Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 1539 recensioni.
Positive : 1537
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Junior
29/08/22, ore 23:59
Cap. 85:

Sono in ritardo chiedo scusa. Questo capitolo mi ha colpito molto. Napoleone nonostante il grande potere accumulato teme la caduta, del resto più si arriva in alto più la caduta sarà rovinosa. La giovane Bernadette sembra aver trovato un equilibrio col Marchese col quale condivide un passato amoroso doloroso. Proprio mentre pare tranquilla, finalmente, de Ligne torna alla carica e le causa un incidente, che spero non sia grave... Honorè vuole indagare sul rifiuto della sua promessa sposa ed è appoggiato da tutta la famiglia. Vediamo che succede in attesa di scoprire il segreto del tesoro dei Giacobini. Complimenti vivissimi e alla prossima.

Recensore Master
25/08/22, ore 15:04
Cap. 85:

Ciao Agrifoglio. Ho letto con interesse riguardo Napoleone e i versi. Ma la vicenda sulla quale mi sono concentrata di piú é quella di Bernadette. Bello quanto scritto riguardo i boschi. Suggestivo il ruscelletto e il contatto delle mani. Nel leggere nel finale del Tenente de Ligne ho avuto un brivido. Quello che accade a Bernadette é terribile. Per fortuna c'era il Marchese. Spero non sia successo niente a quella povera ragazza. Come sempre utili le note. Ho sorriso nel leggere la frase di André. Come hai ben scritto ha stemperato la tensione. Come avevo giá scritto sono affascinata dal tesoro dei giacobini. Al prossimo capitolo. Un caro saluto.
(Recensione modificata il 25/08/2022 - 03:05 pm)

Recensore Veterano
25/08/22, ore 07:17
Cap. 85:

Mi ha fatto veramente sorridere la "fissa" di Napoleone che immagino sia vera e documentata...della serie pieghiamo anche i Santi al mio volere e modifichiamo il calendario secondo quanto mi fa più comodo! XD
Sul fronte Lille vedremo quanti altri danni avrà fatto il Tenente de Ligne...
e all'orizzonte si profila il colloquio con Suor Leonilde. In attesa delle sue parole e di scoprire dove sia e in cosa consista il tesoro dei giacobini,
un saluto e buona giornata!

Recensore Junior
24/08/22, ore 21:17
Cap. 85:

