Recensioni per
La leonessa di Francia.
di _Agrifoglio_

Questa storia ha ottenuto 1539 recensioni.
Positive : 1537
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Master
03/10/20, ore 11:14

Ciao Agrifoglio. Sai scrivere bene riguardo l'avventura, l'azione, l adrenalina che trasmetti. Non abbiamo fatto in tempo a immaginare André nobile e finalmente con la sua Oscar che subito è abbandonato tutto e ritroviamo i due innamorati in un evento che non si puó nemmeno paragonare a quanto accaduto prima, la rivoluzione. Mi piace come descrivi all'inizio del capitolo questo periodo. Hai anche nominato Camille Desmoulins che è là figura storica che ha ispirato Bernard. Il finale è drammatico e penso che succederà qualcosa di grave a qualcuno, se non la morte ma non penso ad André. Forse Girodel? Non mi resta che scoprirlo nel prossimo capitolo. Un saluto.
(Recensione modificata il 03/10/2020 - 11:15 am)

Recensore Master
03/10/20, ore 10:22

Oscar e la maternità - quando un corpo inamovibile incontra una forza inarrestabile.
Maria Cristina d'Asburgo ed Oscar: la volpe che guarda un succulento grappolo d'uva pronta a piluccarlo - presume che Oscar condivida i suoi gusti o la pensa una sperimentatrice da almeno una volta nella vita?
L'uva che, come sempre, capisce poco e tira dritto.

André: quello che gli occhi ce li ha e infatti chiarisce subito - ma che viaggio di ritorno, 10 giorni di sesso saffico per i castelli della Loira, tutto compreso? Oscar è sposata ed è incinta!
E qui, per me, Oscar si irriterà e non poco.

Le Polignac - in due parole hanno distrutto Diane, che, in effetti, rispetto a loro, è proprio una ingenua pastorella. Come intendono servirsene? Sfruttando la sua propensione al melodramma? facendole credere ciò che non è? Povera Diane, finita in un mondo di lupi.

Capitolo molto denso, come tuo solito: si parla di un trattato, si ascolta il trattato, si definisce il trattato! Dovrei imparare da te :)

Recensore Master
30/09/20, ore 10:04
Cap. 58:

La tua carrellata storica prosegue e come giusto che sia la guerra non è una faccenda romantica ma una carneficina che non può essere infiocchettata. Napoleone è uno dei più grandi macellai della storia e non si può dimenticare.
Oscar vive in continuo pericolo e in una situazione che non può giustificare, così lontano dai suoi ideali. Dopo tante traversie spera di poter avere un po'di pace ed invece scopre che André è scomparso e noi con lei restiamo con il fiato sospeso perché in effetti non ci hai fatto più sapere nulla di lui.

Recensore Master
28/09/20, ore 09:47

Ciao Agrifoglio. Hai fatto bene a mettere un riassunto a questo punto della storia. Tanti eventi son accaduti e credo che ancora molti altri dovranno accadere. È stato bello assaporare l'intimità quotidiana tra Oscar e André, seppur per poco. Mi sono piaciuti molto i dialoghi speculari fra Oscar e la Regina e André e il Re. Qualcosa di sinistro si annida fra i soldati della Guardia Reale. Chissà cosa succederà. Un saluto.
(Recensione modificata il 28/09/2020 - 09:48 am)

