Quarto posto del digicontest indetto da Roe Rory Hattori
C’era sempre stata una stortura in lei. Come se qualcosa, mentre ancora lei veniva masticata, fatta a pezzi e ri-costruita nell’utero, e prima ancora che fosse rigurgitata nel mondo fuori, fosse venuto a mancare. Come le persone che nascono con il labbro leporino o con quattro dita dei piedi o monche. Ecco, a lei mancava il senso dell’equilibrio. Non nel senso che non riuscisse a camminare dritta. Il suo problema era non riuscire a capire quando era la strada a essere dritta. Nella sua intera vita, pensava Takeru, Hikari si era sempre mossa obliquamente al mondo. Ignorando i limiti e spaccando gli argini. Lei non camminava sulla terra, pensò, la attraversava. Non delicatamente come ci si sarebbe aspettato da lei, ma lacerando e trascinando via i residui della sua dolce, violenta e inconsapevole distruzione.