Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 1539 recensioni.
Positive : 1537
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Master
01/01/23, ore 14:47

Veramente epico questo Capitolo, splendido. L'ego di Napoleone è talmente deformato che non si rende conto che sta portando tutti alla rovina e migliaia di persone alla morte. Alain ormai è disincantato, anzi capisce che il mondo starebbe meglio senza un tale tiranno, ma per un caso non riesce nel suo intento. Bernadette, intanto, sta meglio e forse si fidanzerà. Le truppe di Napoleone perdono anche in Spagna e l'imperatore torna di corsa a Milano.... Ci aspetta un finale pirotecnico e, naturalmente, curato e imperdibile. Complimenti e a presto! Buon anno.

Recensore Master
01/01/23, ore 09:35

Avevo riconosciuto i personaggi di Guerra e Pace, un romanzo che amo! Napoleone si sta distruggendo con le sue stesse mani.. ma il problema è che sta sacrificando anche i suoi uomini. Che delusione, stiamo finendo.. non è che avresti un sequel? Mi piacerebbe vedere i nipoti di Oscar nell'era Vittoriana.

Recensore Master
10/11/22, ore 10:41

Ciao Agrifoglio. Un titolo del capitolo potente. Ho letto con interesse quanto scritto riguardo Jeanne. Mi ha colpita quanto abbia detto André riguardo Alain nell'andare in guerra ogni volta che si ha un dolore. Ho letto con partecipazione il dialogare tra Oscar e André e anche Alain é nei loro pensieri come é normale che sia oltre ai tanti che hanno. Ho immaginato il Tenente de Ligne con lo sguardo frastornato. La parte che ha catturato di piú la mia attenzione in questo capitolo é stata quella con Jeanne e Rosalie. Emblematico quel grazie di quest'ultima nel finale. Bello l'incontro tra Bernadette e il Marchese, mi ha emozionata. Un finale di capitolo gioioso con la Francia che avrá un erede al trono. Mi é piaciuta l'espressione con gli occhi raggianti della Regina in questo momento, come scritto, che ha scaldato i cuori e che predispone gli animi alla speranza. Complimenti per la fantasia nello scrivere riguardo tutti questi intrecci tra personaggi e situazioni. Al prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 10/11/2022 - 10:43 am)

Recensore Junior
10/11/22, ore 00:46

Questo capitolo si apre con la scoperta di una gravidanza e si chiude con l’annuncio di un’altra. In mezzo c’è la forza della vita.
La forza della vita fluisce prepotente nelle arterie e nelle vene di Jeanne de Valois de la Motte. Dopo il crollo del convento, con forza erculea attinta chi sa dove, si è liberata del peso del corpo del marito e delle macerie ed ha trovato, nel buio e tra mille difficoltà, l’accesso al passaggio segreto usato dai monaci del medioevo. Lo ha percorso con le ultime forze che aveva in corpo, consapevole che tutti quegli sforzi si sarebbero potuti rivelare inutili perché il soffitto le sarebbe potuto crollare in testa o le guardie si sarebbero potute appostare all’uscita ad attenderla ed arrestarla. All’uscita invece trova la vita ad attenderla col raggio di sole che si fa largo tra le nubi di piombo e quelle mani graffiate e piene di lividi levate al cielo.
In quel momento sente una nuova vita nel suo ventre e, quando ne ha conferma, tenta l’impossibile e vince. Con le sue arti convince il cardinale de Rohan che non fu colpa sua il coinvolgimento di lui nell’affare della collana e, soprattutto, che il padre del bambino è lui e non il defunto Nicolas de la Motte. In questo modo assicura a sé ed al bambino una vita principesca. Arrivata la maternità, che per la sua condizione di donna sola sarebbe potuta essere un intralcio e che lei invece tramuta in una risorsa, plasma il figlio a sua immagine e somiglianza e, per la sua identità svizzera, sceglie il nome di Eva, la madre di tutti i viventi.
Scopre l’esistenza di due tesori in due momenti diversi e fa di tutto per accaparrarseli, riuscendoci in parte, seducendo e tramando per reperire notizie o per salvare il figlio dall’ira di Alain.
Restituisce una vita a Bernadette, mettendo con le spalle al muro il debosciato e vigliacco tenente de Ligne e riesce infine in un’altra missione impossibile, quella di recuperare una parvenza di rapporto con la sorella nonostante ciò che le fece in gioventù. Ci scherza sopra così come scherza sopra ai motivi che la indussero a sposare Nicolas, ma su una cosa ha ragione: quando le cose virano troppo sul drammatico bisogna sdrammatizzare.
La forza della vita è anche e soprattutto in Rosalie che si è dovuta reinventare non si sa quante volte e che, su quella carrozza nel freddo di novembre, indaffarata, infreddolita e senza guanti, ha trovato la forza di perdonare o perlomeno di venire a patti col suo passato.
La forza della vita induce Oscar a mentire nel rapporto della missione per consegnare ad Alain una speranza di sopravvivenza. Lei è una donna integerrima e di specchiata onestà, ma dire la verità significherebbe rendere pubblica la leggerezza di Alain e consegnarlo inerme all’ira di Napoleone. Lei ha tentato fino all’ultimo di dissuaderlo dal tornare in guerra, illustrandogli tutti i motivi della sua perplessità, ma Alain sembra avere smarrito la forza della vita. A mali estremi, estremi rimedi, quindi ed Oscar è costretta a commettere un secondo falso, come fece un tempo con Bernard. André la capisce, la consola e naturalmente approva.
La forza della vita irrompe alle terme di Vichy dove tre ragazze poco più che ventenni, con la loro gioventù, attirano l’attenzione dei vari fruitori delle acque, presi dai loro acciacchi e dal loro mal di fegato. Potere della gioventù che però non sempre gradisce la vecchiaia (e nemmeno l’infanzia turbolenta) come testimonia l’insofferenza di Antigone.
Sempre la forza della vita avvolge Elisabeth Clotilde de Girodelle alla fine delle sue peripezie amorose e le svela una realtà che la salva da una monacazione senza vocazione e la consegna al suo amore di infanzia. Un’aria di Bach ed un’amica ingombrante, ma sincera la inducono a confidarsi ed a prendere il coraggio a due mani, così da poter affrontare un dialogo doloroso ed imbarazzante con la madre e da scoprire la romanzesca verità: non è il frutto di un adulterio, ma la figlia legittima di due genitori che però non erano quelli che lei aveva sempre considerato tali. Un dolore che si tramuta in gioia e che coinvolge anche due genitori che avevano rinunciato ad essere tali molti anni addietro. Purtroppo ogni gioia ha il suo prezzo ed in questo caso ha come contraltare la rinuncia di madame de Girodelle che, prima con la vedovanza ed ora con questo dolore, si vede gradualmente abbandonata dalla forza della vita.
Soltanto apparentemente risolta è la situazione di Bernadette che sebbene sia stata liberata dalle angherie del tenente de Ligne – ma lei ancora non lo sa – non impiega molto a capire che per lei le cose sono destinate ad essere molto più in salita che per Antigone ed Elisabeth Clotilde de Girodelle. Bernadette è di nascita plebea, ha parentele non molto raccomandabili ed ha commesso un unico sbaglio fatale che per la mentalità dell’epoca la penalizza tantissimo senza che nulla possa sopperire: una ricca dote, un nome blasonato da esibire, parentele illustri che facciano la differenza nel mondo. Bernadette ha soltanto se stessa, una brava ragazza istruita, buona, bella, di sani principi, ma purtroppo un po’ sfortunata. Non si fa soverchie illusioni perché ha imparato e perché non vuole soffrire ulteriormente. Andrà avanti senza progredire, guardando le amiche andare all’altare da una terza o quarta fila laterale, prendendosi cura dei loro figli ed indossando i loro abiti smessi. Un lusso per una ragazza del popolo, soprattutto pensando alle condizioni di vita dell’epoca, ma Bernadette vorrebbe qualcosa di più di una comoda sistemazione materiale. Vorrebbe un cuore da amare e che la ami, ma si sente come Icaro, con le ali bruciate e caduto dal cielo dopo un folle e pretenzioso volo. Lei non è stata pretenziosa, ma soltanto molto ingenua perché se fosse stata davvero ambiziosa si sarebbe comportata in modo molto diverso, ma allo stato attuale non fa molta differenza, perché lei è comunque fuori dai giochi. La forza della vita però scorre pure per Bernadette, a lei convogliata dalla madre che non ha mai smesso di amarla e proteggerla. Davanti all’ingresso delle terme, avvolto dalla nebbia, il marchese de Saint Quentin la attende dopo avere saputo da Rosalie tutto quello che le era successo. La ragazza non osava ambire a lui per la differenza di classe e perché il suo attuale stato la induceva a disperare. Non voleva inoltre la riedizione delle sue due precedenti storie. Questa volta, però, le cose sembrano destinate ad andare in un altro modo nonostante il marchese parli di amicizia.
Nessuna forza della vita c’è invece nel matrimonio del tenente de Ligne e della sua orribile – non solo nel fisico – consorte. Lui cercava la sistemazione economica mentre lei voleva un trofeo da esibire a compensazione della sua bruttezza. Tutto quello che hanno ottenuto sono i cocci di un’unione mai nata e che d’ora innanzi avvelenerà entrambi. Lui sarà privato delle sostanze, guardato a vista e tiranneggiato dalla moglie e dai suoceri cui farà da schiavo. Lei non potrà più trastullarsi col suo giocattolo rotto che si troverà perennemente accanto ad imperitura memoria dello smacco subito e dell’abbaglio preso. Quel matrimonio le ricorderà sempre la sua bruttezza, la sia idiozia e che un giorno ci fu un’altra donna molto probabilmente meno ricca, ma più bella con cui il marito avrebbe voluto sostituirla.
Il capitolo è molto bello, ricco di sentimenti, di eventi, di spunti di riflessione e di tanta vita. Vorrei sapere cosa accadrà dopo.
Green Tourmaline

