A volte c'è spazio anche per sentimenti che normalmente non ci sono.
Come quando arriva il sonno.

"Ricami di stelle sul cielo nero. Coperta oscura, rifugio d'ombra cucito per le anime stanche, per le membra sconvolte che nessuna guerra risparmia"
.
Controparte alternativa di un'altra mia breve Oneshot "Equilibrio".

Una storia "alla maniera di" Edgar Allan Poe.
Dal testo:
"(...)sfido chiunque a dire di conoscere un essere umano che intenzionalmente cerchi con ogni mezzo di mantenersi sveglio il più a lungo possibile! E non per paura dei mostri che nel sonno dall’oscurità circostante o da quella interiore potrebbero avventargli si contro, ma per orrore del sonno stesso!"

Ecco un'altra poesia con la parola 'sonno'.
Grazie ancora a chi legge e recensisce queste mie poesie che io trovo...come dire?
La mia non è modestia e quello che scrivo mi piace ma penso che, in parte, possa apparire banale.
A voi l'ardua sentenza!

La notte non sempre porta consiglio e di certo, a Saga non viene concesso il sonno dei giusti. La notte infatti è il momento in cui i suoi incubi si fanno reali.
Flashfic partecipante alla challenge #26promptchallenge indetta dal gruppo facebook Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart

Poesia creata per spiegare il mio voler restare incollato al letto così forte di questa mattina, che poi si é trasformata in un medioevale racconto del sogno stesso.
Buona lettura ;)

Questa poesia ha come argomento la morte

Il senso onirico di un veloce attimo nella sua mera descrizione.

C'è un sonno...

Anno dopo anno i protagonisti dei suoi incubi aumentavano considerevolmente di numero.
Morte dopo morte.
E così aveva trovato infine un’artificiosa soluzione.
Un inconfondibile mellifluo piacere, amaro e liquido, scendeva giù per la gola e annebbiava la sua vista. I suoi ricordi.
Una dipendenza inevitabile per la sopravvivenza di un’anima spezzata. Un involucro che trasudava sofferenza, malgrado cercasse di nasconderla dietro un incessante crudo cinismo.
Oh sì, c’era da aver paura a pensare ad Haymitch Abernathy.
[Seconda classificata al contest "Tim Burton: citazioni" indetto da Alex_J sul forum di EFP]

"E quegli orologi che mi ricordano un po’ te, ciò che realmente sei
sai, se fossi qui, ti direi
trovo emozionante ogni tua fragilità..."

"Artiglio le lenzuola come se potessero ricevere da una qualche divinità trascendente l’energia vitale per spiccare il volo. Fisso le mie falangi ceree e smunte arpionare la stoffa candida. Il pugno si serra in una nervosa convulsione del polso e quasi sento gemere le gracili articolazioni. Le vene violacee affiorano in superfice, creando un intricato disegno dalle sfumature indaco. Uno spasmo mi scuote i muscoli dell’avambraccio contagiando con un tremito tutto il mio corpo emaciato."
L'esistenza di una creatura in lotta contro l'incommensurabile rottura della pazzia.

Alla radio, la voce perduta di Reira canta il suo Winter Sleep, e Yasu si chiede se, da quando Ren se n'è andato, tutti loro non siano realmente rimasti bloccati nel gelo malinconico di quell'incantesimo.
Riusciranno mai a sentirsi di nuovo se stessi?
[Questa storia partecipa al Secret Santa 2024 indetto sul Forum Ferisce la Penna ed è un piccolo regalo per Persej Combe.]

Quando i tuoi fidanzati ti si ritorcono contro. Entrambi.

"La ragazza non riusciva più a capire quello che le stava succedendo intorno, aveva la vista annebbiata e sentiva solamente un dolore acuto su tutto l’addome, [...] i suoni iniziarono a farsi più confusi, sentiva la voce di suo padre, ma non riusciva a capire quello che stava dicendo, Conan continuava gridare e piangere. [...] La giovane ragazza cadde nell’oscurità più profonda e si addormentò."