Recensore Junior
27/09/20, ore 22:43

In questo capitolo si impongo alcuni temi delicati sebbene trattati con morbidezza e senza eccessi.
Il difficile rapporto di Oscar con la maternità, già intuito alla fine del capitolo precedente, qui è meglio delineato. Oscar vive i disturbi della gravidanza come un fastidio ed una limitazione alla sua libertà di movimento. Lei che, non disponendo di un fisico possente, ha costruito se stessa sulla velocità e sull’agilità, si trova ora come Sansone rapato a zero da Dalila e la cosa la sconcerta non poco, ma questo atteggiamento sconcerta anche Andrè che inizia a dubitare dell’affetto della moglie verso il feto. Da Oscar, da sempre abituata a ragionare ed a vivere come un uomo, non ci si poteva aspettare un sentire differente. Sbuffa, scalpita e si lamenta di non poter delegare quest’incombenza ad André. L’assenza di istinto materno è qualcosa che può far storcere il naso, ma che in un soggetto come Oscar appare plausibile.
Il secondo tema delicato è la bisessualità dell’arciduchessa, da sempre abituata a fare come vuole, in quanto favorita di mammà. Niente di più naturale che ora arrivi in Francia pensando di fare come in Austria e cogliendo tutti i frutti che vuole. Si sente da subito attratta da Oscar che fissa con insistenza ed intensità. Il bel comandante è all’inizio un’alternativa alla monotonia del viaggio e del paesaggio e poi un soggetto sempre più interessante e misterioso da desiderare. Prima la crede un uomo, poi apprende che è una donna ma per lei non fa differenza. Oscar non si accorge di niente oppure si accorge ma stoicamente glissa mentre Andrè, operato all’occhio nei primi capitoli, adesso ci vede fin troppo bene e si accorge di tutto. Si accorge ed ingoia, macina, si rabbuia ed ancora macina finché non interviene pubblicamente svelando a tutti la gravidanza e facendo in modo che a riaccompagnare al confine Maria Cristina sia Girodelle. E che ogni tanto faccia qualcosa anche il capellone e che diamine!
Notiamo poi il travagliato rapporto fra le due sorelle, una da sempre abituata a rigirarsi la madre da un dito all’altro ed a lasciare ai fratelli gli scampoli dell’amore della grande regina, l’altra che quegli scampoli si è dovuta far bastare e che si è spesso vista mettere in cattiva luce da quella sorella maggiore che, come se non bastasse, la comandava pure a bacchetta. Ora però le cose sono cambiate, Maria Antonietta è a corto di parenti e deve conservare al figlio un trono che più traballante di così non si può. Si deve quindi fare andare bene ciò che le passa il convento sia dal punto di vista delle alleanze che da quello delle parentele.
Scopriamo quindi che Giuseppe II nel primo capitolo giunse in Francia con uno scopo ben preciso: proporre un trattato. Trattato che fu rispedito al mittente perché troppo oneroso: l’Alsazia e la Lorena non si toccano. Ora però Maria Cristina è latrice di una revisione in senso favorevole delle condizioni di quel trattato. L’Alsazia e la Lorena restano dove sono, ma il contingente austriaco arriva lo stesso. E trattato sia così Giuseppe II si può accomiatare dal mondo da fratello amorevole, Maria Antonietta può tirare un sospiro di sollievo, Leopoldo se la prende in saccoccia e Maria Cristina può farsi il viaggetto all’estero a concupire le mogli degli altri.
Il trattato non piace però ad Oscar: quei cinquantamila uomini in terra francese non impareranno un po’ troppo sul loro esercito? Ad André, invece, non piace Maria Cristina. Tutto un gran pasticcio che, temo, avrà conseguenze nei prossimi capitoli. E i due sposini hanno già iniziato a bisticciare.
Di questi bisticci si approfitterà ben presto la contessa di Polignac, amante del duca d’Orléans. Adesso si capisce meglio il senso dell’occhiataccia dell’impiccionissima che pensa di servirsi in qualche modo di quel pesce lesso di Diane con la complicità di quel limone acido della figlia. Ed ora?

Recensore Master
27/09/20, ore 12:28

Ma che bel capitolo! Mi piace quando un personaggio mostra un lato un poco manipolatorio a fin di bene: e bravo Mirabeau che sa mercanteggiare! E sa come dividere un fronte e riconosce il fatto che tutti, tutto sommato, abbiamo le nostre leve segrete facili da spingere contro cui la razionalità può proprio pochetto.
Il bello delle Ucronie e che conosci l'alternativa in modo certo, per cui i ribaltoni te li godi.