Recensore Junior
09/11/22, ore 13:31

Un altro capitolo eccezionale cara Agrifoglio che ci mostra la forza della vita in tutte le sue declinazioni
Il capitolo inizia con Jeanne de Valois che malgrado tutto sopravvive all’esplosione dell’antico convento grazie a quel marito tardo d’ingegno ma pur sempre valido come scudo umano ahahahahah!!!!!!!
Jeanne sembrava stanca della vita al punto da meditare un omicidio suicidio ma quando casualmente le cose sono andate diversamente e l’esistenza le è stata risparmiata ecco che riemerge la vecchia Jeanne ostinata combattiva ,feroce ed attaccata alla vita come un politico alla poltrona ahahahahah!!!! E’ un’immagine plastica efficacissima quella di lei che tenta disperatamente di scrollarsi di dosso il cadavere del marito e le macerie , che cerca una via di scampo tra le pietre, che scava ,trova l’antico cunicolo e lo percorre tutto senza pensare ai rischi E’ anche un’immagine efficacissima quella di Jeanne uscita dal cunicolo che alza le mani al cielo e proprio in quel momento si accorge della nuova vita che le cresce in grembo
Non si arrende mai così come tra le macerie del convento e si rivolge di nuovo al cardinale de Rohan che contro ogni scommessa riporta dalla sua parte. Scarica tutta la responsabilità sul marito ( tanto è morto e non si ribella ahahahahah!!!!) e con moine lacrime e suppliche riprende la relazione con lui e gli fa credere di essere il padre del bambino Che portento questa donna!!! In genere si fa credere al marito di essere il padre del figlio dell’amante ed invece Jeanne fa credere all’amante di essere il padre del figlio del marito ahahahah!!!!!
La scelta del nome von Alois che neppure anagramma Valois ma lo contiene senza spostarne le lettere ma nascondendolo dietro una diversa pronuncia è azzeccatissima così come è azzeccatissima la scelta del nome Eva
Vediamo come hanno fatto Jeanne ed il figlio a sapere dell’esistenza dei due tesori e come ha fatto il conte di Compiègne ad apprendere dell’esistenza del tesoro dei giacobini.
E se Jeanne – Eve si è data da fare per placare gli animi esacerbati di Alain e di Giselle non l’ha fatto per gentilezza ma per evitare al figlio le ire di Alain
Dopo quest’antefatto incontriamo finalmente madame de Ligne che definire brutta non rende l’idea .La descrizione che ne fai è impietosa sia nel fisico che nel carattere. Come è scritto in altre recensioni questa caricatura di dama dell’alta società si rende ridicola a scimmiottare le belle donne ed a civettare con Albrecht von Alois che non so some si sia trattenuto dal ridere di lei Che figura ,io quasi mi vergognavo ed arrossivo per lei ahahahahah!!!! Albrecht von Alois sta al gioco e poi le consegna le lettere che aveva rubato a Bernadette ed ecco che esplode il caos per non dire di peggio ahahahah!!!!!! Il malcapitato marito arriva e lei che è voltata di spalle si gira di scatto e gli scaglia le lettere addosso!!!!!!! Ahahahah!!!!!!! Ha un bel giustificarsi lui ma non c’è trippa per gatti perché l’evidenza lo inchioda alle sue responsabilità ed arriva immancabile la punizione Colui che ha barattato la felicità col denaro si dovrà far bastare la paga di tenente ed un modesto spillatico di cui dovrà puntigliosamente rendere conto!!!!! E ci sarà anche il comandante del reggimento a fare da spia!!!!!!!! Poveraccio peggio di così non poteva andargli così si impara ahahahahahaha!!!!!!!! Il pagliaccio ha finito di correre la cavallina!!!!!!!!
Scopriamo anche il dopo Corsica .Alain addolorato per essere stato turlupinato in amore torna a combattere anche perché non ha più il tesoro cui fare da guardiano ed Oscar fotoshoppa il verbale per alleggerirne la posizione agli occhi di Napoleone che notoriamente non sopporta gli incapaci E’ molto attento e premuroso Andrè ad accorgersi del disagio della moglie così retta ed integerrima a commettere falso ideologico ma il fine giustifica i mezzi come in passato per Bernard. Alain rischia comunque di vedersela più brutta di madame de Ligne ahahaha!!!!!! Perché la sua posizione è solamente alleggerita ma non risanata ed ultimamente Napoleone ha un diavolo per capello
Mi è piaciuta moltissimo la scena dell’incontro delle due sorelle nella carrozza . Rosalie ha già un diavolo per capello perché si è scordata i guanti a casa ,deve completare le commissioni e quel babbeo di George ha lasciato la carrozza in balia dei ladri di cavalli. Sale in carrozza e chi ci trova? Il botta e risposta è un capolavoro da tragicommedia con le due che si punzecchiano e si accusano di tutto di più e si rinfacciano qualunque cosa ma sempre con stile e senza mai trascendere Diciamo che il conflitto è sotto traccia e temperato da ritegno ed ironia .Jeanne voleva degli spettatori per la sua prodezza ed ottiene un ringraziamento a denti stretti L’atmosfera è quella giusta e ci mette in evidenza il modo disinvolto e sicuro in cui Jeanne agisce, appare e scompare a suo piacimento neanche fosse Diabolik C’è anche molta malinconia ,in Rosalie sicuramente ma anche in Jeanne .Di sicuro lei non farà mai un mea culpa e non cambierà ma la consapevolezza di avere condotto una vita che l’ha resa diversa dagli altri e che l’ha distanziata da tutti ci sarà sempre Il magone le passerà quando tornerà in mezzo alle montagne di oro gemme e diamanti ahahahahah!!!!!
Le terme di Vichy sono uno scenario incantevole .Antigone è una castigamatti come nessun altro al mondo e ne ha per tutti Vecchiette lamentose ,anziani col mal di fegato bimbe pestifere ,nessuno si salva dalla sua lingua tagliente ed un pochino biforcuta Ecco però che un’aria di Bach risveglia tristi ricordi in Elisabeth Clotilde de Girodelle e le suscita la commozione Immancabile arriva la confessione : lei pensa di essere un’illegittima perché questo ha colto da una conversazione tra la madre ed Oscar .Antigone la invoglia a tornare a casa ed a cercare un chiarimento che di fatti avviene puntualmente Madre e figlia si parlano in un clima tranquillo ma pesante e malinconico . La ragazza è stata “adottata” dai Girodelle mentre è figlia della regina Maria Antonietta e del conte di Fersen che erano sposati anche se morganaticamente ed in segreto e quindi lei non è un’illegittima e può tranquillamente sposarsi con Honoré senza timore di “disonorarlo” ,cosa che puntualmente avverrà perché i due si fidanzano all’istante con gioia di tutti
Anche Antigone ed il giovane Girodelle si fidanzano ma nel loro caso Oscar ed Andrè pretendono un tempo minimo di due anni prima del matrimonio per scongiurare possibili ripensamenti in una figlia che già troppi ne ha avuti
Quella che è rimasta al palo sembra proprio essere Bernadette ancora alle terme per combattere le conseguenze di tutto il male che finora le è successo e che l’ha lasciata stanca e provata La ragazza è felice di tutto il bene che sta succedendo alle sue amiche ma è anche abbattuta per sé perché convinta che per condizione sia sociale che personale non potrà dare una svolta positiva e sentimentalmente appagante al corso della sua vita Rimarrà sempre la brava e dolce Bernadette , presenza gradita ma mai indispensabile Quella che l’aspetta è un’esistenza pur sempre privilegiata , ma comunque vissuta ai margini di esistenze molto più benestanti e realizzate della sua Non può ancora sapere la ragazza che qualcosa di bello potrebbe esserci in serbo pure per lei Davanti allo stabilimento termale ad aspettarla c’è il marchese Camille Alexandre de Saint Quentin che ha saputo da Rosalie dove si trovava la figlia e cos’altro le era successo Tra i due c’è uno scambio molto commovente al termine del quale si congedano con la promessa di scriversi da “amici” ma è evidente che una grossa alchimia li contraddistingue Il vantaggio è che lui sa tutto di lei avendola conosciuta nel momento più doloroso e tragico della sua vita Non ci sarà bisogno di spiegazioni imbarazzanti né di addomesticamenti della verità anche perché lui ha al suo attivo una vita da perdigiorno con sciantose ed attricette dovuta alla delusione ed alla rottura traumatica da Paolina Bonaparte Non essendo privo di colpe ed avendo commesso anche lui delle sciocchezze ,meglio di tanti altri potrà capire gli incidenti di percorso in cui è incappata la sua “amica”
Si arriva quindi alla conclusione del capitolo con un paragrafo che ci mostra un ricevimento a corte in onore di Oscar che ha ritrovato ben due tesori sebbene quello dei cavalieri di Malta sia soltanto da custodire per poi essere restituito ai legittimi proprietari al termine delle ostilità La galleria di presenti è costituita da una serie di personaggi il più dei quali nella realtà storica sarebbe stato morto e sepolto da tempo Qui invece sono tutti vivi vegeti ed in buona salute con al fianco persone nuove che si sono aggiunte alla comitiva Una di queste è la regina Margherita ,quella duchessina Edelweiss Margarethe von Konig che era stata dama di compagnia dell’arciduchessa Maria Luisa Costei è la “responsabile” della felicità del re che pure lui tante ne ha passate La coppia reale è in attesa di un erede al trono che nascerà in primavera ed intorno al quale stanno già nascendo molte speranze Certo il cammino è ancora lungo e tortuoso perché Napoleone è ancora ben lontano dall’essere sconfitto ma questa nuova vita è presa da tutti come un buon auspicio
Un altro splendido capitolo ricco di spunti e di personaggi interessanti e ben caratterizzati! Molte vicende giungono a conclusione o quasi ma altre ne iniziano (gravidanza della regina per esempio ) e soprattutto Napoleone è ancora lì in attesa di mettere il turbo e di dare del filo da torcere La vicenda si dipana in modo sempre interessantissimo e narrato con maestria eleganza e dovizia di particolari Complimenti vivissimi!!! Ti prego aggiorna presto!!!

