E niente, l'asfalto scorre sotto i miei piedi. Scarpe logore, bucate, spaiate e l'ombra lunga del mio corpo che mi accompagna in questi viaggi spensierati..

Avrei dovuto creare una serie con queste poesie, solo che ora è troppo tardi...Raggrupparle tutte in un'unica categoria, sarebbe stato bello o forse solo meglio..Ma credo abbia un senso questo non rinchiuderle, tenerle attaccate le une alle altre. Sembrano mie creature e per tali, queste poesie devono restare libere. Libere di farvi incazzare, libere di farvi storcere il naso o lasciarvi qualcosa dentro..Sono poesie e io ci gioco con loro, le cambio, le do altre personalità diverse..

Le sbarre alla finestra, prigioni, visioni..umori storti, amori..parole nuove, mondi inespolrati.

Questo è un'altro pezzo di me, un'altra storia. Gioco con le mie poesie, le frantumo, le sbatto al muro..

Siamo arrivati alla puntata 17, come sono arrivato a questo punto? Nemmeno io lo so con certezza, so solo che seguo un flusso che mi porto dentro. Basta avere carta bianca e una penna, per poterla vedere uscire.

Economia di strada, poeti, papponi, ladri, prostitute..semplicità, arte viva, pulsante, definita, esamine..come un campo di mine, invece che margherite.

Non ho nemmeno una trama per questa poesia, sono solo parole lanciate dalla finestra...non scherziamo. Sono solo storie o forse cose che ho vissuto in altre vite. Ho forse sono solo stronzate, passatemi il termine. Incomprensibili perfino per i miei genitori e per i miei amici, o meglio loro le capiscono, le condividono ma altro non hanno da dire..già questa è la verità..

..........spero vi piaccia.........

Bastasse scrivere della tua bellezza, avrei già fatto tutto..Ma ancora quel verso mi sfugge, quindi scrivo in un contesto più periferico, più degradato, siamo disagiati noi..Siamo fottutamente spaventati del futuro imminente. La morte porta con se l'ansia di voler vivere ad ogni costo...Quindi dove andiamo? No so, ma dobbiamo andare..

Scrivo tanto ora che ho un sacco di tempo, ora che ho trovato il mio stile, ora sembra che io abbia tanto da dire. Quindi tiro fuori queste parole, senza aver bisogno di parlarne con qualcuno. E solo un grido il mio, irrompe nell'atmosfera assieme a quello di altri come me. E alla fine in questo coro stonato, c'è persino la mia voce.

Fatti un giro nel quartiere, sembra più un mondo a parte. Un luogo dove strani personaggi incontrano eroi bruciati dal tempo, lugubri, le facce mangiate, coperte da tagli, tatuaggi..Fatti un giro nel quartiere fra le sue maschere sincere.

Scrivere è orribile per gente come me, abituata a soffrire cosi tanto..

Il ventiquattro è il mio numero, lo dedico a voi, miei fratelli. E buffo il come ci siamo incontrati, come ci siamo uniti nel tempo. Ricordo ancora tutte quelle stronzate dette attorno ad un tavolo, le birre, i drink, le ragazze che cercavamo, i sorrisi, le riunioni, i discorsi profondi..Ricordo ogni cosa...

Fuori piove, senti che bel rumore.
Fuori c'e il sole, senti che bel tepore..

La testa china su questo foglio mentre,
Là fuori dalla finestra qualcosa risplende.