Mi dispiace davvero tanto per la povera Bernadette! Il destino che le è toccato è davvero ingrato e proprio adesso che con lentezza e fatica si stava ricostruendo una routine ed una normalità, rimettendosi in sesto per quanto è possibile, ecco ricomparire De Ligne con la sua fissazione di averla e ci scappa pure la caduta finale! Non capisco proprio la ragione di tanto accanimento della sorte. Non è che quando si trovava in Egitto la poverina ha profanato una tomba?
Della sua situazione penso di avere capito che qualcosa in lei è mutato proprio a livello psicologico. Quando si innamorò di De Ligne e di Lavoisier iunior lo fece senza tanti problemi, come se fosse una cosa naturale, senza retro pensieri e complessi d’inferiorità anche se era di ceto inferiore e di patrimonio non elevato. Ora però ha varcato la via del non ritorno, oltrepassando il limite che una brava ragazza non avrebbe mai dovuto sorpassare e questa consapevolezza le è piovuta addosso inesorabile dopo una notte di sospensione dei freni morali. Il marchese de Saint Quentin è un brav’uomo, è di gran lunga il migliore dei tre corteggiatori che sono capitati a Bernadette, ma lei è titubante, rinunciataria e non si fa illusioni.
Non vorrei che si stesse arrendendo. Quando uno comincia ad arrendersi è un disastro, dopo è molto difficile risalire la china. Capisco che i discorsi collegati al valore intrinseco dell’essere umano ed al fatto che è sempre possibile ricominciare sono fuori tempo per i primi del milleottocento, capisco anche che ogni epoca ha i suoi punti di non ritorno e che Bernadette ne ha oltrepassato uno importante per il suo tempo, ma ci sono sempre le persone più grintose che ce la fanno. Bernadette non è Rambo, ma non è nemmeno una diafana ed esangue creatura dei romanzi d’appendice. Ha la laurea, una madre che l’adora, un’importante famiglia che la protegge, una posizione a corte. Diamine Bernadette tira fuori la Wonder Woman che c’è in ogni donna e reagisci!
Intanto però quella brutta caduta non depone troppo bene. Può darsi che la morte chiuda ogni conto in sospeso così da rendere inutile ogni discorso sulla reazione. Speriamo di no!
Per un fiore che rischia di appassire e che si accascia, c’è qualcun altro in pieno delirio di onnipotenza. Ovviamente sto parlando di Napoleone che a strafare è sempre abituato, ma che qui sta davvero esagerando. Eccessivo in ogni cosa, il grande corso ha deciso di sfrattare addirittura la Madonna per mettere al suo posto un santo mai visto né sentito. Ne ha di faccia tosta l’amico! E tutto perché il Magnificat non gli piaceva! Scherzi a parte, non credo che Napoleone abbia agito soltanto per megalomania e vanità personale. Questa mossa sicuramente gli è utile per crearsi un culto personalizzato che consolidi il suo potere reso traballante dall’età che incalza e dalla solitudine sempre maggiore alla quale è condannato. Finché si è giovani e forti la solitudine può anche tornare utile perché non si deve dare conto a nessuno, ma quando le forze cominciano a cedere l’isolamento presenta il conto! Napoleone ha mostrato troppo i muscoli, non ha avuto pietà per nessuno degli sconfitti ed ora nessuno avrà pietà per lui. Il tentativo di soppiantare il culto della Madonna oltre che ridicolo sembra l’ultimo delirio di un folle che si è montato la testa. Sembra molto più presente a se stesso il papa che malgrado sia prigioniero riesce ancora a far sentire la sua voce autorevole.
I miei complimenti ad Antigone che, in tutto quel marasma di illazioni, è stata l’unica ad essere propositiva invece di immalinconirsi come il padre, di lasciarsi prendere dai nervi come la madre o di lanciare accuse più o meno velate come i nonni. Speriamo che il soggiorno a Vichy sortisca buoni effetti! Anzi, visto che ci sono, perché non si portano dietro Bernadette, se sopravvivrà alla caduta? Così la poverina berrà acqua buona, farà le terme e si risolleverà un poco!
La decisione di Elisabeth Clotilde de Girodelle è sempre più sospetta. Mica si sceglie così di punto in bianco di prendere il velo! Lasciando uno spasimante col due di picche in mano! Bravo psichiatra cercasi!
Finalmente il mistero del tesoro dei giacobini sembra in dirittura d’arrivo. Speriamo che suor Leonilde sappia davvero qualcosa e che decida di aiutare i nostri. Se condividesse gli stessi sentimenti antimonarchici del padre sarebbe un vero guaio. E speriamo che non sia un’ammiratrice segreta di Napoleone!
Un segreto custodito per tanti anni dentro le mura di un convento, ce n’è davvero per un bel romanzo! Intanto però abbiamo visto che il perfido conte di Compiègne sta pedinando Oscar ed André e che è riuscito ad ottenere pure lui il nome di suor Leonilde. Eve de Lis ed il figlio Jean sono pure loro della partita. Non sappiamo che progressi abbiano fatto nelle loro ricerche, ma sembravano più determinati che mai. Insomma di carne al fuoco ce n’è tanta e la partita è più che aperta.
I miei più sinceri complimenti per questo scritto sempre più avvincente!
This chapter is wonder!
D.P.

Recensore Master
24/08/22, ore 10:55
Cap. 85:

