Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 1539 recensioni.
Positive : 1537
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Veterano
30/04/22, ore 13:48

Buongiorno Agrifoglio.
Molto movimentato questo nuovo capitolo.
Speriamo che Honoré, al Comando di un drappello delle Guardie Reali riesca a salvare l'Arciduchessa Maria Luisa. Oscar (e quindi André!) partecipano alla spedizione. Dato che non sono più giovani e agili come un tempo, per stessa ammissione di Andrè,  speriamo bene.
Nel frattempo ho l'impressione che la coraggiosa Edelweiss Margarethe von König abbia colpito al cuore il giovane Re
Antoine Laurent de Lavoisier invece è troppo debole, vittima di una madre autoritaria. Rischia solo di rendere infelice Bernadette.
Questa battuta l'ho trovata molto appropriata: "I pensieri molesti mi abbandonano soltanto quando sono in tua compagnia, André!". Dopo tanti lustri di vita in comune è davvero struggente.
Brava, a presto!

Recensore Master
30/04/22, ore 11:54

La storia così si ripete ad ogni matrimonio combinato tra la Francia e l'Austria: un'altra unione, un altro rapimento!

Recensore Junior
30/04/22, ore 00:53

Ciao Agrifoglio, nella pausa pasquale mi sono preso la briga di leggere la tua Leonessa di Francia. Una storia decisamente interessante, articolata, frutto di studi e approfondimenti che, però, riesce a sfociare in un universo parallelo con estrema facilità, all'apparenza, poiché, ripeto è frutto di molta conoscenza storica. Il viaggio della sposa è molto movimentato, sarà stato Napoleone a volerne il rapimento, dopo aver rapito anche il giovane Re, nei capitoli precedenti? Ad ogni capitolo che ho letto sono rimasto stupito dalla tua abilità nel descrivere i caratteri dei personaggi ma anche le battaglie più famose dell'epoca. Adesso a sparigliare le carte delle coppie che abbiamo iniziato a conoscere, è arrivato il giovane Conte svizzero. Attendo il prossimo capitolo con vivo interesse, complimenti e alla prossima.

Recensore Junior
23/03/22, ore 12:28

Mi dispiace davvero tanto per la povera Bernadette che passa da una delusione all’altra. Anche il rapporto con Lavoisier junior infatti non sembra avviato su una buona china. Il ragazzo è gentile e premuroso e di certo non è pieno di difetti come il damerino che l’ha preceduto, ma è troppo succube della madre, la quale non ne vuole proprio sapere di accettare Bernadette come una possibile nuora.
La signora ha appreso da una sua amica – una di quelle che non si fanno mai gli affari loro – che Antoine Laurent è andato al Cafè Le Procope con una ragazza ed impiega davvero poco a fare due più due. Madame de Lavoisier non è assolutamente disposta ad imparentarsi con una governante e con la memoria di un giornalista giacobino, tanto più che ha scoperto che Rosalie è una figlia illegittima, nata fuori dal matrimonio.
A nulla valgono le proteste del figlio, perché la signora è irremovibile e sorda ad ogni altra considerazione che non sia la sua: se i due giovani si sposeranno, lei ed il marito si opporranno strenuamente ed il giovane Antoine Laurent sa benissimo che ciò segnerà la fine dei suoi rapporti coi genitori ai quali è molto legato.
Bernadette sembra maturata rispetto al precedente rapporto, è più assertiva ed invoglia il ragazzo a prendere posizione, ma lui non schioda, è contrario ad un incontro tra le due famiglie anche se con la mediazione dei de Jarjayes e di André. Lui non si decide e lei non sa cosa pensare.
Mi dispiace tanto anche per il re che ha rinunciato ad ogni aspirazione d’amore ed è completamente orientato verso un matrimonio di convenienza con l’arciduchessa Maria Luisa d’Asburgo Lorena.
Mi è piaciuta tanto l’immagine della nebbia che confonde i contorni ed i volumi degli oggetti e che occultando o rendendo rarefatte le immagini dà ad Oscar maggiore ardire nell’affrontare certi argomenti che altrimenti non sarebbero nelle sue corde. Invita il re a rivedere le sue posizioni ed a prendere in considerazione l’idea di contrarre un matrimonio d’amore che gli darebbe forza e che non lo porrebbe di fronte alle strettoie di un matrimonio combinato che lui, per carattere, non sarebbe in grado di aggirare. Nulla da fare, però, perché il re è ben determinato a rafforzare i rapporti con l’Austria ed a dare alla sua famiglia una discendenza idonea ad ascendere al trono. Il destino quindi sembra già scritto.
Sono dispiaciuta anche per Joséphine de Beauharnais che sente che i suoi giorni accanto a Napoleone stanno per terminare. Nessuno glielo ha detto esplicitamente, tanto meno Napoleone che glissa, dribbla, svicola e non ne vuol sapere di dirle la verità, ma lei capisce ugualmente. Quel comportamento innaturale e quel bacio sulla fronte più adatto ad una bambina che ad una donna la mettono in allarme. Gli argomenti trattati sono di contorno, quelli che stanno a cuore rimangono confinati nel silenzio, lui vorrebbe togliersi un peso dallo stomaco, ma non ha il coraggio di arrecarle un dolore.
Sono dispiaciutissima per il papa che, ad un’età alla quale la maggior parte dei suoi contemporanei neanche arrivava, si vede strappato alle sue certezze, imprigionato e trasportato chi sa dove. Non ha soldi in tasca, ma soltanto il breviario ed il crocifisso e, con un solo cardinale, se ne va verso un incerto destino. Da successore di san Pietro, è disposto come lui ad affrontare il martirio, sicuro e determinato, come sicuro e determinato è stato a rispondere, battuta dopo battuta, ad un generale napoleonico che, con tutta la forza di cui disponeva, era molto più insicuro di lui. Azzeccatissima la citazione dal “Quo vadis?”, un ever green che è rimasto nel cuore a molti.
Mi dispiace per Kitty, derubricata da fonte di ispirazione a zavorra da mollare a casa e dalla quale mettere più miglia possibili di distanza. E’ diventata Lady Wellington, ma non credo che se ne farà molto.
Non mi dispiace per Napoleone che se l’è cercata. E’ aggressivo, dispotico, inesorabile. Gioisce delle disgrazie degli altri, si insidia nella case altrui. Una volta tanto, ha sperimentato sulla sua pelle la caducità dell’esistenza, rimanendone disorientato, ma ciò non lo rende simpatico, ma soltanto oggetto di riflessione. Prima gli muore un amico, un ufficiale scalmanato che in battaglia ne osava più di un eroe omerico, per ironia della sorte abbattuto mentre si riposava e neanche morto sul campo di battaglia, ma dopo giorni interi di agonia, essendo diventato un invalido. Poi quasi non è assassinato e non da un colosso spaventoso, ma da un ragazzino di diciassette anni, che più insignificante di fronte a lui non sarebbe potuto essere e che di colossale aveva soltanto la fanatica determinazione. Napoleone trema, vacilla, è consapevole che, morendo lui, tutto andrebbe a rotoli. Come era facilmente ipotizzabile, non decide di allentare il ritmo o semplicemente di prenderla così come viene, ma di amputare il suo rapporto con Joséphine de Beauharnais, l’unico che gli desse un po’ di gioia e che gli conferisse un minimo di umanità. Ora, resterà vittima della sua fagocitante ambizione e dei consigli interessati del gorgo Paolina.
Neppure mi dispiace per Oscar. Troppo fissa sui suoi obiettivi e troppo incurante di André che continua ad ignorare nelle sue esigenze ed a dare per scontato. Un bagno fuori programma le schiarirà le idee.
Quanto a Robert Gabriel de Ligne, merita in pieno tutte le legnate che spero riceverà.
Un altro capitolo ricco di eventi e di personaggi e denso come una cioccolata bella calda con sopra tanta soffice panna!
Alla prossima!
Match Point