Lo sguardo della Polignac presagisce qualche intrigo che sta per formarsi... che combinerà? Cercherà di spingere il conte de Lille tra le braccia di una Diane carinissima, ma veramente pesante? ma perché? odio antico verso Oscar? Voglia di saltare sul carro... ma di chi? Orleans non ha bisogno di alleati, a meno di far fuori la famiglia reale, ma sono proprio tanti... ci vorrebbe una Rivoluzione, ma... con la Regina che fa la sovrana illuminata, come si fa?

Mi piace anche molto - sono cattiva, lo so - quando un personaggio ha modo di ascoltare quello che gli altri pensano di lui in piena libertà. E' un artificio che penso utilizzerò prima o poi pure io e pure più volte: si spezzano cuori senza saperlo e la vittima deve pure fingere di non aver origliato, anche se per sbaglio.
Non so se Diane ne trarrà vantaggio, ma è giovane e tutto può capitare.

L'offerta di Beauregard è interessante - una occupazione spesso si dice aiuti a crescere o a pensare meno a se stessi.

E mi piace quando... guarda cosa leggo nelle note! Grazie sei gentilissima :)

Recensore Junior
25/09/20, ore 18:11

Il consiglio di reggenza ha finalmente preso vita ed ha una composizione estremamente eterogenea. Si delineano subito le varie personalità con i fratelli del defunto sovrano reazionari, Maria Antonietta che, malgrado i buoni propositi del capitolo precedente, appare ancora come una spina nel fianco di chiunque voglia tentare la strada della diplomazia e dello svecchiamento dell’apparato statale ed il duca d’Orléans sempre pronto a cogliere al volo ogni occasione per seminare zizzania.
Sempre sul consiglio di reggenza si affaccia il conte di Mirabeau, uomo tanto brutto e depravato quanto perspicace e politicamente navigato. La regina non lo stima ma lui è anni luce davanti a lei che politicamente è una sprovveduta e se la mangia in un sol boccone. Mettendole paura sui pericoli provenienti dall’esterno e facendole opporre un veto sulle questioni riguardanti i beni ecclesiastici, si assicura di poter proseguire il discorso su tutte le altre faccende che non sono poche.
Finita la riunione il brutto e scaltro conte di Mirabeau scandalizza tutti con la sua mossa da maestro e cioè proponendo di far diventare Robespierre ministro guardasigilli così da creare una rivalità fra lui e gli altri rivoluzionari e da fornirgli corda a sufficienza per impiccarsi. Tanto potere nelle mani di uno sprovveduto avvocato di provincia, cresciuto fra tomi polverosi e filosofi illuministi, lo porterà a strafare, a mostrare il suo vero volto al popolo ed a rompere con i suoi ex compagni di lotta.
La figura ambigua di Mirabeau è argomento di conversazione fra Oscar ed André, conversazione che viene però interrotta dalla giovane Diane spuntata fuori dai giardini della reggia al braccio dell’onnipresente ed iperprotettivo fratello e con indosso un abitino da lei stessa confezionato. L’arrivo della ragazza causa imbarazzo in André e curiosità nell’impiccionissima contessa di Polignac, ma anche qualcosa di più strano. Alain non ci mette molto a riconoscere fra le guardie reali di servizio nella reggia l’ex fidanzato della sorella minore ed il pugno non tarda ad abbattersi sul naso dello sventurato che però ha una storia inedita tutta sua da raccontare. Diane è pesante, destabilizzante, troppo emotiva e paranoica al punto tale che il poveretto l’ha proprio dovuta mollare, pena l’ingresso in tandem in un manicomio. Alain ci rimane di sasso e Diane resta malissimo, ma almeno la vicenda la induce a riflettere ed a riflettere così tanto da non accorgersi dell’arrivo del tenente Henri Beauregard, portatore di una proposta di lavoro e forse anche di un cuore innamorato. Diane è incerta ma non rifiuta la proposta di lavoro che quella di matrimonio è ancora troppo presto perché arrivi.
La sorpresa più dolce invece ce la riserva Oscar che è incinta e rivela la notizia al marito proprio nel giorno del compleanno di lui. André è al settimo cielo dalla contentezza mentre Oscar è molto più trattenuta. Certo una gravidanza a quell’età era un punto interrogativo ed un rischio e la avrebbe di sicuro costretta a cambiamenti radicali. Oscar è cosciente di tutto ciò ed è combattuta fra la gioia per la famiglia che si allarga ed una comprensibile paura per il futuro.
L’ombra dell’ambiguità si allunga quindi sul machiavellico Mirabeau, sulla problematica ed angustiante Diane e sulla stessa Oscar, incapace di relazionarsi alla maternità come una qualsiasi donna del suo tempo.
Le carte in tavola sono tante, gli spunti di riflessione pure, dove ci porterà questa vicenda dai toni ora sentimentali ora rocamboleschi? Spero in un buon porto sicuro dove i nostri personaggi riusciranno a trovare un po’ di meritata serenità.