Ciao Agrifoglio,
un altro dei tuoi capitoli dove nelle vicende personali dei protagonisti continua a fare capolino la Storia, pur se adattata per esigenze di copione. E’ sempre estremamente interessante venire a conoscenza di alcuni eventi che, forse, non sono noti ai più, se non hanno studiato il periodo o il personaggio in questione. Non sapevo infatti della volontà di Napoleone di voler estirpare, con qualunque mezzo a disposizione, la Festa dell’Assunzione, che tanto significato aveva per la cristianità in generale, con il culto di un santo che portasse il suo nome e che, non esistendo, avrebbe dovuto cercarne uno che facesse al caso suo per poi riadattarlo e farlo diventare quel San Napoleone che nessuno conosceva e che non sarebbe sopravvissuto alla Storia.
Davvero un uomo che si sente sopra ogni cosa, con un ego di proporzioni inusitate e che utilizza il suo seguito, che va evidentemente assottigliandosi, per proporre e affermare la sua persona come l’Essere superiore di cui hanno bisogno. Ma forse i tempi sono maturi per rovesciare un simile individuo che ha fatto del culto personale una vera ossessione e vuole che i posteri possano non scordare il suo nome né ora né mai. Anche tra le file dei suoi fedelissimi pare riscontrare qualche piccola crepa che, se non presa in tempo, rischierebbe di farlo cadere in fallo, e lui non è pronto per una simile disfatta, dopo tutte le conquiste portate a compimento per la sua gloria e dopo aver dominato una buona parte del mondo. D’altra parte è anche ben cosciente che l’età incalza e lui non è più il brillante militare che si era fatto notare; il suo genio militare, la sua astuzia, le sue tattiche e le sue strategie sembrano ancora essere superiori a quelle degli uomini di cui si circonda, ma il fisico appesantito non gli permetterebbe azioni come quelle messe in atto un tempo e che gli hanno consentito di creare l’impero che sta governando, cercando di dominarlo, rendendolo plasmabile ai suoi voleri. Persino i vecchi alleati stanno dando dei pensieri all’imperatore a cui si assommano i paesi che da lui sono stati conquistati e che come tali subiscono ma che sarebbero pronti a spodestarlo. Napoleone sembra essere molto legato al figlio e a lui vuole tramandare tutto quello che si è conquistato.
Ovviamente il Papa, dal suo esilio, non può accettare una tale sfida nei confronti della Chiesa tutta, dove al potere spirituale si sostituirebbe quello temporale, se la cancellazione della festività dell’Assunzione fosse portata a compimento e, pertanto, prega uno dei suoi cardinali di redigere un’opera che faccia presente il suo pensiero discordante in maniera forte e incisiva in modo da poter essere divulgato ai quattro confini della terra.
Intanto, mentre Napoleone è preso in quella che sembra essere una nuova impresa per glorificare e magnificare se stesso, in quel di Lille assistiamo ad un lento ma timoroso avvicinamento tra Bernadette e il marchese di Saint Quentin. I due giovani sembrano essere piuttosto affiatati; li si vede spesso insieme a passeggiare mentre discorrono di botanica, natura in generale, arte, letteratura e pittura. Tutti e due sono rimasti, per alterne e diverse vicende, scottati nella vita da un amore controverso, se non addirittura pericoloso. Entrambi stanno procedendo pertanto con i piedi di piombo, anche se, nella mente del marchese, il quale ha compreso la situazione in cui versa Bernadette, ricorrenti sono le riflessioni sul comportamento tenuto dalla giovane, sfociato poi con le conseguenze che sta vivendo. Bernadette, dal canto suo, accoglie il piacere della compagnia del marchese, senza però farsi tante illusioni: ci sono troppe differenze tra di loro quali il rango, il censo, l’età, il passato che ancora pare avere una notevole rilevanza nelle loro vite e poi, soprattutto, il bimbo che nascerà. Quindi per il momento ambedue godono del reciproco affiatamento che pare essere bastevole. Quello che però non ci si aspetta è l’ennesima incursione del tenente de Ligne a Lille, dove ha saputo che si trovi Bernadette. Ha sviluppato una autentica ossessione per quella ragazza, ne vuole a tutti i costi fare la sua amante, ma non perché la ami e senza di lei non possa più vivere, quanto per il piacere della conquista, visto che aveva avuto gioco facile quell’unica volta che gli si era concessa. Abbiamo assistito all’inseguimento tra i boschi con un certo patema d’animo, sembrava di avvertire il fiatone di lei che cercava scampo, mentre lui a cavallo continuava ad inseguirla fino a quell’inciampo finale, concretizzatosi con una brutta caduta sulle rocce, e per di più di pancia, mettendo così in serio pericolo la vita sia della giovane che del bimbo che porta in grembo. Non si è nemmeno premurato di soccorrerla ma è fuggito come il vigliacco che è. Fortunatamente il marchese, da lontano, ha assistito alla scena, lo rincorre per poi desistere e prendersi cura di Bernadette che, rimasta a terra, non si muove. Resteremo con il fiato sospeso fino a quando non sapremo quali conseguenze avrà questa ennesima difficoltà che hai posto sul cammino di questa ragazza.
A Palazzo Jarjayes, intanto, Honorè ha riportato l’accaduto con la decisione della giovane Girodel e sta per subire il fuoco di fila di domande da parte dei famigliari. Nessuno riesce a comprendere cosa possa essere accaduto, ma vorrebbero vederci chiaro, ed ecco che si fa avanti Antigone che, con un espediente, cercherà di invitare alle terme di Vichy Elisbeth Clotilde nel tentativo di estorcerle la verità. André sa cosa significhi penare per amore, e comprende pertanto il figlio, poiché certe situazioni vissute sulla propria pelle non si dimenticano.
Per stemperare la tensione quella battuta di Totò sembra aver alleggerito gli animi.
E poi finalmente si sta per sapere di più sull’ormai celeberrimo quanto fantomatico tesoro dei giacobini. Oscar è riuscita, rompendo li indugi scrivendo al Cardinal Brancadoro, ad ottenere un colloquio con Suor Leonilde. Anche qui André è particolarmente spiritoso nel domandare in quale anno avrebbe avuto luogo questo colloquio, dato che sono solo sei anni che stanno cercando affannosamente questo tesoro.
Ora non resta che attendere il prosieguo di questa storia dalle mille e una sfaccettatura, tutte da scoprire, restando sempre avvinti alla lettura per la tua abilità di narratrice.
A presto e sempre complimenti!