Recensore Junior
22/03/22, ore 13:52

L’ombra di Napoleone aleggia su tutto questo monumentale capitolo e lo colora di tinte avventurose, ma anche tristi ed oppressive.
Napoleone fa arrestare il papa che si oppone ai suoi piani e che in questa ricostruzione alternativa si è pure rifiutato di andare ad incoronarlo a Milano. L’ha addirittura definito un pazzo furioso pronto per l’internamento in quella lettera inviata al cognato Marat. Le ore di Pio VII, almeno al suo posto sul soglio pontificio, sono finite. Napoleone, anche se non presente sul luogo, organizza la sortita alla perfezione, fa circondare il palazzo del Quirinale e dispone che l’assalto avvenga da più punti di accesso. Non si era portato, però, il metro per misurare le scale!! I soldati entrano, devastano e si ritrovano davanti un uomo anziano e minuto, ma molo determinato a portare a termine la sua missione anche fino al martirio, se necessario. Non può rinunciare al dominio temporale della chiesa, perché lui ne è soltanto l’amministratore pro tempore e non il titolare e, se persino il generale Radet ha prestato giuramento al suo imperatore, con quanto zelo il vicario di Cristo deve fare gli interessi della sua chiesa? Il papa è portato via in tutta fretta e notte tempo ed i romani, al loro risveglio, si troveranno più soli e più indifesi.
Napoleone imperversa nell’impero austriaco, prende Ratisbona, combatte a Wagram e di battaglia in battaglia arriva fino ad occupare Vienna. Lungimirante la scelta di chi comandava la città di arrendersi senza battagliare. Non c’era partita e così si sono salvate vite umane ed opere d’arte da un’inutile distruzione. Meno epico, ma sicuramente previdente è stato l’imperatore Francesco I ad abbandonare la città prima della conquista. L’orgoglio smisurato di Napoleone è esultato all’idea di installarsi nella dimora degli Asburgo, direttamente nella tana del re della foresta. Dal castello di Schönbrunn Napoleone regge le fila del suo impero sempre più esteso ed in fermento ed è proprio nel castello di Schönbrunn che subisce un tentativo di attentato che lo fa riflettere. Un adolescente, poco più che un bambino, gli si avvicina con aria risoluta. Tempestivamente bloccato e perquisito, è trovato in possesso di un grosso coltello da cucina e subito arrestato. Proprio in faccia alla sua vittima mancata il giovane esaltato confessa la sua ferma intenzione di assassinarlo per liberare la Germania ed i popoli tutti dalla presenza gravosa di un tiranno assetato di sangue. Non si fa allettare dalla prospettiva della grazia ed anzi afferma senza freni inibitori che se lasciato libero ci avrebbe riprovato ad oltranza. Napoleone è toccato da tutto ciò perché capisce che la morte potrebbe prenderlo in qualunque momento anche fuori dei campi di battaglia. La morte del resto si era già presa anche l’amico Lannes, un prode combattente nel quale lui riponeva la massima fiducia. Così Napoleone smette di nicchiare e si risolve finalmente a prendere moglie, ma per farlo deve anche porre fine al suo legame di lunga durata con Joséphine de Beauharnais, donna che tutto sommato, malgrado differenza di età e tradimenti, fa proprio al caso suo. La questione è difficile da affrontare, Napoleone ci gira intorno e non sa come dirlo ed anche la bella creola non osa fare domande dirette. Parlano dell’arresto del papa, del progettato omicidio del duca d’Enghien, di tutto fuorché di ciò che interessa loro veramente. Lei si lagna per quel bacio sulla fronte che le sembra fuori luogo, più adatto ad una bambina che ad un’amante di vecchia data e lui le sorride forzatamente, le volta le spalle e se ne va. Ad attenderlo c’è l’intrigante sorella Paolina, nostra signora degli orpelli, come la chiama lui, che si deve togliere più di un sassolino dalla scarpa con Joséphine de Beauharnais che, svelando la sua tresca col granatiere, ha mandato a monte il suo matrimonio con Camille Alexandre de Saint Quentin, costringendola a sposare il principe Camillo Borghese ed a vivere in due città che lei detesta. La bella e malevola Paolina ha un piano, vedremo di cosa si tratta.
Napoleone si trova anche dietro l’ascesa di sir Arthur Wellesley che sembra essere la sua nemesi. Grazie ad una serie di morti in battaglia e di rovesci in guerra, sir Arthur Wellesley può finalmente ritornare in servizio attivo e lo fa da dove aveva interrotto, dal Portogallo, questa volta da comandante in capo. Trionfa ad Oporto, improvvisandosi traghettatore e cannoneggiatore e trionfa in seguito anche in Spagna. La situazione non è tutta rose e fiori, gli alleati sono ostili ed inaffidabili e le truppe sono oppresse dal caldo e dalla fame, ma lui è più forte delle aversità, resiliente diremmo adesso ed alla fine ottiene il titolo di visconte di Talavera e di Wellington. Lo ritroveremo fra qualche anno, non più nella penisola iberica, a contendersi il campo di battaglia col suo antagonista, in una giornata di giugno.
Napoleone è anche alla base della decisione del giovane re di immolarsi, chiedendo in sposa la giovane arciduchessa Maria Luisa d’Asburgo Lorena. Luigi XVII non può avere la contessina de Girodelle, in realtà sua sorellastra per parte di madre ed allora decide di contrarre un matrimonio dinastico per dare un erede alla sua famiglia e per rafforzare la futura alleanza con l’Austria, al fine di mettere alle corde Bonaparte. Oscar tenta di farlo ragionare, ma l’uomo ormai è ben deciso a fare il suo dovere, andando fino in fondo. Molto ammirevole, ma anche molto triste!
Napoleone infine è anche indirettamente responsabile dei litigi tra Oscar e André. Lui non ne può più di sentirselo nominare ad ogni pie’ sospinto, anche ad agosto e di domenica, perché si percepisce estraneo a questa contesa fra grandi e si sente escluso. Capisco che un bagno, anche se vestita e fuori programma, non è un gran male nella calura di agosto, ma che caratterino questo André!
Non c’entra niente Napoleone nelle reiterate disavventure sentimentali della povera ed un po’ sfortunata Bernadette, ma quanta tristezza lo stesso! E, se proprio vogliamo nominarlo, visto che in questa recensione l’ho sempre fatto, diciamo che una suocera come madame de Lavoisier avrebbe fatto vedere i sorci verdi pure a Napoleone!
This chapter is wonder!
D.P.

