Ave,
torno da una giornata stressante, vedo su facebook che hai aggiornato e mi dico "ah, che bello" e per un attimo ci credo davvero nel relax della lettura, ti metto like quasi a cuor leggero. Poi ricordo ciò che avevi detto del capitolo, perché purtroppo la mia è una magnifica memoria di merda. Cioè, è una buona memoria, e per questo la trovo irritante. E nella mia memoria c'era spazio anche per quel "NON APRITE QUELLA PORTA" che avevo scritto nella recensione al 117. Dicevo, pur ricordando il dolore preannunciato, non ho trovato la via per arrivare qua ostruita ed ho corso metaforicamente con un solo click. Click. E niente, è così che sono arrivata. Click. Ed ho letto. Tutto d’un fiato. E non riuscivo a respirare, ma dovevo continuare, in apnea. E per una volta vorrei essere una recensora seria, farti un sacco di appunti e dirti un mucchio di cose profonde, essere di nuovo la persona mediamente riflessiva che sono stata fino a un’oretta fa. Ma non ti posso promettere niente e difatti non sarò né seria, né profonda, né riflessiva, sarò la me stupida. In compenso la me stupidamettere tante parole in fila… non nella vita di tutti i giorni, quello no, lì sono mediamente abile nell’arte dell’esprimere concetti con relativamente poche parole. Vado avanti, va bene, il tempo passa e di solito il delirio arriva solo alla fine delle recensioni e non va bene che sia qui a metà recensione. Sciò delirio, sciò, devo esprimere concetti.
Insomma, Loki a me non è mai dispiaciuto, credo di avertelo già detto di aver da subito gradito la sua ampia scala di grigi, e stavolta mi hai frantumato il cuore. Perché arriva cruda, tutta quella mole di violenza che non smette mai di accompagnare la vita di Loki. E sì, ci sono i momenti in cui fanno capolino la dolcezza e l’affetto - concretizzati quasi del tutto nel nome di Lara e le sue emozioni che sbucano - ma c’è l’abuso, c’è il dolore, c’è il senso di colpa, tutti costanti e cronici.
E questo capitolo è meraviglioso quanto crudele, nel tratteggiare Loki. Credo sia il mio capitolo preferito (chiedi scusa a Sam da parte mia: non va bene che la mia preferita non sia nel mio capitolo preferito). Non hai spettacolarizzato niente e forse questo aspetto è ciò che mi piace di più in quello che scrivi. È ineluttabilmente così che deve andare e non ci sono zuccheri da aggiungere per rendere meno amaro il boccone. Non ci sono nemmeno sciroppi d’agave né dolcificanti strani, manco datteri frullati. Sciò delirio, ho detto che devo finire. Dicevo, trovo davvero interessante come non ci siano parole di troppo, nessuno stucco barocco letterario, è così e basta. È successo. È stato. Fine.
Ah, anche se la tentazione è forte non ancora posso far subentrare la mia personale sigla finale di disagio (il carosello del delirio, io che ti saluto con ansia e affetto blablabla), anche se mi chiama forte come un canto di sirene, non prima di aver elogiato la potenza della narrazione delle emozioni di Albus in questo capitolo. Anche prima della sequenza del sogno, certo, quando emergono solo le sensazioni mutilate, ma che climax hai costruito durante il sogno, quando le emozioni, risuonando in quelle di Loki, crescono in una galoppata che lascia senza fiato e poi esplodono e lasciano Albus sopraffatto. Boh, lo senti questo clapclap? Sono io che batto le mani a distanza di km. Ho un clap molto potente, sì.
Bene, dovrei averti detto tutto ciò che di serio dovevo dirti. Credo. Non lo so, la prossima volta farò una recensione tenendo aperto un foglio word accanto in modo da poter prendere appunti in diretta. Temo di aver tralasciato qualcosa, ma di aver lasciato dei rospi-refusi a saltellare e a gracchiare in questa recensione. Bene, scusa, ciao, vado, stavolta salto come un rospo. Cra.
Sempre salutandoti con ansia e affetto,
me medesima fedele recensora tua
p.s. nomen omen, il capitolo era 118 e mi ha proprio fatta esclamare "CENTODICIOTTO". |