Recensore Master
24/08/22, ore 08:40
Cap. 85:

Cara Agrifoglio, per prima cosa mi complimento per la tua erudizione storica: non sapevo del timore di Napoleone per la festa dell'Assunta, nè della ricerca di un santo suo omonimo cui dedicare un culto. Quanto alle vicende familiari della famiglia Jarjayes, mi fa una grande tenerezza vedere come, in un certo senso, Oscar e Andrè genitori rovesciano il più convenzionale gioco di caratteri fra madre e padre: più secca e burbera lei, più dolce e malinconico, in empatia col figlio Honorè, lui. Che padre gentile, attento e affettuoso sarebbe stato! E quanto alla sua battuta finale, "E IO PAGO!", anche se non amo particolarmente Totò, questa uscita mi fa sempre sorridere! Ma ora, attendo - e non sono la sola! - gli esiti della ricerca del tesoro dei Giacobini. A presto!!!! D.

Recensore Master
24/08/22, ore 00:29
Cap. 85:

Ciao Agrifoglio, questo capitolo non lascia troppo spazio all' immaginazione, dall' inizio alla fine è un continuo susseguirsi di scenari diversi, avvenimenti e riflessioni nonché accenni storici interessanti e di rilievo nell'economia della storia. Parto dalla finale che senza dubbio mi ha lasciato esterefatta: come mi avevi anticipato una nuova disgrazia si abbatte contro la nostra sfortunata Bernadette: il malefico stalker De Ligne,non soddisfatto di averla praticamente violentata e messa incinta, dopo svariate ricerche, finalmente è riuscito a rintracciare la sua preda e ancora una volta torna ad importunarla. Ma a che scopo? Vuole proprio danneggiare completamente la sua reputazione rendendo pubblico il suo segreto e il nascondiglio dove ha trovato rifugio per poter partorire in santa pace? Mi dispiace moltissimo per i cognugi Lefebre , ma temo resteranno una coppia senza figli, almeno per ora, è evidente che questo " incidente "non resterà senza conseguenze per Bernadette e questo passaggio è molto chiaro: "Bernadette, nel tentativo di voltarsi e fuggire, cadde riversa col ventre su una roccia". Se da un lato la perdita di un figlio concepito per errore e con violenza psicologia da parte del bastardo De Ligne sarebbe liberatorio e potrebbe anche sollevare la ragazza dai pesanti fardelli morali imposti dalla società maschilista dell'epoca, d'altro canto potrebbe riservarle conseguenze ben più deletere e dolorose come la sterilità e/o la necessaria rimozione dell' utero se l' emorragia non dovesse arrestarsi. E se la caduta le dovesse costare la frattura di altre parti del corpo? Se dovesse subire anche l' immobilità?Resto dunque col fiato sospeso, in pena per lei. ...

Certo , a me sarebbe piaciuto se Honore' anziché pensare ancora alla fidanzata che ha deciso di farsi monaca, avesse avuto interesse per Bernadette, in fondo sono quasi coetanei e da bambini in amicizia ma chissà, col tempo le cose cambiano. ...ovviamente questo è quello che sarebbe piaciuto a me come lettrice!
Ci sarebbero molte altre cose da dire su questo capitolo così ricco, vorrei per ora soffermarmi sulla figura principale, cui si dà il titolo odierno "Magnificat" cioè Napoleone Bonaparte e il suo rapporto di odio/ amore con la religione: certo che la sua non è chiaramente fede, ma come tutti i politici di ogni epoca storica, anche lui si interessa di venire a patti con il papato e soprattutto in contesti in cui esso aveva un potere non solo spirituale ma anche materiale.