Recensore Master
22/03/22, ore 12:43

Ciao Agrifoglio. Mi ha colpita il titolo con il Papa e l'imperatore. Ho letto con interesse il dialogo tra Oscar e il Re dove mi é piaciuto l'atteggiamento della prima. La parte che mi é piaciuta di piú é quella che riguarda Antoine e Bernadette. Il ragazzo si é confrontato con la madre e vedremo cosa succederà con Bernadette. Mi ha colpita quello che ha detto il Generale de Jarjayes dicendo che con il rapimento del Papa Napoleone abbia toccato il fondo. Sono rimasta stupita nel leggere di Lord Wellington. Saró curiosa di leggere di Robert. Un capitolo molto ricco dove ho apprezzato come sempre le immagini e il tuo lavoro nel gestire tante situazioni e personaggi. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 22/03/2022 - 12:44 pm)

Recensore Junior
21/03/22, ore 12:03

Tante cose succedono in questo capitolo, come al solito del resto!
Da una parte c’è il re che deve sposare una sua pari grado, ma Oscar lo esorta ad una maggiore riflessione e lo invita a non caricarsi di un simile fardello per la ragion di stato. Lo sprona a prendere in considerazione il matrimonio basato sull’amore e sulla stima reciproci perché alla lunga è l’unico che paga mentre il matrimonio di convenienza rischia di diventare una tomba, se non corretto da escamotages che però non sono nel carattere di Luigi XVII. Dall’altro lato c’è una madre, madame de Lavoisier, che invita il figlio a dimenticare il suo amore per Bernadette, una ragazza di umili natali e senza dote. Bernadette oltre ad essere povera è anche nipote di una ragazza madre e questo proprio non va giù alla nobile signora che però, come osserva il figlio, appartiene alla recente nobiltà di toga anziché all’antica nobiltà di spada.
Un plauso all’ascesa di sir Arthur Wellesley, pardon ora lord Wellington, che fra un disagio e l’altro è riuscito a mietere vittorie su vittorie, a tramutare una disfatta strategica in una vittoria tattica da esibire in patria come causa di nobilitazione ed a tenere testa ad alleati scomodi talvolta quanto e più dei nemici. Pare che la moglie Kitty nel bene e nel male sia sempre stata alla base dei suoi successi, in gioventù per diventare degno di lei ed in età adulta per sfuggirle. Questa donna condiziona, in un certo qual modo, le scelte, la vita e le prospettive del marito. Quest’uomo cresciuto poco a poco e fortificatosi sul campo darà del filo da torcere a Napoleone, esploso in un battibaleno ma ora inevitabilmente stanco ed alle prese con tutte le difficoltà di un impero eccessivamente ampio e cresciuto troppo in fretta.
Il papa è costretto a lasciare Roma a causa della decisione di tener testa a Bonaparte per non dovere venire meno ai suoi principi ed ai suoi doveri di vicario di Cristo. Bella e commovente la scena dell’arresto e del successivo “rapimento”. Come hanno già scritto gli altri, è lampante e sconcertante il contrasto tra il potere militare dell’esercito di occupazione e l’autorità morale e spirituale di quest’uomo gracile ed anziano protetto soltanto dal suo crocifisso. Lo stesso generale Radet è imbarazzato nel compiere il suo dovere mentre l’unico sereno è proprio il prigioniero, l’ostaggio per eccellenza, pronto anche ad affrontare la prova suprema come fece il suo predecessore san Pietro e come fece san Pietro gli è mestamente sussurrata la fatidica domanda, “Quo vadis, Domine?”.
Poi abbiamo Napoleone che vince e stravince, riuscendo a sfrattare gli Asburgo e ad insediarsi nella loro capitale e nei loro possedimenti. Sembra uno di quegli animali che uccidono il mollusco e poi sistemano la loro tana nel guscio dell’animale ucciso. La fortuna continua ad arridere agli audaci ed infatti mentre l’arciduca Carlo attende i rinforzi dal fratello arciduca Giovanni, ad arrivare è il principe Eugéne de Beauharnais, il figlio di Joséphine, che si rende determinante per la vittoria di Napoleone. Poi però il destino presenta il conto ed arrivano le dolenti note. Il maresciallo Lannes muore e Napoleone si ritrova privo di uno dei collaboratori migliori ed amici più fidati. Poi la morte occhieggia lo stesso Napoleone che sta per cadere vittima di un attentato. Gagliardo quel ragazzino anche se un po’ pazzo! Tutti questi rovesci della medaglia convincono l’imperatore a mettere da parte gli indugi ed a sposarsi. I problemi sono due, chi scegliere dopo il rifiuto dello zar di concedere la mano della sorella e come dirlo all’amata anche se infedele Joséphine. A questo proposito, pare venire in soccorso la sorella Paolina, enigmatica quanto inquietante e vendicativa.
Ritroviamo anche il primo amore di Bernadette, quell’indegno Robert Gabriel de Ligne che, dopo essersi rivelato un pessimo spasimante, dimostra di essere anche un cattivo nipote che spia nonno e zii. Di preciso cosa ha scoperto e cosa intende fare?
Last but not least, un plauso ad André che, una volta tanto, mette in riga Oscar come sempre nel giusto nella sostanza ma un pochino indisponente nei modi.
Resto in attesa di un – spero rapido – aggiornamento! Per adesso ti rinnovo i miei complimenti anche per le immagini invariabilmente bellissime e coerenti con il contenuto dei capitoli e per la grande dedizione che come sempre traspare da ogni riga.

