«Scusi ancora, ci deve essere stato un equivoco» disse in riferimento alla donna di prima.
«Cosa?» rispose l’altra.
«Ha letto bene il nome della persona che devo incontrare? Harry» fece lo spelling del nome leggendolo sul foglio «Styles»
La donna la guardò spazientita, mentre nella stanza era calato il silenzio: tutti stavano ascoltando la voce di Cindy che aumentava d’intensità in modo graduale.
«Sono io» rispose una voce roca alle loro spalle.
Finalmente.
Cindy si voltò sorridente, e quello che si ritrovò davanti non potè che lasciarla a bocca aperta.
Non era possibile che la persona davanti a lei fosse proprio quell’Harry Styles. Insomma, Harry Styles era esistito solo nei poster delle teenager ai suoi tempi, non in carne ed ossa in tutto il suo… splendore?
Lo fissò incosciente, poi prese a guardare il foglietto, poi ancora lui e così via. Ci fu un minuto pieno in cui i suoi occhi guizzavano dal pezzo di carta bianco nella sua mano destra e la figura altissima davanti a lei.
Cosa ci faceva lui qui? O forse sarebbe meglio dire: cosa ci faceva lei in quel posto?