Sarò proprio curiosa di scoprire come andranno a finire queste controversie, se Napoleone ne uscirà bene oppure sarà un altro tassello a predire la sua ineluttabile caduta..... Buona notte, a presto
(Recensione modificata il 24/08/2022 - 12:48 am)

Recensore Junior
23/08/22, ore 23:21
Cap. 85:

L’evento più drammatico di tutto il capitolo riguarda Bernadette che monopolizza l’attenzione di noi lettori ormai da molte settimane. Le ultime righe sono da cardiopalma e lasciano col fiato sospeso.
Ma andiamo con ordine. Bernadette si trova a Lille da diverse settimane ed i due incontri fortuiti col marchese de Saint Quentin si sono rivelati proficui sul piano dell’amicizia. Avrebbero potuto portare anche l’amore, ma gli interessati sono entrambi molto trattenuti, a causa dei ricordi del passato e delle riserve mentali del presente. Passeggiano per i boschi, guadano torrenti, vanno a pesca insieme (cioè lui pesca e lei dipinge) ed intanto scoprono di avere tanti interessi in comune, lo stesso modo di vedere la vita ed anche per i punti dissonanti – inevitabili – non ci sono contrapposizioni, ma piuttosto compensazioni. C’è sempre bisogno di un realismo pragmatico accanto ad un idealismo preromantico! Si conoscono da poco, ma quando parlano di diverse specie vegetali o di differenze tra parigini e provinciali sembrano Sandra e Raimondo. Sono piacevolissimi nella scena del torrente quando lui dà la mano a lei ed entrambi provano piacere in quel lieve contatto. In fin dei conti le occasioni in cui ci si poteva anche solo sfiorare, in passato, a parte i balli, erano pochissime.
Però (c’è un però grande come una casa anzi come un grattacielo) la ragazza ha un passato e questo non è semplice da accettare neanche per chi ha condotto la vita scioperata del libertino anche se a causa di una delusione amorosa e non per cattiva inclinazione iniziale. Il marchese in realtà teme qualcosa di più spirituale. Non si ferma alla mancanza di verginità fisica, ma si interroga su quali sentimenti profondi possono avere albergato nel cuore della ragazza per averla spinta a concedersi ad un uomo che non era suo marito. Insicurezza maschile? Competizione fra galli del pollaio?
La diversa mentalità uomo – donna è talmente radicata che la stessa Bernadette non si preoccupa dell’opacità del tacere perché tanto non ci sarà niente fra loro ed il marchese non sarà mai il suo promesso. Malgrado abbia avuto una sola notte di follia, non si sente all’altezza di chi ha vissuto da libertino per anni. Poi c’è anche il fatto che lui è nobile e lei no, che lui è ricco e lei no, ma con de Ligne e Lavoisier questi problemi non se li era posti. Bernadette sta crescendo e si sta disilludendo oppure pensa che il vero punto cruciale è quello di essere merce avariata, cosa che con de Ligne e Lavoisier non era?
Poi c’è anche la delusione delle precedenti esperienze che mette loro le pastoie. Lei è rimasta scottata dal tenente dei dragoni e lui dalla bella sorella di Napoleone e mi è piaciuta moltissimo l’introspezione di entrambi sul punto. Lavorandoci un poco però questo aspetto può essere superato e mi sembrano ben avviati in tal senso.
Purtroppo il tenente de Ligne è riuscito a rintracciare la ragazza ed ho trovato davvero mozzafiato la scena dell’inseguimento, con lui che la raggiungeva e lei che cambiava direzione, fino alla caduta finale! Ho trovato struggenti quelle poche righe in cui a Bernadette cade il mondo addosso perché si rende conto che Lille, che considerava un riparo ed un luogo sicuro come una culla, in realtà fa anch’essa parte dello stesso mondo malvagio in cui si muove de Ligne.
Spero vivamente che Bernadette sopravviva e che il marchese de Saint Quentin si decida. In fin dei conti nessuno dei due è illibato e se uno dei più amletici interrogativi del marchese era la natura dei sentimenti dei due amanti che avevano portato al concepimento di un bambino, la scena finale dell’inseguimento vigliacco e la fuga infingarda del bellimbusto dovrebbero avergli mostrato che fra lui e de Ligne non c’è storia.
Menzione speciale ad André che è il mattatore di questo capitolo. Le battute “Il diciotto ottobre di quale anno?”, “Cerchiamo di non mostrarci ingrati sono soltanto sei anni che cerchiamo questo tesori” e “E io pago” (a proposito, avevo riconosciuto Totò!) sono da manuale e portano la giusta leggerezza là dove di leggerezza non ce n’è.
Persiste il mistero sul gran rifiuto di Elisabeth Clotilde de Girodelle e mi è piaciuto che tra il ricordo delle antiche pene d’amore di André e la veemenza di Oscar e del generale de Jarjayes si sia insinuato il saggio pragmatismo della contessa che è stata l’unica a pensare che magari Honoré ha addolorato la ragazza correndo un po’ troppo la cavallina. Il generale poi con la delicatezza che gli è propria rimarca il concetto con la grazia di un elefante.
Sempre più a briglia sciolta è Napoleone che vuole un mondo a sua misura dove non esistano troni rovesciati, ricchi rimandati a mani vuote e superbi dispersi nei pensieri del loro cuore. Per ottenere ciò, è disposto a riesumare un santo introvabile ed a modificargli il nome, ma del resto cos’è tutto ciò per uno che ha conquistato mezza Europa? Il problema della religione di stato è sempre esistito e Napoleone sta soltanto facendo in modo più plateale ed in tempi più veloci ciò che tutti gli altri capi di stato hanno sempre fatto sin dalla preistoria.
Alla fine sembra proprio che il tête à tête tra Oscar, André e Suor Leonilde ci sarà ed io non vedo l’ora perché questo tesoro dei giacobini aleggia da moltissimo tempo e gli interessi in gioco sono quelli di molte persone: la contessa Eve de Lis ed il figlio cui poi si è aggiunto anche il conte di Compiègne. Prevedo quindi fuochi d’artificio!
Sono troppo curiosa, aggiorna presto!