Recensore Master
08/11/22, ore 15:51

" La forza della vita " mai un titolo più appropriato ed inclusivo di questo, in cui tutti i personaggi coinvolti emergono più o meno faticosamente dalle " macerie" di precedenti fallimenti e sconfitte personali, poi c'è chi, come Jeanne Valois è veramente uscita sana e salva da un cumulo di macerie , un' esplosione che sembrava aver massacrato il suo corpo, sepolto assieme a quello dell' amato sotto cumuli di rovine.
Nulla è come sembra e nella vita ci sono sempre degli imprevisti buoni o cattivi , se Jeanne Valois più o meno volutamente riesce a riscattarsi dalle malefatte del passato sdebitandosi verso la sorella tramite la giovane nipote a cui toglie un grosso e pesante macigno dalle spalle , d' altra parte si può dire che è Oscar a " salvare" Alain da condanna sicura, venendo anche a meno dei suoi principi integerrimi di verità e lealtà . Il fine giustifica i mezzi, si potrebbe dire, e se lei compie un' azione per così dire inaspettata, è sempre a fin di bene.
Dal canto suo, anche la giovane figlia Antigone, prestando ascolto all' amica Elisabeth Clotilde nonché promessa sposa del fratello, ne colma le perplessità e le angosce invitandola ad un dialogo chiarificatore con la madre( che poi si rivela adottiva)e finalmente scopre di esser la figlia di Maria Antonietta e Fersen.
Le nozze dunque si potranno fare, lei non essendo un' illegittima si sente " degna" di sposare Honore`. Lo stesso problema che si pone per Bernadette, la cui colpa è stata quella di aver ceduto ai ricatti e la lussuria di De Ligne.
Nonostante lui ora non è più in grado di nuocerle, lei, vittima della mentalità maschilista dell'epoca, crede che la sua vita sia finita e che non avrà più occasione di incontrare l' amore....fortunatamente sbaglia perché il " nobile amico " con cui si corrisponde,
pur essendo il marchese di Saint Quentin ,non l' ha dimenticata e anzi cerca in tutti i modi di sottrarre la ragazza dallo sconforto e la rassegnazione.
Ci avviamo dunque al termine del capitolo , che di un' altra vita ci fa dono....il tanto sospirato erede al trono di Francia , finalmente.
Sarà un maschio o una femmina? In entrambi i casi sarà certamente fonte di speranza di pace e serenità per il futuro regno.
Forse, dopo la sconfitta di Napoleone Bonaparte finalmente Oscar e André potranno vedere e vivere quel " mondo migliore " cui anelano da più vent'anni, per cui hanno dato l' ardore della giovinezza , il vigore dei loro ideali e la forza delle loro armi.
Ti aspetto per i capitoli conclusivi. Grazie !
(Recensione modificata il 08/11/2022 - 04:01 pm)
Edito solo per precisare che è vero , in Francia c'era la legge salica che escludeva le femmine dall' ascesa al trono ma questa è un' ucronia quindi anche questa verità potrebbe essere ribaltata o no?
Quanto a Bernadette, io se fossi stata al posto suo non avrei accettato la corte di un dongiovanni ( perché è questo quello che è), lei una ragazza sfortunata ma perbene, della serie meglio soli che male accompagnati.....vedremo.
A presto coi prossimi capitoli!!
(Recensione modificata il 10/11/2022 - 09:04 am)

