Credo sia doveroso iniziare con: buon compleanno! Definirti anticonvenzionale pare quasi un eufemismo, ma non starò qua a cercare parole più adatte, perché mi preme molto di più lasciarti, finalmente, una mia recensione. Non ho voluto lasciarla sui capitoli precedenti, perché mi sembrava quasi ingiusto rivangare qualcosa che si è cristallizzato nel passato nella sua imperfezione, quasi non ne avessi il diritto io, che sono arrivata dopo e che mi sono innamorata dell’opera così com’è – un po’ come si faticherebbe a criticare un maestro molto ammirato, perché in virtù di quell’ammirazione anche le imperfezioni da lui compiute sembrano al posto giusto, perfette proprio così come sono.
Prima di iniziare, però, lasciami scrivere ancora un paio di parole:
quando ti ho risposto al messaggio, stamattina, non avevo ancora visto il capitolo, ma è stato proprio scrivendoti la risposta che ho avuto un mezzo presentimento e così sono andata sul tuo profilo, a controllare; ho cercato di non sperarci troppo, non ti ho chiesto se avessi intenzione di continuare la storia nel messaggio, per due motivi: innanzi tutto mi sembra estremamene irrispettoso nei tuoi confronti, che non sei obbligata a nulla e ritengo già un privilegio che tu ci abbia concesso di vedere qualcosa di tuo; come seconda cosa, credo che in 101 capitoli tu abbia lasciato trasparire l’anima dei tuoi personaggi e questo ha portato noi lettori a conoscerli, quasi fossero buoni amici, permettendoci così di intuire i loro pensieri e le loro azioni, per questo non ho mai visto come una cosa fastidiosa che la tua storia fosse incompleta – non che non volessi che tu la continuassi, anzi –, semplicemente perché conoscendo così a fondo i suoi personaggi so che anche quando metterai il punto fine alla storia loro continueranno a vivere e ad agire, proprio come se un punto, alla fine, non potesse mai esserci.
Ultima cosa che voglio aggiungere: non so come mai, ma mi sei sempre sembrata vicina e al contempo estremamente lontana, in un’altra dimensione quasi, quindi sentire il riferimento alla quarantena mi è parso irreale, come se prima ti potessi vedere attraverso un vetro e adesso tu fossi venuta a picchiettarci sopra con il dito.
Detto questo, direi che è il momento di passare ai fatti:
non commenterò tutta la storia, un po’ per quello che ho scritto sopra e un po’ perché tutto quello che avevo da dire in merito spero tu l’abbia intuito leggendo i miei precedenti messaggi, così mi limiterò a commentare in modo più oggettivo possibile questo capitolo.
Ho trovato il capitolo piuttosto denso, questo compensa per la sua brevità, che alla fine ho apprezzato, perché trovo che permetta di metabolizzare meglio quanto succede, focalizzare un aspetto di Albus che fino ad ora era emerso solo tra le righe, mai in maniera così esplicita, e non da ultimo, considerando il tempo trascorso dall’ultimo capitolo – cosa che non mi riguarda, ma cerco sempre di vedere le cose a 360° -, perché un capitolo breve permette di riprendere le fila del discorso andando indietro di qualche capitolo e di riabituarsi ai personaggi e alle loro dinamiche.
È normale che lo stile cambi negli anni, trovo però che tu sia riuscita a mantenere una coerenza apprezzabile tra l’ultimo capitolo e questo – andando a rileggere il primo, ovviamente, le differenze sono più sensibili, ma nulla che infici la qualità del testo e anzi, aiuta a dare l’impressione di crescere insieme ai personaggi.
La cosa che noto maggiormente – sono una lettrice piuttosto ossessionata dai dettagli, quindi non badarmi troppo –, è la punteggiatura, che trovo più fitta rispetto agli altri capitoli, specialmente per quanto riguarda il punto fermo. In merito a questo, ho due riflessioni da fare: da un lato lo trovo adatto al genere di capitolo, più introspettivo, dall’altro, è comprensibile che qualcuno possa trovare la lettura poco fluida, cosa che, a mio avviso, non è necessariamente negativa e trovo si sposi bene con il dialogo infarcito di sprazzi di riflessione dei personaggi stessi, forse un po’ confusi loro stessi, perché si stanno un scoprendo nel confronto con l’altro, o meglio, Loki lo sta facendo più che altro – correggimi se sbaglio –, mentre Albus resta sempre piuttosto impenetrabile, ma è questo il motivo per cui lo amiamo, no? Credo dipenda dal fatto che lui stesso, forse, fatichi un po’ a capirsi.
Parlando sempre di Albus, ritorno su quanto dicevo prima: nuovo aspetto. Credo che un Albus diverso sia iniziato pian piano a emergere sin dai primi incontri/scontri con Loki, ma in questo capitolo, per la prima volta, lo vediamo prendere l’iniziativa con un’interazione anche fisica, lo vediamo nei panni del seduttore – ben lontano dal senso più superficiale del termine, sia chiaro – e devo dire che è più che mai affascinante e sempre più disturbante.
C’è anche un Loki diverso in queste righe, se vogliamo essere precisi, però, a differenza di Albus, non me la sento di essere convinta sulla correttezza del termine “diverso”; che Loki fosse ben più morbido – e, per favore, non fraintendermi il termine – di quanto appare mi pare sia evidente già da diversi capitoli, forse la vera rivoluzione di questo capitolo è che inizia ad intuirlo lui stesso.
L’unico dubbio del capitolo, sebbene io voglia aspettare a prendere posizioni in merito, perché 101 capitoli della tua storia mi hanno fatto capire che difficilmente lasci in sospeso qualcosa – magari riprendi la cosa dopo 50 capitoli, ma la riprendi, e più aspetti a riprenderla, più ti adoro – è il dialogo su Lukas: c’è un punto in cui mi sono persa, “Aveva amato Lukas profondamente, ma non l'aveva mai desiderato. Non in quel modo. Ed era fastidioso quel tono insidioso…”, quindi, deduco, Loki deve aver percepito che Albus pensa che tra i due ci sia stato qualcosa di più? – scusami la frase contorta, ma non so bene neanche io cosa ho capito.
Al di là di questo, ho amato come – mi riferisco allo stesso pezzettino di prima – si intuisca che Loki stesso non sappia comprendere così bene cosa si muova dentro di sé a causa di Albus, perché se ne senta così attratto.
Restano da fare solo delle annotazioni puramente grafiche dovute a sviste più che comprensibili, che però ti appunto, sempre perché sono ossessiva-compulsiva:
“Se ti vedesse tuo padre”, “No, non credo proprio”, “questo tuo immotivato tentativo di salvare me, non lo riporterà indietro”, “Bugiardo”
hai sempre posto il punto alla fine delle affermazioni di discorso diretto e per coerenza grafica dovresti inserirlo anche in queste, oppure toglierlo nelle altre.
Spero io sia stata esaustiva, perdonami se, come al solito, sono troppo prolissa, ma non posso farne a meno quando mi appassiono alle cose.
Ti prego, non dubitare mai delle tue capacità e non dimenticarti che un’evoluzione, in ogni caso, c’è sempre, che tu te ne accorga o meno.
Baci,
Nyr |