Recensore Junior
23/08/22, ore 21:14
Cap. 85:

Questo capitolo ci presenta uno dei temi più discussi di sempre, il rapporto stato – religione. Napoleone ha sempre visto nella religione una presenza ingombrante, un cono d’ombra e talvolta anche una minaccia incombente come nel caso delle prese di posizione, sfociate nella scomunica, di papa Pio VII contro la sua politica o addirittura come nel caso dei versi del Magnificat.
Tuttavia Napoleone da esperto politico sa di non poter regnare senza la religione. Non potendosi costruire un culto personalizzato – il fallimento di Robespierre docet – tenta di fare quello che gli altri hanno fatto prima di lui e cioè di ottenere lo stesso risultato adattando la religione esistente alle sue esigenze. Di conseguenza per prima cosa deve sparire la festività dell’Assunzione che mette in secondo piano la sua nascita, possibilmente portandosi dietro il Magnificat con quei suoi versi tanto minacciosi. Poi arriva la parte più difficile e cioè reperire una base d’appoggio per questo culto ad personam, perché di santi Napoleone in giro non se ne trovano. Ecco però che viene reperito un martire semisconosciuto, un san Neopolo che è una chicca per topi da biblioteca più che il destinatario del culto da parte delle grandi platee di fedeli. Si trova quindi, tirato per i capelli oltre che per la giacchetta, questo santo che dormiva il sonno dei giusti da quasi milleottocento anni e, con il pronto intervento dei filologi che gli praticano un restyling coi fiocchi, san Napoleone è servito. Non è contento il papa che dal luogo della sua prigionia non tarda a far sentire la sua voce, non è contenta la curia con il cardinal Di Pietro chiamato a farsi sentire (sarà stato un parente dell’ex P.M.? ), probabilmente non è contento neanche san Neopolo che stava bene dove stava e poi, diciamolo, il ruolo dell’utile idiota non è mai piaciuto a nessuno. San Napoleone non esiste e quindi non è né contento né scontento. Napoleone, quello vero, l’imperatore, dovrebbe essere contento perché finalmente ha il suo santo patrono, può gestirsi la festa di compleanno come vuole ed ha anche messo in soffitta il Magnificat. In realtà il condottiero corso non ha molti motivi per stare allegro ed anzi ha più di un dente che gli duole. L’età incalza, la pinguedine pure e né in politica estera né in politica interna può dormire sonni tranquilli. Come è andata la storia vera lo sappiamo tutti, ma qui cosa succederà? Ci saranno variazioni su tema?
Ed arriviamo al secondo nodo critico del capitolo, alle disavventure della povera Bernadette le cui vicende sono ormai una storia nella storia. Il soggiorno a Lille, che avrebbe dovuto essere un esilio, ha portato invece degli sviluppi interessanti. Non tutto il male viene per nuocere, direbbero le nonne. Cominciamo col dire che questa terza figura maschile è la migliore nella quale la ragazza si sia imbattuta. Il primo, il tenente de Ligne è l’impresentabilità fatta persona mentre il secondo, il giovane Lavoisier è ciò che il sergente maggiore incazzoso dei film sugli addestramenti militari non esiterebbe a definire una mammoletta. Il marchese de Saint Quentin sembra quello più in sintonia con la ragazza ed i due possono condividere i traumi di un amore sbagliato che li ha bastonati a dovere. Certo, per l’epoca, Bernadette è quella che sta pagando il prezzo più salato anche se il suo passo falso è stato unico mentre il marchese ha al suo passivo molti anni vissuti da dissoluto e, malgrado ciò, non deve