Recensore Junior
08/11/22, ore 13:24

Dopo quasi venticinque anni, Oscar torna sul luogo del delitto e dichiara un’altra volta il falso in un rapporto. Questa volta lo fa per proteggere Alain che tante ne ha passate e che troppe ancora potrebbe passarne se a Napoleone saltasse la mosca al naso.
Alain si è infatuato della bella contessa Eve de Lis alias Jeanne de Valois ed ha abbassato la guardia. In questo modo lei ed Albrecht von Alois sono riusciti a carpire le carte del soldato ed a trovare il tesoro dei cavalieri di Malta.
Se Napoleone sapesse come si sono svolti i fatti, per Alain sarebbe morte certa. Ma allora perché si intestardisce a tornare in guerra? Non potrebbe restare a Parigi per sempre? Alain in realtà ha avuto una grande delusione quando ha scoperto che la donna che lo aveva stregato era la più nota criminale dei suoi tempi. Come ricorda André, un altro dolore, l’uccisione del cugino per salvare Oscar, lo spinse ad arruolarsi. Attualmente poi anche il rifiuto della madre di riammetterlo in casa avrà sicuramente giocato il suo ruolo. Quando Alain non ce la fa più, stacca la spina e cambia aria come dimostra anche la storia originale in occasione della morte di Diane. Alain se ne andò per un po’ di tempo per tornare a rivoluzione quasi scoppiata. Esistono però tanti modi di staccare la spina, perché quindi Alain deve per forza tornare da Napoleone? E’ un gesto nichilistico? Vuole sfidare la sorte? Vuole morire?
Oscar manda a monte i suoi ideali e lo aiuta ed André, con la sua spiccata sensibilità, coglie subito il nocciolo della questione ed elogia la moglie, comprendendo quanto dichiarare il falso debba esserle costato. Oscar però si considera “vaccinata” perché già in passato dichiarò il falso per salvare Bernard, evitandogli il processo e facendolo rifugiare a casa di Rosalie.
Se vogliamo Alain merita molto più di Bernard e tuttavia André coglie bene il punto. Una persona integerrima, tutta d’un pezzo, tagliata con l’accetta e senza sfumature come Oscar vive sicuramente molto male la menzogna ed il dover abdicare ai suoi solidi principi.
Nel mentre la responsabile di tutto questo sconquasso, Jeanne de Valois, si comporta come se nulla fosse successo. Superficiale nel suo egoismo, tutto le scivola addosso. Tradimenti, delitti, crudeltà, tutto in lei è governabile e sopportabile perché la priorità è una sola, il suo benessere e la sua ambizione di fronte a cui tutto scompare. In realtà con Jeanne le categorie vanno in crisi, tradimento, delitto, crudeltà non sono più tali e devono essere letti alla luce di una personalità alterata ai limiti della sociopatia. Scherza (ma scherza?) sulle motivazioni del suo matrimonio e declassa le frustate a Rosalie ad un’incontinenza del marito Nicolas che, vivaddio, non si conteneva neanche in un altro ambito che a lei interessava particolarmente. Rosalie, che l’ha conosciuta da bambina e che ha condiviso con lei un’infanzia di miseria e privazioni, è riuscita ad inquadrarla alla perfezione. Jeanne è un’egocentrica narcisista sempre a caccia della frase ad effetto che farà stupire l’uditorio. Jeanne vuole stupire per marcare la distanza dagli altri ed allo steso tempo farsi ammirare.
Il finale del paragrafo è aperto. Non sappiamo se le due sorelle si rivedranno né dove andrà Jeanne, ma forse tra recriminazioni e punzecchiature un inizio di disgelo c’è stato.
Divertente la scena alle terme! In un modo o nell’altro Antigone tiene sempre banco ed attira su di sé l’attenzione. Per carattere sembra più lei nipote di Jeanne che Bernadette. Si lamenta, critica gli altri frequentatori dello stabilimento, ma intanto anche lei ha il suo caratterino e probabilmente ci sarà qualcuno in giro che non si farà sviare dalla sua avvenenza e la troverà difficile da sopportare. Una cosa buona però l’ha fatta, convincere l’amica a parlare e poi a prendere il toro per le corna, chiarendosi finalmente con la madre.
Il confronto tra madame e mademoiselle de Girodelle è molto toccante, segna la fine di un modo di vivere e l’inizio di un altro dove saranno più presenti la regina ed il conte di Fersen e più defilata la madre putativa. Questa, dopo la vedovanza, si trova anche costretta a cedere una quota della figlia da lei cresciuta ai genitori naturali. Per Elisabeth Clotilde è la fine di un fraintendimento e l’inizio di una nuova vita accanto all’uomo che ama la cui rispettabilità non pregiudicherà più con delle origini illegittime. Per madame de Girodelle è un altro pezzo di vita che se ne va e che non tornerà più. E si troverà anche Antigone come nuora, povera donna che strazio!
Bernadette invece si trova in una situazione di stallo. La sua salute si sta lentamente riprendendo, ma è tutto il contorno che non va perché, come avverte la ragazza, possibilità di essere felice nel vero senso della parola ne ha ben poche. Le rimane una felicità di riflesso che consiste nel bearsi della gioia altrui e nel vivere di un benessere che non le appartiene, ma che le viene concesso in prestito. Più di quanto una ragazza del popolo con una reputazione compromessa potrebbe ragionevolmente sperare. Questa situazione di stagnazione non soddisfa la ragazza che vorrebbe amare ed essere amata e ricambiata e che invece si sente tagliata fuori da tutto ciò che è veramente importante e gratificante. Ecco però che il terzo amore, quello che a lei sembra il più grande ed il più vero, ma anche il più irraggiungibile, bussa alla sua porta, dimostrandole che forse non tutto è perduto. Il marchese de Saint Quentin parla di amicizia, ma dal cuore delle sue parole è evidente che si tratta di amore e forse qualcuno che ha sbagliato, che è stato deluso e calpestato, più di chi non si è mai messo alla prova, può capire Bernadette che ha sbagliato ed è stata delusa e calpestata.
Ma che peperino questa madame de Ligne! La classica persona che nessuno di noi vorrebbe mai incontrare sulla sua strada né tantomeno contrariare! Farla arrabbiare è morte! Non me lo sarei mai aspettata che avrei scritto una cosa del genere, ma povero tenente de Ligne! Perfetta fino a diventare iconica la scena delle lettere scagliate dalla signora sul torace del marito, finite per terra come foglie secche sparpagliate dal vento. Ed un vento impetuoso ha scombussolato e distrutto il loro rapporto nato già secco. La signora non perdona, rinfaccia al marito, balbettante e privo della sua consueta sicumera, la sua infedeltà e mette subito i puntini sulle i: finora si è scherzato, ma d’ora in poi si farà tutto quello che dice lei altrimenti lui perderà tutto. In un matrimonio d’interesse comanda chi stringe i cordoni della borsa, per cui il tenente de Ligne finirà in libertà vigilata e la moglie farà da Cerbero. L’avvenenza in fin dei conti ce l’ha……
Questa donna si è resa ridicola sposando un uomo più bello e palesemente disinteressato alla sua persona ed anche in questo capitolo si è resa ridicola facendo la sciocchina con Albrecht von Alois con il quale flirta spudoratamente. E’ incredibile come le persone non si sappiano calibrare. Chi sa se questa disavventura le aprirà gli occhi. Certo che è difficile tenerli aperti quando la realtà è squallida: tanta bruttezza ed un marito fedifrago, ma un po’ se l’è cercata.
Questo capitolo è bello come i suoi fratelli maggiori e presenta in più la caratteristica di dare molte spiegazioni, svelando gli ultimi retroscena delle vicende precedenti. Apprendiamo però che la fine non è ancora arrivata perché Napoleone è ben lontano dall’essere domato ed il pericolo che lui rappresenta è quanto mai attuale. Inoltre un’altra vita si sta affacciando, quella di un erede al trono la cui nascita è segno di speranza e di rinnovamento. Una nuova era sta attendendo la Francia. Quando la leonessa sarà invecchiata, cosa vedrà intorno a sé? Una nazione fortificata o macerie? Vittoria o sconfitta? Leoni o sciacalli? E cosa lascerà dietro di sé? Speriamo un mondo più felice e più stabile.
Alla prossima!
Match Point