Recensore Junior
20/03/22, ore 19:24

Un altro splendido capitolo carissima Agrifoglio che si apre in una delle tante battute di caccia in quel di Versailles Il cielo è grigio e promette pioggia , l’umore è nero e promette sofferenza .Oscar è sempre stata riservata ma il re è figlio della sua più cara amica ed è poco più grande dei suoi figli ed ecco Oscar proporsi nel ruolo di consigliera. Arriva anche la nebbia a facilitarle il compito nascondendo le immagini oppure sfumando i contorni Protetta dalla nebbia come da una maschera Oscar si sente al sicuro ,quasi ringalluzzita ed invita il re a non sposarsi per cementare alleanze e per prolungare dinastie, ma soltanto per amore e quando sarà Lei ha sperimentato il matrimonio d’amore e ne ha tratto beneficio ,un beneficio del quale avrebbe bisogno anche il re che ha sofferto a causa della prigionia inflittagli da Bonaparte e che non sarebbe tipo da trovare consolazione alla pesantezza di un matrimonio di convenienza prendendosi un’amante. Il re però non ne vuol sapere di tornare sui suoi passi . Non può avere la donna che ama e quindi vuole trarre il massimo beneficio dalla donna che non ama dicendo ad Oscar e dicendo a se stesso che è la scelta migliore e che la giovane in questione ha un carattere eccellente In realtà vediamo un giovane molto provato ed anche un po’ sbandato :va a caccia col brutto tempo come se non ci fossero giorni migliori per farlo Sembra fuori fase ed alla deriva……..
Non se la passa meglio la povera Bernadette che pare aver trovato la seconda delusione amorosa nel giro di pochi anni Per motivi diversi ma neanche questo giovane sembra quello giusto, il definitivo Lui in realtà non sarebbe neanche malaccio perché è buono e gentile ma non è abbastanza adulto o abbastanza forte o tutte e due le cose insieme La verità è che con la madre non c’è partita ,lui prova ad opporsi a lei ma lei è molto più forte di lui e non solo per età Lui tenta di tenere il piede in due scarpe continuando a frequentare Bernadette ma senza fare il passo decisivo per paura di alienarsi i genitori……… Prima o poi la madre darà la spallata decisiva Per ora è sempre più incalzante e porta sul tavolo argomentazioni più pregnanti e consistenti di capitolo in capitolo . Anche Bernadette vorrebbe che il giovane si desse una mossa e decidesse da che parte stare perché si è stufata di tanta titubanza Rispetto al suo legame col tenente De Ligne mi sembra più adulta e meno succube, prende lei in mano la situazione anziché stare a subire ma per ora i risultati non arrivano e dubito che arriveranno……..
Poi si passa alle vicende belliche a troviamo sir Arthur Wellesley che finalmente può tornare a combattere addirittura in un ruolo di assoluto comando ,mettendo oltretutto centinaia di miglia fra sé ed il suo asfissiante matrimonio La situazione gli è avversa ma con molta esperienza ed una buona dose di pragmatismo riesce a capovolgere situazioni svantaggiose ed a far fiorire anche i rami secchi Ho trovato molto belle le immagini delle battaglie con quelle barche requisite che fanno la spola da una riva all’altra ,i soldati inglesi che combattono al riparo del convento in muratura e sir Arthur Wellesley che dall’altra sponda cannoneggia i soldati nemici che vanno ad attaccare le giubbe rosse accampate nel convento E poi arriva la campagna in Spagna con la fame il caldo ed i difficili rapporti col generale spagnolo De La Cuesta I due generali non sono ben assortiti, c’è troppa differenza d’età ed anche di provenienza , entrambi sono due prime donne ma De La Cuesta è uno che non mantiene le promesse ed è anche molto approssimativo ed aggiungerei pure poco professionale Fra alti e bassi gli inglesi riportano una vittoria di Pirro ma la narrazione in patria è diversa e la eco della vittoria arriva di bocca in bocca fino al re che conferisce a sir Arthur il titolo di visconte di Wellington e di Talavera Ora sir Arthur anzi lord Wellington ha la strada spianata per la sua lotta che sappiamo tutti dove lo porterà almeno nella storia canonica