nascondersi né andare in esilio. L’epoca c’è, si sente ed alberga tutta nei dubbi del marchese: il rango non è lo stesso, il censo non è lo stesso, la ragazza non è di prima mano e poi c’è anche un figlio della colpa in arrivo. Tanto è vero che Bernadette neanche ci pensa a raccontargli tutto, perché sente che per loro non c’è un futuro, ma soltanto un presente. Intanto però insieme stanno divinamente e, quando si frequentano, de Ligne e Paolina vengono ridimensionati a quello che meritano e cioè al rango di fantasmi evanescenti. Ho trovato molto godibile il dialogo botanico fra loro e mi è parso tenerissimo e ben descritto, seppure con poche parole, il gesto di offrirle la mano per non farla scivolare nel torrente.
Alcuni personaggi, però, hanno il vizio di non voler rimanere fantasmi troppo a lungo ed ecco che de Ligne si ripresenta in groppa al suo cavallo, come un eroe funesto dei romanzi ottocenteschi e, dopo avere carpito informazioni a destra e a manca, fa il suo spettacolare ingresso in scena per reclamare che? Il suo ruolo di amante, di seduttore, di fellone, di rompi – uova – nel – paniere? Malgrado l’oscurità delle sue intenzioni, la scena è efficacissima perché senza tanti fronzoli, ma con poche frasi essenziali, ci mostra l’inseguimento della ragazza con tanto di drammatica caduta annessa ed un finale ad effetto, col marchese salvatore che arriva al momento giusto. Il finale, oltre che ad effetto, è anche più che aperto perché suggerisce più scenari. Cosa porterà la rovinosa caduta di Bernadette sulle rocce delle colline? Ad un nulla di fatto? Non credo altrimenti non sarebbe stato necessario scriverci un paragrafo. A Bernadette che muore? Al bambino che muore? Ad entrambi che muoiono? Oppure non muore nessuno, ma tutto serve affinché il marchese entri nello spirito delle cose e capisca di che pasta è fatto il suo rivale? Quello che è certo è che la ragazza non si è rialzata e quindi questa caduta tanto priva di conseguenze non sarà.
La storia si fa sempre più sfaccettata e complessa, aspetto volentieri il prosieguo.

Recensore Master
23/08/22, ore 10:50
Cap. 85:

Napo sta davvero esagerando! Ma non teme la Collera Divina? Mah.. Certo che De Ligne è proprio di coccio.. non avrà ucciso Bernadette, voglio sperare, con quella caduta!

Recensore Master
23/08/22, ore 01:05
Cap. 85:

Non avevo idea che Napoleone volesse spostare il proprio onomastico al 15 di agosto e, come sempre, lo vuole fare senza rispetto verso alcuno. È insicuro il Grande Imperatore, sente che la forza della gioventù lo sta lasciando e i nemici sono troppi e gli alleati non sono all'altezza. La piccola Bernadette sembra aver trovato un'anima affine nel marchese di Saint Quentin, anche lui è deliziato dalla sua compagnia, ma entrambi temono ad aprirsi verso l'altro, sono ancora prigionieri del loro passato, lei più di lui poiché porta il frutto del suo peccato nel ventre. Inqualificabile il tenente de Ligne che ha maturato una vera ossessione per Bernadette, l'unica che, dopo aver ceduto una sola volta, nulla vuole più sapere di lui. Nel ricambolesco inseguimento che il giovane effettua ai danni della ragazza ne consegue una terribile caduta di Bernadette che non viene neppure soccorsa dal tenente che fugge come un codardo. Per fortuna il marchese è di altra pasta e la soccorre. Devo dire che sono molto preoccupata per la sorte di Bernadette e tu lasci una suspense drammatica. Sono lieta che avremo novità sul famigerato tesoro. Complimenti per il capitolo e a presto.