Recensore Junior
07/11/22, ore 11:54

Finalmente abbiamo capito cosa ha spinto Jeanne de Valois a sposare Nicolas de la Motte! Dalle parole della diretta interessata abbiamo appreso che il notevole gap intellettuale tra i due era compensato da qualcosa che a lei interessava parecchio oltre che da un’innata attitudine di lui a fare da scudo umano contro la caduta di macerie, detriti e volte secolari!
Scherzi a parte il dialogo in carrozza tra le due sorelle dimostra ancora una volta, qualora ce ne fosse stato bisogno, il carattere irriverente della rosa nera ed il suo essere qualcosa di diverso da tutti gli altri. Jeanne vede e sente le cose a modo proprio. La sua mancanza di empatia probabilmente dipende non dall’assenza di sentimenti, ma dal fatto che lei li vive a modo suo, su lunghezze d’onda diverse, su frequenze che non sono proprie degli altri esseri umani. Solo una come lei avrebbe potuto rispondere all’accusa della sorella di averla fatta frustare con una battuta salace e scaricando tutta la colpa sull’incontinenza di Nicolas che si manifestava in vari campi, uno dei quali a lei molto caro.
Jeanne è anche molto egoista ed egocentrica perché il suo affetto e le sue attenzioni sono riservate soltanto a chi dice lei e quando lo decide lei. Solitamente i beneficiari sono persone che la completano o la continuano in qualche cosa e che in qualche modo la ricordano e la perpetuano. Sia il figlio sia la nipote le somigliano e lei per questo li sente vicini e desidera aiutarli.
Maternità a parte l’evoluzione di Jeanne avviene su una linea retta che non prevede curve o ripensamenti né tantomeno pentimenti. La parola pentimento o ravvedimento non fa parte del suo vocabolario. E’ complicato capire cosa l’ha spinta ad incontrare Rosalie nella carrozza. Il desiderio di mostrarle quanto è stata brava ad appropriarsi delle lettere, a punire il tenente de Ligne e non ultimo a salire su quella carrozza? Le prodezze sembrano meno interessanti senza spettatori. Voleva gratificare il suo ego con il ringraziamento della sorella che puntualmente arriva? Oppure molto più semplicemente anche la rosa nera sta iniziando ad invecchiare e sente il bisogno di avere qualcuno vicino e di appianare vecchi rancori? Certo che se la sua frase serviva a chiedere scusa a Rosalie, Jeanne aveva un modo tutto suo di scusarsi!
Rosalie nutre dei sentimenti molto più convenzionali ed è più facile leggerla. Il suo stato d’animo altalena tra la sorpresa di vedere la sorella nella carrozza e di trovarla ancora bellissima quando si toglie la veletta, alla rabbia per il fatto che questa sia sparita facendosi credere morta ed incurante dei suoi sentimenti, ad un’altra rabbia per il ricordo delle frustate sino ad un ringraziamento a denti stretti ed a una sospensione emotiva perché non sa se e quando la rivedrà.
Queste due sorelle sono accomunate oltre che dai ricordi di un’infanzia di stenti anche dal fatto di avere un figlio a testa. A parte questo sono completamente sole, non hanno un uomo accanto né altri fratelli o parenti. Battibeccano, si scambiano critiche ed osservazioni pungenti, ma poi si amano, si odiano o tutte e due le cose insieme? Jeanne è un’individualista, ha lottato esclusivamente per se stessa e per la propria affermazione personale e non certo per trarre la famiglia fuori dalla miseria o per l’emancipazione delle donne o per la riscossa dei diseredati. Rosalie è molto più generosa ed alla fine si è scelta una nuova famiglia putativa, ma il richiamo del sangue si fa sempre sentire. Sono entrambe forti in modo diverso, ma accomunate dal non arrendersi mai e da uno spiccato istinto di sopravvivenza. Non c’è un futuro insieme per queste due, ma forse una tregua, invocata da Jeanne, può arrivare anche perché le due non sono destinate a frequentarsi se non una volta ogni venti anni.
Tanto per restare in famiglia, Bernadette è ignara beneficiaria delle attenzioni di una zia che neppure sa di avere, che le toglie di torno definitivamente il tenente de Ligne e di una madre premurosa che tesse la sua trama, mantiene una corrispondenza con il marchese Camille Alexandre de Saint Quentin e riesce a farlo andare alle terme di Vichy.
La ragazza, dopo la disavventura nelle catacombe di Parigi, ha raggiunto le amiche alle terme di Vichy ed anche lì si è confermata come una presenza discreta e piacevole. E’ molto diplomatica e mantiene le conversazioni su un binario di tranquillità, ma un lavorio costante è sempre in atto dentro di lei ed esplode quando rimane sola. Ad un certo punto, la ragazza comprende che il suo destino è già scritto e sarà una riedizione delle terme. Dovrà sorbirsi i malanni di anziani col mal di fegato, le lamentele di vecchiette ipocondriache e l’iperattività di bambine vezzeggiate e viziate. Soprattutto dovrà vivere un’esistenza ai margini di quelle degli altri, sola in mezzo ad amici che non sono soli, povera in mezzo ad amici che sono ricchi, accontentandosi tra persone che sono contente. Bernadette, Elisabeth Clotilde ed Antigone stanno insieme in apparenza su un piano di parità, ma Bernadette è l’unica costretta a lavorare e per colmare il gap deve essere dieci volte più disponibile, brava, paziente. Col passare del tempo la voragine è destinata ad aumentare e Bernadette resterà inesorabilmente indietro. Di per sé non sarebbe un’esistenza troppo spiacevole, se accompagnata dalla consapevolezza dei propri limiti e dall’accettazione di una vita da single. Bernadette però non ha mai voluto la solitudine e sin dall’adolescenza ha mostrato una forte disponibilità all’innamoramento. Il nubilato per lei sarebbe un ripiego e non una libera scelta. La ragazza purtroppo ha già iniziato ad arrendersi e dentro di sé è convinta di non poter sperare in nulla di buono. A poco più di venti anni si sente già vecchia o perlomeno avviata sul viale del tramonto e la rassegnazione può aprire le porte alla depressione. Ecco però che le trame della madre si fanno vedere ed il marchese si presenta alle terme. Lui parla di amicizia, ma intanto è palesemente molto in pena per lei e fa tanta strada per sincerarsi che stia bene in salute. Lei è felice di vederlo e forse un’altra storia è destinata a finire bene.
Un’altra presenza che mi ha incuriosita è quella della moglie del tenente de Ligne che è tutto il contrario del kalos kai agatos di greca memoria. La giovane donna è molto brutta ed anche molto cattiva. Che peso ha avuto questo aspetto fisico poco avvenente in un’epoca in cui non c’erano apparecchi per i denti, correttori ed in cui il vaccino contro il vaiolo era roba da pionieri? Soprattutto in un’epoca in cui la bellezza era l’unica arma in mano ad una donna….. Probabilmente la cattiveria è l’esasperazione di una vita passata a guardare gli altri da sotto in su ed a sentirsi la più brutta del gruppo. Questa donna però non deve neanche essere troppo intelligente perché usa la sconfinata ricchezza della sua famiglia per sposare un uomo che non la rispetta e forse, anziché mettersi accanto un bellimbusto il cui confronto la fa sembrare ancora più brutta, avrebbe potuto puntare di più sulle doti morali e sull’affidabilità del compagno di tutta una vita. Anche lei come il mondo che la circonda ha dimostrato di dare importanza alla bellezza esteriore e ciò fa vedere quanto poco si stimi. Si comporta esattamente come tutti coloro che l’hanno sempre trattata da racchia. Il tenente de Ligne per lei non è neanche un marito, ma un trofeo concessole dai soldi, una rivincita nella vita ed una proprietà e quando le si ribella la reazione è spietata anche perché il tradimento del consorte la mette di fronte al suo fallimento ed ai complessi di una vita intera. Non conosce l’identità della sua rivale, ma sicuramente questa è una donna più avvenente di lei (ci vuole poco) e che forse ride di lei. Non avere il controllo della situazione neppure con tanto denaro la fa uscire dalla grazia di Dio e di nuovo utilizza il denaro per ristabilire l’ordine e far vedere chi comanda. Nel complesso, la trovo una donna con scarsa fiducia in se stessa perché, seguendo il sentire comune, dà importanza a qualcosa che non possiede e fonda la sua forza non nel carattere, ma nel denaro, un qualcosa a lei esterno. Come tutti i deboli è spietata ed inflessibile nella vendetta ed inveisce pesantemente su chi è già caduto a terra.
Ho trovato davvero molto bello questo capitolo per la rappresentazione dei personaggi e delle situazioni e per lo svolgersi della trama sempre molto coerente, ma allo stesso tempo sorprendente e mai scontata. Ogni personaggio è fedele a se stesso sia quelli della storia originale che trovo molto ben riprodotti sia quelli qui inventati. Soprattutto trovo che ogni evoluzione caratteriale ed ogni reazione sia la logica conseguenza delle premesse. Ogni personaggio si comporta esattamente come ci si aspetterebbe da lui o da lei, niente stona e tutti sono ottimamente caratterizzati.
Ora sono molto curiosa di vedere cosa succederà perché il conflitto con Napoleone è alle porte e sappiamo che coinvolgerà tutta l’Europa. Allo stesso tempo, ci sono due fidanzamenti in fase di partenza, forse anche tre ed un erede al trono in arrivo che però potrebbe anche essere una bambina. Sono poi molto in ansia per la sorte di Alain. Insomma di carne al fuoco ce n’è parecchia.
This chapter is wonder!
D.P.