Napoleone non si ferma neanche davanti al papa che non deve permettersi di contestarlo e di opporsi ai suoi piani. Pio VII non soltanto si oppone e non accetta l’ingerenza napoleonica ma osa anche scomunicare gli invasori e la reazione dell’imperatore non tarda ed è spietata ed inesorabile. Posizionati i soldati notte tempo davanti al palazzo del Quirinale il papa è tratto in arresto e condotto fuori Roma di gran carriera come un prigioniero qualsiasi. Molto belle le scene delle scale di legno issate sulle mura dei giardini del Quirinale con le prime troppo corte (anche Napoleone si sbaglia ahahahahah!!!!!! ) e dell’invasione del palazzo con il campanaro arrestato le porte distrutte a colpi d’ascia e le guardie svizzere inefficienti E bella naturalmente è anche la proverbiale scena del non dobbiamo non possiamo non vogliamo Il papa è gracile e totalmente privo di forza bellica ma promana una grande autorità morale ed una forza spirituale e di carattere eccezionale Terribile quando se ne va così com’è ,con poche lire in tasca e soltanto con l’abito che indossa, sentendo il peso degli anni e mettendo in conto anche un possibile martirio, ,ma sentendosi pronto ad affrontare tutto se questa è la volontà di Dio alla quale non si sottrarrà. Presa in prestito ma sempre suggestiva è la domanda Quo vadis domine? che è azzeccatissima per chi vede partire in piena notte il capo della chiesa senza sapere cosa lo aspetta e se mai tornerà.
Da un concitato dialogo di Oscar ed Andrè apprendiamo le successive traversie del papa costretto a spostamenti disumani tra Francia ed Italia trasformatisi però in un autentico trionfo vediamo anche che Andrè è piuttosto insofferente a sentir parlare di Bonaparte ed anche piuttosto geloso ma concordo con il commento di chi mi ha preceduta : Oscar non sarebbe Oscar se non si facesse parte attiva per la lotta e la sconfitta di Napoleone ma è comunque molto divertente la scena in cui Andrè che non ne può più solleva di peso la moglie e la getta in acqua!!!!
Sempre a palazzo Jarjayes apprendiamo che Oscar ed Andrè nella ricerca del tesoro dei giacobini hanno iniziato ad indagare sui discendenti di Danton che però sono irreperibili in tutta la Francia Purtroppo per loro però il tenente De Ligne li ha spiati ed ora è a conoscenza dell’esistenza del fantomatico tesoro. Prevedo guai a non finire perché il giovanotto in questione ha sempre creato grossi problemi a chiunque ha avuto la sfortuna nera di avere a che fare con lui.
Poi abbiamo Napoleone che in un giorno solo arresta il papa e stravince a Wagram Era già riuscito ad occupare Vienna e con un notevole autocompiacimento non può fare a meno di notare che si è impossessato di una delle più grandi capitali d’Europa Non ha capito però che un conto è conquistare territori ed un conto è tenerseli e lui se continua a farsi nemici e ad innescare catene d’odio a non finire non si terrà un bel niente ed infatti andò proprio così ahahahah!!!!!!!! Poi però succede l’imponderabile Il suo migliore amico il maresciallo Lannes muore colpito da una palla di cannone che per ironia della sorte lo colpisce mentre era seduto a riposarsi mentre lui era sempre stato un tipo iperattivo . Non aveva ancora finito di piangere l’amico che subito Napoleone deve fronteggiare un tentativo di attentato da parte di un diciassettenne fanatico ed esaltato che rifiuta ogni proposta di grazia nel nome degli ideali Napoleone realizza quindi di non essere invincibile e che la morte è sempre in agguato e non può più procrastinare la ricerca di una sposa tanto più adesso che lo zar gli ha negato la mano di sua sorella. Torna quindi di filato a Milano dove trova ad attenderlo Joséphine de Beauharnais che intuisce che qualcosa non va e che probabilmente la loro storia è al capolinea. Parla dell’arresto del papa e del progettato omicidio del duca d’Enghien ma è altro ciò che le sta a cuore che né lei né Napoleone riescono ad affrontare a viso aperto. Intanto Paolina aspetta il fratello nel suo studio La donna non ha digerito la spiata di Joséphine de Beauharnais che ha indotto il marchese de Saint Quentin a lasciarla tanto più che questo ha portato al forzato matrimonio col principe Camillo Borghese e ad una vita noiosa tra Roma e Torino . Paolina Borghese medita quindi vendetta e nella fattispecie comunica al fratello un piano per trovare una moglie.
Sono davvero curiosa di sapere come il tutto evolverà, a presto spero!