Recensore Veterano
21/08/22, ore 15:50

Ciao!
E' passato un pò dalla mia ultima recensione, ma voglio recensire bene i tuoi capitoli perché sono così ben scritti che mettere giù due righe in croce sarebbe per me una bestemmia!
Allora, siamo al "dopo" notte del "fatto", come lo chiamo io, la famosa camicia strappata e tutto il cucuzzaro.
Mi piace molto come hai reso lo stato d'animo di TUTTI i personaggi nei confronti di Oscar che qui, per ossimoro, resta sullo sfondo, mentre tutti coloro che le sono accanto si preoccupano per lei.
Come sempre, André centra il punto...Oscar non vuole vivere come un militare, vuole eguagliare gli Dei e questo può portare solo tristezza e solitudine, ma i tempi sono ancora poco maturi perché lei lo comprenda.
Mi piace molto come hai "trasposto" la discussione con il Generale in un contesto meno "drastico" di quello originale, e le strapazzate di Nanny e soprattutto di Alain verso André sono dure ma vere, perché amare non significa distruggersi, anche quando l'amore non pare avere speranze.
Lo sbaglio di André è proprio quello di una sorta di autodistruzione che Oscar in fondo, che pure lo ama a modo suo, non gli ha mai chiesto né imposto, spesso difendendolo quando necessario.
Mi piace molto come muovi la franchezza di Alain, la severità del Generale ed anche come gestisci André, che nella tua storia è perfetto coprotagonista di Oscar, in certi casi addirittura adombrandola, perché a differenza di molti NON ne fai SOLO un personaggio positivo e sfigato.
André infatti è vittima, più ancora che dello status e del ceto, delle proprie scelte e delle proprie ossessioni, ed è giunto il momento di crescere, come tu stessa gli fai dire, concludendo magistralmente il capitolo.
Come sempre, la mia più totale ammirazione.
Strega1981

Recensore Veterano
19/08/22, ore 22:52
Cap. 84:

Buonasera Agrifoglio,quanto sembra triste il destino di Bernadette.
Anche sua madre è stata molto dura con lei, ma possiamo ben comprenderla: una fanciullezza vissuta fra gli stenti non si dimentica facilmente.
Qualche volta però può succedere che due peccatori che stanno percorrendo in solitudine i loro sentieri tortuosi si incontrino ad un incrocio e decidano di proseguire il  cammino assieme. Chissà se il Marchese Camille Alexandre de Saint Quentin sarà un buon compagno di viaggio.
Forse entrambe si sono bruciati, sono caduti ed ora devono alzarsi e provare, provare e provare…
Brava, a presto!

Recensore Junior

Complimenti davvero Agrifoglio: L’accuratezza dei dettagli, le descrizioni degli ambienti e la trama avvincente!!
Meglio di un libro è scritto davvero bene
Grazie

Recensore Junior
13/08/22, ore 11:07
Cap. 84:

Ciao Agrifoglio, un capitolo quasi tutto dedicato a Bernadette.
La fanciulla, dopo aver ceduto al tenente per disperazione, si ritrova nel guaio più serio per una ragazza dell'epoca: è incinta.
Mi è piaciuta molto l'analisi che hai fatto della condizione femminile tramite le parole di Rosalie.
Condizione che è perdurata per tutto il diciannovesimo secolo e buona parte del ventesimo.
Pare che non abbia speranze, ma incontra per caso il marchese di Saint Quentin, sua vecchia conoscenza, che come lei, ha sofferto e con il quale potrebbe stabilire una amicizia amorosa che potrebbe salvare entrambi dalla solitudine.
De Ligne pensa di essere scampato ad ogni punizione ma il generale e tutta la famiglia de Jarjayes lo rimettono al suo posto, anzi Oscar vorrebbe dargli una punizione definitiva, ma André la dissuade, non per il giovane scavezzacollo ma per il bene di Bernadette.
Madame du Barry è cambiata e fa una cospicua donazione riuscendo anche a far pace con la sua rivale storica, Maria Antonietta, anche lei marurata e migliorata con l'età. Il cambio repentino di idea di Elisabeth Clotilde de Girodel nei confronti di Honorè mi ha spiazzato.
Non mi resta che farti i complimenti e attendere il prossimo capitolo con curiosità.
Felice ferragosto e alla prossima.
(Recensione modificata il 13/08/2022 - 11:10 am)