Recensore Junior
07/11/22, ore 11:03

Ogni capitolo è migliore del precedente, riesci a tenere alta l'attenzione e a non annoiare mai. Questo capitolo parla di nascite e rinascite. Jeanne Valois con la sua resilienza ha riscritto il proprio destino e quello del figlio. Molto bello l'incontro con Rosalie. Bernadette è più simile alla zia di quanto si possa immaginare: non è ambiziosa come lei ma vuole l'amore vero e forse lo ha finalmente trovato. Il tenente de Ligne ha infine la giusta punizione. Oscar ha dato una mano al suo vecchio amico Alain che rischia comunque grosso con Napoleone. La giovane Girodel scopre quali sono le sue vere origini e impara a conviverci per la gioia di Maria Antonietta e Fersen, l'unica che ne patisce un pò è madame de Girodel, ma si adatta per amore della figlia. Il giovane Re annuncia l'arrivo di un erede. Sembra che tutto si stia risolvendo ma c'è ancora l'incognita di Napoleone. Attendo veramente con grande curiosità il prossimo capitolo. Complimenti.

Recensore Junior
06/11/22, ore 13:03

In questo capitolo ritroviamo Jeanne con il suo smisurato istinto di sopravvivenza dopo il temporaneo obnubilamento che l’aveva spinta all’omicidio – suicidio ed anche con la sua arguzia, la sua intraprendenza, la sua irriverenza. Nella sua fine trova il suo inizio ed anche l’inizio di una nuova vita, quella che diventerà la prosecuzione di lei stessa. Mi è sembrato di vederla procedere in ginocchio, a tentoni, scavare, graffiarsi tra le macerie e poi trovare il cunicolo senza però nessuna certezza perché il soffitto le sarebbe potuto crollare addosso o le guardie si sarebbero potute trovare all’uscita ad attenderla. Mi è sembrato di vederla alzare mani e braccia al cielo a salutare l’inizio della sua seconda vita. Graffiata, impolverata, ma titanica e fiera come una regina. La scoperta della gravidanza non è stata un inciampo per lei, ma una risorsa ed un’ulteriore motivazione per sopravvivere. Mi è sembrato di vederla giocarsi il tutto per tutto con il cardinale de Rohan. Lacrime, suppliche, moine per riprendere la sua relazione con lui e fargli credere che il bambino che stava aspettando fosse suo ed il cardinale, ingenuo e bonaccione come al solito, ci crede facendo vivere madre e figlio nel lusso. Non rinuncia al suo orgoglio di casata, inserendo Valois in von Alois. Non rinuncia al culto di sé, facendosi chiamare Eva o Eve, come la madre di tutti i viventi, ma anche come colei che è sopravvissuta alla condanna ed alla cacciata dal paradiso terreste. Non rinuncia all’ironia quando nella sua identità francese si fa chiamare de Lis, come il giglio di Francia che le era stato marchiato sulla carne viva. E non rinuncia alla vendetta perché il torto fatto a Bernadette è un affronto alla famiglia e richiede che l’autore sia sistemato per le feste. Il tenente de Ligne viene colpito nel punto più debole e Jeanne in lui vuol punire l’aguzzino di quella nipote che tanto le somiglia od anche l’emblema di tutti quei nobili che l’avevano sempre calpestata.
Forse però Jeanne ha sviluppato un nuovo senso di famiglia perché cerca un contatto con sua sorella Rosalie. Mi è piaciuto molto l’incontro nella carrozza ed ancora una volta è Jeanne che anticipa le mosse degli altri, manovra tutti affinché facciano quello che vuole lei e poi se ne bea. Si diverte a scandalizzare la sorella con le sue uscite un poco sopra le righe ed ancora una volta è lei che conduce il gioco. Mi è piaciuto lo scambio di critiche tra sorelle: “sei la solita egocentrica”, “sei la solita sbadata”, “sei superficiale”, come se fossero due bambine che litigano, ma in fondo questo fa vedere che il legame non è del tutto spezzato ed infatti Jeanne ha salvato Bernadette dalle persecuzioni del tenente de Ligne e Rosalie ha sofferto per la presunta morte di Jeanne e si chiede se mai la rivedrà.
Povero Nicolas però che descrizione! Scarso di cervello e buono soltanto come toy – boy e come scudo contro le esplosioni! Ed anche la sua paternità è stata cancellata in nome della causa: votarsi alla ricchezza!
Ritroviamo anche Bernadette che sembra stia affrontando una parabola diametralmente opposta a quella della sua discussa zia perché, se Jeanne si era giocata il tutto per tutto ed aveva vinto, Bernadette pensa di avere giocato ai dadi col destino e di avere perso. In realtà non tutto è perduto per Bernadette perché zia e cugino la hanno posta al riparo da quel gaglioffo che l’aveva sedotta e perseguitata e perché c’è pure qualcuno che aspetta lei. Dopo alterne vicende le coppie che si erano sfaldate si stanno ricomponendo e la sola Bernadette sembrava destinata a rimanere col moccolo in mano. Si sentiva merce avariata, indegna della felicità ed il suo destino le sembrava tracciato. Fare la Cenerentola amata e rispettata, ma pur sempre una Cenerentola. Non abiti stracciati, ma pur sempre smessi, non un giaciglio in una soffitta, ma una confortevole stanza in una casa di ricchi amici del cui mondo però non fa parte, non derisione e sfruttamento, ma una vita ai margini di quelle degli altri come se si trattasse di una parente povera. Alla fine però la ragazza si accorge che forse a qualcuno lei non sembra merce avariata, che per qualcuno lei è indispensabile e che c’è qualcuno che la vorrebbe al centro della sua vita e non soltanto ai margini. Il marchese de Saint Quentin parla di amicizia, ma intanto vuole scriverle e poi ha fatto davvero tanta strada per lei.
Qualche parola vorrei spenderla anche per il tenente de Ligne che è rimasto prigioniero delle sue stesse azioni oltre che della trappola tesa da Jeanne e dal figlio di lei. Ci fu un tempo in cui questo giovane dovette scegliere tra un matrimonio d’amore con una ragazza bella, dolce, istruita, ma povera ed un matrimonio di interesse con una donna ricchissima, ma brutta e malvagia. La scelta fu presto fatta e Bernadette fu messa alla porta. Il bellimbusto però non si voleva rassegnare e pretendeva tutto: moglie ricca ed amante piacevole. Quello che non aveva previsto è che qualcuno lo avrebbe inchiodato alle sue cattive azioni, privandolo della ragione ultima che aveva reso sopportabile l’enorme sacrificio di vendersi ad una donna sgradevolissima. Madame de Ligne scimmiotta le belle donne, civetta a modo suo, concupisce i bei giovani, ma sotto sotto lo sa di essere orrenda per cui, quando il marito la tradisce, la mortifica nella sua vanità e risveglia la sua cattiveria, ricordandole il vero motivo per cui un uomo poteva aspirare a lei. Vedendosi disprezzata Madame de Ligne punisce il consorte là dove fa più male, stringendo i cordoni della borsa, ricordando al marito chi è che comanda e costringendolo a farle da valletto mal pagato.
Madame de Ligne rappresenta il potere dato dai soldi. Questa donna sa di avere due genitori ricchissimi e grazie a loro si compra un marito bellissimo. I suoi soldi le danno anche l’opportunità di fare la sciocchina con altri giovanotti come Albrecht von Alois. In un certo senso, i soldi la parificano alle donne belle ed anche agli uomini perché le danno la possibilità di corteggiare uomini belli pur essendo sposata e di vendicarsi di un marito infedele perché i cordoni della borsa li regge lei ed è lei che comanda.
Spassosissima la scena delle terme, col marchese sofferente di fegato, la nobildonna con migliaia di acciacchi e le bambine pestifere. Antigone è viziata ed insofferente come al solito e quasi quasi riceve una proposta di matrimonio dall’anziano marchese col mal di fegato. Un’aria di Bach però richiama tutti alla realtà ed induce Elisabeth Clotilde de Girodelle ad aprirsi una volta per tutte. E’ incredibile come si possa equivocare una conversazione carpita in volata, ma a lei è successo e ne ha patito le conseguenze per mesi. Commovente il chiarimento tra madre e figlia ed un po’ amara è la figura di Madame de Girodelle che si trova usurpata della maternità dopo essere stata privata prematuramente dell’amato marito.
Un po’ di apprensione suscita la sorte di Alain. Sebbene Oscar si sia data da fare per “ammorbidire” il verbale e cancellare ogni legame tra il soldato e la ladra, è evidente che Alain ha fallito il suo compito, facendosi soffiare il tesoro dei cavalieri di Malta da sotto il naso e Napoleone è un tipo che non perdona. Oscar tenta di farlo ragionare esortandolo a recidere ogni legame con Napoleone, ma non c’è nulla da fare, quando Alain soffre deve cambiare aria possibilmente andando in guerra.
Come sempre è bella la descrizione che esce di Oscar: quella di una donna integerrima, ma con un cuore. In nome di questo grande cuore è in grado anche di superare i suoi principi, commettendo un falso ideologico per proteggere Alain così come in passato lo fece per liberare Bernard. Bello anche è l’affiatamento di coppia tra Oscar ed André che emerge dalle righe. Sono una coppia di mezza età ormai rodata e non mancano di consigliarsi, sostenersi e spalleggiarsi a vicenda.
Bello il ricevimento alla reggia che mostra vivi e felici – o quasi – tanti personaggi che nella realtà morirono molto tempo prima.
Oscar, al padre quasi novantenne, ma ancora in forma smagliante, dice senza mezzi termini che non ci si può adagiare sugli allori perché lo scontro finale con Napoleone incombe ed il risultato dovrà essere per forza netto perché loro e Bonaparte non potranno mai coesistere.
Incoraggiante e portatore di speranza è l’annuncio dato dalla coppia reale: in primavera, ci sarà un erede al trono. Estremamente interessante questa ulteriore generazione che va oltre quella dei figli di Oscar e che va oltre la storia perché Luigi XVII morì bambino, Madame Royale non ebbe figli e la progenie di Luigi XVI e Maria Antonietta finì con loro. Ma sarà davvero un maschietto oppure sarà una bambina? Il fatto che si parli di un erede al trono lascerebbe propendere per un maschio, ma in fin dei conti il re che può saperne? L’erede è solo quello che lui desidera. Se nascesse una femmina, ci sarebbe un altro buon padre che voleva un maschietto, ma ahimè sei nata tu? Avremmo un’altra Oscar? In ballo ci sarebbe molto di più della sorte di un casato.

