta. “Harry? Harry avanti! Aprimi!”
Niente. “Harry non farmi sfondare la porta a calci! Sai che ne sarei capace!”
Nulla.
Harry era sceso in salotto e si era seduto sul divano, più che disposto a marcire lì sopra. Aveva riconosciuto la voce della persona che stava facendo tutto quel casino, ma non aveva la forza di alzarsi dal divano.
“E va bene! Te la sei cercata tu!”
Seguì un attimo di silenzio prima che un boato aprisse un buco sulla soglia di Grimmauld Place, nr. 12.Nemmeno lì Harry fece una piega.
“Reparo!” – urlò l’intruso.
La porta tornò al suo posto e con essa gli incantesimi di protezione.
“Ah eccoti qua! Allora, che intenzioni hai? Vuoi rimanere su quel divano a vita?”
“Nicholas, per favore…” – disse lui, sommessamente.
e si mentre si reca dall’amico ma non immagina certo di trovarlo in quelle pietose condizioni
Nicholas comprese al volo lo stato d’animo di Harry: se lo chiamava col nome intero significava che doveva stare parecchio male. Calmandosi, il collega Auror andò a sedersi sul tavolino di fronte all’amico.
Harry resistette molto poco.Scoppiò a piangere come un bambino e Nick gli fu subito accanto. Gli mise un braccio attorno alle spalle e lo fece appoggiare a sé.
“Oddio Nick!” – biascicò tra le lacrime. – “Cosa ho fatto?”
Il dolore era talmente lancinante che non gli permetteva di respirare correttamente.
Difronte al nuovo arrivato che pur essendo un suo amico non conosce la profondita del legame che lo legava a ron e a herm e quindi ai mille sensi di colpa e di dubbio che lo attanagliano non puo far altro che piangere come un bambino
Nick non sapeva cosa dire. Aveva assistito, sia come ospite sia come ufficiale chiamato a fare il saluto a Harry una volta uscito dall’abbazia, alla pietosa scenata di cui Weasley si era reso patetico protagonista. Non c’era niente da fare: lui le persone le sapeva giudicare dalla prima occhiata. Non si faceva scrupoli a cambiare idea in caso la prima impressione si fosse rivelata sbagliata, ma solitamente non accadeva mai, perché aveva la capacità di riconoscere subito i pezzi di merda dagli amici.Ma Weasley si era macchiato della peggiore delle azioni: aveva tradito un amico e non c’era azione peggiore di questa. Merlino si questo mi piace sempre più è il ragazzo adatto a daph la pensano nello stesso modo in molte cose ron in primis . Anche daph sembra molto protettiva verso gli amici
C’era da dire, però, che Nick era molto geloso di Harry. Non che fosse gay, ma fin da piccolo era sempre stato molto geloso dei suoi amici, specie di quelli con i quali stava veramente bene. Fosse stato per lui, li avrebbe tenuti chiusi in una stanza dove potesse accedervi solo lui e basta, ma crescendo aveva capito che doveva migliorare questa parte del carattere. Aveva cercato – a volte subdolamente – ad allontanare Harry da Ron, ma aveva notato che l’amico ci stava male così aveva smesso.Ah, avesse insistito! Gli avrebbe risparmiato tante rogne, in primis quella del matrimonio.
Gli veniva voglia di piangere con Harry, di sobbarcarsi tutto il suo dolore per permettergli di tornare a vivere. “Coraggio. Si sistemerà tutto.” Ma Harry sapeva solo piangere
be la gelosia di nick si è un po eccessiva ma non è certo di quella pericolosa e sono certa che è un buon amico su cui conare se necessario, uno che non ti colpisce alle spalle .
Mezz’ora più tardi, i due erano ancora seduti su quel divano.Nick aveva preparato qualcosa di caldo e l’aveva portato all’amico.“Coraggio, bevi.”
Harry accettò la tazza e la tenne in mano.“Dovevo darti ascolto Nick. A te e a Daphne.”
Nick, a quel nome, andò a solo un’ora prima quando si erano salutati in quel focoso modo.
“Anche lei ti ha detto di mettere Il Coso da parte?”
Se per Daphne Ron era Lo Stronzo, per Nick era Il Coso. Dio entrambi i termini vanno benissimo sia singolarmente che in copia
“Sì, ma non le ho dato retta.”
“Perché?”
“Lo conosco dall’età di undici anni, Nick. Mi ha sempre dato una mano e un’amicizia sincera.”
“Alla faccia della sincerità.” – disse ironico, mentre sorseggiava la sua cioccolata. concordo
“All’epoca lo era.” – rispose Harry, atono. – “Il mondo avrebbe potuto crollare ma se al mio fianco avevo Ron e Hermione per me non avrebbe fatto tanta differenza.” Be con lei sono concorde ma ron non fa niente!
“Gli volevi proprio bene…” – constatò Nick, senza fare battute di spirito.
“Era il mio mondo.”
“Che lui stesso ha distrutto.”
“Che lui stesso ha distrutto.” – ripeté Harry, sorseggiando la cioccolata.
“Ma se hai visto che lui era cambiato, perché lo hai tenuto lo stesso?” – chiese. Parole sante io lo avrei spedito a farsi un giro e ben lontano magari senza ritorno possibilmente!
“Credevo fosse lo stress del lavoro. Che avesse dei problemi di cui non voleva parlare…” – si giustificò. – “… mica andavo a pensare che era cambiato fino a questo punto!” – disse.
“Sì, ma se sia io che Daphne ti abbiamo dato pareri negativi, perché hai fatto di testa tua?”
“Mi sarei sentito in colpa se l’avessi fatto.”
“Quindi avresti preferito sposarti con un testimone di nozze che nel momento del bisogno sarebbe scappato a gambe levate piuttosto che sposarti e stare tranquillo nel caso tu e Ginny aveste avuto dei problemi.” Il senso di colpa deve averlo il rosso per averli traditi , mica lui! Ma ti immagini delle povere creature affidate a quell’imbecille tanto vale affidarli ai dissennatori o a dei mangiamorte è meglio!
A Harry venne in mente il giorno in cui Ron li aveva abbandonati. Se non se ne fosse andato, a quell’ora Hermione non avrebbe avuto tutti i problemi che aveva invece avuto.ecco se non tornava gia da li era meglio!
Non rispose alla domanda di Nick, che sapeva retorica.“Credevo… credevo che dargli un compito così importante lo avrebbe fatto rinsavire…”
be con certe persone funziana con altre come ron no!
“Dai Harry!” – lo riprese lui, stizzito da quella scusa. – “Uno non cambia perché gli dai qualcosa di importante da fare, anzi! Farà di tutto per rovinartela!” – Nick si calmò subito.
Harry non aveva bisogno di ulteriori pensieri.
“Dai, scusa… è che mi ha sempre dato una cattiva impressione e mi dispiace che a farne le spese sia stato tu.”
“Sì, lo so.” – ammise il moro. – “Volevo solo essere felice…” – mormorò, prossimo a un altro scoppio di pianto.
“E lo sarai.”
Ma Harry ci credeva ben poco…