Recensore Junior
24/09/20, ore 16:13
Cap. 58:

Eccomi qua! ^^
Capitolo difficile da leggere e ancor più da digerire, immagino non sia stata una passeggiata di salute scriverlo! Perciò complimenti doppi, a me non avrebbe proprio retto lo stomaco - che in effetti non regge nemmeno a un omaccione come Alain.
Napoleone si rivela per quello che è, Oscar scopre che la guerra non è esattamente l'epica e gloriosa avventura che si legge sui poemi. La peste arriva a metterci una toppa, capita proprio a cecio.
Finalmente qualcuno si mette una mano sulla coscienza e rivela le sorti del povero André. Dov'è finito, a proposito?
Un capitolo difficile per raccontare una brutta pagina di Storia, ma l'hai portato a casa con maestria e una buona dose di coraggio!
Alla prossima! ^^

Elly
(Recensione modificata il 24/09/2020 - 04:13 pm)

Recensore Master
19/09/20, ore 09:17

Leggendo te mi trovo a riflettere su di me: credo di avere uno stile, o meglio un approccio sbrodolato - le informazioni da me colano lentamente, spesso narrate da uno personaggio ad un altro che appare probabilmente un po' tonto e che è sceso giù con la piena proprio il giorno prima.
Nei tuoi capitoli, invece succedono molte cose, in pratica uno ogni paragrafo :)
Il re è stato tumulato, Valenciennes non era Valenciennes perché i Valenciennes al mercato erano terminati e non se ne producevano più da qualche anno, e comunque viene ucciso dai suoi mandanti. Rosalie in casa porta i pantaloni, Bernard è un moderato, Robespierre e Saint Just si danno alla politica, si parla di Monarchia Costituzionale, si ascolta Saint Just che parla di troni di sterco - preferivo quelli di spade - e Maria Antonietta si perde per Parigi. Alain dice "di nuovo!" e salva la situazione
Diane porta i dolcetti e forse farà una svolta nella sua vita.
E riecco Fersen!

Non è una critica, sia chiaro :) Da me con tutto questo materiale ne uscivano 3 ahahah!

In tutto questo accadere - non è davvero poco - direi che la protagonista è Maria Antonietta che, a parte perdersi, ritrova se stessa, facendo un bilancio duro di quello che è stato il suo modo di essere sovrana.
Diciamo che ci sono due visioni nel mondo: la prima è "ho un ruolo e quindi comando", la seconda è "ho un ruolo e quindi devo fare di tutto per fare bene ciò che quel ruolo comporta."
Lei passa dalla 1 alla 2 - poi probabilmente non ci passa sul serio: ha una epifania figlia di una serie di eventi e prende in considerazione una nuova direzione, che prenderà il suo tempo. Non è una situazione incredibile: la Storia ci narra di una donna che alla fine del suo regno e della sua vita mostra dignità e coraggio.