Recensore Veterano
05/11/22, ore 10:26

"A volte, capitano cose del tutto inaspettate che sfuggono a ogni progetto e che mai avrebbero avuto un esito così perfetto..."
E' un po' ciò che accade in questa storia dove con un'incastro straordinario di personaggi realmente esistiti e di fantasia, si sta riscrivendo la Storia.
E adesso la Francia ha anche un erede in arrivo...si può partire per la campagna di Russia!

Recensore Master
05/11/22, ore 00:29

Veramente un capitolo strepitoso cara Agrifoglio.
Hai accantonato le epiche battaglie per concentrarti sui sentimenti di tutti i protagonisti.
Un capitolo corale ma anche intimo.
Si inizia da Jeanne Valois l'indomita.
Lei è risorta dalle sue stesse ceneri, ha giocato col destino e ha vinto.
Molto bello anche il confronto con Rosalie.
"Tutta sua zia ", questa frase mi ha fatta sorridere ma forse ha ragione, perché, e qui passo a Bernadette, la ragazza ha sofferto molto e non si aspetta niente dalla vita, solo amore e forse lo ha trovato in Camille di Saint Quintin.
Il tenente de Ligne ha avuto la giusta punizione tramite il figlio di Jeanne, è un giovane filibustiere ma ama la giustizia.
Poi arrivano i pezzi forti: la Contessina de Girodel pensa di essere un'illegittima ma la realtà è ancora più sorprendente e le apre le porte a nuove situazioni.
Alain ha sofferto a causa di Jeanne e rischia di essere punito pesantemente da Napoleone, speriamo che vada tutto bene per lui.
L'arrivo dell'erede al trono annunciato di fronte alla Corte è un raggio di luce.
Inoltre è una gioia leggere i nomi degli invitati che nel tuo universo sono tutti vivi e felici.
La forza della vita è straordinaria, che riguardi una donna che si salva da un'esplosione o dell'amore che sboccia dove non si pensava fosse possibile.
Complimenti. Attendo con ansia e curiosità il prossimo capitolo, a presto.
(Recensione modificata il 05/11/2022 - 12:33 am)

Recensore Master
04/11/22, ore 14:55

Ciao Agrifoglio,
ti offendi se ti dico che questo è uno dei capitoli che ho preferito della tua storia? Mi spiego. Non che io non abbia apprezzato il grande studio storico che ti ha sostenuto per costruire questo tuo affresco che, lo ribadisco, è un hapax, da quanto posso vedere, su questa piattaforma, e ho ammirato la perizia e la cura con cui ricostruisci e racconti spostamenti di eserciti, battaglie, piani politici, e così via. Ma, ma, ma ... forse te l'avevo già detto, Jeanne è un personaggio che amo molto, perché per tenere testa a una protagonista come Oscar e non scomparire bisogna che il villain di turno, nello specifico "la villaine", abbia una tempra particolare. E Jeanne è una cattiva con l'anima (nera, come il suo sinuosissimo, iconico abito). E così, io, che sono affascinata dalla rosa nera, ho apprezzato questo capitolo dedicato in gran parte alla sua storia, al racconto di come si sia salvata dall'esplosione del convento a Saverne (beh, quel marito corto di cervello, è il caso di dirlo, si è rivelato utile!), e mi immagino il fascino, le moine, le mossette, gli occhioni verdi lucidi di lacrime e la vocina provocante da gatta, per tacer del resto, con cui deve avere riallacciato la sua antica relazione col Cardinale di Rohan, stoccando da lui una nuova identità, terre, agi e ricchezze. Quanto al nome, von Alois, che serva memoria di quel "Valois" di cui ella era patologicamente fiera, ah beh, è un tocco di finezza non da poco, come pure il nome "Eve" che Jeanne si è data nella sua seconda, anzi, nella sua terza vita. E trovo perfetto l'incontro, dopo oltre vent'anni, con Rosalie, dove ritrovo quella verve che Jeanne dimostra anche nell'episodio 16, quando, dopo aver rivisto Rosalie, che si trova al ricevimento con Oscar, ed essere stata informata della morte della madre, dice: "Dunque mia madre è morta ... ma come mai Rosalie ha un vestito più ricco del mio?!". Ah, le priorità!
Scherzi a parte, passando di avvenenza in avvenenza, di fascino insolente in fascino insolente, credo che, al contrario, per per il tenente de Ligne, fatuo e vanesio, si profilino pessimi quarti di luna: guardato a vista e costretto a farsi bastare il salario dell'esercito, e un modesto spillatico. Ahi ahi, mala tempora currunt, verrebbe da dire (sed peiora parantur, aggiiungerei senza tema di sembrare esagerata)!
Ciao!!!! E a presto,
d

Recensore Veterano
03/11/22, ore 18:25

Buonasera Agrifoglio, un capitolo pieno di rivelazioni e retroscena, brava!
L'incipit mi è piaciuto molto: "A volte, capitano cose che cambiano il corso della vita, che segnano un nuovo inizio là dove si era intravista soltanto la fine, che infondono una rinnovata motivazione e di cui non si coglie la ragione ultima."
Spero sinceramente che Bernadette non resti la dolce, cara, fidatissima ma povera Bernadette, ha già sofferto troppo.
Applausi a scena aperta (non avrei mai pensato di fare una simile affermazione) per Jeanne: la sottile e perfida vendetta organizzata da Jeanne contro il Tenente de Ligne è un capolavoro.
Oscar che con noncuranza stila falsi ideologici...posso dirti che in fondo ci sta, lo ricorda anche lei e spesso  lo dimentichiamo, che per "accontentare" (era già amore?)  André libera Bernard nonostante fosse il cavaliere nero. Ligia alle regole sì, la nostra Oscar, ma quando occorre...
A presto!
 