Recensore Veterano
20/03/22, ore 11:33

Buongiorno Agrifoglio, mi soffermo sull'incipit del tuo nuovo capitolo, perchè sei stata perfetta nel descrivere una brumosa giornata di febbraio nella campagna francese. Mi è sembrato di esserci, in mezzo al freddo umido di quella foschia (ed oggi da me splende un bellissimo sole!).
Mi ha colpito il confronto, indiretto, di Oscar che rispettosamente raccomanda al Re (al Re!) l'importanza di un matrimonio fondato sull'amore e la stima reciproci, e Madame de Lavoisier che diffida il figlio dall'innamorarsi della giovane Bernadette (perchè di ceto inferiore ...ma tutto è relativo).
Amara la considerazione del Re (un Re così giovane) che "La morte coglie di sorpresa tutti, giovani e anziani". Un Re rassegnato al suo destino.
André, che non ne può più di sentire Oscar parlare di Napoleone, le fa fare un bel tuffo nell'acqua fresca del lago: ci voleva...Nel frattempo Robert Gabriel de Ligne spia i discorsi dei suoi familiari...e non è nemmeno troppo accorto.
Sempre brava! A presto, un caro saluto
 

Recensore Veterano
19/03/22, ore 10:47

Napoleone, imprigionando il Papa e Lord Wellington a suon di vittorie sul campo, hanno imboccato due strade diverse, con diversa pendenza...ma arriveranno ad incrociarsi da lì a qualche anno e non a beneficio del primo.
Intanto c'è chi continua a tramare apertamente (attentato fallito a Bonaparte che ferisce a morte il legame con la Beauharnais) e chi di nascosto..sono inquietanti sia il nipote di Oscar che Paolina..ho una mezza idea sulla sposa che intende proporre al fratello...vediamo se ci azzecco 😀