Accenni più volte che è sola - e sappiamo che potrebbe essere reggente, ma da te questo tasto non è stato ancora toccato. Potrebbe scegliere la strada dell'Amore e prendersi Fersen, o potrebbe scegliere la strada della Sovrana Illuminata e a Fersen andrebbe male di nuovo (ancora l'agonia insomma). André di solito è quello che ha l'occhio lungo e parla di Caterina de Medici... hmm attendo con ansia gli sviluppi!

Ma oscar che s'era sentita male nel capitolo vecchio? sarà mica incinta?

Recensore Master
19/09/20, ore 06:25

Colpo di scena sul serio: è proprio un what if! E adesso?
il Re è morto, viva il nuovo Re, Maria Antonietta però non è più Regina. Questo cambierà le cose?
Chi sarà il reggente o la reggente? Il Conte de Lille? Orleans che di sicuro c'entra sempre?
Acciderbolina...

Recensore Master
19/09/20, ore 06:18

Allora la scena dello sparo è triste presagio: è un what if e spero proprio che tu non abbia fatto fuori André ;P non dirmi però che il povero Girodel, appena guarito, si becca una seconda pallottola nella clavicola! O stavolta tocca a d Alain?
o forse è il turno del fisarmonicista?

Capitolo ben fatto con momento clou: l'avvelenamento della regina! Estic...i ;P

Recensore Master
19/09/20, ore 00:02
Cap. 58:

Straordinario,se permetti, questo capitolo. Ormai ci hai abituati a una narrazione precisa, scorrevole, pregna di particolari,storicamente e umanamente, attendibili. Oscar prova sulla propria pelle il significato di partecipare ad una guerra, purtroppo non si guarda in faccia a nessuno e l'onore è un optional. Napoleone compie tante azioni decisamente poco onorevoli, ma non è da meno il suo omologo in India. Anche Oscar ha il suo omologo in India, chissà se si scontreranno mai? Adesso che i bambini sono al sicuro e sono riusciti a parlare con il sicario Oscar può dedicarsi alla ricerca del marito. Alain inizia a dubitare di Napoleone, la crudeltà verso i prigionieri anche i civili, passa decisamente il segno. Però a quanto pare il karma esiste e i saccheggiatori di Jaffa muoiono di peste. Bonaparte è psicologicamente allo stremo, ma anche Joséphine non se la passa bene alla mercé dei parenti di Bonaparte. Che aggiungere? Ti faccio tanti complimenti e attendo il seguito con curiosità. Brava.

Recensore Master
18/09/20, ore 11:41
Cap. 58:

