Ciao Blue e buon 2013!
E’ da tanto che non recensisco, non mi ricordo nemmeno da quanto ma questo capitolo dovevo proprio commentarlo, siamo di nuovo ad un turning point, da qui in poi tutto cambierà di nuovo….
Ti devo fare i complimenti, sei stata ancora una volta davvero brava a raccontare l’evoluzione dei personaggi che compongono il microcosmo che ruota intorno al Secret’s. In questo nuovo capitolo, un bel capitolo, un altro capitolo di svolta, ci sono dentro cose nuove sul personaggio “cattivo” della storia, il deuteragonista deputato del “buono”, Davide e i due si scontrano. In realtà non apprendiamo di nuovo su Tony Turner altro che spigolature, ma per l’appunto c’è un proverbio che dice “il diavolo di nasconde nei particolari” e così scopriamo che Tony Turner è ricco di famiglia e colto e istruito e sensibile, uno nato con tutte le cose migliori a disposizione e la migliore predisposizione di spirito, uno che voleva fare il medico per “vocazione” al bene dell’umanità insomma uno che si sarebbe idealmente potuto etichettare come perfetto. Poi nella sua vita entra Peter che non è perfetto che forse lo ama, non lo sappiamo mi pare, sappiamo che Tony ama Peter ma non sappiamo cosa prova davvero Peter per Tony, da quando lo incontra a quando muore lontano da lui senza volerlo nemmeno vedere. Sappiamo che Davide ricorda ma non vuole dirlo a Tony, che Peter è morto forse senza rivolgere neppure un pensiero all’uomo che lo amava così tanto, comunque senza mai nominarlo, senza volerlo vedere e ci chiediamo istintivamente perché. Perché? Quante volte mai se lo sarà domandato Tony? Perché l’amore può essere a senso unico, forse. O forse perché Peter non accettava la sua malattia e l’idea della morte e perciò, forse, non riteneva di dover rivolgere pensieri o parole a quelli che non accettava di dover lasciare. Io penso piuttosto perché nel suo rifiuto, nella paura e insieme nel rifiuto non semplicemente della fine ma, intanto, di quello che la malattia lo aveva fatto diventare, non più bellissimo, non più perfetto, Peter non se la sentiva di affrontare gli occhi di chi lo aveva messo su un piedistallo di perfezione, di adorazione.
Forse Tony amava davvero Peter, io personalmente propendo senz’altro per il si, tutto quello che fa è legato al ricordo di Peter e dimostra l’esistenza in lui di una ferita enorme e mai guarita un buco nella sua anima tanto grande che ha paura possa ingoiare lui stesso. Ma Peter cosa percepiva di questo amore? Penso che possa aver provato, soprattutto alla fine, una grande paura di non essere all’altezza di tanta adorazione, di non esserlo più, di essere precipitato da un piedistallo sul quale si era ritrovato suo malgrado senza nemmeno rendersene conto.