Recensore Master
19/03/22, ore 09:20

Carissima Agrifoglio, ecco un altro bellissimo capitolo, corale , suggestivo ,ricco di immagini e riferimenti storici. Una cavalcata fra storia e fantasia, un intreccio sempre più sapiente che coinvolge e convince.
Ho talmente tanto apprezzato alcune recensioni lette (soprattutto quella di Ladybug) che mi è difficile trarre conclusioni altrettanto efficaci nell' analisi di questo episodio così variegato e importante per la storia.
Napoleone, all' apice del successo, della fama e del potere assoluto che lo sovrasta , riesce a far arrestare il pontefice che aveva " osato" contestarlo, in questo modo si crea pure dei nemici sempre più numerosi. Il suo trono inizia a vacillare, ha già un'età eppure nessuna giovane aristocratica sembra candidarsi a diventare sua sposa, Josephine è l' amante perfetta i due, nonostante i contrasti non riescono a stare separati a lungo però la sorella di lui, Paolina cerca vendetta e troverà certamente un piano per eliminare la scomoda antagonista.
Mi fa pena il giovane re di Francia, costretto a sposare una donna per dovere dinastico e non per amore, così mi dispiace per la povera Bernadette che passa da una delusione all' altra. ...comunque il nipote del generale Jarjayes sarebbe stato un pessimo elemento, non solo come fidanzato ma , da quanto si evince alla fine di questo capitolo, si rivela una spia e sarebbe da tenere d' occhio e scoprire qualcosa di più sulle sue mire. Cosa gli interessavano a lui i discorsi fra Oscar, André e il generale? Cerca anche lui il tesoro dei giacobini?
La vera " battaglia " però, quella finale credo sarà fra i grandi: Oscar e Napoleone, comprendo i sentimenti di André però Oscar non sarebbe stata IC se se su fosse comportata in maniera diversa, è naturale che sia affascinata dal condottiero e stratega. Sarà una bella sfida....ti aspetto con trepidazione. A presto
(Recensione modificata il 19/03/2022 - 09:30 am)

Recensore Master
18/03/22, ore 10:10

Allora, cara Agrifoglio, ho aspettato un pochino a recensire per mettere ordine fra i miei pensieri, visto che questa long, per la sua stessa struttura e per il criterio con cui articoli i tuoi capitoli, si presta a molteplici commenti.
Devo partire dalla sorte del Papa, perché, sai, forse perderai la stima di me, ma la scena del Papa che, davanti ai Francesi arrivati dentro il Quirinale, risponde dignitoso e asciutto, mi è molto cara, perché mi ricorda la sequenza del "Marchese del Grillo", in cui, dopo tante risate anche scollacciate, quando (per colpa della inadempienza del Marchese Onofrio, in altre faccende affaccendato) il contingente napoleonico si trova davanti al Pontefice, Paolo Stoppa, bravisssimo, eccezionale, minuto e biancovestito sprofondato nel trono, con la sola forza della sua autorità morale, dice proprio: "Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo".
Molto tenero è poi il discorso di Oscar al re, per cui hai pensato al contraltare della piccola discussione con André, che non ne può più di sentire parlare del Papa, e non sopporta il "panegirico" di Bonaparte. E quanto a Joséphine, stavo leggendo tempo fa "Al cuore dell'Impero" di A. Necci, e leggevo le parole con cui Napoleone, durante il suo esilio a Sant'Elena, parlava di Joséphine: la donna che, nonostante i tradimenti, aveva amato di più, la sola che l'avrebbe seguito nel suo esilio (la sorella Paolina avrebbe voluto, ma ne fu impedita da vari fattori), ma quasi era sollevato all'idea che una polmonite l'avesse uccisa senza farle provare la durezza dell'esilio e lo sfiorire della vecchiaia.....
Un saluto caro e grazie per questo capitolo,
d
(Recensione modificata il 18/03/2022 - 02:10 pm)