Cara Agrifoglio, ben ritrovata con un capitolo che sa di Storia e che si intreccia abilmente, tramite la tua scrittura, alle avventure dei nostri protagonisti. In questo passaggio ci hai fatto assaggiare sia l’arte della guerra, con le sue strategie, che la parte dolorosa che da essa proviene. Resto sempre molto stupita dalla grande cura che metti nell’inserire ogni più piccolo dettaglio per darci una visione panoramica di ciò che sta accadendo, con lucidità di pensiero, senza indugiare sui particolari truculenti, come quelli che possono accadere in una battaglia. Abbiamo visto i soldati francesi alle prese con le difficolotà della campagna di Egitto, con un Napoleone che per nulla al mondo avrebbe voluto indietreggiare, poiché ne avrebbe perso in prestigio e perché voleva conseguire dei risultati che avrebbero fatto assurgere la sua persona alle più alte vette di comando e chissà cosa altro. Ma le difficoltà erano evidenti e non si potevano bypassare, per cui Napoleone, in questo frangente, decide di non guardare in faccia a nessuno, nonostante le rimostranze dei suoi sottoposti nonché di Oscar, la quale per la prima volta in vita sua vive la battaglia, comprende cosa sia effettivamente una guerra e quanto orrore possa portare, e tira dritto per la sua strada, macchiandosi agli occhi di coloro che lo attorniano, di atrocità come il massacro di centinaia di prigionieri, poiché la sua campagna, con tutte le sue difficoltà, non gli concedeva di trascinarsi dietro tutte quelle persone, che sarebbero state un peso morto e avrebbero rallentato il suo percorso. Ma le periezie in terra egiziana e oltre non erano ancora finite: ecco infatti, dopo gli assedi e dopo aver permesso i saccheggi sulla popolazione inerme, giungere una ulteriore piaga, la peste che decimò il suo esercito e che nonstante le cure prestate come potevano, fece un sacco di vittime e coloro che sopravvissero, ma non erano in grado di continuare la marcia per la conquista, su ordine di Napoleone vennero lasciati a morire tra atroci sofferenze sia per la malattia che per la barbarie dei turchi che prima li torturano e poi li uccisero. Anche Alain, da sempre ammiratore del genio napoleonico, in questo frangente non può non vergognarsi di come si stia comportantdo l’esercito francese al suo comando. Oscar è rimasta folgorata da un tale comportamento privo di una qualsiasi umanità. Il suo pensiero oltre che alla campagna d’Egitto è però sempre rivolto al marito di cui ormai da troppo non sa più nulla, fino a quando il luogotenente di Napoleone la fa chiamare e svela la parziale sorte del marito, il quale era stato fatto seguire per poi essere ucciso su preciso ordine di Napoleone. Oscar di concerto con Alain non può che tornare in Francia e tramite le conoscenze sue e di suo padre tentare di venire a capo del rompicapo che ha come oggetto André, l’uomo senza il quale non riuscirebbe più a vivere. I figli intanto sono tornati sani e salvi in Francia grazie al conte di Fersen. Uno sguardo anche sul versante indiano sul quale si fronteggiano gli inglesi contro il sultano alleato dei francesi la cui fortezza inespugnabile è un baluardo che se fatto cadere potrebbe dare man forte agli inglesi e tagliare qualsiasi aiuto e sostegno che il sultano ha sempre concesso ai francesi in quelle terre. Wellesley è il colonnello preposto al compito di sconfiggere le armate in quel di Mysore e riuscendoci, dopo un assedio, viene nominato Governatore con la speranza di acquisire prestigio e riuscire a scalare posizioni che lo porterebbero a sposare la sorella di Lord Pakenham, che lo considera soltanto il figlio cadetto di un conte irlandese caduto in disgrazia. Non mi resta che attendere gli sviluppi di ciò che accadrà con il rientro a Versailles di Oscar, complimentandomi ancora una volta con te per questo racconto che assume sempre più i toni del romanzo storico. A risentirci presto!

Recensore Master
17/09/20, ore 23:49
Cap. 58:

Capitolo un po' troppo sconvolgente.
Storia sempre più intricata ed avventurosa.
Viene fuori la natura di Napoleone.
Hai descritto in maniera impeccabile ciò che accade in battaglia.
Comunque capitolo ben scritto e preparato.
Sembra che tu ti sia documentata a dovere.

Recensore Junior
17/09/20, ore 20:38
Cap. 58:

