Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_
Mia gentile amica, |
Ciao Agrifoglio. Un capitolo avventuroso, un genere a te consono e in questo caso al femminile. Ho letto con interesse quel che riguarda Théroigne de Méricourt nelle note finali. Sono curiosa di leggere il prossimo capitolo dal titolo "i bambini rapiti." Apprezzo il tuo impegno nel gestire gli eventi e i personaggi. Oscar e André sono sicuramente fondamentali ma oltre a loro è presente molto altro. Un caro saluto. |
Ciao Agrifoglio. Ti faccio i miei complimenti per aver scritto riguardo questo "armadio nascosto", dove un oggetto invece che un personaggio ha stimolato la mia curiosità. Ho letto con interesse le note finali, dove scrivi riguardo la vera storia di questo armadio che hai inserito nella tua trama adattandolo alle tue esigenze narrative. Mi è piaciuta anche la scena riguardante Robespierre. Al prossimo capitolo. Un caro saluto. |
Avrebbe potuto farlo secco questo marito scellerato che se ne infischia altamente di suo figlio. |
La tua abilità nelle descrizioni dei caratteri e dei costumi migliora di capitolo in capitolo. Quest'ultimo mi è garbato parecchio, la contessa Geneviève ha finalmente una bella rivincita sul marito infedele e, contemporaneamente, dà una bella mano ai nostri. Sempre brava. |
Capitolo molto bello, incentrato su uno degli eventi più importanti al mondo. |
Ciao, |
Bravissima la contessa di Compiegne, ha dato a quel mostro del marito ciò che meritava con stile e classe! Da adesso in avanti, soldi e bagordi se li può scordare! |
Ciao Agrifoglio, |
Ben tornata cara Agrifoglio, con un capitolo che attendevo in verità per sapere cosa avrebbero deciso di fare Oscar e gli altri per recuperare le famose lettere. E’ stato un capitolo che ha messo in piena evidenza la contessa di Compiegne, Genevieve, la quale non è più la sprovveduta e anonima dama sposata dal conte, ora è una donna che, avendo vissuto a corte accanto alla regina, è riuscita ad imparare l’arte di come comportarsi con le persone, non facendo trapelare quale sia il suo reale pensiero. I battibecchi con la madre del conte sono sempre improntati alla stizza e alla malagrazia dell’anziana donna che, nonostante abbia goduto delle ricchezze apportate dalla nuora, ancora le rinfaccia la lontananza e la conseguente infelicità di quel figlio troppo amato. Ma anche per Genevieve è arrivato il momento del riscatto da una vita che non sembra appartenerle, tranne per quel bambino nato da un matrimonio che si era rivelato in tutta la sua pochezza sin dal principio, a cominciare dal concepimento del bimbo stesso. Per Genevieve suo figlio è l’unico vero legame alla sua vita. Per mettere in atto i suoi propositi di vendetta, che ancora non sappiamo quali potrebbero essere, ecco che accompagnarsi alla missione organizzata da Oscar, André, Girodel e gli altri della partita, le è sembrata l’occasione propizia per attuare il suo piano. Si è messa diligentemente a disposizione, procurando le chiavi del palazzo dove vive il conte, ha comunicato gli orari di entrata e di uscita, sia del marito che dei servitori, e poi, essendo a carnevale a Venezia, il muoversi sotto una maschera è l’imperativo. L’escamotage è una festa organizzata, alla quale potranno tutti partecipare, grazie agli inviti procurati da un amico di Sir Percy, per stare alle calcagna di Compiegne, e nel momento opportuno sottrargli le lettere che porta sempre con sé, dopodichè tutti potranno poi recarsi al palazzo e perquisirlo per trovare altre prove compromettenti. Tutto si svolge regolarmente, trovando tutto quanto cercavano. Genevieve viene quindi invitata a tornare con loro, ma lei declina affermando di avere ancora qualcosa da fare insieme al marito. Solo l’occhio acuto ed esperto di Sir Percy si accorge che nella dama ci sia qualcosa che non quadra. E infatti la troviamo ad affrontare un marito semi ubriaco, causa delle libagioni della festa e del laudano usato per stordirlo, il quale non si perita di continuare ad offenderla nonostante tutto, fino a quando Genevieve si appresta a prendere una pistola, nascosta in una delle sue borse da viaggio, ma ecco che l’effige del figlio, attaccata ad un ciondolo, le compare davanti facendola retrocedere dai suoi propositi, ma definendo una volta per tutta la questione con suo marito informandolo che avrebbe chiesto alla Sacra Rota l’annullamento della loro malaugurata unione. Forse solo così, sganciata da un matrimonio opprimente, Genevieve, vicino al figlioletto, avrebbe potuto cominciare a vivere veramente. Come al solito la tua narrazione è interessante e spumeggiante allo stesso tempo in un veloce scorrere degli eventi. Gradevolissime anche tutte le immagini che hai inserito nel capitolo, per dare ancora maggior enfasi a quanto stavano vivendo i protagonisti, facendoci assaporare un po’ della allegra follia che si vive durante il carnevale di Venezia. Non mi resta che salutarti e attenderti con un nuovo passaggio di questa storia. Un saluto. |
Cara Agrifoglio, sono riuscita a recuperare tutti i capitoli e devo dire che stai scrivendo una storia epica riscrivendo la Storia. Non solo sei riuscita a cambiare il loro destino ma lo hai fatto con un'abilità non comune occupandoti in maniera perfetta di ogni particolare. Complimenti sinceri, ogni capitolo è una sorpresa ben congegnata. |
Ciao Agrifoglio. Anche questo un capitolo con molti eventi. Mi è piaciuto come abbia scritto riguardo Robespierre e il culto dell'Essere Supremo, arricchendo la storia. Sono contenta per Diane e spero che questa situazione sarà stabile per lei anche in futuro. Mi dispiace invece per Alain. Il titolo del prossimo capitolo, "l'armadio nascosto", mi incuriosisce. Un caro saluto. |
Mi è piaciuto molto questo capitolo praticamente incentrato sulla contessa Geneviève. Una donna che ha subìto ogni tipo di sopruso sia fisico che mentale da suo marito e dalla di lui madre. Dimostra un coraggio non comune nell'affrontare sia la contessa madre che il marito. Ma ha uno scopo ben preciso: aiutare i nostri a recuperare le lettere rubate è secondario rispetto a quello che vorrebbe infliggere al marito. Lo vorrebbe eliminare fisicamente dalla propria vita e da quella del figlio, piccolo mai amato dal padre degenere. Eppure proprio la vista di un ritratto del bambino la fa desistere. Del resto il conte di Compiègne non merita sicuramente il suo perdono, merita di vivere nell'indigenza. Complimenti vivissimi per le descrizioni vivide degli usi e dei costumi dell'epoca. A presto. |
Un altro splendido capitolo cara Agrifoglio !! Tornano alla ribalta alcuni personaggi minori della tua storia Troviamo Geneviève ,l’infelice contessa delle lacrime ed il fedifrago marito, il conte di Compiègne E non poteva mancare nemmeno lei, la perfida contessa madre ,la degenere zia di Girodelle che ,vedendo frustrate le ambizioni di tutta una vita ,infierisce contro la nuora che però adesso non è più la debole donna di tanti anni prima : le disgrazie e la vita di corte l’hanno temprata e ne hanno fatto un’altra persona più forte e consapevole |
Ciao Agrifoglio! |