La stessa paura che forse ha provato anche Simone mentre avvertiva crescere dentro di sé il disagio per la vita che si sforzava di vivere, modellata sulle aspettative degli altri, paura di non essere più all’altezza di sé stesso o, meglio, dell’immagine di perfezione proiettata fino a quel momento, di non corrispondere più ad un modello ideale. La paura non del cambiamento ma delle conseguenze, il bisogno di liberarsi dal personaggio del Simone perfettino e la paura di non farcela ad affrontare le incognite e le sfide di un futuro tutto diverso da quello immaginato e costruito fino a quel momento, soprattutto negli occhi degli altri. Molto spesso l’amore è la spinta decisiva al cambiamento ma molti amori finiscono così, proprio quando ci si toglie la maschera. Dal momento che Simone ha perso la sua maschera crede che non ci sia nessuno che possa apprezzarlo per come lui è adesso, poiché lui stesso per primo non si apprezza. Improvvisamente quello che premeva dentro di lui è esploso e Simone si è trovato a non sapere più nulla su sé stesso, ma se mentre lui non sa più chi è gli altri vedono lo stesso Simone, il corpo di Simone, ma non è più lui: ora appare strano, è “cattivo”, “traditore”. Simone dal momento in cui è entrato in crisi, dal momento in cui la sua vita perfetta si è incrinata non ha avuto l’aiuto di nessuno. Christian non lo ha aiutato, non sapeva come fare certo ma intanto non lo ha aiutato non lo ha protetto. Né poteva farlo Valentina o Davide, e nemmeno Ivan che dei tormenti del cugino non si è nemmeno accorto. L’unica che in qualche modo gli ha prestato soccorso è stata Chiara, un soccorso però del tutto inadeguato. Christian si è sentito tradito da Simone come se il suo amico avesse avuto una scelta nel momento in cui si è lasciato coinvolgere da Turner. Ma Simone non aveva scelta perché era del tutto impreparato di fronte allo tsunami che vedeva confusamente arrivargli addosso da una direzione indistinta. Eppure proprio a Christian Simone si era rivelato per primo e solo a lui aveva confidato il ricatto di cui era stato vittima, a lui aveva cercato implicitamente di chiedere aiuto dinanzi al nuovo sé stesso. Christian non ci ha neppure pensato che Simone quello forte e perfetto potesse essere in crisi avere bisogno di aiuto, di aggrapparsi a qualcuno. Quando ha cominciato a cambiare, quando ha intrapreso la strada che lo porterà a scoprire quello che è veramente e ad essere sé stesso Simone è rimasto da solo. Ora Simone è solo e l’unico a cui possa aggrapparsi è Turner, l’unico che possa leggere, capire, trattenere, contenere, imprigionare, comprendere, il vecchio e il nuovo Simone nello stesso corpo, negli stessi occhi, nelle stesse paure. E allora Simone non può fare altro che aggrapparsi e Turner con tutte le sue forze, che vivere nel terrore di essere lasciato da lui.
E’ amore? No, è paura pertanto non può essere amore, anzi è la negazione stessa dell’amore.
E Turner lo ama? No anche la sua è paura.
Riuscirà Simone a salvarsi? Non ho dubbi che ce la farà, è un carattere molto più forte di quanto non sembri ad un primo sguardo. Simone il perfetto figlio, il perfetto cugino, il perfetto fidanzato, il perfetto amico, il perfetto studente, Simone che ha ceduto al ricatto di Turner perché voleva scoprire il lato oscuro di sé, voleva cadere dal piedistallo e cominciare a “sentire” veramente.
E Christian? Paradossalmente non mi fa tanta pena, al momento in cui ha visto uno spiraglio nella vita di Simone è entrato a gamba tesa, e non è stato (o non è riuscito ad essere) di nessun aiuto, anzi ha spinto sull’acceleratore della destabilizzazione, non è stato troppo a pensare a come poteva sentirsi l’amico di sempre, eppure era lì, l’unico testimone di tutto ma proprio tutto quello che ha passato Simone, dal ricatto di Turner con la paura della fine dei suoi sogni di carriera alla fine del rapporto con Valentina con la paura di perdere tutto il futuro immaginato e costruito fino a quel momento. Simone ha avuto lo stesso alla fine il coraggio di mettersi in gioco di deludere tutti o meglio le aspettative che tutti, genitori, fidanzata, amici e perfino Christian avevano su di lui, ha acceso la miccia e ha fatto scoppiare la bomba. E adesso? Christian avrà finalmente il coraggio di affrontare il vero Simone e non l’avatar perfetto di cui pensava di essere innamorato? Riuscirà a rendersi conto che stavolta è il suo amico ad avere bisogno di lui? Prima si piangeva addosso per il suo amore infelice (e riteneva che questo fosse un validissimo motivo per scopare qualunque cosa si muovesse) adesso si ritiene infelice perché il suo amore lo ha tradito, smetterà alla fine di commiserarsi? Perché se solo smettesse per un attimo potrebbe provare a guardare le cose per come stanno e capire che c’è pure qualcosa che lui deve fare adesso.
E adesso mi devo fermare per mancanza di tempo.
Ancora complimenti. A presto.
York |