E’ un capitolo sconvolgente cara Agrifoglio dove la brutalità della guerra emerge in tutta la sua crudezza ancestrale
Esistono poi diversi modi di interpretare la stessa cosa e mentre Napoleone Bonaparte antepone la sua ambizione , il suo ego e persino i suoi dispiaceri a tutto ,Arthur Wellesley invece è un uomo d’onore che , pur puntando alla fama ed alla gloria, non ne diviene schiavo anteponendo a tutto il suo senso dell’onore. Entrambi vedono nella guerra un mezzo di affermazione e di ascesa sociale. Entrambi sono mossi dall’amore (adulterino e traditore quello di Napoleone e contrastato dalla famiglia di lei quello di Arthur Wellesley) ma se per Napoleone l’amore tormentato è il pretesto per dare sfogo alle sue bassezze , per Arthur Wellesley l’amore contrastato diventa occasione di crescita e fonte di ispirazione per essere un bravo soldato.
E’ raccapricciante vedere come un ordine che oggi sarebbe manifestamente criminoso e condurrebbe dritto davanti ad un tribunale militare, all’epoca era elargito come un confetto. I prigionieri sono troppi, consumano cibo ed acqua a ufo, non so dove metterli, hanno spergiurato? Nulla di che, li faccio fucilare anzi no, li faccio sventrare con le baionette perché le munizioni e la polvere da sparo sono un bene prezioso da non sprecare E a capo del plotone d’esecuzione ci metto un ragazzino di sedici anni, così impara a non fare promesse avventate, non fa una piega e così impara anche quella allegrotta di sua madre. Il sultano mi ha tenuto prigioniero a pane e cipolle nelle sue segrete? No problem, gli faccio saccheggiare la città Il governatore ha seviziato ed ucciso i messaggeri? Saccheggio come se non ci fosse un domani anche qui! Gli appestati rallentano la marcia e non so dove metterli? Un’overdose di laudano e tutto si sistema! In questa epoca barbara, anteriore alla convenzione di Ginevra ed al riconoscimento dei più elementari diritti umani anche in guerra (eppure non così distante da noi ) l’unica che rimette le cose a posto e che crea una parvenza di giustizia è la peste : ad ognuno i suoi giustizieri.
In questo capitolo il protagonista indiscusso è Napoleone mentre Oscar è un’osservatrice spesso impotente che non ha nessuna autorità e che neppure dovrebbe stare lì. Un Napoleone che per eccessivo ottimismo e fiducia in se stesso sbaglia i calcoli, che minaccia o manipola a seconda dell’occorrenza ,che dispensa morte e torture come il pane e che mette a tacere la frustrazione amorosa con i gemiti dei condannati. Un uomo narcisista ed egocentrico che passa dall’eccesso di autostima alla frustrazione più totale in un battito d’ali
Molto più equilibrato è il colonnello dell’India ma per adesso sembra relegato ad un ruolo di secondo piano
Interessante è la figura di Alain che piano piano si sta rendendo conto di che razza di soggetto ha deciso di ammirare ma che si ostina a giustificarlo perché ha bisogno di credere in qualcosa , soprattutto dopo avere ucciso il cugino e neppure vuole vedere che c’è Napoleone dietro la misteriosa sparizione del suo migliore amico. Trovarsi di fronte a quest’omone che piange , che si china e che vomita dà l’idea delle dimensioni di questa tragedia bellica. E’ bello anche l’atteggiamento protettivo che Alain ha con Oscar.
Joséphine de Beauharnais intanto ha il suo terzo incontro scontro con i Bonaparte che non sembrano intenzionati a farle sconti e che fanno di tutto per screditarla in società ed agli occhi del loro congiunto.
La peste regola i conti ed imprime anche una svolta alle indagini di Oscar visto che il mandatario del tentato omicidio di André si infetta ed in punto di morte si scarica la coscienza. Mohamed ibn Omar menziona lo Sfregiato del Mediterraneo e molti tasselli vanno al loro posto. Certo Oscar non sa di Nelson e si dispera. Noi invece lo abbiamo lasciato proprio nelle mani di Nelson, per giunta accusato di spionaggio e potenzialmente destinato al boia Adesso è vivo o morto?
Il generale de Jarjayes , il conte di Fersen e Girodel che parte avranno in tutto ciò? E non dimentichiamo il duca d’Orléans ed il conte di Compiègne che tramano nell’ombra e quel flagello della contessa madre di Compiègne.
Complimenti vivissimi cara Agrifoglio leggo la tua storia con grande interesse e grande trepidazione!