Recensore Master
18/03/22, ore 09:45

Ciao Agrifoglio, anche questo capitolo è particolarmente interessante, in quanto ci mostra due aspetti: quello personale di alcuni personaggi coinvolti e quello che attiene e si collega, pur con tutte le varianti del caso, alla Storia e quindi a Napoleone e alla vicenda del Papa.
Possiamo infatti notare come il giovane re di Francia si ritrovi a dover sottostare alla ragion di stato, con il matrimonio organizzato tra lui e l’Arciduchessa Maria Luisa, anche se non la ama e mai potrebbe amarla, in quanto il suo cuore vorrebbe ben altro. Ed è proprio Oscar che, con l’occasione di una battuta di caccia, si prende l’ardire di parlare al re con schiettezza, poiché nella sua vita ha già sofferto per la prigionia e non è giusto che debba condannarsi ad un nuovo tipo di prigionia come una unione imposta. Proprio lei che, con gli anni, ha potuto comprendere quanto sia il valore di qualcuno che si ha vicino e ti ama e con il quale si possono condividere i fatti della vita.
Altro passaggio personale quello fra Bernadette e il giovane Lavoisier: la prima vorrebbe avere qualche certezza sui sentimenti che il giovane sembra provare per lei, ma al contempo capisce che ci sia un impedimento molto forte nella madre, la quale non la ritiene una compagna degna di suo figlio poiché né di nobili natali, né facente parte di una certa borghesia. Sembra che la povera Bernadette incontri solo uomini che non hanno il coraggio di sfidare le convenzioni sociali o che mirino unicamente a matrimoni di prestigio, e lei per loro non potrà mai essere all’altezza di questi rigidi dettami.
Assistiamo anche a qualche siparietto particolare fra Oscar e André, quando non sono a corte, ma sempre, anche nel loro tempo libero, con i pensieri di Oscar volti alla persona di Napoleone e sui suoi movimenti a livello europeo. André vorrebbe che la moglie potesse godere di un po’ di serenità, in quanto gli sembra che continui a misurarsi con quell’uomo, cercando di capire le sue mosse e il perché delle stesse, rimanendone anche leggermente contrariato. Intanto loro e gli altri ancora stanno cercando quel famoso tesoro dei giacobini, con le poche notizie che sono riusciti nel tempo a racimolare qua e là.
Poi arriviamo al lato più tecnico del capitolo: ritroviamo Sir Arthur in Portogallo a cercare di mantenere in auge il suo prestigio, e a dimostrare di essere ancora un valido condottiero, dato che la sua patria lo ha mandato nuovamente in campo e con potere decisionale. Lui può solo dirsi felice di poter, intanto, evadere dalla gabbia nel quale si è voluto rinchiudere con il matrimonio con Kitty, per cui qualsiasi incarico è sempre il benvenuto.
Ma il pezzo forte di tutto il passaggio è l’arresto del Papa su precisi ordini dell’Imperatore Napoleone per il suo comportamento avverso alla sua augusta persona. Non ha avuto il minimo rispetto per il rappresentante in terra di un potere superiore persino al suo, anche tenendo conto dell’indole docile dell’uomo che non si è ribellato, ma ha accettato pacatamente ciò che gli veniva comminato, certo di avere al suo fianco Qualcuno che gli sarebbe stato vicino e lo avrebbe protetto. La frase pronunciata da uno dei segretari del Papa, mentre veniva portato via, mi ha ricordato il romanzo di Sienkiewicz “Quo vadis?” e mi è parso di rivedere Pietro, al quale quella domanda veniva rivolta, mentre si accingeva a lasciare Roma.
Intanto Napoleone sta dirigendo le sue campagne volte alla sola conquista, tanta e tale è la sua sete di potere. Le sue campagne gli stanno però facendo perdere uomini, e molti, e tra tutti costoro anche un suo amico, ed è in questa particolare situazione che lo vediamo assumere un aspetto umano, mentre piange per la perdita della vita dell’amico. Ma è anche importante cercare di avere una propria discendenza, come gli ripetono da più parti i suoi famigliari, proprio per poter trasmettere tutto quello che sta conquistando a qualcuno che potrà poi portare avanti il suo sogno. E’ consapevole che la possibilità di sposare la Granduchessa Romanova non sia più fattibile, in quanto lo Zar non ha desiderio di imparentarsi con lui, e forse non si fida del suo ego spropositato. Josephine è la donna da lui sempre amata, proprio perché i due sono anime gemelle, simili per ideali e stili di vita, ognuno riesce a ritrovarsi nell’altro, ma è una liason e solo questo mai potrà essere. Sarà difficile per lui dover troncare con lei per trovare quella moglie tanto anelata nel parterre che ha a disposizione. Ma a questo punto interviene l’astuta sorella Paolina, la quale pensa di avere un piano per trovare una moglie per il fratello imperatore, e, nel mentre, vendicarsi di Josephine che l’ha costretta a sposare il Principe Borghese, condannandola ad una vita cui lei non aspirava fatta di sola noia.
Non mi resta che attenderti con nuovi sviluppi e complimentarmi sempre per la cura con cui stai scrivendo, corredando il tutto con immagini che rendono più concreto quanto leggiamo. A presto!

Recensore Master
17/03/22, ore 23:14

Cara Agrifoglio tanti complimenti anche per questo capitolo. Tutti i personaggi sono prigionieri in un certo senso. Il giovane Re dei suoi doveri, sir Arthur della sua volontà di emergere pur di evitare Kitty, Bernadette e il giovane Lavoisier dalle convenzioni e dalla madre di lui, Oscar, André e il generale dal mistero del tesoro dei Giacobini (chissà cosa c'entra il nipote di Oscar?)e infine Napoleone che ha realmente arrestato il Papa, che ha conquistato tutta Europa eppure piange per la morte di un amico, perché forse inizia a capire cosa conta veramente. Come sempre ti sei superata, a presto.

Recensore Master
17/03/22, ore 01:36

Napoleone, col suo atto blasfemo verso il Papa, ha passato la misura: adesso la sua buona sorte sul campo di battaglia è finita! È proprio vero che c'è un tiranno ogni secolo..