Recensore Master
03/11/22, ore 13:56

Ciao Agrifoglio,
un altro dei tuoi bellissimi passaggi ma con qualcosa in più questa volta, secondo me. Il tuo narrare, fin dal principio, ha voluto dare uno sguardo d’insieme, rivivendo i trascorsi di alcuni personaggi per comprendere come potessero essere giunti fino ad un determinato momento, per poi poter evolvere e mettere tanti opportuni tasselli e cercare di terminare il mosaico che compone la tua storia.
Abbiamo saputo il pregresso di Jeanne, a come si fosse salvata, a quali astuzie avesse attinto per ricoprire il ruolo e la posizione nei quali l’abbiamo ritrovata. E’ decisamente una donna fuori dalla norma e la cui forza di vivere l’ha condotta fin dove voleva, con l’aiuto di quel figlio che ha plasmato a sua immagine e somiglianza, instillando in lui la brama di potere e di trovarsi sopra gli altri, di essere sempre un passo avanti a coloro con cui si confrontavano per avere ogni volta una opportuna via di fuga nel caso fosse occorsa.
E la ritroviamo in quel colloquio, apparentemente casuale, con sua sorella Rosalie, alla quale vuole far sapere che da ora in avanti la vita di Bernadette, sua figlia, sarebbe stata decisamente più tranquilla. Ha sempre un modo irriverente di comportarsi e di porsi soprattutto con quella sua sorella che ha un carattere diametralmente opposto al suo. Ha fatto una buona azione e anche Rosalie non può che ringraziarla. Già, perché, Jeanne, di concerto con il figlio, ha fatto in modo di mettere a tacere definitivamente il tenente dei Dragoni De Ligne, portando a conoscenza della di lui moglie le tante e svariate lettere d’amore che aveva scritto a Bernadette. Mi è piaciuto quell’incontro per le descrizioni senza veli che hai fatto della donna per la quale il tenente ha lasciato una giovane, bella, istruita e dolce ragazza, pur di avere la concretezza di un futuro, barattando di fatto la sua felicità. La moglie, brutta come la fame da come ce la descrivi, tra l’altro talmente bene che ho avuto l’impressione di trovarmela davanti e di vederla atteggiarsi a dama conturbata dalle attenzioni del giovane conte Von Alois, che però non è rimasta solo sconcertata dalla lettura delle lettere, ma ha ben pensato di agire contro quello che riconosce essere un marito debosciato. Ora sicuramente Robert de Ligne avrà una vita grama a giudicare dalle invettive muliebri!
Intanto a Palazzo Jarjayes Oscar e André nella loro intimità possono parlare a cuore aperto di tutto quanto accaduto negli ultimi tempi, rivedendo con occhio critico il ritrovamento dei due tesori e cosa questo avrebbe portato come conseguenza. Una delle più vicine a loro è la sorte che potrebbe toccare ad Alain, tornato veramente prostrato dalla vicenda. La loro preoccupazione è quello che potrebbe ora fare di lui Napoleone, sentendosi tradito proprio da colui che avrebbe dovuto vegliare sul tesoro. Ma Oscar nel suo rapporto è stata attenta, e come al solito lungimirante, non facendo nomi e cognomi proprio per non mettere ancora più nei guai Alain. Ci sono questioni dal risvolto politico che sicuramente a breve andranno ad interessare la vita di molti. Entrambi sperano e confidano sulle svariate capacità di Alain di cavarsi fuori dai problemi.
Intanto anche le ragazze, Antigone, Elisabeth Clotilde e Bernadette finalmente stanno vivendo il loro periodo di serenità alle terme. Bernadette è colei che ne ha più bisogno di tutte, dopo quanto ha vissuto e per la prostrazione che è evidente l’abbia colta. Ma lo scopo di quel soggiorno termale è anche poter portare alla luce, in qualche astuta maniera, il motivo per il quale Elisabeth ha rotto il fidanzamento con Honoré. Forse, con qualche atteggiamento più distensivo, la giovane aprirà alle amiche il suo cuore: cosa che infatti accade e che lascia basite entrambe. Elisabeth confessa di aver sentito una conversazione nella quale lei veniva additata come figlia illegittima, e da qui la sua decisione di ritirarsi in convento per non portare nocumento all’eventuale marito per la sua nascita illegale. Secondo le altre due ragazze ci deve essere una spiegazione logica, e spingono la giovane a tornare a casa propria e parlare con la madre, la quale sempre aveva sperato di non dover rivelare i particolari della sua nascita, ma tranquillizzandola in primis affermando che non è illegittima ma frutto dell’amore legale e sacro dei suoi genitori, svelando alla fine che siano la regina reggente Maria Antonietta e il conte di Fersen, con i quali dovrà cominciare ad approcciarsi, e sentendo dentro il suo cuore di madre un po’ di dolore per il fatto che la figlia cresciuta con amore da lei e suo marito, Victor, prematuramente morto, dovrà imparare a dividersi fra due famiglie. Tutto questo rimescolamento di carte ha portato la giovane Elisabeth a fidanzarsi con Honoré godendo della ritrovata serenità. Anche Antigone e Henri de Girodel si sono fidanzati, ma Oscar e André hanno però preteso che il matrimonio avvenisse in capo a non prima di due anni, per far riflettere molto bene la loro figlia, affinché fosse certa di fronte alla serietà del passo che avrebbe compiuto.
E poi alla fine possiamo vedere Bernadette in quali pensieri e riflessioni si dibatta circa la sua vita e il suo futuro, soprattutto considerando chi è lei e quanto conti per gli altri. Lei non potrà mai ambire alla felicità delle sue coetanee e, tantomeno, aspirare a poter sognare un futuro con un uomo che ama, proprio per i suoi trascorsi e per la sua posizione sociale. Sarà sempre considerata e ben voluta, ma ahimé, sente che non potrà mai essere lei l’ago della bilancia, colei che è indispensabile. Sono pensieri e valutazioni tristi che Bernadette fa su se stessa senza sconti, forse per prepararsi a quel futuro che vede ochieggiare dinnanzi a sé. Ma la partita non è ancora finita, perché in quel luogo di soggiorno, dove sola è rimasta, la raggiunge a sorpresa il Marchese di Saint Quentin, preoccupato per la sua salute e, soprattutto, perché tiene a quella giovane, come dimostra il carteggio che ha instaurato con Rosalie proprio per essere tenuto al corrente dei suoi progressi dal punto di vista del suo benessere fisico e morale. Forse si è aperto un varco anche per lei che, prontamente, lo agguanta quando il marchese le propone di scriversi reciprocamente, lasciando che il destino faccia poi il suo corso.
Sul finale del capitolo, mentre alla reggia si sono riuniti tutti coloro che hanno portato a compimento la missione del ritrovamento dei tesori, viene dato un annuncio che porta un po’ di luce in un futuro piuttosto controverso e incerto per le azioni che Napoleone potrebbe mettere in campo. Nella prossima primavera finalmente il regno potrà avere la gioia di un erede al trono. Le sfide saranno ancora molte e Napoleone sarà il centro focale dello scontro imminente che decreterà il vincitore. E come dice saggiamente Oscar a suo padre il generalissimo, ancora in forma smagliante nonostante l’età avanzata, nel mondo non c’è posto per tutti e due: o loro o Napoleone. E certamente, quando questo evento accadrà, sarà davvero epocale, poiché segnerà una fine e darà forse nuovo slancio per qualcosa di diverso.
Non ci resta che attendere le fasi finali di questa ricca e ambiziosa storia, piena di colpi di scena, di passione, e di Storia abilmente mischiata alla tua trama.
Un caro saluto, sempre complimenti, e a risentirci prossimamente!